La Diocesi di Fiesole nel 1778 da una carta dell'Archivio Vescovile IV. TOPONIMI

In questo nostro percorso attraverso l'antica documentazione che tratta della valle, ci siamo imbattuti in numerosi toponimi che ne definiscono località tuttora conosciute o ormai dimenticate. Per qualcuno, particolarmente significativo anche se talvolta esterno alla zona di nostro stretto interesse, abbiamo creduto di poter dare un'interpretazione originale:

IV.1 MANZUOLO

Nell'attuale località Manzuolo sorgeva un mulino già segnalato del Catasto del 1427 come le 3 Massa e, successivamente, evoluto in le Massa (Decima Granducale) e in al Matta nel Catasto Lorenese all'inizio del 1800.

IV.2 CALDERAIO

Anche al toponimo Calderaio è legato un mulino citato per la prima volta nel Catasto del 1427 in località Bagno alla Cicala. Con bagno si indicavano delle pescaie naturali entro i corsi d'acqua; un altro esempio, sempre sul Torrente Mugnone, lo ritroviamo a Bagno al Ponticello (oggi Tiro al Bersaglio). Il toponimo Bagno alla Cicala indicava anche una vicina villa, sul versante in prossimità di Fontelucente, abitata nel XVIII secolo da Marsilio Ficino. Il cambio da Bagno alla Cicala a Calderaio avviene sul finire del 1700 quando il mulino, allora di proprietà del Capitolo di Fiesole, passa alla Fattoria di Careggi direttamente amministrata dal Granducato: negli atti di compravendita si legge per la prima volta "1 mulino in luogo detto Calderaio".

IV.3 GRATTACAPO

Nella scarsa letteratura che tratta della Valle del Mugnone ricorre il termine Grattacapo ad indicare ogni volta luoghi diversi della zona. Piero Bargellini nel 1969, riferendosi a un ponticello all'estremità meridionale di Pian del Mugnone denominato di Grattacapo scrive: "è stato chiamato così dall'antico nome del luogo". Guido Carocci identifica con Grattacapo una casa dei Del Riccio in prossimità di località Il Calderaio. Una discreta uniformità di collocazione la troviamo invece nell'antica documentazione catastale:
Nella Decima Repubblicana del 1498 viene descritto per la prima volta "1 podere con casa da oste e da lavoratore, luogo detto Grattacapo" che confina a nord con le proprietà dei Popoleschi, a sud con quelle degli Innocenti, a est dei Del Palagio e a ovest con la strada.
La Carta dei Capitani di Parte Guelfa del 1588 segnala con Grattacapo la collina che degrada verso il torrente all'estremo settentrionale di Pian del Mugnone dove attualmente la via Faentina, proveniente da Caldine, scollina per entrare in paese.
Il Catasto Lorenese del 1776 cita un bosco e alcuni terreni "da pastura" di proprietà dei Del Palagio denominati Grattacapo il cui confine a nord è costituito dal Fosso di Farneto.
Tutti e tre i riferimenti, che identificano la medesima area, ne definiscono con sufficiente approssimazione la posizione sul territorio.
Per quanto riguarda l'etimologia del termine, sembra lecito supporre che esso derivi da Sgratta Del Palagio, capostipite dell'omonima famiglia proprietaria in antico di tutta la zona. E' probabile che il contado a lui sottomesso lo riverisse con l'appellativo di capo Sgratta e col passare del tempo, per successive deformazioni, tale definizione venisse traslata alle terre nelle quali egli aveva posto la sua residenza principale.

IV.4 PODERE DELLE CALDAIE - VIA E FOSSO DELLE CALDINE - CALDINE

Secondo la nostra interpretazione traggono tutti origine da particolari morfologie erosive entro gli alvei dei corsi d'acqua (caldaie) che originavano piccoli bacini di raccolta particolarmente preziosi alle attività del periodo.
Il Podere delle Caldaie è ubicato nel tratto a monte del Fosso di Fontalla dove, degradanti verso valle, si susseguono diverse di queste forme scavate nel torrente.
Il fosso e via delle Caldine hanno origine da via dei Bosconi, all'altezza del Podere delle Fonti. La parte alta del torrente è contrassegnata da alcune caldaie in parte modificate e pavimentate dall'intervento umano.
Va rilevato che, nella fascia medio alta di questa zona, a causa dell'abbondanza di sorgenti e fossi, i toponimi che richiamano l'acqua sono molto numerosi.
Alla fine del secolo scorso, il toponimo Caldine viene trasferito al nuovo paese che sorge in seguito alla costruzione della ferrovia Faentina. Inoltre, l'originaria via delle Caldine diviene via del Ponticello trasferendo l'antico nome alla sovrastante strada che dalla Chiesa di Saletta scende al centro dell'abitato.

IV.5 BORGUNTO

Nella consultazione fiscale relativa alla Valle del Mugnone, a partire dall'Estimo del 1363, colpisce l'assenza del toponimo Borgunto nell'area fiesolana. Esso appare per la prima volta nel Catasto Lorenese in un atto di compra-vendita datato 25.5.1826. Le citazioni più antiche riscontrate nel Catasto Lorenese indicano la zona attualmente soprannominata Borgunto con Montemagrini, Montemagerino, Montemagherini. Dalla metà del 1700 in poi questo territorio viene suddiviso in numerosi toponimi, per lo più derivanti dal nome di famiglie di scalpellini: Bozzolini, Pettirossi, Caldani, Patriarchi, etc., oppure da costruzioni significative come Fonte Sotterra, Pozzo di Casciano, etc. Tra i non scalpellini si insediarono nella zona, per lo meno dalla fine del'600, i Baruganti, una famiglia di notabili probabilmente di origine fiorentina. Essi si imparentarono con gli Squarcini, grossi e potenti proprietari nonché livellari del Capitolo fiesolano. Nella prima parte del '700 si trovano citati nel Catasto Lorenese Vincenzo e Bartolomeo Baruganti, proprietari nel "luogo detto Montemagrini". Nel 1772 Bartolomeo Baruganti eredita dalla madre Maria Squarcini 1 casa e una vigna "confinante al fossato, luogo detto a Barugandi". Si evince così che la famiglia ha dato il proprio nome a quella zona. Sorprendente e indicativo è però un contratto di proprietà di Antonio di Gaetano Boni, registrato nel 1821, nel quale si legge "1 casa da terra a tetto composta di 3 stanze, luogo detto a Baruganti, al quale confina via detta ai Baruganti, strada maestra, Cappella di San Bernardino. 1 altra casetta in luogo detto a Baruganti composta di 2 stanze, 1 a terra e 1 a tetto, con un pezzo di terra a galestro, luogo detto a Baruganti, confina a ponente Guaracci, a mezzogiorno Boni, a levante Lombardi, a tramontana Boni". Dai confinanti è facile rilevare che la famiglia Baruganti non ha più proprietà nel luogo, ciò nonostante il cuore ottocentesco di Borgunto viene indicato come Baruganti. E' lecito quindi pensare che tale toponimo, per successive modificazioni, si sia trasformato in quello attuale.