Nei pressi di Sant'Ambrogio di Valpolicella si trova una località chiamata "La Grola", termine dialettale che indica la cornacchia. Una leggenda locale spiega l'origine di questo nome.

 

La leggenda narra che su quella sassosa collina vivesse un povero contadino di nome Bertrando, che a fatica si sostentava con quanto ricavava da quelle zolle aride. Dopo molti sforzi, riuscì a ottenere dalle sue viti un vino bianco e asprigno, poco gradevole, che poteva vendere a pochi soldi, ma per il quale non scordava mai di ringraziare e benedire il Signore. Un giorno d' autunno Bertrando, salito sulla collina per vedere se era tempo di vendemmiare, s'imbattè in una grola ferita. Impietosito, l'uomo dimenticò l'uva per curare amorevolmente l'uccello fino a guarirlo. Allorché potè tornare a volare, l'animale volteggiò sulle vigne del suo benefattore sfiorandone i grappoli con le ali, e a quel contatto i chicchi, da secchi e bianchi, divennero turgidi, nerissimi e dolci. Da allora quell'uva fu chiamata Corvina e costituisce uno dei vitigni base della produzione del Valpolicella.