Il campo di concentramento di Ghedi
Il campo di concentramento di Ghedi

Tende dell'ospedale da campo di Ghedi


"Nel maggio 1945, le unità tedesche che si arrendevano alla V Armata avanzante furono raggruppate e portate in vari campi di prigionia sparsi per tutta la pianura padana. Il più grande di questi campi fu costituito a Ghedi. Uno più piccolo fu aperto a Modena, con altri di minore importanza a Parma, Piacenza, Montichiari, Brescia, e Verona. Le misure igieniche di tutti i campi del nord Italia erano sotto la supervisione del Magg. Frank H. Connel. Appena dopo la resa, fu necessario rimuovere camionate di rifiuti, disinfestare i prigionieri con il DDT e fare loro delle iniezioni contro il tifo.

All'inizio i prigionieri furono divisi tra i campi di Ghedi e Modena, e parallelamente vennero organizzati degli ospedali da campo con 100 letti o più, come stazioni intermedie da cui i pazienti dovevano essere poi spostati ad ospedali più grandi. Appena furono stabilite delle linee di comunicazione adeguate, tutti i prigionieri lungodegenti dovettero essere portati a Merano.

Durante il periodo di consolidamento, uno o più ufficiali medici del 2° Gruppo Chirurgico Ausiliario erano in servizio in ognuno dgli ospedali tedeschi per tenere sotto controllo il numero di prigionieri e la loro assistenza. Come nel caso di Merano, la maggior parte dei dottori tedeschi erano così ansiosi di dissociarsi dai nazisti che fu assicurata una collaborazione volontaria. Non furono notati tentativi di fuga o di trarre in inganno in alcun modo. Un incremento di tedeschi fu unito, al Quartier Generale della V Armata, e il direttore tedesco dei servizi medici aiutò nell'associazione e nella distribuzione di unità mediche germaniche.

In maggio la 85^ e la 88^ Divisione erano di guardia a depositi catturati nelle montagne e spostavano i prigionieri tedeschi verso le areee di concentramento. Il campo di Ghedi fu sorvegliato dalla 10^ Divisione da Montagna fino al 18 maggio, e poi dalla 71^ Brigata Antiaerea col 442° Rgt. Fanteria sotto il suo comando. L'88^ Divisione rilevò tutti I servizi di guardia quando divenne il comando prigionieri. A questo punto tutti i prigionieri della V Armata erano stati spostati a Ghedi o Modena. Circa 80.000 entrarono nel campo di Ghedi nella sola settimana del 17-24 maggio. Il campo di Modena era molto più piccolo, essendo limitato a circa 20.000 persone dallo scarso drenaggio.

Il servizio medico a Modena era svolto da dottori tedeschi sotto la supervisione del 3° plotone del 15° ospedale da campo. A Ghedi fu eretta una tenda con 1600 posti letto, provvista esclusivamente di personale medico germanico, nominato dal direttore tedesco di Servizi Medici. Il Ten. Col (più tardi Col.) Harris Holmboe fu scelto dal Gen. Martin come coordinatore medico nell'area di Ghedi. Gli ospedali di Ghedi e Modena dovevano prendersi cura del personale nei campi di prigionia, e non erano parte del piano di consolidamento.

Fino alla fine di maggio, circa l'80% del personale medico, dei pazienti e degli equipaggiamenti erano stati trasferiti a Merano e Cortina d'Ampezzo. Un convalescenziario con 1500 letti e personale tedesco fu costituito la prima settimana di giugno a Villafranca, sotto supervisione del 3° Ospedale di Convalescenza americano. I pazienti che avrebbero dovuto guarire in quattro settimane furono trasferiti qui da Merano e Cortina, e sulla via della guarigione al campo di Ghedi. Al 15 giugno, sei settimane dopo la fine della guerra, tutti gli ospedali sotto il controllo della V Armata erano stati chiusi eccetto Merano, Cortina, il convalescenziario e le unità in servizio nelle aree di Modena e Ghedi. Entro altre due settimane gli ospedali a Cortina d'Ampezzo furono pure spostati a Merano e chiusi. Il convalescenziario fu chiuso il 17 luglio. I rifornimenti medici tedeschi e gli equipaggiamenti furono immagazzinati a Merano e Ghedi, mentre ospedali tedeschi e altre unità mediche, man mano che diventavano in eccesso, erano tenute a Ghedi per spedizione a richiesta in Germania o Austria.

Alla fine di giugno c'erano circa 12.000 pazienti negli ospedali tedeschi di Merano, amministrati dalla 380^ Compagnia di raccolta del 54° Battaglione Medico. C'erano circa 4000 membri dei servizi medici tedeschi nel paese. Molti oggetti di rifornimento medico furono fabbricati qui e 9000 tonnellate di questi furono immagazzinate. Rifornimenti non necessari per I pazienti a Merano furono spediti a PBS e a basi britanniche per essere usate nel trattamento di personale tedesco. Lo stesso paese era gestito dall'88^ Divisione sotto stretto controllo militare.

Merano offriva un' eccellente opportunità di valutare la medicina tedesca, sulla quale ben poco si conosceva dai tempi della salita al potere dei nazisti. Consulenti e investigatori medici da ogni parte del teatro e dagli U.S.A. visitarono l'area nel suo periodo di più pesante attività. La generale conclusione è che mentre il servizio medico tedesco era adeguato, i suoi standards erano solo mediocri in comparazione con quelli delle forze alleate in Italia". [...]

(Riduzione da http://www.armymedicine.army.mil)

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