PECCATI CAPITALI

 

Peccati capitali. Vizi capitali. Molte volte sono solo parole, mutuate dalla religione che, ad ogni modo esercitano un grande fascino su di noi. Ma spesso vengono dimenticati sia i loro nomi che il significato.

Essi sono:

  1. la superbia
  2. l’avarizia
  3. la lussuria
  4. l’ira
  5. la gola
  6. l’invidia
  7. l’accidia.

 

Qui di seguito viene riportata una descrizione del peccato.

Il tema dei peccati capitali fu ripreso dal film “seven”.

Una mia osservazione sul film è sempre stata che, in inglese “superbia” viene tradotto con “pride” che letteralmente significa “orgoglio”. 

Per gli inglesi “orgoglio” e “superbia” sono la stessa cosa?

Oppure la superbia è l’orgoglio portato all’eccesso?

 

 

SUPERBIA

“La vita è una lunga lezione di umiltà”
J.M. Barrie

Il superbo è una persona innamorata di una superiorità, vera o presunta, che vorrebbe vedere riconosciuta dagli altri: si oppone ad ogni cambiamento interiore, non vede nulla di buono negli altri, non conosce il perdono, i sentimenti, le emozioni e spesso neppure la sincerità. Certo è che una maggiore consapevolezza dei propri limiti concederebbe al superbo di essere orgoglioso di sé senza doversi sottomettere ad un altro per umiltà, e magari di trovare anche un po’ di gioia nel bene altrui.

 

AVARIZIA

“Io sono ciò che ho”
Marx

L'avarizia è il più stupido (!) dei vizi capitali perché gode di un potere che non si realizza mai: il denaro accumulato dall'avaro, infatti, ha in sé il potere di acquistare tutte le cose, ma questo potere non deve essere esercitato, perché altrimenti non si ha più il denaro e quindi il potere ad esso connesso. C’è un meccanismo perverso insito nel vizio dell’avarizia, perché agli occhi dell'avaro il denaro non è un mezzo per qualcos'altro, ma un fine in sé, anzi la forma pura del potere che il denaro possiede alla sola condizione di non essere speso…

LUSSURIA

“Rendimi casto, ma non subito”
Sant'Agostino

La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso - che indica un’esagerazione - e quella della parola lussazione - che significa deformazione o divisione: diventa quindi chiaro il significato di lussuria, che indica qualcosa di esagerato e di parziale. Il lussurioso è quindi portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti del partner (il corpo tendenzialmente) che diventano il polo dell'attrazione erotica. Solo quando l'intero rapporto viene negato ci si trova di fronte al vizio, altrimenti l'istinto alla sessualità non va necessariamente represso: la salute del corpo e l'equilibrio della mente non si raggiungono con la repressione delle passioni, ma con la loro equilibrata espressione

IRA
“Una risposta garbata disarma l'ira, una parola dura eccita la collera”
Salomone

L'ira è percepita come qualche cosa d’altro da noi, che può impossessarsi di noi facendoci perdere la capacità di controllo e l’uso della ragione. A posteriori, chi si è arrabbiato pensa di essere stato posseduto da qualche cosa di animale (imbufalirsi...): la rabbia è sempre generata da qualcosa fuori di noi, anche se poi, a guardarci bene, il nemico molto spesso è proprio dentro di noi... La nota positiva sta nel fatto che la rabbia si può controllare, facendosi carico delle proprie passioni, o almeno cercando di affrontarle con il massimo della razionalità di cui siamo capaci!

GOLA

“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”
Charles Baudelaire

Come dice la saggezza popolare "Uccide più la gola della spada", e non si sbaglia di molto: il peccato di gola coincide con un desiderio d'appagamento immediato del corpo per mezzo di qualche cosa di materiale che provochi piacere: è un'incapacità di moderarsi nell'assunzione di cibo o, più in generale, nell'oralità (anche i fumatori commettono peccato di gola!). Combattere questo irrefrenabile desiderio è cosa estremamente difficile, soprattutto in una società consumistica come la nostra, ma non tutto è perduto: al di là delle diete malefiche, dentro ognuno di noi c’è un desiderio di “stare bene” che può mettere a tacere qualche volta persino lo stomaco…

INVIDIA

“La venerazione non è passività e asservimento, ma riconoscimento di ciò che è grande”
Nietzsche

L'invidioso soffre quando un altro riscuote successo, come se quel riconoscimento fosse stato negato a lui, che ne aveva diritto, per conferirlo ad un altro, che non lo meritava: si invidiano principalmente beni o doti personali che fruttano, a chi li possieda, una stima in ambito sociale. L’invidia è perlopiù donna, in quanto è legata ad aspetti esteriori, quali la bellezza, l’affermazione personale e sentimentale. Combattere l’invidia è molto difficile perché si annida subdola nella parte più profonda del nostro animo per poi saltare fuori inaspettata: soltanto la fiducia in sé stessi e una maggiore consapevolezza delle proprie capacità possono far apprezzare anche i successi degli altri…

ACCIDIA

“I momenti d'ozio sono intervalli di lucidità nei disordini della vita”
Ambrose Bierce

Chi è in preda all'accidia non si sente di fare scelte durature, cerca emozioni sempre diverse, come se proiettasse la propria felicità in un altro tempo o in un altro luogo. L'accidioso è spesso in balia della sua indecisione, cambia idea facilmente e, soprattutto, non ha voglia di assumersi le responsabilità delle sue scelte. Questa instabilità si manifesta in diversi modi: dal cambiare casa o lavoro al fuggire verso situazioni ritenute ideali, dall'instabilità di umore all'instabilità di giudizio, dall'instabilità nei rapporti con le altre persone alla sfiducia verso se stessi...