Gli Scavi Scaligeri si trovano sotto il cortile del Palazzo
del Capitano in piazza dei Signori. L'edificio
prende il nome dai capitani che Venezia inviava come
governatori nelle città a lei soggette. L'aspetto
esterno risale al Cinquecento, ma la costruzione
originaria doveva essere più antica; la torre merlata d'angolo
viene attribuita a Cansignorio della Scala. All'interno
del cortile, anch'esso assai modificato rispetto la
costruzione originaria, spicca la Porta Bombardiera che
immette su piazza delle Poste. E' una costruzione tipica
di quel periodo bizzarro che fu il Seicento e fu
realizzata da un certo Miglioranzi per onorare il corpo
dei bombardieri che nei pressi aveva la propria caserma;
al posto delle tradizionale colonne troviamo due grossi
cannoni che poggiano su tamburi da parata militare e i
capitelli sono sostituiti da mortai con i proiettili all'interno!
Una curiosa iscrizione si trova all'interno del portico: "1542
adì 28 de avosto vene le chavalete in queste paese, maro
(= mangiarono)
tute le erbe, el meio (= miglio) et
panico. Vene tate (= vennero tante)
che scurea el sole". Gli scavi ospitano il Centro Internazionale di Fotografia: gli orari di visita ed il costo dell'ingresso possono variare a seconda delle esposizioni. |
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![]() Piazza dei Signori: sulla destra il Palazzo del Capitano |
Recentemente
la città di Verona si è dotata di uno spazio museale
dedicato alle mostre fotografiche; con questa operazione
venne resa possibile l'apertura al pubblico di un'area
centralissima, ricca di reperti archeologici. Alla fine
degli anni '70 il progetto di radicale riassetto e
restauro degli Uffici Giudiziari, che prevedeva la
costruzione di un parcheggio nell'area sottostante il
cortile del Tribunale e il cortile di Mercato Vecchio,
offrì l'opportunità di indagare a fondo i meccanismi
dell'insediamento umano nella zona di S. Maria Antica e
dei palazzi scaligeri. La quantità e la ricchezza delle
testimonianze rinvenute nella campagna di scavo
effettuata dal 1981 al 1986 costituì l'occasione per una
delle più importanti ricerche di "archeologia
urbana" dell'Italia settentrionale, fornendo le basi
materia- li per lo studio. Alla luce di ciò il progetto
di costruzione del parcheggio venne abbandonato, gli
stessi Uffici furono trasferiti in una sede più
decentrata e si decise di allestire uno spazio museale
sotterraneo per poter rendere visita- bili i reperti. Il
progetto dell'arch. Cecchini oltre ad organizzare un
percorso tra le rovine, è dotato anche di alcuni
interventi in superficie che pubblicizzano parte dei
reperti: due oblò si aprono infatti nella pavimentazione
del cortile del Tribunale mostrando mosaici e una vasca
per la conservazione dei cibi. Altre aperture
rettangolari, una vetrata e il ribassamento della quota
di calpestio di parte di via Dante mettono in contatto
chi passeggia con le tracce, vaste ed importanti, dell'antica
strada romana. Il percorso museale ha un andamento
labirintico dovendo- si adeguare ai reperti, alle
differenti quote a cui i reperti sono stati rinvenuti e
alle strutture edilizie soprastanti. La storia che è
stata ricostruita dagli archeologi pone come datazione di
partenza per gli eventi qui occorsi il termine del 388 d.C.;
l'indicazione è così precisa grazie al ritrova- mento
di 13 monete nel sottofondo di preparazione di alcuni
mosaici pavimentali. Gli ambienti che qui esiste- vano
risultano in uso a tutto il IV sec. con tracce di
manutenzione e di adeguamento, restituendo l'immagine di
una città viva e ricca di scambi commerciali. Una
frattura intercorre nel secolo seguente quando alcuni
locali vengono completamente abbandonati, evento
interpretato come un segnale di regressione demografica e
commerciale. Negli ambienti ancora in uso viene rialzato
il pavimento rifacendolo in semplice terra battuta,
chiaro indice di imperizia tecnica. Contemporaneamente il
fronte delle case romane prospicienti via Dante avanza,
occupando il sito carrabile con una serie di costruzioni
realizzate con ogni sorta di materiali, lastre della
strada incluse. Un incendio a cavallo tra VI e VII secolo
causa la battuta di arresto conclusiva. Da questo punto
in poi la ripresa è estremamente lenta: con tecniche
povere l'isolato viene riedificato impostandosi ad un
nuovo livello. Per il recupero di materiali già
confezionati, quelli romani, vengono scavate delle buche
apposite che confermano la perdita delle tecniche
costruttive acquisite nei secoli precedenti. Altre buche
si trovano realizzate per contenere derrate alimentari,
testimoniando l'inedificazione dell'area del cortile del
Tribunale fino al X sec.. A ricordare una nuova epoca di
fervore edilizio restano le tracce, seppur più tarde, di
una casa-torre. Nel percorso museale, durante il quale
scorrono circa 10 secoli di storia, il visitatore
incontra tutte queste testimonianze, una accanto all'altra:
dalle tombe medioevali, datate al XI-XII sec., ed alcuni
brani di pavimentazione musiva del primo approccio, alle
fondamenta della casa - torre e di un'aula absidata con
le buche fatte per recuperare i mattoni romani e per
stivare gli alimenti. Più avanti si incontrano ancora
alcuni mosaici prima di arrivare nella via Dante dell'epoca
romana: qui è evidente la lastricatura con l'annesso
sistema fognario, l'avanzamento degli edifici e il
reimpiego dei materiali fatto per costruirli. Il percorso
museale ritorna su via Dante per una passeggiata sulla
strada romana quasi alla conclusione e dopo esser passato
per altri locali dove si possono vedere brani murari, la
base di un pilastro ed una sequenza di ambienti. (Maddalena Basso - dall'opuscolo edito in occasione della settima giornata FAI - 20/03/1999) |
![]() La porta Bombardiera |
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![]() Il cortile è facilmente raggiungibile sia dalla piazza del Palazzo del Comune (anche se sono presenti sul fondo le scanalature per lo scolo dell'acqua piovana) sia da piazza dei Signori. Gli scavi sono visitabili. L'accesso è agevolato da un'apposita entrata riservata ai disabili, a destra dell'entrata principale. E' funzionante un ascensore funzionante attivato da personale addetto. All'interno è possibile effettuare un percorso alternativo, per evitare gli ostacoli, che garantisce comunque una completa visione degli scavi. Alla data del 6 ott. 2001 sono in corso lavori proprio davanti all'entrata per disabili ed è quindi impossibile entrare. |