Medaglia d'oro della città di Parma a MARIO TOMMASINI per le battaglie civili volte al superamento dell'emarginazione delle persone in condizioni di debolezza e fragilità, per l'affermazione dei principi di solidarietà, amore e giustizia per il maggior benessere della nostra gente.
 

LISTA MARIO TOMMASINI - LIBERA LA LIBERTA'

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"La città Plurale"

(un’idea di cultura del centro-sinistra per Parma)

 

L’ESISTENTE

Parma è sempre stata un importante centro di produzione e di progettazione in ambito culturale, in essa si sono radicate e consolidate negli anni espressioni ormai note del mondo della cultura: Teatro Regio, Orchestra Toscanini, Teatro Due, Teatro delle Briciole, Teatro Pezzani, Lenz Teatro ecc…..

Quando parliamo di realtà consolidate intendiamo quelle realtà che, per merito di questa città e del loro lavoro artistico, hanno avuto la possibilità di crescere sia professionalmente che economicamente. Realtà a cui sono stati destinati gratuitamente spazi di proprietà dell’amministrazione comunale; realtà che hanno beneficiato  di contributi attraverso convenzioni, e che attraverso il consolidamento locale hanno potuto attingere a risorse regionali e nazionali.

Si tratta insomma di una grande ricchezza la quale tuttavia - rispetto al progetto ormai ventennale denominato “sistema teatrale” cittadino elaborato dall’allora giunta di sinistra - ha via via perso quella dimensione di pluralità e di innovazione che aveva saputo esprimere nel passato. Anno dopo anno questo modello culturale è andato incontro a una progressiva erosione, con un impoverimento di cui sono stati innazitutto vittime gli stessi cittadini.

Quello che ora rimane è infatti un sistema raggrinzito e richiuso su se stesso fino ad implodere, dove pochi eletti hanno la possibilità di utilizzare risorse pubbliche e dove ciò  che è ritenuto vincente è unicamente la cosiddetta “cultura dell’evento”. Cosicché quello che era nato come un progetto di sinistra si è lentamente trasformato nel progetto culturale del “centro/destra”, secondo le seguenti modalità:

  -            destinazione degli spazi pubblici che ormai non possiamo più dichiarare tali, per un utilizzo evidentemente monopolistico delle risorse;

-            esclusione, da buona parte delle manifestazioni della città, delle realtà non allineate con questa giunta o dei loro rappresentanti. Di conseguenza sono stati esaltati i “grandi eventi” e trascurata la produzione culturale “precaria” ma di largo consenso.

-            inesistente politica di partecipazione della città agli “eventi” presentati anche se caratterizzati da consistenti investimenti in termini economici (vedi Verdi Festival);

-     assoluta superficialità ed improvvisazione sull’espressione artistica dei giovani e totale mancanza del loro coinvolgimento in nuovi progetti;

-            mancanza di coordinamento nella progettazione e nella promozione delle iniziative culturali e conseguente spreco di energie;

-  un incremento del turismo, nella città d’arte e della musica, sincopato e con un progetto incompleto. Superficiale valorizzazione delle risorse, degli spazi e del patrimonio artistico. Scarsa attenzione alla comunicazione e alla promozione (vedi guide/calendari e materiali non tradotti e distribuzione degli stessi). 

insomma un sistema totalmente chiuso ed autoreferenziale.

Si tratta perciò di analizzare il declino di un progetto, o meglio le strade sbagliate che un buon progetto ha intrapreso, le cui cause, è necessario ed onesto ricordare, non sono solo dell’attuale amministrazione. Da qui ri-partire per riscrivere un’idea di cultura, spettacolo e turismo che sia

“laboratorio ed espressione del centro-sinistra”.

 

IL FUTURO (il partecipato e il condiviso)

Se dall’analisi sopra esposta si desume che la cultura della destra è esattamente una fotografia dell’esistente, la nostra proposta vuole ricercare tutti i caratteri di innovazioni ancora possibili all’interno di una città per sua natura un po’ conservatrice.

Riteniamo perciò assolutamente e imprescindibilmente necessario ridisegnare un “sistema” che certo parta dall’esistente, ma sappia anche attraverso un censimento del sommerso, coinvolgere ed aprire la città e i suoi spazi alle nuove generazioni e a chi fin’ora non ha avuto la possibilità di mettere in campo le proprie idee.

L’espressione che dobbiamo risvegliare in questa città assopita è la “CURIOSITA’”, intesa come atteggiamento che favorisce la conoscenza e la crescita culturale della persona. Atteggiamento che per sua natura è trasversale ad ogni età ed a ogni ceto. Ad esso si collegano tutti i tipi di arte e cultura: la letteratura, il cinema, il teatro, la musica, le arti visive...

Il progetto culturale di una Amministrazione dovrebbe dare voce alle avanguardie e alle espressioni artistiche del millennio che stiamo vivendo, nello stesso modo in cui si guarda alla tradizione e alle radici artistico-culturali della città.

Non dovrebbe più essere un business per chi amministra o per chi è stato in passato “eletto” a rappresentare le molteplici espressioni culturali del nostro territorio. Non dovrebbero più esistere gli “eletti” ma una reale e trasparente pluralità.

Il potenziamento e il rinnovamento di un progetto culturale, completo in ogni sua parte, favorirà anche il potenziamento del flusso turistico.

Se poi la politica culturale di una città si misura anche sul grado di partecipazione dei cittadini agli eventi culturali, ne consegue che dovrà essere intrapresa una giusta politica dei prezzi. Per avere minori prezzi sarà necessario toccare punti nodali quali l’utilizzo delle risorse e la politica del contenimento dei costi.

Possiamo così brevemente elencare le linee base del progetto, che a nostro avviso dovrebbero indicare le premesse per amministrare la cultura:

-            censimento di tutte le realtà, consolidate e non, presenti in città che si occupano di cultura o spettacolo allo scopo di coinvolgere nel progetto “La città plurale” il maggior numero di cittadini;

-            censimento e verifica degli spazi pubblici per un equilibrato utilizzo degli stessi;

-     oculata distribuzione delle risorse economiche pubbliche e definizione del ruolo dei soggetti “consolidati”, in funzione di un progetto plurale;

-            destinazione di parte delle risorse per favorire la partecipazione da parte della cittadinanza agli eventi culturali attraverso una nuova politica dei prezzi;

-            creazione di una consulta permanente composta dagli stessi operatori culturali che dovranno partecipare attivamente e progettualmente insieme all’amministrazione, al fine di attuare una strategia condivisa indirizzata alla realizzazione del progetto;

-  coordinamento delle diverse iniziative culturali programmate in città, che eviti sovrapposizioni e ripetizioni ed una conseguente comunicazione altrettanto coordinata (creazione di un ufficio promozione/stampa che permetta di promuovere al meglio tutte le proposte non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale ed internazionale). L’amministrazione dovrà fare da collante per tutto ciò che verrà proposto e si “concederà” anche un ruolo attivo nei progetti culturali;   

- ripristinare i collegamenti con l’associazionismo (aprire dibattito interno su Arci e circoli) e con i luoghi che ospitano proposte culturali non istituzionali, ma patrimonio dell’intera città; valorizzare l’espressione artistica sommersa, soprattutto quella giovanile, creando luoghi-laboratorio permanenti dinamici e propositivi, aperti anche ai singoli;

-  entrare a far parte dei circuiti culturali (regionale, nazionale ed europeo) e contemporaneamente creare un circuito locale degno di una città europea che offre al turista occasioni reali di svago e conoscenza.

-  collaborazione tra Assessorati e con l’Università, su iniziative  comuni che trattino i nuovi temi del millennio: la cultura della solidarietà e della pace, la cultura ambientale (e perchè no quella alimentare), la multiculturalità, i valori etici nel mercato globale.

- ottimizzare le risorse economiche di bilancio, verificando attentamente e in modo trasparente le concessioni in termini di contributi, finanziamenti e convenzioni.      

  Si tratta di un progetto ambizioso, ma che crediamo l’unico possibile.

 

  IL METODO

Come sempre, sulle nomine dei vari assessorati ad ogni tornata elettorale si scatenano le più grosse guerre.

Sottoponiamo una proposta tecnica sulla gestione amministrativa e progettuale della cultura e cioé l’istituzione di due assessorati, che parallelamente, ma con compiti diversi, contribuiscono alla crescita di una proposta culturale complessiva.

Il primo si potrebbe definire:

Servizi Culturali, Rapporti con l’Università, Turismo: con delega alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e documentale, alla gestione e alla programmazione di biblioteche, videoteche, archivi, centri di catalogazione, etc. Gestione turistica dei beni culturali e monumentali, musei etc. Promozione turistica del sistema Parma (ufficio promozione/comunicazione). Rapporti con l’Università per una collaborazione reale e coordinata che consenta scambio e partecipazione alle risorse progettuali ed economiche.

(Va da sè, che questo assessorato dovrebbe avviare un rapporto concreto con l’Amministrazione Provinciale).

 

il secondo:

Spettacolo, Arti Visive, Letteratura : con delega alla programmazione di: teatro, musica, danza, arte, cinema, video, letteratura, poesia etc. Gestione diretta dei luoghi deputati alla realizzazione dei programmi. Promozione locale coordinata (ufficio promozione/comunicazione - vedi sopra). Gestione dell’Archivio Giovani Artisti. Gestione di attività di formazione permanente e laboratoriali. Rapporti con l’associazionismo.

Non ci sembra il caso di istituire nuovamente un Assessorato alle politiche giovanili, perchè pensiamo che la cultura giovanile e le sue espressioni siano parte integrante di un progetto complessivo e devono essere amministrate alla pari delle altre. 

Pensiamo che i rappresentanti del progetto “La città plurale” dovranno essere  amministratori “con un’anima giovane”, con esperienza nel settore, supportati da operatori culturali e turistici, attivi ed attenti alle evoluzioni artistiche e sociali della città.

La stesura di un progetto culturale, a nostro avviso, dovrà vedere la partecipazione attiva di coloro che saranno nominati ad amministrare la cultura a Parma.


Premessa per “Giovani & Città” .

Il passaggio fondamentale è riuscire a dare ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di crescere partecipando. Non solo la fruizione passiva tipica di un sistema di comunicazione esasperato dal mercato, ma la possibilità concreta di vivere in modo attivo e denso di interrelazioni.

Ad incidere sulla costruzione quotidiana del futuro sono anche le forze che si  disperdono e le conseguenze  generazionali che lasciano. Dove manca il contatto, la conoscenza, la comunicazione e la partecipazione, le situazioni di devianza e disagio che incontrano tossicodipendenze  antiche e moderne, prolificano e consentono spazi sociali disadorni, che gettano nel vuoto vite intere.

Le politiche di coinvolgimento effettivo dei giovani alla costruzione della vita sociale, devono tener conto di tutte le condizioni e avere come obiettivo la crescita collettiva di generazioni integre, segnate il meno possibile da isolamenti.

Individuare obiettivi realmente percorribili e le risorse economiche  e strutturali per raggiungerli. Integrare le disponibilità che compariranno dalla valutazione dal bilancio amministrativo, con altre disponibilità economiche attraverso sponsor privati, fondazioni, progetti regionali ed europei. Il coordinamento con la Provincia e con il territorio provinciale nella ricerca e nel sostegno di finanziamenti, consentirebbe una forza economica e progettuale maggiore.

 

Una proposta concreta: “La Fabbrica delle arti”

Uno spazio articolato da individuare all’interno di una analisi complessiva delle risorse, (come ad esempio l’ex-scuola Pascoli di Via Saffi), che accolga, coordini e solleciti le diverse forme di espressione culturale che i giovani vivono con passione e interesse.

Le forme artistiche giovanili le più diverse sono fortemente presenti in città e devono essere colte, trasmesse e coltivate poiché sono il vero humus culturale del presente e del futuro.

Osiamo immaginare uno spazio pubblico, sede dell’Archivio Giovani Artisti e del Centro Video, dove l’amministrazione imposti gli strumenti utili al coordinamento e con progetti ampi raccolga al suo interno la forte spinta propulsiva insita nel mondo giovane.

Un luogo dove trovano spazio laboratori di musica, arti visive, letteratura, video, cinema, comunicazione, computer, internet e la conseguente  multimedialità. Una casa comune di formazione permanente che attraverso lavori di impostazione condivisa, con i singoli, le realtà organizzate  e il settore produttivo della città, imposti progetti e dia linee guida. E’ necessario tracciare, per un luogo di vitalità pubblica come questo, sia le parti laboratoriali, di produzione e di servizio, che progetti di comunicazione,  di visibilità e di crescita collettiva. In sintesi, se ogni laboratorio attivato darà la possibilità ai giovani artisti e non solo, di crescere, sperimentare, apprendere, dovrà dare a loro la possibilità di proporsi ed integrasi con il resto della produzione locale ed il territorio nazionale ed europeo.

A margine, una considerazione tra le tante: i “grandi eventi” in un territorio che ascolta, incentiva e promuove la propria cultura dotandola di strumenti reali e collegiali di crescita, troverebbero in una dimensione come quella prospettata la giusta collocazione, poiché sarebbero il risultato e al contempo la richiesta, del presente culturale. 


 

Tre idee per i luoghi della cultura, per semplificare una proposta culturale innovativa.

 

Cosa si può fare di nuovo:

  1) Abbiamo già scritto per il progetto “Città & giovani” di uno spazio laboratoriale di formazione permanente, chiamato “La Fabbrica delle arti”.

  2) Riqualificazione del Sottopassaggio di Via Mazzini (intanto perche vi è presente un elemento storico culturale importante come il Ponte Romano) come “vetrina” di un progetto, sicuramente più complesso, rivolto alla multiculturalità ed alla integrazione razziale. Un luogo che faccia da “ponte” per la conoscenza di altre culture del mondo e delle comunità straniere presenti in città.

Il progetto dovrebbe necessariamente prevedere il coinvolgimento di Forum di Solidarietà (anche perchè parlare del sottopassaggio non dovrebbe essere cosa nuova per loro).

  3) Immaginiamo la creazione di un contenitore multimediale veramente all’avanguardia, alternativo e multiculturale, dove la nostra cultura si contamina.

Uno spazio ampio (max 3.000 persone) modificabile secondo esigenze che accolga concerti, dj set, proiezioni (cine e video), performance (teatro, danza e letteratura), esposizioni d’arte, di design e d’architettura, convegni, incontri e seminari etc. Biblioteca, cineteca, videoteca e discoteca (non quella dove si balla!) specializzate.

Sede ufficiale di una possibile “Università Popolare” e di una Banca Etica.

Con annesse strutture di servizio: bar e ristorante, mini-market (alimentare e non) ed edicola-libreria specializzate. Strutture che applichino alla lettera le “scelte” del nuovo millennio: in termini alimentari (vedi biologico, equo solidale, erboristica), in termini di utilizzo di nuove risorse produttive (vedi canapa), in termini commerciali (mercato etnico) in termini editoriali (l’avanguardia, il sommerso, o per meglio dire quello che rimane ai margini del commerciale).

Uno spazio sociale complesso che vede una esperienza simile ad altre città europee, che non potrà avere come unico promotore l’amministrazione cittadina, ma una rete di forze pubbliche e private.

La gestione potrebbe essere divisa a settori e concessa su gare d’appalto pubbliche.

 

 

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