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Commento di Luca Martini
Qualcuno si sorprenderà e penserà ad un errore leggendo
il nome dei Chicago tra i gruppi progressive. Ed invece,
quantomeno nei primi anni di vita e prima di perdersi
nel melenso rock melodico, i Chicago sono stati un gruppo
altamente innovativo, forse più jazz rock che prog,
ma davvero di straordinaria qualità. Ne è testimone
questo ottimo disco, "The Chicago Transit Authority",
concepito e realizzato nel 1969, primo di tre dischi
del genere (gli altri due sono "Chicago I"
e "Chicago II").
Disco fortemente politicizzato, "The Chicago Transit
Authority" era un disco doppio che mischiava musica
sperimentale, jazz-rock, pop, prog, swing, hard-rock
e acid-rock. L'idea, che potrebbe risultare al pensiero
strana e dubbia, rende un ottimo risultato, con brani
musicalmente interessanti e testi impegnati. Il tutto
con una leggerezza ed una abilità esecutiva ed ispirazione
che deliziano l’ascoltatore, tra atmosfere distese,
quasi di altri tempi, e momenti fulminanti di virtuosismo
al limite del possibile (si senta, per tutti, l'assolo
incredibile alla chitarra di Terry Kath in "Free
Form Guitar", sette minuti sette di puro delirio
rock alla Hendrix).
Ma il capolavoro del disco è forse l’improvvisazione
collettiva che supera i quindici minuti di "Liberation",
in cui Terry Kath dimostra di essere uno dei più grandi
chitarristi dell'epoca e uno dei massimi improvvisatori
in assoluto della musica rock sperimentale.
Molto più di una curiosità. Un gran bel disco!
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