![]() Pianta di Verona romana: in rosso il ponte Pietra ed in blu la via "straordinaria" di collegamento (da Storia di Verona di G. Solinas) |
Il ponte Pietra, anticamente detto pons lapideus, è il più antico manufatto di Verona. Se si osserva la sua posizione si nota che la sua posizione è totalmente avulsa dal regolare impianto a scacchiera della città romana; questo confermerebbe la tesi che il ponte fu costruito nello stesso luogo ove in precedenza sorgeva una passerella lignea che univa il colle di S. Pietro (allora Monte Gallo, forse a testimonianza di presenze celtiche) con la pianura. Verona già nel 148 a. C. era stata raggiunta dalla via Postumia (Genova - Aquileia) e nel 89 a. C. ottenne lo status di colonia latina; la costruzione del ponte risalirebbe a questo periodo. Ciò avvenne ancora prima della rifondazione della città secondo i canoni di Roma: 1) assenso degli dei, 2) orientamento ad sidera, 3) allineamento del decumano secondo il percorso del sole per sfruttarne al massimo la luce, 4) facile collegamento fra strade consolari d'accesso e rete viaria cittadina. Quando, applicando queste regole, furono tracciati i decumani ed i cardini (le strade perpendicolari) della città, fu necessario aggiungere una strada semicircolare, l'attuale via Ponte Pietra, per raccordare il manufatto con i decumani ed il tratto urbano della via Postumia. Della costruzione romana rimangono le due arcate e i due piloni di sinistra in marmo della Valpolicella; i blocchi quadrati, disposti orizzontalmente, erano tenuti insieme da grappe metalliche. Sul lato a valle sono visibili le sporgenze che sostenevano le tubazioni dell'acquedotto ed una statuetta (II arcata) di una divinità fluviale posta a protezione contro la furia delle acque.Evidentemente la piccola divinità non svolse bene il suo compito: nel 1298 Alberto I Della Scala fu costretto a ricostruire, in mattoni, la prima arcata destra distrutta da una piena; in quell'occasione fece erigere anche la torre d'accesso alla città. Stessa sorte toccò successivamente anche alle due arcate centrali che furono riedificate, sempre in cotto, nel XVI secolo. Il ponte pietra resistette a tutte le piena per altri quattrocento anni fino alla sera del 25 aprile 1945, quando fu fatto saltare in aria, assieme a tutti gli altri ponti di Verona, dai guastatori dell'esercito tedesco in ritirata. La ricostruzione durò dal 57 al 59 e, per quanto possibile, furono riutilizzati i materiali originali recuperati dal letto dell'Adige. In attesa della ricostruzione fu gettata una passerella poco a monte del sito originario. |
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![]() Particolare della seconda arcata: si vedono la statuetta della divinità fluviiale e i sostegni dell'acquedotto |
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![]() Aprile 1945: i resti del ponte fatto esplodere dai tedeschi in ritirata |
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![]() La passerella provvisoria dal 1945 al 1957 |