PROTOCOL #44 - Escape

Si appoggiò stancamente alla parete fredda di un negozio di liquori dall’insegna luminosa. Certo, non era un gran posto per riflettere, ma perlomeno i volti compositi che le passavano di fronte la distraevano dai pensieri che si era riproposta di non toccare più.

Il neon verde le illuminava il viso, seppure fosse un po’ distante dal fronte dell’edificio.

Forse la solitudine di quei ventidue giorni l’aveva contagiata... ma era come se le mancasse qualcosa di importante.

Subito il calore e lo sguardo tenebroso di Smith le ritornarono in mente, senza che potesse fermare quei pensieri.

- Perfetto!- sbuffò uscendo nella via - Ma che cavolo mi prende, sono diventata una maniaca ossessiva?!-

Fece appena in tempo ad alzare lo sguardo che lo vide.

- Davvero perfetto...- sussurrò poi a denti stretti, prima di voltarsi con lenta scioltezza e scattare dietro l’angolo da cui era venuta.

Avvertì immediatamente dietro di sé la folla urlare tra lo sgomento ed il confuso, segno che Smith era partito al suo inseguimento.

No, non poteva permettersi di incontrarlo di nuovo. Come sarebbe andata a finire, altrimenti?! Un continuo tira e molla senza sosta, ecco come.

Si guardò intorno. Stava percorrendo le strade più buie della città, assolutamente non consigliabile per una fuga. Doveva ritornare in mezzo alla gente, mischiarsi a loro, confondersi e sparire.

In pochi minuti fu di nuovo nella via più affollata, dove luci al neon e mille toni di voce differenti si alzavano nella notte, dipingendola con variegati colori.

Si voltò di nuovo. Smith non dava cenno di volerla lasciare fuggire.

Confondersi, pensò nella sua mente voltandosi verso un locale nel quale, data coda di persone, pareva esserci molta gente all’interno. Senza aspettare un secondo in più si lanciò in mezzo alla folla.

- Ehi!!- la voce minacciosa del buttafuori la raggiunse prepotentemente - Dove vai, bellezza?! La coda è da quella par...-

- Levati di mezzo, idiota!- lo spintonò Lucyfer, facendolo finire diversi metri dall’entrata che stava sorvegliando.

Finalmente raggiunse la sala principale, nella quale si fermò per un istante, spalancando occhi e bocca come una bambina.

- Uno... strip-club?- fece tra sé - E poi dicono che gli umani sono schiavi!-

Ad un tratto uno schianto alle sue spalle le fece ricordare la fuga e senza esitare si lanciò verso l’uscita posteriore, passando in mezzo al gruppo più numeroso di persone con l’intento di mascherare la sua presenza.

Quando Smith si accorse di dove si trovava era troppo tardi. Tre donne dall’aspetto provocante avevano interrotto il suo inseguimento, ponendosi di fronte a lui.

- Ehi, dolcezza! Non mi offri da bere?- fece la prima, stringendo un calice tra le mani ingioiellate.

- Già...- continuò la seconda - Ad un uomo bello e distinto come te non va un po’ di compagnia?-

Donne.

Donne, come Lucyfer.

Donne dalle forme prosperose e desiderabili.

Per un attimo si soffermò a guardarle negli occhi... ed in quell’istante si accorse che ogni essere umano, ogni donna esistente al mondo poteva possedere occhi vivi, spenti, tristi o felici, ma nulla di profondo come le iridi di Lucyfer, che parevano zaffiri tanto preziosi da essere inestimabili. Nulla di bello come il suo tocco gelido e ardente allo stesso tempo, capace di farlo sentire completo, senza né rabbia né dolore.

Invece ciò che stava provando in quell’istante era proprio rabbia. Rabbia verso quelle insignificanti femmine che gli intralciavano il passo, impedendogli di raggiungere Lucy, che proprio in quell’istante stava andandosene attraverso un’uscita posteriore.

Senza alcun tentennamento le scaraventò con una spinta lontano da sé, quasi disgustato, poi riprese la sua corsa noncurante dei pochi uomini che non erano divenuti preda del terrore, che tentavano di colpirlo. Di nuovo senza tanti complimenti gli bastarono pochi violenti colpi per liberarsi di loro e di qualsiasi possibile inseguitore.

Ma quando uscì di nuovo all’aperto di Lucyfer non trovò alcuna traccia.

 

>Protocol#45<