Martedì 12 Febbraio 2002

POMEZIA É di nuovo crisi

La Mistel chiude 120 i lavoratori sulla strada

di SABATINO MELE

POMEZIA - La Mistel, un'azienda di Pomezia che opera nel settore degli impianti e delle attrezzature telefoniche, ha annunciato la chiusura con il conseguente licenziamento di 120 lavoratori. Il polo industriale di Pomezia fa registrare una nuova crisi occupazionale. Da alcuni anni il territorio a sud di Roma è colpito da una crisi irreversibile: industrie che chiudono i battenti per mancanza di lavoro. Già altri settori, come quello chimico-farceutico, erano stati al centro di una recessione drammatica, con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Oggi anche il settore della telefonia e dei servizi subisce una battuta d'arresto. I lavoratori della Mistel già da alcuni giorni avevano organizzato il picchettaggio davanti alla sede della loro industria in via Monte D'Oro.
Intanto per questa mattina è previsto un incontro presso la Regione Lazio. I segnali negativi erano arrivati verso la metà di gennaio, quando le commesse di lavoro per il 90% provenienti dalla Telecom Italia, erano arrivate al minimo storico. Questa situazione aveva allarmato le rappresentanze sindacali di base che avevano organizzato una serie di incontri con la proprietà dell'azienda per conoscere in termini pratici quale fossero gli obiettivi futuri che sarebbero stati presi in considerazione. La conferma della grave crisi che aveva colpito la Mistel si è avuta qualche giorno dopo, quando erano state avviate le pratiche per collocare in cassa integrazione i lavoratori. Soprattutto i conti in perdita, che ammonterebbero a circa 20 miliardi di lire, e con l'azienda sull'orlo del fallimento, non era stato possibile avviare la procedura di sostegno dei lavoratori prima dell'annuncio della crisi totale dell'industria. «In questi giorni - hanno detto alcuni rappresentanti sindacali della Mistel di Pomezia - nella fabbrica sta lavorando un reparto con 14 operai per il completamento di una commessa.
Il lavoro al massimo per questi lavoratori potrà esserci per almeno tre settimane. Dopo di ciò anche per loro scatterà il licenziamento. Nel corso di alcuni incontri avevamo segnalato la mancaza di nuove commesse da parte della Telecom Italia. Proprio con la più grande azienda telefonica italiana fino a qualche mese fa il lavoro della Mistel era assicurato. Oggi invece abbiamo assistito all'affidamento delle commesse ad aziende che lavorano fuori dall'Italia. Non è stato possibile dunque mettere in piedi un tavolo di lavoro con i dirigenti della società e gli altri gestori del servizio telefonico per nuove commesse. Non è stato predisposto nessun piano a lungo termine che potesse evitare la crisi in cui oggi versa la Mistel».

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Giovedì 14 Febbraio 2002

Mistel di Pomezia alla ricerca di soluzioni

di SABATINO MELE

POMEZIA — Dopo la riunione presso la Regione Lazio, i 120 lavoratori della Mistel di Pomezia, l'azienda del settore delle telecomunicazioni che ha annunciato la chiusura ed il conseguente licenziamento dei lavoratori, non vedono prospettive sicure sul loro futuro e per questa ragione proseguiranno lo stato di agitazione davanti alla sede della loro industria.
Ieri si è svolta un'assemblea nel corso della quale sono state affrontate le varie proposte tra cui l'iscrizione all'agenzia Lazio Lavoro”, l'assegnazione di un contributo per intraprendere un'attività in proprio per gruppi di lavoratori che insieme decidano di creare “cooperative” o altro, “bonus” per i lavoratori che individualmente vogliano intraprendere tali attività e farsi carico dei lavoratori in età pensionabile, vagliando le singole posizioni.
«Queste proposte ci sembrano concrete - hanno affermato alcuni lavoratori della Mistel di Pomezia - visto che l'azienda vuole mantenere solo 12 lavoratori in forza. Per gli altri invece non ci sarebbero alternative e quindi il sicuro licenziamento senza nessuna possibilità di restare nel mondo del lavoro. Abbiamo richiesto all'azienda di farsi carico della creazione di un fondo per sostenere l'espulsione di 110 lavoratori, mettendo il curatore nominato dal Tribunale di Velletri in condizione di poter trattare con noi lavoratori».

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Venerdì 15 Febbraio 2002

EMERGENZA OCCUPAZIONE A POMEZIA
Mistel, i lavoratori decisi a non mollare

In pericolo 120 posti. I dipendenti temono la creazione di una nuova società pronta a rilevare le vecchie commesse

di SABATINO MELE


POMEZIA - Sarà il curatore fallimentare della Mistel di via Monte d'Oro a Pomezia a pagare gli stipendi dei lavoratori.
Ieri mattina davanti alla fabbrica i dipendenti hanno proseguito lo stato di agitazione, a seguito della decisione della proprietà di cessare l'attività per mancanza di commesse che, per il 90%, erano lavori effettuati per conto della Telecom Italia. Questa decisione era arrivata qualche settimana fa, ed i dipendenti avevano richiesto urgenti incontri con i rappresentanti della Regione Lazio e del Ministero del Lavoro, proprio per avviare tutte quelle procedure necessarie per salvaguardare i 120 lavoratori che nel giro di poche settimane si ritroveranno letteralmente in mezzo ad una strada senza lavoro e sostegno economico.
«Da venerdì 8 febbraio siamo in assemblea permanente - hanno scritto i lavoratori della Mistel di Pomezia in un accorato appello inviato agli organi di informazione - per cercare di riuscire a conservare il nostro posto di lavoro. L'azienda è in procinto di chiudere i battenti e non ci rassicura né riguardo il nostro futuro occupazionale, né riguardo le nostre liquidazioni. Circolano voci, inoltre, relativa alla costituzione di una nuova realtà industriale all'interno di quella attuale, della quale rimarrebbero esclusi la quasi totalità dei lavoratori tranne un piccolo gruppo di 12 persone.
L'azienda - scrivono ancora i rappresentanti dei lavoratori della Mistel - ci ha sempre falsamente rassicurato riguardo al proprio stato di salute, mentre la drammaticità della situazione è emersa in tutta la sua gravità solo a metà gennaio. Abbiamo chiesto l'intervento sia dei rappresentanti sindacali esterni, sia degli enti preposti, quali l'Assessorato Regionale alle Attività Produttive nel tentativo di trovare un accordo».

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Mercoledì 20 Febbraio 2002

POMEZIA
Vertenza Mistel, muro contro muro

L’azienda incolpa i lavoratori di aver spento i computer. I dipendenti respingono l’accusa

di SABATINO MELE


POMEZIA - Non sembrano esserci prospettive positive per i 120 lavoratori della Mistel di Pomezia, dopo l'incontro di ieri presso la Regione Lazio per affrontare un'eventuale soluzione che ha colpito l'azienda di via Monte d'Oro. La proprietà ha già avviato la richiesta di concordato preventivo presentando la relativa documentazione al Tribunale di Velletri.
Questo primo passaggio non è altro che l'anticamera del fallimento e quindi il licenziamento dei dipendenti senza nessuna possibilità di poter beneficiare della cassa integrazione e della mobilità.
La vertenza dei lavoratori della Mistel dunque si aggrava e non fa nessun passo in avanti rispetto a quello che riguardavano le richieste presentate dai lavoratori che continuano a manifestare davanti ai cancelli della struttura.
«L'azienda ci ha rivolto una grave accusa - hanno denunciato alcuni dipendenti della Mistel - e cioè quella di aver spento in questi giorni alcuni computer che servivano a monitorare il traffico telefonico di circa 2000 utenti. Abbiamo respinto con forza questa accusa in quanto nessuno di noi si è permesso di fare un'azione del genere. Siamo comunque fiduciosi che i prossimi incontri, fissati per la settimana prossima, possano far scaturire qualche iniziativa concreta per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda».

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Sabato 23 Febbraio 2002

POMEZIA

POMEZIA - La vertenza dei lavoratori della Mistel di Pomezia sta assumendo contorni a dir poco grotteschi. I vertici dell'azienda avrebbero annunciato che non parteciperanno al prossimo incontro presso la Regione Lazio, fissato per il 26 febbraio, in quanto i lavoratori che manifestano davanti ai cancelli della fabbrica avrebbero vietato l'ingresso ad alcuni dirigenti all'interno della struttura. La vicenda dunque non si risolverà in tempi brevi visto che il braccio di ferro tra i 120 lavoratori che rischiano il posto di lavoro, e l'azienda che ha già avviato le pratiche per la richiesta di fallimento. Una situazione dunque che sarà possibile risolvere solo se le parti riusciranno a sedersi intorno ad un tavolo e finalmente raggiungere un'intesa per la salvaguardia dei posti di lavoro. «E' falsa e provocatoria - hanno scritto in una nota i sindacati - l'asserzione riguardo all'impossibilità da parte di chiunque di poter accedere dietro concreta motivazione all'interno dello stabilimento, come peraltro già avvenuto nei giorni passati per la consegna dei libri contabili e questo è comprovabile da testiominianze e verbali».S. Me.

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Giovedì 7 Marzo 2002

POMEZIA
Mistel, no al muro contro muro

La Regione invita azienda e lavoratori a proseguire le trattative

di SABATINO MELE


POMEZIA - I lavoratori della Mistel di Pomezia, la società che ha annunciato il licenziamento di 120 lavoratori ed aperto l'istruttoria per il fallimento, sono stati ascoltati dalla Commissione lavoro presso la Regione Lazio. Neanche da questa audizione sono emerse delle concrete prospettive di soluzione della crisi. L'azienda, infatti, è rimasta sulle sue posizioni, mentre i lavoratori proseguiranno a presidiare i cancelli dello stabilimento finquando non arriveranno delle proposte concrete per il loro futuro salariale e contributivo.
L'assessore regionale Giorgio Simeoni aveva richiesto ai lavoratori di togliere il presidio, per avviare una trattativa con l'azienda senza continuare il muro contro muro e procedere ad un percorso concordato preventivo di fallimento. L'azienda dal canto suo, non ha preso in considerazione nessun segnale positivo da parte dei lavoratori, ma secondo quanto gli stessi hanno dichiarato, «ha proseguito nel suo atteggiamento arrogante senza presentarci il bilancio 2001 come avevamo richiesto». «Dopo la riunione alla Regione Lazio - hanno detto i lavoratori della Mistel di Pomezia - ci siamo recati presso il Tribunale di Velletri per un colloquio con il commissario Caracci ed il Giudice La Malfa, incaricati dal Tribunale di seguire la vicenda Mistel. Abbiamo fatto presente le nostre perplessità riguardo all'azienda che vuole simulare il fallimento, evitando così la procedura di concordato preventivo e attivare il conferimento del ramo d'azienda ripartendo da una piccola realtà, chiamata Mistel s.r.l., con solo 14 dipendenti operante nello stesso stabilimento, portandosi dietro le commesse della Mistel S.p.A. ed il certificato di qualità ISO 9000».

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Martedì 12 Marzo 2002

POMEZIA - La Provincia di Roma scende in campo a favore dei lavoratori della Mistel

di SABATINO MELE

POMEZIA - La Provincia di Roma scende in campo a favore dei lavoratori della Mistel di Pomezia. Una delegazione dei 110 lavoratori che rischiano il posto di lavoro hanno partecipato ieri alla riunione del consiglio provinciale, presieduto da Alberto Pascucci, che ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, primo firmatario il vice presidente del consiglio Massimo Bugli, che impegna il presidente Silvano Moffa, e gli assessori al lavoro Giorgio Fanfani ed alle attività produttive Giorgio Giuseppe Ciardi, per l'istituzione urgente di un tavolo di confronto con Comuni, Regione, Confindustria, sindacati ed azienda per individuare tutte le possibilità di salvaguardia dell'occupazione e la ripresa dell'attività produttiva della Mistel di Pomezia.

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