Medaglia d'oro della città di Parma a MARIO TOMMASINI per le battaglie civili volte al superamento dell'emarginazione delle persone in condizioni di debolezza e fragilità, per l'affermazione dei principi di solidarietà, amore e giustizia per il maggior benessere della nostra gente. |
LISTA MARIO TOMMASINI - LIBERA LA LIBERTA' |
DALLA CONFERENZA STAMPA DEL 20 FEBBRAIO 2002 |
La
decisone di presentarci alle elezioni comunali del ‘ 98 con un nostro candidato
sindaco, Mario Tommasini (19.717 preferenze) e con una nostra lista (
11.179 voti) fu una scelta giusta, l’unica possibile di fronte
all’arroganza dei partiti della sinistra che pretendevano di ricandidare
un sindaco rifiutato dalla città
e perdente, e perché, a livello regionale e nazionale, segnalò con
largo anticipo il distacco crescente fra il popolo progressita e di
sinistra e la sua classe dirigente incapace di rinnovarsi e di rinnovare
il suo progetto politico.
Oggi, a distanza di quattro anni, la situazione è profondamente
mutata. Il rischio vero e grave che minaccia le nostre conquiste di democrazia
e di progresso viene dal governo Berlusconi di cui la Giunta Ubaldi
rappresenta a livello locale l’interprete e l’ espressione più compiuta e
conseguente. Come per il passato ci muove tuttavia non una logica
di schieramento ma il desiderio di realizzare progetti e cioè un
programma avanzato di governo della città al quale vogliamo dare un
contributo importante, soprattutto in alcuni fondamentali settori della
vita cittadina. Tre sono i segnali di novità che vogliamo lanciare per un
progetto di città più affabile e vicina ai suoi cittadini, perché il
municipio torni ad essere la casa comune e perché il sindaco torni ad essere il garante e il
difensore di tutti i cittadini a partire dai più deboli.
1°) Un governo democratico e partecipato della città. Ubaldi non ha governato, ha amministrato in modo dirigista a tratti arrogante ed autoritario. La democrazia e la partecipazione che nel passato hanno rappresentato una grande risorsa di questa comunità in questi anni sono state scoraggiate. E’ stato soffocato il ruolo delle Circoscrizioni. Parma è diventata la città dei divieti e dei controlli! Le 144.054 multe erogate nel 2001 ( per una cifra di 13 miliardi) di cui ben 115.811, l’80,4%, per sosta irregolare (righe blu) la dicono lunga sull’asfissiante controllo esercitato sui cittadini. La qualità della vita in questi ultimi anni, anche nelle classifiche nazionali, ha subito un pesante arretramento. Non è certo questo il modello di città che ci fa sognare! 2°) Un moderno sistema di welfare e di politiche
sanitarie e sociali. Un secondo terreno dove vogliamo
promuovere una svolta
radicale è rappresentato dalle politiche sanitarie e sociali. Noi
coltiviamo sogni molto concreti. Non deve più succedere che tanti anziani,
solo perché malati e non autosufficienti, siano condannati a morire anche
lontano da Parma in un posto letto di una struttura residenziale. Non deve
più succedere che un giovane sofferente mentale debba essere condannato a
un destino di permanente istituzionalizzazione e di cronicizzazione. Non
deve più succedere che un
lavoratore extracomunitario possa morire di freddo in un parco cittadino
come è avvenuto nella notte del 31 dicembre u.s.
Molto c’è da fare nella sanità, un settore in cui l’attivismo di Ubaldi si è trasformato nel suo contrario: un permanente assenteismo. Ciò ha privato i cittadini di una funzione di tutela che è propria del sindaco in quanto massima autorità sanitaria, lasciando campo libero al centralismo regionale e ad una gestione aziendale verticistica e autoritaria i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. La
vicenda del Nuovo Ospedale con il balletto di cifre e di tempi di
realizzazione è la dimostrazione più evidente del fallimento di una
gestione. L’Azienda Usl per parte sua,invece di preoccuparsi dei bisogni
dei cittadini, ha badato a un unico obiettivo, quello, per altro mancato,
del pareggio di bilancio. Il
12% dell’organico dell’AUSL è vacante (con una minore spesa, per il 2000, di
quasi 22 miliardi!). I dipendenti sono stati umiliati e spremuti. Questo
non significa razionalizzare, questo significa smobilitare il sistema! Il
nuovo comune deve porsi l’obiettivo
di una ricontrattazione dei poteri, sia spostandoli dalla Regione
alla comunità locale sia nel senso di ristabilire una democrazia aziendale
che riconosca il valore e l’autonomia degli operatori sanitari a
cominciare dai medici, rispetto al verticismo autoreferenziale dei
direttori generali. Segnali
forti e di discontinuità dovranno essere dati dalla nuova giunta.
Nel campo dei servizi sociali una
considerazione particolare meritano i servizi per gli anziani. La giunta
Ubaldi, disattendendo le promesse fatte in campagna elettorale ha dato
sostanziale continuità alla giunta Lavagetto negando il valore di un
grande progetto, il progetto Esperidi che punta al progressivo ma deciso
superamento dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti,
privilegiando la scelta della
Casa e della domiciliarietà. L’accreditamento nel campo dell’assistenza domiciliare si è
rivelato nei fatti una ulterione dequalificazione del servizio e del
lavoro di cura sempre più parcellizzato, secondo un modello centrato sulla
prestazione e non sulla relazione di cura.
3°) Il Lavoro Il terzo tema su cui il governo futuro della città dovrà impegnarsi riguarda il lavoro, la riscoperta della centralità e della dignità del lavoro messi in discussione da un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’impresa. Il tema del lavoro a livello locale assume ovviamente articolazioni molteplici. Un primo
aspetto che vogliamo sottolineare è quello della necessità di restituire ai dipendenti del
Comune un ruolo e un protagonismo che in questi anni sono venuti meno. Si
è voluta dare una immagine negativa dei dipendenti della pubblica
amministrazione, ingiusta e lesiva della stessa efficienza della macchina
comunale. Ma una politica del lavoro da parte della Municipalità deve farsi carico anche delle nuove sfide e delle nuove contraddizioni, prodotte da una precarizzazione del lavoro e da una flessibilità selvaggia che riguardano soprattutto le nuove generazioni. Il
discorso sul lavoro si sposta infine sul tema dell’immigrazione e sui modi
con cui il Comune può e deve contribuire a far sì che l’inserimento dei lavoratori immigrati, grande e necessaria
risorsa per sostenere il nostro sistema produttivo, avvenga in un contesto
di accoglienza, di tutela dei diritti fondamentali a cominciare dal
diritto alla casa. Un’attiva politica di inclusione serve anche a smontare
e a ridimensionare quel clima di diffidenza che è alla base di paure e di
insicurezze collettive. Questi
sono alcuni temi principali
su cui intendiamo lavorare.
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