di
Beppe
Sebaste
che
segnala questo articolo pubblicato sul sito
http://www.unita.it
Caro Direttore,
a Parma, come ha riportato il giornale locale, il 21 marzo, primo giorno di
primavera, si è svolto un "girotondo intellettuale a Piazzale della Pace", ovvero intorno al monumento al Partugiano eseguito dallo scultore
Mazzacurati nel 1945, e posto lì lo stesso anno della Liberazione. È il cuore della città, valorizzato negli ultimi anni da un progetto firmato
dall''architetto Mario Botta, e che consiste in un largo, larghissimo prato, interrotto da sentieri lastricati, cinto dalle case che lasciano
intravedere la Piazza del Duomo da una parte e l''edificio secentesco della Pilotta dall''altra, parzialmente distrutto dai bombardamenti. Il
cuore di questo cuore della città è il Partigiano, che emoziona mio figlio
come da ragazzo emozionava me, e che veglia da quasi cinquant''anni la popolazione della città in cui negli anni ''20, per difendere la
democrazia e un sentimento condiviso di civiltà, si impedì l''accesso alle
migliaia di fascisti armati guidati da Italo Balbo. Parlo delle Barricate, naturalmente, cui parteciparono generosamente uomini, donne, ragazzi,
sacerdoti, e a cui nessuno pensò di imporre un''idea salvo quella di resistere all''arroganza di quel pensiero unico che in camicia nera
marciava su Roma.
Quel piazzale è quindi l''agorà di Parma, il luogo naturale, elettivo,della discussione, della "civile conversazione". La
manifestazione di ieri aveva infatti come titolo "Le affinità elettive", e invitava tutte le
anime democratiche della città a partecipare a un incontro comune sulla politica e la cultura. Lo stesso spirito comunitario che ha candidato
Albertina Soliani, che è intervenuta alla manifestazione, alle prossime elezioni a sindaco della città. C''era la musica ("fuori dai
nostri armadi, scendiamo per strada", all''aperto, cantava allegramente una canzone di Lou Reed; e anche: "il pensiero come l''oceano non lo puoi
recintare", nelle parole di Lucio Dalla). E c''erano, prima del girotondo, le parole vive dei cittadini, non solo intellettuali di professione, come
vorrebbe la nostra Gazzetta, ma proprio tutti, artisti, lavoratori,
insegnanti, e anche molti giovani.
Bernardo Bertolucci, assente giustificato, ha mandato un messaggio di adesione, e sono state lette alcune delle voci
contro il "regime" raccolte nel libro diffuso dall''Unità, Non siamo in vendita, frase che è stata
rivendicata dal popolo degli autoconvocati di Parma come manifesto della dignità, della lotta politica, dell''opposizione contro chi vorrebbe
comprare i diritti di uomini e donne, le istituzioni, e i linguaggi irriducibili della cultura e dell''arte. Per spegnerli,
naturalmente, per cancellarli, oppure omologarli. Per renderli innocui, televisivi,
pubblicitari. Per prostituirli. Sarebbe stata una grande festa (e in parte la è stata), questa di Parma, se non l''avesse guastata il terribile lutto
di Bologna. Ma una cosa era certa, e sentita: il dissenso, le parole di opposizione ferma, le parole e le manifestazioni a difesa dei diritti e
della pluralità delle idee, contro le tentazioni di regime, e la condanna al devastante monopolio mediatico del presidente del consiglio, sono
diverse di natura, in antitesi alla violenza e all''assassinio. Anche per questo, ha detto qualcuno tra gli applausi, di incontri e manifestazioni
così ce ne vorrebbero due al giorno.
Noi non abbiamo conflitti di interessi da difendere, e come ho detto a un''inviata della Rai, ci vuole amore per fare
opposizione. Anche questa parola rischia, come libertà, di essere banalizzata dall''abuso e dalla
retorica pubblicitaria di chi ci vuole governare coi sondaggi. Ma il succo è proprio questo: ci vuole amore per il proprio Paese per trovare la forza
di opporsi, di manifestare, di scendere per strada, di ritrovarsi insieme a progettare la politica, ovvero
l''essere-in-comune. Per parlare - anche questo è stato detto nella piazza del Partigiano - di poesia e di
bellezza, di risveglio delle menti dall''ottundimento psichico in cui anni di potere mediatico fuori controllo, e privo di una vera resistenza
culturale, hanno rischiato di condannare gli italiani. Per rivendicare una politica della bellezza, della libertà, dei diritti, per risvegliarci
dall''anestesìa collettiva. Per dire ancora una volta che noi, come la vera bellezza, "non siamo in vendita". Come centinaia di migliaia di
persone si apprestano a dire con dignità alla manifestazione di Roma promossa dalla CGIL.
Se
vuoi leggerlo on line
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=PAROL&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=7518
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