Martedì 12 febbraio 2002

La società di componenti per telecomunicazioni ha presentato già il concordato preventivo

I lavoratori occupano la Mistel

Pomezia: la produzione è interrotta, in 120 rischiano il posto

di MOIRA DI MARIO

Sono in assemblea permanente da venerdì scorso ed hanno occupato lo stabilimento i 120 lavoratori della Mistel, l'azienda metalmeccanica di Pomezia che produceva componenti per telecomunicazioni. La società ha interrotto la produzione ed ha presentato al Tribunale di Velletri il concordato preventivo: ossia l'anticamera del fallimento senza tuttavia preoccuparsi del destino dei dipendenti.
La società di telecomunicazioni aveva già annunciato lo stato di crisi nei mesi scorsi mettendo in cassa integrazione i lavoratori. Una situazione nella quale la Mistel era stata trascinata dalla recessione che ha coinvolto la Telecom, il maggiore, se non l'unico cliente dell'azienda di via Monte D'Oro.
«Il 20 gennaio scorso - spiega la rsu anziendale - dovevamo firmare la proroga della Cassa integrazione ordinaria per altri sei mesi, invece i vertici della Mistel ci hanno detto che lo stabilimento avrebbe chiuso. Nonostante avessimo più volte chiesto all'azienda chiarimenti sul nostro futuro e sui nostri soldi, ancora nessuno ci ha risposto. Intanto però la Mistel ha creato un'altra piccola società in cui sono stati trasferiti 14 tra dirigenti ed ingegneri che dovrebbe iniziare a lavorare lunedì prossimo, affidando verosimilmente la produzione a qualche cooperativa esterna. E visto che la nuova azienda usufruirà di questo stabilimento, mentre noi saremo messi in mezzo ad una strada, abbiamo deciso di occupare la fabbrica per tutelare l'unica cosa che ci é rimasta: tutto il materiale già prodotto che deve essere consegnato».
Intanto oggi alle 10,30 le parti si riuniscono al tavolo dell'assessorato regionale alle Attività Produttive per tentare di arrivare ad un accordo.

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Sabato 16 febbraio 2002

La fabbrica prossima al fallimento

Pomezia, la “Mistel” non ha pagato gli stipendi agli operai

di MOIRA DI MARIO

Sono senza stipendio i cinquantacinque operai della “Mistel", l'azienda di Pomezia che ha interrotto la produzione di componenti per la telefonia e che sta per dichiarare fallimento. I lavoratori, che continuano ad occupare lo stabilimento di via Monte D'Oro, avrebbero dovuto ricevere lo stipendio di gennaio giovedì scorso, invece la ditta ha pagato solo le spettanze degli impiegati il 31 gennaio.
«Si é verificato quello che temevano - hanno spiegato i rappresentanti sindacali unitari - nonostante mercoledì scorso si sia presentato in azienda un rappresentante del presidente, Giovanni D'Attoma, che ci ha chiesto di entrare nello stabilimento per prendere i libri contabili. Non ci siamo rifiutati di farlo entrare, ma gli abbiamo spiegato che dal momento che la ditta é occupata i lavoratori prima di decidere il suo ingresso in azienda dovevano riunirsi. Gli abbiamo anche chiesto notizie dei nostri stipendi, senza tuttavia ricevere alcuna risposta. Abbiamo infine tentato invano di consegnargli le nostre proposte per uscire dalla “Mistel" nel modo più indolore possibile. Proposte con le quali la stessa Regione Lazio si é dichiarata d'accordo».
I lavoratori chiedono all'azienda di avvalersi degli ammortizzatori sociali e nell'immediato di istituire con la Regione un fondo per sostenere l'espulsione dei cento dipendenti. La rsu é inoltre convinta che si possa salvare la “Mistel" attraverso contributi regionali o statali. Le parti si incontreranno di nuovo martedì prossimo.

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Venerdì 22 febbraio 2002

Diffidati i lavoratori in occupazione

Pomezia, per la Mistel protesta alla Federlazio

di MOIRA DI MARIO

Manifesteranno oggi a partire dalle 10 davanti alla sede della Federlazio i lavoratori della Mistel, l'azienda metalmeccanica di Pomezia che sta per dichiarare fallimento. Un paio di ore di protesta in via Libano a Roma, poi il corteo si sposterà sotto la sede della Finmistel, il partner di maggioranza della società di via Monte D'Oro. I lavoratori torneranno a chiedere lo stipendio di gennaio non ancora versato dalla ditta ai cinquanta operai, ma soprattutto dimostreranno contro la chiusura ad ogni trattativa dimostrata dall'azienda anche all'ultimo incontro di martedì scorso in Regione Lazio.
Una chiusura diventata ancora più aspra dopo il telegramma che la Mistel ha inviato ieri ai lavoratori che occupano lo stabilimento ormai da un paio di settimane, diffidandoli a far entrare i 14 tecnici che dovrebbero operare in appalto, «e che ci siamo rifiutati di far lavorare» aggiungono gli occupanti. L'azienda ha inoltre annunciato che non parteciperà al nuovo incontro di martedì in Regione.

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Martedì 5 marzo 2002

Pomezia/Delegazione alla Regione

Vicenda Mistel, gli operai alla Commissione lavoro

di MOIRA DI MARIO

Chiederà di essere ascoltata dalla commissione regionale al Lavoro, che si riunisce stamane a via della Pisana, una delegazione dei lavoratori della Mistel, l'azienda di Pomezia che sta per dichiarare fallimento. «Faremo di tutto - spiega la rsu - per convincere l'assessore alle Attività Produttive, Giorgio Simeoni, ad anticipare il tavolo di confronto con la Mistel entro la fine della settimana. Siamo convinti, infatti, che la data dell'11 marzo sia troppo lontana e temiamo che i vertici aziendali approfittino di questo arco di tempo per andare avanti con il concordato preventivo. Se dichiarano fallimento potrebbero anche non pagarci lo stipendio di gennaio, che ancora dobbiamo avere, e le liquidazioni». Intanto i lavoratori aspettano ancora l'incontro, promesso dal consigliere provinciale del Prc, Giuseppe Romano, con il Prefetto di Roma. Il caso Mistel é anche finito in Parlamento. Alcuni deputati del centro sinistra, Paolo Cento, Marcella Lucidi, Roberto Sciacca, Gabriella Pistone e Roberto Giachetti hanno presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro, Roberto Maroni, affinché tuteli il posto di lavoro degli oltre cento dipendenti.

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Sabato 9 marzo 2002

Pomezia

I dipendenti Mistel: «Fallimento simulato»

di MOIRA DI MARIO

Stanno raccogliendo tutta la documentazione da inviare al giudice fallimentare del Tribunale di Velletri contro le decisioni dei vertici della Mistel, l'azienda metalmeccanica di Pomezia che sta per dichiarare fallimento. Insomma, i lavoratori della ditta di via Monte D'Oro sono intenzionati ad andare fino in fondo per tutelare il loro posto di lavoro e i loro stipendi.
«L'incontro alla Regione Lazio con l'assessore Simeoni - spiega la rsu aziendale - non é servito a nulla. La Mistel é tornata a chiederci di togliere l'occupazione dello stabilimento e noi abbiamo ribadito che siamo disposti a farlo, ma solo se ci verranno sottoposte da parte dell'azienda proposte serie e concrete. Al giudice del Tribunale di Velletri che si sta occupando del fallimento abbiamo invece fatto presenti le nostre perplessità sull'operato dei vertici aziendali. Secondo noi, infatti, la ditta sta semplicemente simulando il fallimento, evitandolo con il concordato preventivo ed attivando il conferimento di ramo d'azienda ripartendo così da una piccola realtà industriale con soli 14 dipendenti».

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Martedì 12 marzo 2002

Pomezia

Vertenza Mistel: solidarietà dalla Provincia

di MOIRA DI MARIO

La Provincia di Roma solidale con i lavoratori della Mistel, l'azienda metalmeccanica di Pomezia che rischia il fallimento. Il consiglio di Palazzo Valentini ha infatti approvato un ordine del giorno che impegna il presidente della giunta, Silvano Moffa e gli assessori al Lavoro, Giorgio Fanfani e quello alle Attività Produttive, Giorgio Giuseppe Ciardi, a richiedere un tavolo di confronto con il Comune di Pomezia, la Regione Lazio, la Confidustria, le organizzazioni sindacali di categoria e l'azienda per individuare tutte le possibilità che possano salvaguardare l'occupazione e la ripresa dell'attività dello stabilimento di via Monte D'Oro. A volere l'ordine del giorno é stato il vice presidente del consiglio provinciale, Massimo Bugli, primo firmatario del documento. Intanto i lavoratori sono ancora in attesa degli stipendi di gennaio e febbraio.

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Venerdì 15 marzo 2002

Fondi raccolti da Radio Serena

Pomezia, sottoscrizione per i lavoratori Mistel

di MOIRA DI MARIO

Solidarietà dagli ascoltatori di Radio Serena é arrivata ai lavoratori della Mistel, l'azienda di telecomunicaizoni di Pomezia che rischia il fallimento. L'emittente ha raccolto circa mille euro, denaro versato dai radioascoltatori e già devoluto ai dipendenti senza stipendio da gennaio.
Intanto l'azienda chiarisce i motivi della crisi e soprattutto la posizione nei confronti dei lavoratori che da oltre un mese occupano lo stabilimento. «Negli ultimi anni la Mistel - scrive Giovanni D'Attoma, uno dei responsabili della società - ha registrato pesanti perdite di bilancio dovute alla crisi mondiale del mercato delle telecominicazioni e alla riduzione degli investimenti Telecom, nostro principale committente. Una situazione che ci ha portato a bruciare le riserve degli utili già accantonante e nel 2001 lo stesso capitale sociale. In tutti questi anni i lavoratori non hanno potuto lamentare ritardi nei pagamenti degli stipendi e dei contributi. Il mancato pagamento del salario di gennaio scorso é dovuto all'illegale occupazione dello stabilimento da parte degli operai e dunque dalla nostra impossibiltà di accesso in sede. La richiesta di concordato preventivo é un impegno della società verso i creditori e i lavoratori che potranno così usufruire della cassa integrazione e della mobilità. La creazione di una nuova società é solo per salvare una ventina di posti di lavoro e in futuro riassorbire altri dipendenti dalla mobilità».

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Martedì 19 marzo 2002

Pomezia/Braccio di ferro meno duro

Vertenza Mistel: confronto in Regione
tra società e rsu

di MOIRA DI MARIO

Piccoli squarci di sole nella vertenza Mistel, l'azienda metalmeccanica di Pomezia che rischia il fallimento ed il cui stabilimento é occupato da circa due mesi dagli operai, senza stipendio da dicembre. Il braccio di ferro tra i lavoratori e i vertici della società sembra stia assumendo toni meno aspri, stando almeno a quanto emerso al termine dell'incontro in Regione tra funzionari regionali, alcuni rappresentanti della Mistel, le organizzazioni sindacali di categoria ed un delegazione della rsu.
Le confederazioni sono tornate a sollecitare il rapido versamento degli stipendi, l'anticipazione a carico dell'azienda della cassa integrazione straordinaria, la possibilità di accedere alla mobilità prima della scadenza della Cassa integrazione, l'applicazione di tutte le norme regionali che favoriscono la ricollocazione e l'autoimprenditorialità dei lavoratori ed infine l'impegno da parte della Mistel a versare gli incentivi economici all'esodo.
I vertici della società si sono dichiarati disponibili ad anticipare la cassa integrazione e a liquidare gli stipendi in tempi brevi, ma solo dopo l'autorizzazione del Tribunale di Velletri al quale la Mistel ha già presentato il concordato preventivo per evitare il fallimento. La rsu ha ribadito la volontà di avviare una trattativa con la società e di essere disposta a togliere il presidio solo dopo che l'azienda avrà preso con i lavoratori impegni sottoscritti e controfirmati.

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