PROTOCOL #06 - Rescue

- Tu devi essere Morpheus.-

L’uomo si voltò di scatto, rimanendo immobile con le mani tra le macerie, sotto le quali era sepolta la sua compagna. I suoi occhi scuri scrutavano con stupore misto a timore le iridi nere di quel bambino che gli stava di fronte con un’aria tanto gelida.

- Conosco la tua domanda.- fece di nuovo quella voce infantile ma glaciale all’inverosimile. Morpheus deglutì.

- Sei un programma?- domandò.

- Sono colui che voi chiamate “Moloch, orrido re tutto imbrattato dal sangue del sacrificio umano e da materne lacrime.”- fu la risposta che gli arrivò.

Morpheus sbarrò gli occhi. Moloch...? Ma come poteva essere? L’aveva sempre considerato una leggenda...

Il bambino gli si avvicinò in silenzio e sollevò con estrema facilità i cumuli di pietra che schiacciavano quel corpo di donna tanto bello.

Trinity rimase a guardarlo come incantata per qualche istante, durante il quale il tempo smise di scorrere.

Si ritrovò immersa nelle iridi cineree di quel bambino dalla persa innocenza. Il viso pallido e le labbra sottili gli conferivano un’aria tutt’altro che ingenua, e lo sguardo... quello sguardo intenso ma colmo di risentimento la colpì dritto al cuore, come se fosse una lama acuminata.

In quel momento le parve davvero di vedere Moloch, re munito di scettro, lo Spirito più forte e più feroce che combattesse contro il Cielo.

Fece per prendere la parola, ma la voce le morì in gola. Sbatté le palpebre più volte, poi scosse la testa e si alzò. Solo allora riuscì a parlare. Aveva tante domande da fare, ma aveva imparato per esperienza a dare la priorità a quelle realmente importanti.

- Perché ci stai aiutando?-

Morpheus, senza una parola attendeva la risposta del loro interlocutore.

- Trovo che sia un passatempo divertente.-

Era dunque un passatempo per le Twofold Unities la guerra contro le macchine? Un brivido gelido percorse il comandante della Nabuchadnezzar quando lo sguardo del bambino si sostò sui suoi occhi.

- “Ultimo venne Belial, uno Spirito che più lussurioso di lui mai nessuno era caduto dal cielo, né più grossolano nell'amore del vizio per sé stesso.”- fece una voce d’uomo, facendosi sempre più vicina.

I due ribelli si scambiarono uno sguardo preoccupato. L’uomo si tolse gli occhiali da sole, permettendo loro di specchiarsi in due iridi grigie perfette.

- Perdonate la freddezza di Moloch, signori.- sorrise.

Il silenzio inondò l’ambiente circostante.

- Beh, che ci fate ancora qui? Muovetevi ad uscire prima che gli Agenti si rifacciano vivi.- riprese Belial. Ci fu un rapido scambio di sguardi, poi Morpheus mosse il primo passo verso l’uscita più vicina.

- Siete realmente gli Arcangeli della leggenda?- mormorò Trinity con lo sguardo fisso sugli occhi neri del bambino.

- I nomi che ci avete attribuito voi ribelli ci rendono grandi. In realtà siamo programmi autonomi, niente di più.- Moloch aveva parlato.

- Signorina,- riprese Belial - questo non è né il momento né il luogo adatto a simile discussione. Se cercate risposte, state tranquilli, le avrete, ma a tempo debito.-

 

>Protocol#07<