NIGGHER

...Ognuno di noi, penso entri in chat per suoi motivi, sicuramente all'inizio per curiosità, ma non sempre è così; se già, da altri, si è appreso di cosa si tratta e se questi altri hanno trasmesso le loro sensazioni, chi vi entra per la prima volta può essere in qualche modo già "traviato" poi, certamente si farà una propria idea in merito.Io non desidero parlare di me in chat, probabilmente non interesserebbe nessuno,vorrei solo trasmettere, se riesco, le mie sensazioni di questo nuovo mondo che sta facendo proseliti a iosa. E' sicuramente un mondo strano, stranissimo. Qualcuno può dire << grazie, è un mondo virtuale>> certo è così ed è questa la sua peculiarità maggiore. Sono i comportamenti che noi tutti teniamo in chat, credo che nessuno di noi sia realmente se stesso, non parlo del fatto d'essere sinceri o meno, questo è un discorso a parte. Le motivazioni sono molteplici, intanto lo schermo "protegge" da rossori,timidezze, già questo ci porta ad essere diversi da quello che siamo nella realtà. A parte i giovani e giovanissimi, la stragrande maggioranza dei partecipanti ha problemi di vario genere, beh forse tanto vario no. Non credo, ad esempio, a chi dice che va in chat per conoscere, per chiacchierare, per allargare i propri orizzonti; balle, vere e proprie balle. Credo che un laureando in psicologia, dovendo preparare la tesi, in chat troverebbe tantissimo materiale, anche se non molto variegato, a mio modesto avviso.Un dato statistico accertato dice, ad esempio, che un incontro su mille, tra due persone di sesso opposto, al di fuori della chat ha avuto esito positivo. Questo la dice lunga sulla diversità in-out dalla chat. E non per un discorso visivo, fisico, non è questo,assolutamente no. La chat porta chiunque a idealizzare, e non potrebbe essere che così, e non parlo di idealizzazione fisica ma mentale. Quando la realtà pone di fronte i due chatters, crolla tutto quel castello che le loro menti avevano eretto. Ma è "giusto" che sia così, è del tutto normale; è la nostra intelligenza, la nostra sensibilità, la nostra razionalità che dovrebbero farci riflettere, ma questo non accade mai, o quasi. Altro risvolto importante che ho notato è la fascia d'età a "rischio", per rischio intendo persone che hanno problemi esistenziali. Questa fascia va dai 30 ai 40 anni. In questo decennio trovo racchiuse le maggiori frustrazioni,insoddisfazioni. Di questa fascia, poi, un altro dato importante che ho riscontrato è che un buon 80% di questi individui, ha avuto matrimoni prematuri, questa è la causa scatenante delle loro problematiche. Questo sarebbe un altro argomento da trattare a parte, ovviamente. Vi assicuro che è vastissimo, di un'enormità incredibile. Avrei altre cose da dire, ma per ora termino qui. Saluto tutti voi sperando di non avervi annoiati. Un cortese saluto. Roberto

MXD66

La chat è non solo quello che tu hai raccontato, ma molto, molto di piu'.

Intanto sono molto curioso di sapere dove hai preso "il dato statistico accertato" che un incontro su mille va a buon fine, fuori delle chat. Perchè  allora devo essere molto fortunato, visto che ho avuto un incontro che si e' trasformato in un amore importante durato quasi due anni, tre o quattro flirt, e alcune amicizie che durano da anni.
E' vero che la chat porta ad idealizzare. Ma succede anche la semplice lontananza tra persone che si conoscono gia', ad esempio. O con i rapporti epistolari.
E' che tutti, mi pare, si affannino a dare definizioni, sia chi sa di che cosa sta parlando, come nel caso del caro Roberto, ma anche chi non ne ha affatto idea. Io credo che l'idea della chat come nuova forma di comunicazione, che cambiera' la vita pratica e perfino i contenuti della gente (cosi' come lo sono stati il telefonetto e i messaggi sms o la posta elettronica) pian piano si affermera'. Non e' affatto una cosa da malati. Da malati (o problematici) e' passarci ore e ore accantonando le relazioni reali. Ma questo rischio e' nell'ordine delle cose. E se qualcuno ci casca, allora le domande vanno poste chiedendosi che vita viviamo. Quanto e' importante l'apparire, piuttosto che lo scrivere. Ci dovremmo chiedere perche', davvero una persona trova soddisfazione nel condividere chiacchiere in chat con uno sconosciuto, quando, in teoria, ma molto in teoria, uno puo' farle dal vivo.
Nella societa' dell'immagine, un po', mi piace vedere questo fenomeno come la rivincita delle persone che non assomigliano ad Alessia Merz o Brad Pitt, ma che hanno qualcosa da raccontarsi e da scoprirsi. E mi piace scoprire poi che la fantastica spagnola con la quale ho condiviso un mondo e' anche una bellissima donna. Guarda un po', a volte, che succede.

E allora, secondo i soloni del pensiero da quattro soldi, di chi ha da dire sempre e comunque pur non conoscendo il fenomeno, in chat "ci va gente sola", poveri sfigati, chi non "e' capace di avere rapporti sani dal vivo" eccetera.
Niente di piu' falso, io credo. In chat storicamente ci vanno persone in media molto inserite nella societa'. Chi si puo' permettere pc e connessione. Cosa che tuttora non e' universale. E chissa' se lo sara' mai.
Ora e' meno vera questa affermazione, ma soprattutto fino a un anno fa la chat era frequentata da una classe sociale di persone altamente alfabetizzate, niente affatto sole, e che hanno apprezzato, chi piu' chi meno questo nuovo modo per scambiarsi. Tra i miei amici, c'e' una semiologa argentina che continuo a sentire, un giornalista di messina, un ingegnere di parma, una bancaria di napoli che viveva negli Stati Uniti, una illustratrice, una medica, un'insegnante. Insomma gente normale.
C'e' da chiedersi, in effetti, che cosa lega queste persone in chat, a volte per anni, a chiacchierare.
E uno degli elementi lo ha secondo me colto Roberto. L'anonimato, infatti, non e' solo un limite. E' anche la ricchezza di tutto cio'. Cosi' uno si apre piu' facilmente. E si da'. Quello che si sperimenta e' che, paradossalmente, spesso conosce piu' di te una persona "giusta" incontrata qui, che un partner "reale" che vedi da anni. E questo dovrebbe far riflettere.
Infine, ma avrei molte altre cose da dire, questo e' l'unico luogo in cui Leopardi batte Richard Gere quattro a zero. E non c'e' partita.

Sull'autobus, probabilmente, Leopardi non lo riconosci.
 

NIGGHER

...ho letto cose molto sensate nella tua risposta, logiche, coerenti che ovviamente rispetto, com'è giusto che sia. Dove io abbia preso il dato che ti citavo e che hai citato? L'ho raccolto in certa bibliografia riguardante le chat, e non da un'unica fonte, pertanto, lo ripeto, ritengo il tutto attendibile. Dove non sono assolutissimamente d'accordo è quando dici che hai conosciuto gente di cultura, professionisti, etc. Trovo che vi sia un abisso (tipo fossa delle Marianne) tra la cultura nozionistica che si acquisisce dietro i banchi di scuola e la CULTURA che fa parte intimamente del cervello di una persona. Il fatto che una persona sia colta e laureata non ha assolutamente nessun significato.
Concordo con te sul fatto che la chat ha frequentazioni di persone di un certo livello culturale. Lo posso confermare di persona, ma il fatto che una di queste scriva per quel giornale o per il tal'altro non significa che non sia un grosso "pirla". Ripeto, su ciò non concordo assolutamente con le tue teorie, perchè, a parer mio, tali rimangono. Non so se la chat avrà il "successo" che tu le accrediti per un prossimo futuro, sicuramente successo di adepti questo si, concordo; ma successo di risultati concreti, produttivi.....beh qui qualche dubbio mi sfiora. Sono lieto per te che ti annoveri in quell'uno per mille che è entrato in "porto". Le finalizzazioni che tu dici d'aver raggiunto non sono esattamente quelle a cui io mi riferivo. Comunque sono lieto che le tue esperienze in chat abbiano dato risultati che tu trovi positivi, buon per te.Il mio vagabondare per le chat è principalmente indirizzato ad un mio "innamoramento" (non quello che pensi) cerebrale. Voglio, cerco, desidero un cervello del quale io possa "innamorarmi"; l'altro tipo d'amore lo cerco e trovo altrove, non escludo comunque, che possa accadere in chat (mai dire mai)non do mai nulla per scontato, nulla.
Tirando brevemente le somme ritengo che io e te siamo molto lontani, lontanissimi. Non vedo la chat come tu l'hai dipinta, ma non dico che tu non abbia ragione, forse per cause a noi sconosciute, entrambi abbiamo fatto esperienze diverse, oppure vediamo e ci comportiamo in questo universo, in modo diverso, ottenendo visioni e risultati diversi e contrastanti, ma forse, altrettanto validi o opinabili; chi vivrà vedrà. Ognuno di noi vede le cose coi propri occhi e le elabora col proprio cervello. Shakespeare dava della gelosia questa definizione: E' un mostro dagli occhi verdi che si nutre di ciò che dileggia. Accettabile? Discutibile? Veritiero? Chissà...........

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