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Medaglia d'oro della città di Parma a MARIO TOMMASINI per le battaglie civili volte al superamento dell'emarginazione delle persone in condizioni di debolezza e fragilità, per l'affermazione dei principi di solidarietà, amore e giustizia per il maggior benessere della nostra gente. |
ELEZIONI AMMNISTRATIVE A PARMA 2002 |
LISTA MARIO TOMMASINI - LIBERA LA LIBERTA' |
Immigrazione: un fenomeno epocale |
La
Lega Nord e i suoi alleati, ”pensano” che il problema
dell’immigrazione sia risolvibile con fucili e cavalli di frisia. E’
pura follia. Fame,
miserie, guerre, persecuzioni politiche e religiose, sono queste le
principali cause che rendono appetibile a milioni di individui la nostra
Italia, con il sogno d’un lavoro e d’una vita migliore, lontana dagli
stenti e dalle sofferenze patite in patria. Un abitante del mondo su 4
vive nei paesi sviluppati dove si concentra l’83% del reddito mondiale,
ciò significa che i tre quarti della popolazione del mondo hanno a
disposizione solo il 17% del reddito mondiale.
Sono
le stesse motivazioni che hanno costretto milioni di nostri connazionali,
nel periodo che và dalla fine dell’ottocento sino agli anni settanta, a
scegliere d’emigrare nelle americhe, soprattutto Argentina, Canada, USA
Venezuela ed in Australia o
in direzione di altri paesi dell’Europa, Belgio, Svizzera, Germania, per
lavorare nelle miniere o nel settore dell’edilizia. Si
calcola che i discendenti degli emigrati italiani nel mondo superino oggi
il numero di abitanti della nostra penisola. Già
dagli ultimi anni ottanta e sino alla prima metà degli anni novanta,
quando mi trovai a dover affrontare a Parma il problema dei flussi
migratori, mi resi conto che queste persone andavano aiutate per fare
fronte ai bisogni primari, cibo, un letto per dormire, una casa, che
nonostante le realizzazioni dall’ora, (Martorano e via del Garda, furono
le prime) è ancora un grande problema e non solo per gli immigrati.
Un lavoro si trovava e si trova, dequalificato, per gli uomini: come
muratori, saldatori, operai generici nei caseifici e prosciuttifici, le
donne: come addette alle pulizie, alla cura degli anziani ecc. Tutti
lavori che molti Italiani non gradiscono. La
colpa dell’immigrazione è dunque da addebitarsi anche alle richieste di
manodopera che pervengono sia
dall’agricoltura che dall’industria e dal terziario, oltre che da
famiglie sempre più piccole, con individui anziani, spesso affetti da
patologia e sempre più frequentemente costretti a vivere da soli. E’
anche certo, che l’esplosione demografica, che riguarda il terzo e il
quarto mondo, ( nel 1930 eravamo 2 mil. nel 1960 3mil. Nel 1987 5 mil.
attualmente siamo 6 milioni di individui, nel 2070 saremo intorno ai 9
milioni e, forse, entro il 2100 la popolazione inizierà a scendere) con
tutte le problematiche che ne seguono, non è risolvibile con
l’emigrazione verso l’occidente, ma con progetti sostenibili, atti a
fronteggiare le condizioni di miseria di quelle popolazioni, contribuendo
a creare condizioni accettabili di vita. Sul
piano internazionale servono tantissimi progetti, sostenibili, come quello
del mulino nero, che consente ad oltre 2.000 famiglie di vivere, mandare i
propri figli a scuola e di non avvertire il bisogno di emigrare in
occidente, magari passando, come clandestini, per l’Italia. Al livello cittadino è necessario lavorare per favorire l’integrazione, per rassicurare, per far capire che non tutti i neri sono cattivi, così come non sono buoni tutti i bianchi nostrani. E’ ormai chiaro, che se vogliamo mantenere il nostro livello di benessere, e progredire, abbiamo bisogno di forze nuove e queste forze, alla luce dell’imponente calo demografico, (l’Italia registra il tasso di natalità più basso al mondo) possono solo arrivare dall’esterno. La strada da percorrere è dunque quella difficile, articolata, complessa ma inevitabile dell’integrazione culturale.
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