![]() Disegno dell'Arco dei Gavi del XVI secolo |
Nella piccola piazzetta a fianco di Castelvecchio (bello scorcio panoramico sull'Adige) sorge l'Arco dei Gavi, monumento romano del I sec. dopo Cristo, opera dell'architetto Lucio Vitruvio Cerdone, come si legge in due incisioni poste sul manufatto stesso. Committenti dell'opera (beneficentes o evergeti) furono i membri della nobile famiglia (gens) Gavia. E' noto che in epoca romana numerose personalità, a proprie spese, donavano ai concittadini importanti opere di pubblica utilità o di semplice decoro. Nel corso dei secoli l'arco ha subito numerose vicissitudini; la sua collocazione originaria era al centro della strada (allora Via Postumia); quattro grandi pietre collocate sul selciato, all'incirca all'altezza della torre dell'Orologio di Castelvecchio, indicano la posizione esatta dei pilastri. Nel medioevo l'arco fu inglobato nella cerchia muraria comunale; infine, nel 1805, i soliti francesi lo abbatterono perché impediva il passaggio ai convogli militari. Quel poco che restava fu immagazzinato negli arcovoli dell'Arena. Già nel 1813 si pensò a ricostruirlo tanto che fu realizzato un plastico di legno dopo aver catalogato ciò che rimaneva. Fu solo nel 1932 che si portò a termine il lavoro: l'arco fu innalzato vicino al luogo dove era nato usando molto materiale originale; le parti mancanti furono aggiunte (e sono tuttora ben visibili) prendendo lo spunto da disegni antichi. Sotto l'arco è stato ricostruito un tratto di selciato romano venuto alla luce durante alcuni scavi: si notano benissimo le tracce lasciate dal passaggio di carri. L'Arco dei Gavi è detto quadrifonte perché dotato di quattro facciate che sono ornate da colonne, cornici, timpani e nicchie che dovevano sicuramente contenere delle statue (andate però perdute). A differenza di quanto avviene negli altri archi romani tradizionali, il soffitto interno non è a botte, ma a copertura orizzontale decorata a cassettoni. |
![]() Il plastico di legno del 1813 |
|
![]() I solchi lasciati dal passaggio di carri sul selciato romano |