Medaglia d

Sto con gli ebrei ma non con i pinocchio di turno

di Luciano Cappellini

Io, nipote di deportato non ebreo, morto in campo di concentramento, sono contro l’antisemitismo, sono contro le deportazioni, sono contro gli atti di terrorismo, l’emarginazione, la prepotenza, l’arroganza, gli oltranzismi religiosi, siano essi cattolici, islamici o ebraici.

Condanno con forza ogni atto di sopraffazione, sia esso compiuto contro un popolo o un singolo individuo.

Sono assieme a chi soffre, a chi reclama giustizia, a chi subisce inaccettabili limitazioni delle libertà individuali, religiose e politiche a chi è emarginato e ghettizzato.

Credo in Dio, credo che il mio Dio sia lo stesso Dio degli Ebrei, e dei Mussulmani. Credo in uno stato laico dove ognuno è libero di professare la propria religione, le proprie idee politiche, dove ognuno è libero e non prigioniero in quanto: handicappato, ebreo, omosessuale, islamico, cattolico, pazzo o semplicemente diverso perché non conformato alla cultura prevalente. Credo nelle diversità, nella cultura intesa non solo come sapere, ma come capacità di stare insieme, di confrontarsi, di capirsi di crescita e di tolleranza.

Credo nella pace, e comprendo le ragioni d’Israele, del loro diritto di vivere in pace, così come comprendo le ragioni dei palestinesi, di un popolo islamico che personalmente definisco gli “ebrei del mondo arabo”, del loro diritto d vivere in pace.

Non credo nei pinocchio di turno, che parlano di pace ma fomentano il terrorismo, che parlano di pace ma approfittano per occupare nuovi territori, che parlano di pace ma pensano solo ai propri interessi economici.

Non credo nei dottori improvvisati della chiesa, che dalle moschee, dalle chiese o nelle sinagoghe predicano la violenza, o seminano intolleranza. Per questo sto con gli ebrei, con i Mussulmani e coi Cristiani. Sto con il popolo ebraico, con la sua storia, con i ricorrenti e anche comuni ricordi di sofferenza, ma fatico a stare con lo stato d’Israele.