Sutri.

Duomo

"Le trasformazioni settecentesche hanno reso totalmente irriconoscibile la morfologia originaria della chiesa.
Massicci pilastri rettangolari, con coppie di lesene sui lati lunghi, suddividono l'aula in tre navate e sorreggono la volta centrale, rialzata, in cui si aprono, all'interno delle lunette, incorniciate da pesanti modanature arcuate, i finestroni.
Nella navata centrale, si conserva "miracolosamente" intatto il pavimento a tarsie marmoree policrome, con motivi geometrici (quadrati e cerchi), pregevolissima opera cosmatesca pertinente all'impianto ecclesiale dei XIII sec.
I quattro affreschi che ornano la volta, all'interno di massicce riquadrature baroccheggianti, eseguiti dal Fontana, che lavorò nel Duomo dal 1891 ai 1894, rappresentano quattro glorie di Santi: S. Dolcissima, patrona di Sutri, S. Pio V (dal 1556 per sei anni vescovo di Sutri e Nepi), S. Felice prete e S. lreneo diacono.
Interno del Duomo, Sutri

L'altare maggiore, al centro del transetto, in asse con la navata centrale, è sormontato da una volta a padiglione, affrescata sempre dal Fontana, con le raffigurazioni dei quattro Evangelisti. Dietro all'altare, rivestito di marmi policromi, è il coro ligneo, a due ordini, addossato all'abside. Nel catino absidale sono raffigurati, al centro, l'Assunta, attribuita a Ludovico Mazzanti, della scuola del Conca, ai lati la Morte e l'incoronazione della Madonna, entrambe opere del Fontana.
Dal presbiterio, rialzato di tre gradini dal piano delle navate, parte l'ambulacro semilunare che gira tutt'attorno all'abside, illuminato da ampie finestre. Due piccole cappelle si aprono lungo l'ambulacro: nella prima da sinistra è collocato, sull'altare, un Cristo ligneo dei XV secolo; nella seconda un tabernacolo marmoreo dei XVI sec. con reliquie di S. Pio V. I due piccoli ambienti sono probabilmente da identificare, per la loro disposizione planimetrica, con i duo sacella citati nel documento dei 1671, e costituiscono un elemento di completamento, assai poco diffuso, dell'arredo destinato alle funzioni di culto.
Nella struttura barocca dei due pilastri, che delimitano il transetto, sono inglobate le due colonne in marmo lunense, con fusto scanalato, capitello corinzio e base, riutilizzate nell'impianto duecentesco.
Nella cappella centrale della navata laterale sinistra si conserva una tavola con Cristo in trono benedicente. L'opera, dipinta su tela di lino incollata su supporto ligneo, è ascrivibile al XIII sec. e con buona probabilità da attribuire ad ambiente romano, anche se i tratti del volto possono far pensare ad influssi bizantini. Alcuni aspetti dell'iconografia hanno suggerito l'ipotesi o di una derivazione del dipinto da un prototipo più antico, in particolare per la foggia della sopravveste (pallio) che rimanda a tipi dei IV e V sec., o che possa trattarsi di una copia dell'Acheropita, famosa tavola della cappella Sancta Sanctorum al Laterano in Roma, che presenta il Cristo come imperatore su trono.
La terza cappella è dedicata ai Ss. Andrea e Paolo, raffigurati su una grande tela dei XVII secolo.
Nella navata laterale destra, la prima cappella è dedicata a S. Filippo Neri, con tele che raffigurano S. Antonio da Padova e S. Giovanni apostolo. Nella cappella seguente, sull'altare, il dipinto con raffigurazione della Madonna che libera le anime del Purgatorio è opera seicentesca di buona fattura; ai lati le tele di S. Luigi Gonzaga e S. Carlo Borromeo. La terza cappella è dedicata a S. Dolcissima, la cui statua di legno dorato, con testa, mani e piedi in argento, è una pregevole opera di scuola berniniana. Oltre all'urna con le reliquie e l'iscrizione con il nome della martire, datata al IV sec., vi sono collocate due tele con le raffigurazioni di S. Felice e S. Liberato, martire a Cartagine nel 484 e compatrono di Sutri."
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