II. LA FAMIGLIA DEL PALAGIO
L'antico borgo di Pian di Mugnone ed i poderi del suo versante fiesolano sono legati, dalla seconda metà del 1300 alla fine della prima metà del 1400, alla storia di un'unica famiglia: i Del Palagio.

Si trattava di una famiglia fiesolana trasferitasi in Firenze nel quartiere di San Giovanni e della quale si ritrovano le prime notizie nell'Estimo delle Repubbliche Fiorentine del 1363. In esso appare il nome di un certo Neri di Lippo di Sgratta "abitante il palagio nella piazzetta di S.Maria Visdomini" a Firenze.
Il Carocci afferma che essi appartenevano originariamente alla stirpe degli Aghinetti (o Ghinetti), discendenti dai conti Guidi, con i quali condividevano lo stemma: "4 Bande di Vaio celeste e bianco in traverso sghembo sullo scudo rosso sbarrate orizzontalmente da fascia celeste" (Fig. 3).
L'antico nome del casato, Lippi o Filippi dal capostipite Lippo vissuto nella seconda metà del duecento, mutò in Lippi Del Palagio proprio in occasione della costruzione dell'imponente dimora fiorentina situata in angolo delle attuali vie De'Servi e Bufalini (Fig. 4).
Il 29 febbraio 1364, il vescovo di Fiesole Andrea Corsini benediceva la prima pietra della Chiesa di S.Michele Visdomini che, per consentire la costruzione del nuovo Duomo, era stata spostata dalla sua originale locazione alla piazzetta che tuttora occupa. I terreni, un antico cimitero, erano di proprietà dei Del Palagio che ne fecero non disinteressata donazione. In cambio Onofrio d'Andrea, nel 1380, ottenne il permesso di fondare, accanto l'altare maggiore in cornu evangelii, la cappella della famiglia dedicata all'Assunzione della Vergine (Foto 1).
Ai Del Palagio si deve un'altra iniziativa nel territorio fiesolano il cui prestigio resterà immutato per secoli. Alla fine del 1300 un gruppo di nobili fiorentini, tra i quali Guido Del Palagio, favorì l'arrivo in Toscana dell'Ordine dei Frati Minori che, in quegli anni di profonda crisi religiosa, si richiamava alla stretta osservanza della regola francescana. I frati si stabilirono nel monastero di Santa Maria del Fiore a Fiesole (denominazione originale dell'antico eremo di San Francesco) che, nel 1399, grazie soprattutto alle rendite di due poderi di proprietà di Guido offerte per volontà testamentaria, venne completamente restaurato. Anche in questo caso il potente casato fiorentino volle apporre la propria firma sulle pie opere intraprese e, al piano originale dell'attuale chiesa di S.Francesco, si fece erigere una cappella-tomba di famiglia, tuttora conservata (Foto 2).


Ma l'effettivo peso politico della famiglia è definitivamente chiarito dalla costruzione, nel 1369, di un'ulteriore cappella nella Basilica della SS. Annunziata (Foto 3). Nel XIV secolo, nell'antica struttura della basilica precedente le modifiche apportate da Michelozzo, le uniche tre cappelle di cui si ha notizia sono quella dei Del Palagio o di San Nicola da Bari (la prima entrando sulla destra) e le attigue dei Macinghi e dei Guadagni. Neri di Lippo in particolare, che ha il diritto di patronato sulla cappella, e altri membri della famiglia vengono citati numerose volte nell'Inventario redatto nel 1422 dal priore (frà Iacopo Rossi) e dal sacrestano dell'Annunziata. Da esso risultano le seguenti donazioni di arredi con le armi dei Del Palagio: 13 pianete solenni e 1 normale, 2 paia di paramenti solenni, 3 palii per l'altare maggiore e 1 per quelli secondari, 1 fregio per altare.

Nel 1° Catasto delle Repubbliche Fiorentine del 1427 i beni immobili dei Del Palagio risultano innumerevoli e distribuiti su una vasta area entro e dintorno la città di Firenze:
Nel capoluogo le proprietà erano costituite dal palazzo in Via de'Servi e da una decina di case. Nella periferia i possedimenti erano così suddivisi: Popolo della Badia di Fiesole n.261 - "un abituro nel contado luogo detto al Palagio con loro masserizie e loro uso dell'orto, che da prossimo via, 2/0 via del terzo chiasso" - "4 poderi nei detti confini" - "1 casa con forno nei detti confini e appigionata" - "1 vigna e un Pezzo di Bosco in detti confini". Popolo di San Piero Piviere di Signa - "un casamento da signore insieme colle case da lavoratore vicino allo Spedale della Misericordia e più pezzi di terra posto nella Villa di S.Martino a Paperino" ... "2 poderi vicino a detto Spedale e a detta villa". Popolo di S.Martino a Cornacchiaia (Mugello) - "1 Podere con casa da lavoratore in luogo detto Magognano" ... "1 campo e più pezzi di terra in detti confini". Benedetto di Giovanni risulta proprietario a Vicchio di un albergo che ha affittato a maestro Francesco di Giovanni.
Per quanto riguarda infine la zona di Pian di Mugnone si ha notizia della suddivisione del patrimonio in tre rendite catastali a nome di Nicolò e, per metà, di Piero e Andrea.
Oltre all'abituro della Torre , in un primo momento residenza principale della famiglia, i Del Palagio possedevano una decina di poderi che occupavano gran parte del versante fiesolano di Pian di Mugnone fino a raggiungere la sponda opposta del torrente (Fig. 5).

E' lecito pensare che l'insediamento dei Del Palagio nella valle, col conseguente controllo di tutte le attività, si sia svolto attraverso il beneplacido della Repubblica fiorentina che, attraverso di loro, esercitava una vigilanza sulla zona, indirizzata soprattutto verso le merci che transitavano sulla Faentina.
Forti di questa alleanza, i Del Palagio fecero costruire vari edifici in ordine sparso lungo la strada, ritenendo inutile qualsiasi precauzione difensiva. L'unica parziale ma preesistente fortificazione, era rappresentata dall'edificio che costituì la prima residenza della famiglia: l'abituro della Torre" (Fig. 6).
La costruzione, tuttora visibile, si trova a mezzo versante ed è costituita da una casa colonica prospiciente un'antica torre. La posizione era strategica se si pensa che da lì si può osservare un lungo tratto della via Faentina fino allo stretto del Calderaio.
Il consistente stato patrimoniale permise ai Del Palagio di rispondere adeguatamente alle esigenze del borgo attraverso la costruzione di una serie di edifici a sfondo sociale e religioso.
Gli investimenti della famiglia furono anche di carattere personale; presumibilmente intorno al 1400, si fecero erigere una nuova e lussuosa residenza poco distante dall'antico abituro che prese il nome di Palagio di San Polo.
Attraverso la documentazione consultata è possibile una parziale ricostruzione dell'albero genealogico dei Del Palagio:

La famiglia, la cui autorità era indiscussa anche nell'ambito fiorentino, fornì alla città numerosi suoi rappresentanti a vari livelli di impegno politico e militare: Neri di Lippo fu per sei volte Priore di Libertà nella Repubblica e, tra il 1328 ed il 1485, i Del Palagio ottennero ben trentuno presenze in quella magistratura. Guido di Tomaso, cavaliere a speroni e Gonfaloniere di Giustizia nel 1394 e 1397, svolse molte missioni diplomatiche per la Repubblica; nelle trattative col duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, esortato a fornire le garanzie per la pace appena stipulata, rispose con la celebre frase: "la spada che tante volte è stata provata da voi!". Andrea Del Palagio fu uno degli otto ambasciatori fiorentini che nel 1408 accompagnarono a Lucca Papa Gregorio XII nel tentativo di un incontro con l'antipapa Benedetto XIII. Piero di Giovanni fu nominato da Firenze Podestà della Lega di Vicchio per due semestri nel 1407 e 1409.
La prima metà del '400 rappresentò l'apogeo politico e finanziario dei Del Palagio che, negli anni successivi, soccombendo nello scontro fiorentino contro la coalizione dei Medici, dovettero accusare l'inizio del loro inesorabile declino.

Ciò condusse alle prime importanti cessioni della famiglia registrate nel catasto del 1447 e nella Decima Repubblicana del 1498, dove si apprende della vendita dei poderi di Riorbico e di San Polo sul versante fiesolano e di quello nel Mugello. Contemporaneamente, attraverso una donazione alla Chiesa, i Del Palagio si liberarono dell'albergo di Pian di Mugnone.
Nel 1465 cedettero a Bartolomeo di Montegonzi il Palagio della Badia con i quattro poderi annessi (la villa, dopo appena quattro anni, passerà a Jacopo Salviati del quale attualmente mantiene il nome).
Nella prima metà del cinquecento, Giovanni Battista Del Palagio si vide costretto a mutare l'antico cognome in Palagi e ad abbandonare la città di Firenze per trasferire la famiglia in un non meglio identificato contado.
Attraverso diverse fasi di cessione, l'intero patrimonio immobiliare della famiglia nella valle del Mugnone fu smembrato, per poi essere parzialmente ricostituito nel XVI secolo dall'Ospedale di Santa Maria degli Innocenti. Dall'Archivio Storico dell'Istituto si apprende che:
· Anno 1467: Lodovico di Tommaso vende a Matteo di Simone di Filippone Gondi il Podere della Torre con la casa padronale e da lavoratore. La medesima proprietà passerà dal 23 gennaio 1513 allo Spedale di Santa Maria degli Innocenti.
· Anno 1515: il 6 settembre Mariano di Bernardo di Piero stipula un compromesso arbitrale (lodo) con Bartolomeo di Taddeo di Simone Dini rappresentante dello Spedale degli Innocenti. Egli concede "1 podere con 'Domo' e casa per lavoratori con terre lavorative e olivate nel Popolo della Canonica di Fiesole, luogo detto San Polo" Nel suddetto 'Domo' Bona di Bernardo ha funzioni di responsabile conventuale per conto dello Spedale degli Innocenti. E' probabile che in questo periodo il Palagio di San Polo sia stato adibito per l'accoglienza di bambini abbandonati (gettatelli).
· Anno 1608: All'inizio del XVII secolo gli Innocenti sono proprietari di tutti gli ex-beni dei Del Palagio e il 5 febbraio li concedono a livello a Jacopo di Guglielmo Antonielli "a terza generazione per via mascolina". Egli avrà facoltà di riscattare la proprietà attraverso due versamenti allo Spedale di L.1800, che salda al momento, e di altre L. 1500. In tale concessione sono citati "un Palazzo con cortile e fattoio da olio - orto murato - prato e fonte nel Popolo della Canonica di Fiesole - un podere con sue appartenenze chiamato Del Palagio - un pezzo di terra che si lavora come podere - 1 pezzo di bosco da far pali e scope in Fontalla" e l'Antonielli si assume l'obbligo di fornire annualmente ai Frati di San Domenico "3 staia di grano, 1 barile di vino e ½ barile d'olio".
Inoltre, in cambio di 1 casa di sua proprietà posta in via di Mezzo a Firenze e a un'offerta di L.650, l'Antonielli ottiene dagli Innocenti: "1 poderino detto Poderino di Mezzo - 1 podere con casa da lavoratore e capanna detto Casa Nova - 1 fornace e sue appartenenze - 1 podere con 2 casette (Riorbico) - 1 pezzo di terra boscata di staia 5".
· Anno 1640: Quasi tutte le proprietà di Jacopo Antonielli vengono acquistate da Bartolomeo Pesci. Rimane escluso Il Podere della Torre con l'antico "abituro" che verrà affittato, per 148 scudi annui, a Stefano Fabbrini, Cancelliere dell'Arte della Seta.
Il volontario esilio dei Palagi perdurò per oltre un secolo e si concluse alla fine del 1600 quando Giovanni di Piero rientrò a Firenze per rivestire l'incarico di cancelliere del Monte di Pietà. La decadenza economica, la lontananza da Firenze, il cambiamento di nome, ma soprattutto la precisa volontà degli avversari politici, permisero la quasi estinzione della casata Del Palagio. Il blasone fu reclamato in un primo momento dai marchesi romani Orighi ma il 17 ottobre 1817 il tenente colonnello Francesco, cavaliere dell'ordine di S.Giuseppe di Toscana, della Croce Piccola di S.Ferdinando di Napoli e della Corona Ferrea d'Italia, riuscì definitivamente a dimostrare la sua diretta discendenza e venne iscritto nel libro d'oro della nobiltà toscana.