Vita ed imprese dello scomparso Gen. B.A. Mario Bellagambi

Vita ed imprese dello scomparso Gen. B.A. Mario Bellagambi

photo credit: Ala Tricolore
Conseguì il brevetto premilitare nel 1934 presso l'aeroporto di Peretola [Firenze], pilotando un velivolo biplano Ca.100. Nel 1936 presso la scuola di pilotaggio di Grottaglie fu brevettato pilota militare su velivolo da caccia biplano Cr. Asso.
Ai primi del 1937 fu assegnato al 52° Stormo 24° Gruppo 362^ Squadriglia ove effettuò attività sul CR.32 fino all'aprile del 1938.
Volontario, partecipò alla campagna di Spagna, e nel corso di numerose operazioni effettuò 11 combattimenti aerei contro i famosi Curtiss biplani e Rata monoplani. Inizialmente appartenne alla Squadriglia "Gamba di Ferro" comandata da Tito Falconi (famoso acrobata del volo rovescio), montata su velivoli CR.32 di stanza sulla base di Escatron. Il gruppo era costituito da tre squadriglie: 31^, 32^, 33^, al comando del Magg. Giuseppe Baylon, era già stato comandato dal leggendario Magg. Ernesto Botto, il quale dopo aver subito l'amputazione di una gamba in seguito a ferite, si ristabilì e volle continuare l'attività di volo con l'impegno precedente.
In seguito fu assegnato alla Squadriglia autonoma mitragliamento "Ocio che te copo" comandata prima dal Magg. Vossilla e poi dal Ten. Zanetti Ido, dislocata sulla stessa base di Caspe del Gruppo "La Cucaracha" comandata dal Ten. Col. Tessari. Il Ten. Ido Zanetti cadde in un'azione di mitragliamento ed il comando della squadriglia fu assunto dal Cap. Giorgio Iannicelli. Il reparto ebbe dei successi notevoli ma personalmente gli furono riconosciuti soltanto abbattimenti in collaborazione con altri piloti.
Dopo circa un anno, nell'aprile del 1939, rientra in Italia e viene assegnato al Reparto: 362^ Squadriglia del 52° Stormo Caccia che, nel frattempo, era stato trasferito da Ghedi a Ciampino Sud, qui continua l'attività, essenzialmente acrobatica, con il capo pattuglia e valoroso Com.te. Vizzotto. Si eseguono pattuglie di cinque e di nove velivoli, esercitandosi in tutte le figure acrobatiche a cuneo ed in fila indiana e la famosa bomba. In una di queste acrobazie in fila indiana di cinque velivoli, in seguito a collisione caddero due velivoli ed i piloti Torrigiani e Garbellotto persero la vita. Tale attività si protrasse fino all'inizio della guerra.
Alle prime operazioni del conflitto, ci fu il trasferimento con i nuovi velivoli Fiat G.50 da Ciampino a Sarzana, ove si svolsero attività su allarme contro eventuali incursioni a fronte Francese, ben presto lasciò tale reparto e fu trasferito in Albania, assegnato al Gruppo comandato dal Ten. Col. Leotta.
In Albania, sui campi di Tirana, Berat e Devoli, partecipa alle operazioni di crociere di vigilanza e partenze su allarme oltre alle scorte dei velivoli da bombardamento di stanza in Italia meridionale, sui monoplani Fiat G.50, le estenuanti crociere di vigilanza venivano effettuate alla quota di 4-5 mila metri senza ossigeno ed a temperature bassissime. Non essendo pratico di volo strumentale, una volta si trovò nelle nubi senza visibilità e precipitò in vite riuscendo però a recuperare il controllo del velivolo a quota inferiore. Si ebbero dei combattimenti contro la caccia con monoplani PZL, Gloster Gladiator e qualche Hurricane che avevano fatto la loro apparizione sul finire di tale ciclo operativo. In uno di questi si verificò una circostanza curiosa: un velivolo del suo reparto fu attaccato in coda da una coppia di Gloster i quali, molto manovrieri, non consentivano al G.50 di neutralizzare la sfavorevole posizione tattica. Accortosi della difficoltà il G.50 si buttò addosso ai due Gloster i quali vistisi attaccati lasciarono la preda rompendo il contatto. In questi istanti, però qualcuno era arrivato alle sue spalle e fu centrato da una raffica ferendolo alla mano sinistra. Col motore prossimo a incendiarsi per la perdita di olio, non gli restò che planare e atterrare sulle linee fortunatamente dalla parte nostra e vicino ad un ospedaletto da campo ove fu immediatamente soccorso. Nella circostanza si accorse che il buon paracadute dorsale gli aveva fatto da scudo, con i numerosi strati sovrapposti di seta, fermando una pallottola ben diretta nella schiena! Questa fu l'unica volta in cui il paracadute gli fu di grande aiuto, perché in tutta la sua attività non gli è mai capitato di dover abbandonare il velivolo in volo.
Successivamente viene trasferito sul finire del 1941, al Gruppo dislocato in Sardegna a Monserrato; il velivolo in dotazione il Fiat CR.42 biplano. Partecipò all'attività di scorta ai convogli ed agli aerosiluranti nel canale di Sardegna fino alla costa Tunisina. Si ebbero combattimenti contro caccia in mare aperto in occasione di partenze su allarme.
Dopo un intenso ciclo operativo viene trasferito al 150° Gruppo Caccia comandato dal Magg. Vizzotto destinato in Africa Settentrionale. Il reparto dotato di velivoli Macchi 200 prese parte ad una intensa attività dagli aeroporti di El Agheila Bengasi e Martuba per operazioni di intercettazione, crociere di vigilanza, mitragliamenti e scorte ai bombardieri. Nel corso di un mitragliamento fu ferito alla gamba destra, incidente di cui serbò il ricordo con una piccola scheggia. Anche in tale ciclo operativo partecipò a vari combattimenti in uno dei quali ebbe successo con l'abbattimento individuale di un velivolo nemico.
Rientrato in Italia con il Gruppo, ai primi del 1943, fu destinato in Sicilia sulla base di Castelvetrano, equipaggiati con i velivoli da caccia tedeschi Messerschmitt 109. Finalmente avevamo degli apparecchi nati per fare la guerra: maneggevoli, velocissimi, potentemente armati ed equipaggiati con una ottima radio per i necessari collegamenti. In posizione pressoché esclusivamente difensiva partecipa a crociere di caccia libera, intercettazioni, scorte ai bombardieri e partenze su allarme.
Si tratta di un ciclo operativo durissimo nel corso del quale si ebbero contatti con la caccia inglese e americana, fra i quali facevano la loro apparizione i famosi Mustang P51 e Thunderbolt P47. Martin B26 MarauderIn occasione di combattimenti sui cieli della Sicilia, Pantelleria Malta gli furono assegnati alcuni abbattimenti di velivoli nemici in collaborazione con gli altri piloti del Reparto.
Dopo l'8 settembre aderisce all'Aeronautica Nazionale Repubblicana, e fa parte del II Gruppo Caccia, alle dipendenze del Col. Vizzotto presso l'aeroporto milanese di Bresso, e sul finire del 1943 riprese l'attività di volo, quasi senza interruzione, sfruttando la disponibilità di alcuni velivoli G.55 RE 2000 e Macchi 202. Ma nel marzo del 1944, il Gruppo viene ufficialmente operativo sotto il comando del Ten. Col. Aldo Alessandrini, che comprendeva tre Squadriglie: la 1^ Squad. "Gigi tre Osei" comandata dal Ten. Ugo Drago, la 2^ Squad. "Diavoli Rossi" comandata dal Cap. Mario Bellagambi e la 3^ Squad. "Gamba di Ferro" comandata dal Cap. Guido Luccardi. Il gruppo dopo un breve periodo iniziale di attività con velivoli G.55 fu equipaggiato con velivoli Messerschmitt 109 Gustav sulla base di Cascina Vaga. Successivamente il reparto operò sulle basi di Villafranca, Aviano e Osoppo, e alternativamente sulle basi di Ghedi, Lonate e Thiene.
Il 21 Gruppo terminò la sua attività con il trasferimento da Aviano a Villafranca e ad Orio al Serio: alla vigilia del 25 aprile, lo colse la fine della guerra. Personalmente in tale ciclo operativo, comprendente 45 combattimenti aerei, gli furono assegnati con documentazione ufficiale 14 velivoli abbattuti dei tipi da bombardamento Boeing B17 Mitchell B25 Marauder B26, e da caccia Mustang P51 Thunderbolt P47 e Spitfire.
Dopo un intervallo di quasi quattro anni viene riassunto in servizio e con il grado di Capitano inviato il I ottobre 1949 alla Scuola di Guerra Aerea di Firenze per il prescritto corso per la promozione a Ufficiale Superiore. Terminato il corso il 15 Marzo 1951 viene assegnato al 51° Stormo Caccia di Treviso che raggiunse dopo aver compiuta la ripresa dell'attività di volo presso la Scuola di Grottaglie su velivoli G59 e P51 Mustang. In tale reparto svolse attività sui P47 fino alla fine del 1952, all'arrivo dei primi velivoli a reazione RF84G su cui svolse una intensa attività di volo, come Comandante del 20^ Gruppo, dopo il passaggio su tale velivolo effettuato sull'aeroporto NATO di Aviano con l'assistenza tecnica di ufficiali statunitensi. Successivamente ebbe il Comando della pattuglia acrobatica della 51^ Aerobrigata ottenendo i nuovi F84G e ben presto fu incaricato di formare la pattuglia acrobatica nazionale denominata "GUIZZO" partecipando alla inaugurazione ufficiale della nuova base aerea di Istrana avvenuta il 20 giugno 1954.P47 del 51° Stormo [Foto Fam. Biccolini via N. Malizia]
Trasferito a Villafranca il 14 settembre 1956 alla 3^ Aerobrigata caccia ricognizione, effettua attività di volo su RF84F svolgendo mansioni di Capo Uff. Operazioni e Com.te del Reparto volo fino al novembre 1958. Durante tale periodo partecipa al 22^ Corso per Ufficiali superiori alla Scuola di Guerra Aerea di Firenze per la promozione a Colonnello.
Il 10 Novembre 1958 viene assegnato alla 56^ T.A.F. di Vicenza in qualità di Capo del 3° Reparto Tecnico Logistico. Alla fine del 1959 rientra alla 51^ Aerobrigata di Istrana ove è incaricato quale capo ufficio operazioni e successivamente Vice Com.te fino all'agosto 1961 assumendo il comando della Aerobrigata e delle basi aeree di Istrana e Treviso. A Treviso era dislocato il 2° Gruppo Caccia, montato su velivoli Fiat G.91, assumendo il coordinamento tecnico-logistico. In tale periodo svolse attività di volo diurna e notturna su velivolo F86K intercettore all-weather e marginalmente sul G.91.
Il 27 giugno 1963 lascia il Comando della 51^ Aerobrigata e viene trasferito a Martina Franca assumendo il Comando del 3° S.O.C. per la difesa aerea dei reparti C.R.C. con impianti radar di avvistamento e controllo dislocati nella Puglia ed in Sicilia.
Nel settembre del 1964 lascia tale Comando e viene inviato a Tokyo quale addetto militare, presso l'Ambasciata d'Italia, per l'esercito, Marina e Aeronautica e accreditato per il Giappone, la Corea del Sud e le Filippine. Tale incarico cessò il 5 novembre 1967 rientrando in Italia, dopo un breve periodo, viene messo a disposizione col grado di Generale di B.A. raggiungendo i limiti di età, viene posto in posizione ausiliaria.
Sono passati molti mesi dalla sua scomparsa, e non ho letto un rigo che lo ricordi; come ex appartenente al 20° Gruppo Caccia sono grato alla sig.ra Marisa Bellagambi che mi ha dato lo spunto per questo racconto, e ha consegnando alla sala dedicata all'A.N.R. sita nel Castello di San Pelagio, il completo medagliere, la spada e altri cimeli appartenuti al Generale suo marito.

Franco Benetti (Da Ala Tricolore luglio-ottobre 2002)

TORNA ALL' INDICE