Il Settimo Sigillo (1956)

 

Siamo presumibilmente nel XIV secolo, Antonius Block sta ritornando col suo scudiero dalla crociata in Terra Santa ed incontra un personaggio alquanto misterioso: ha il volto estremamente pallido ed è vestito di un mantello e di un cappuccio scuri. "Chi sei?", gli chiede il cavaliere. E il personaggio risponde: "Sono la morte." La Morte è venuta a prendere il cavaliere, ma in cambio di una partita a scacchi questi riesce ad ottenere una dilazione al compimento del suo destino. La Morte giocherà come le si addice con i pezzi neri, e perciò il cavaliere avrà il vantaggio della mossa.
La partita incomincia: dopo aver spostato il primo pezzo, i due si lasciano ed il cavaliere raggiunge il suo scudiero. Entrambi riprendono il cammino verso casa, ma sul percorso li attende l'epidemia della peste. Passano davanti a un carrozzone di attori girovaghi e, mentre gli occupanti si risvegliano dal sonno, i due proseguono senza badare loro per la propria strada. Si tratta di due uomini, di una donna e un bambino: Skat, Jof, sua moglie Mia e il loro figlio, Mikael, il cui nome richiama quello dell'Arcangelo Michele, e un a passo dell'Apocalisse di Giovanni (12, 7). Mia e Jof discutono del futuro del loro figlio: "Voglio che Mikael abbia una vita migliore della nostra", dice la donna. E Jof le assicura: " Mikael diventerà un grande acrobata, o un giocoliere che riuscirà a fare il numero più incredibile … Far rimanere una palla immobile in aria." Intanto, il cavaliere ed il suo scudiero hanno raggiunto una chiesa dove incontrano un pittore che sta affrescando una Danza Macabra.

Bisogna qui osservare un anacronismo. In realtà, il soggetto della Danza Macabra è posteriore di qualche decennio alla diffusione in Europa della peste nera. Esso si afferma intorno al XV secolo e deve la propria origine alla rappresentazione dei Misteri religiosi messi in scena davanti alle chiese.

Nella chiesa dove il pittore affresca la Danza Macabra, Antonius Block si apparta vicino ad un confessionale. Indotto a credere di parlare con un prete, chi ne ascolta i più intimi segreti dell'anima è invece la Morte, che riesce così a farsi dire quale sarà la sua strategia di gioco. I pezzi degli scacchi rappresentano l'immagine di una società tradizionale, o più estensivamente l'immagine di un mondo, dove luce e tenebra, il bianco e il nero della scacchiera, corrispondono alla duplice condizione dell'Essere nello stato di manifestazione e di non manifestazione: Arjuna e Krishna, l'io e il Sé, il mortale e l'immortale.

" Voglio parlarti il più sinceramente possibile, ma il mio cuore è vuoto - dice il cavaliere alla Morte - Il vuoto è uno specchio che mi guarda. Vi vedo riflessa la mia immagine e provo disgusto e paura. Per la mia indifferenza verso il prossimo mi sono isolato dalla compagnia umana. Ora vivo in un mondo di fantasmi, rinchiuso nei miei sogni e nelle mie fantasie."- " E' così crudelmente impensabile percepire Dio con i propri sensi? Perché deve nascondersi in una nebbia di mezze promesse e di miracoli che nessuno ha visto?" - dice il cavaliere, che prima di morie vuole delle "garanzie", dalla Morte. E così prosegue: “… Io voglio sapere. Non credere. Non supporre. Voglio sapere. Voglio che Dio mi tenda la mano, che mi sveli il suo volto, mi parli … Lo chiamo nelle tenebre, ma a volte è come se non esistesse. " " Forse non esiste" , gli replica la Morte. E il cavaliere risponde: " Allora la vita è un assurdo errore. Nessuno può vivere con la Morte davanti agli occhi sapendo che tutto è nulla."- " La mia vita è stata vuota, l'ho passata ad andare a caccia, a viaggiare, a parlare a vanvera di cose insignificanti. Lo dico senza amarezza né rimorso, perché so che la vita della maggior parte della gente è così." Ma ora Antonius Block vuole compiere "un'ultima azione che abbia un senso": la sua partita a scacchi con la Morte.

Fuori dalla chiesa, s'imbatte in alcuni soldati che mettono in ceppi una strega. Riprende il cammino e, giunto nei pressi di un gruppo di abitazioni, il suo scudiero s'incammina alla ricerca di un pozzo dove rifornirsi d'acqua. In una delle case incontra Raval, che sta derubando una povera vedova. Lo scudiero lo riconosce: è lo stesso uomo che diversi anni prima aveva indotto il suo padrone ad abbracciare la causa della crociata. Lo mette in fuga e quindi invita la vedova ad unirsi a lui ed al cavaliere. Nelle vicinanze di una locanda, Skat, Mia e Jof stanno rappresentando una commedia. L'argomento riguarda l'infedeltà di una donna e la gelosia del marito. Ben preso la farsa si trasforma però in un episodio "reale", con Skat che prende la fuga con la moglie del fabbro Plog.

La commedia inscenata dagli attori girovaghi cessa bruscamente all'apparire di una processione di flagellanti che annunciano con la loro presenza l'arrivo dell'epidemia pestilenziale. Nella vicina locanda, il cavaliere chiacchiera col suo scudiero, il fabbro Plog va alla ricerca di sua moglie, ed altri ospiti discorrono sul Giudizio Universale e sui segni che ne costituiscono l'annunzio. Fa la sua comparsa anche Raval che istiga il fabbro contro Jof, mentre a non molta distanza dalla locanda il cavaliere si trova presso il carrozzone degli attori e parla con Mia. Sopraggiunto Jof, il cavaliere propone loro di attraversare la foresta durante la notte, viaggiando in direzione opposta al percorso lungo il quale si sta diffondendo la peste. Il cavaliere riprende la partita a scacchi con la Morte.

A sera, gli attori, Antonius Block ed il suo scudiero si riuniscono alla locanda, dove si aggrega a loro anche Plog. Calata la notte, s'inoltrano nella foresta ed incontrano un corteo di soldati che conducono al rogo la strega veduta il giorno innanzi dal cavaliere davanti alla chiesa. Al limite della foresta, la compagnia incontra anche Skat e la moglie del fabbro, che subito si avventa contro il rivale. Questi, per salvarsi, finge il suicidio con un pugnale da scena. Lascia che tutti si allontanino e quindi si arrampica su di un albero per riposarsi un poco. Risvegliato dal rumore di una sega, si accorge di essere al cospetto della Morte, che sta tagliando l'albero su cui si era rifugiato: il suo tempo è scaduto.

Segue l'incontro con Raval. Colpito dal morbo pestilenziale, giace pure lui nei pressi di un albero abbattuto. Intanto, il cavaliere riprende la sua partita a scacchi con la Morte, che improvvisamente si rende manifesta anche a Jof. Questi allora prende con sé la moglie ed il figlioletto, e si allontana dal gruppo fuori dalla foresta. Accortosi della loro partenza Antonius Block può finalmente perdere la partita: è riuscito ad ingannare la Morte per il tempo sufficiente a permettere la salvezza dei due attori e del piccolo Mikael.

L'indomani Antonius Block raggiungerà il proprio castello dove ritrova la sua sposa, oramai invecchiata. Il loro destino e il destino dei suoi amici si compie. Lontano, Jof racconta alla moglie di avere avuto una visione: la Morte trascina con sé in una danza il cavaliere, lo scudiero Plog sua moglie e tutti gli altri, e in fondo al corteo c'è Skat, il giullare, "la pioggia cade sui loro volti e lava le loro guance dal sale delle lacrime."

Jof Mia e Mikael sono salvi. Antonius Block, perdendo, ha vinto la sua partita-

 

 


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