La "bala" di Fracastoro

La statua di Girolamo Fracastoro

Questo avviso è rivolto particolarmente a chi visita Verona per la prima volta. Vi invito a prestare la massima attenzione nel transitare sotto la statua di Girolamo Fracastoro che sovrasta l'arco che unisce piazza dei Signori a via Fogge. Noterete che l'illustre medico tiene nella mano destra un globo terracqueo, per i veronesi "la bala (= palla) de Fracastoro", che secondo una credenza popolare cadrà sulla testa del primo galantuomo che passerà sotto; finora, è storicamente accertato, non è mai successo, ma si sa che c'è sempre una prima volta... Quindi attenti a voi, turisti galantuomini! Difficile sapere quando è nata questa storia; forse è più facile comprenderne il perché. Da piazza dei Signori si accedeva al Tribunale ed alle carceri di via Dante Alighieri (altra curiosità: sulla targa che indica la via il cognome del Sommo Poeta è scritto con due "L"): ovvio che sotto l'arco fosse continuo il passaggio di persone con la fedina penale non proprio immacolata. Se vogliamo essere cattivi possiamo immaginare che il popolino, sempre pronto a sbeffeggiare i potenti, considerasse poco onesti anche i giudici veneziani e gli sgherri che si recavano ai palazzi di giustizia... Girolamo Fracastoro (1478-1553) fu illustre medico e poeta. Apparteneva ad un'illustre famiglia e fra gli antenati annoverava Aventino Fracastoro, medico personale di Cangrande. Una leggenda narra che alla nascita le sue labbra fossero chiuse e fu necessario intervenire chirurgicamente per aprirle. E' considerato il padre della batteriologia; fu il primo a supporre l'esistenza di micoorganismi in grado di trasmettere malattie, nonostante all'epoca non fosse ancora stato inventato il microscopio. Nel 1517, quando si pensava che i fossili fossero i resti del diluvio universale e che si fossero formati a causa di influssi astrali, ne stabilì l'esatta origine. Appassionato di astronomia, tenne una fitta corrispondenza con Copernico. Amava soggiornare spesso nella sua casa di Incaffi che trasformò in un centro di cultura cui partecipava spesso anche Pietro Bembo. Si narra che anche Carlo V salì per rendergli visita (il fatto non è documentato, pare invece che i due si fossero incontrati a Peschiera). Nel 1545 Fracastoro fu nominato medico ufficiale del Concilio di Trento. Fra la sua vasta produzione letteraria va ricordato il De morbo gallico: è una dotta dissertazione su una nuova malattia, la "lue" che allora era pressoché sconosciuta; al posto di un freddo linguaggio scientifico, Fracastoro usa eleganti esametri latini e dal nome del pastore (Sifilo) che contrae il morbo, questa malattia prenderà il nome di sifilide. Fracastoro muore il 6 agosto 1553. Fu sepolto in Sant'Eufemia, ma la sue spoglie furono disperse dai Francesi nel 1797 quando la chiesa fu trasformata in ospedale militare. La statua della "bala" fu collocata sull'arco solo sei anni dopo la sua morte.