Medaglia d'oro della città di Parma a MARIO TOMMASINI per le battaglie civili volte al superamento dell'emarginazione delle persone in condizioni di debolezza e fragilità, per l'affermazione dei principi di solidarietà, amore e giustizia per il maggior benessere della nostra gente.
 

LISTA MARIO TOMMASINI - LIBERA LA LIBERTA'

HOME PAGE

Quale chiesa vogliamo?

 

La Chiesa dalla parte dei deboli e i poteri forti non possono, né debbono schiacciare tutto sotto il rullo compressore degli interessi personali o di casta.

La politica deve fare un passo indietro e diventare servizio vero all’uomo, ricerca appas­sionata del bene comune. Il liberismo senza regole etiche è da condannare con forza poiché non ha l'uomo al centro dei propri interessi,  ma il profitto. Noi siamo dalla parte dei deboli,  di chi non ha voce.

  Gli intrecci e i legami tra affarismo, illegalità e personaggi di determinate aree politiche sono sotto gli occhi di tutti. La protesta democratica e civile, motivata e articolata, da portare avanti nelle sedi istituzionali del Paese deve trovare la Chiesa attenta e non paurosa e defilata.

  Non possiamo giocarci la profezia per un misero piatto di lenticchie.

  Il grido dei poveri ci obbliga a fare chiarezza, a farci voce profetica,  a ricordare il bene a tempo opportuno e inopportuno,  a gridare il nostro no a tutto ciò che va contro l'uomo.

Non serve in questo senso né l'applauso alla magistratura scomposta, né alla politica arrogante. Sono preoccupato del clima che si sta creando in Italia di scontro e non di dialogo.

  Sarebbe opportuno, considerato il peso morale che tutti ci riconoscono, che la Chiesa scenda in campo, abbandonando atteggiamenti neutrali e omertosi, per ricucire il dialogo, per spingere i protagonisti di questa partita drogata a fare un passo indietro,  a riflettere sul proprio ruolo istituzionale al cui servizio sereno e impegnato professionalmente ognuno deve attenersi. La politica come servizio di carità all'uomo, i magistrani come servizio alla verità per l'uomo mi auguro che si imporranno per un'Italia che brilli in Europa e nel mondo per l'esercizio della democrazia e il rispetto delle sue regole.

  1) L'accesso alla casa per le fasce deboli. Il mercato delle case a Parma è a prezzi spropositamente alti. Senza alcun intervento pubblico. Benché il Comune sia detentore della competenza quanto a politica della casa. La insignificante "Agenzia casa" del Comune si rivolge solo a chi ha reddito annuo non inferiore a 37 milioni e non superiore a 60 milioni. Anche agli stranieri dunque purché ricchi. Non trovano casa coloro che si vogliono sposare, coloro che vogliono andare a vivere per conto loro, i vecchi (se non l'hanno in proprietà) la perdono. Inaccessibili ai poveri. Inaccessibili agli stranieri, con l'aggravante del razzismo contro di loro.

  2) Consentire che si realizzi a Parma almeno un Centro Sociale Autogestito. La maggior richiesta che proviene dai giovani (anche se a volte le motivazioni sono banali) è di spazi. La Giunta Ubaldi li ha inebetiti di spettacoli "per loro", ma non ha concesso nessun spazio ai giovani. Chi volesse crearne uno intelligente, non a carattere speculativo (esempio, appunto, un Centro Sociale) dovrebbe misurarsi con l'impossibilità di sostenere gli affitti del mercato libero. Lo stesso Comune applica i prezzi di mercato per gli affitti dei locali di sua proprietà alle associazioni: dice che la legge lo obbliga a farlo ma è un falso (come con avvocati e leggi alla mano gli abbiamo dimostrato). La legge consente il prezzo di mercato, non l'impone affatto. Seguire questa via per il Comune (I'attuale) è un metodo per imbavagliare l'opposizione (e direi anche la democrazia): si impone prima all'associazione l'affitto di mercato e poi – se il  suo programma è condiviso‑ le si da un contributo che possa consentirle di pagare l'affitto.

  3) Informazione indipendente. Certamente un governo cittadino di sinistra non potrà comprare la Gazzetta, ma forse promuovere una radio? Una televisione? E' un aspetto essenziale. Non si può accettare di essere perennemente sottoposti a censura.

  4) Mezzi pubblici gratuiti. O praticamente gratuiti.

  5) Città accogliente: verso tutti, verso gli stranieri certamente, anche con cordialità. Ma anche in termini " alberghieri": devono esistere " alberghi" decorosi dove si possa spendere somme normali. Oltre centomila lire per un letto per una notte è proibitivo.

  6) Abbandonare finalmente l'ubriacatura ideologica sulla sicurezza. Anzi occorre ribaltarla: sono gli stranieri ad aver motivo di avere paura. Togliere tutte le telecamere che Ubaldi ha fatto mettere in città.

  7) Ripristinare il senso e la pratica della democrazia e della partecipazione: nel vivere e nel rapporto con le istituzioni. Nessuno più nemmeno partecipa, come pubblico, alle riunioni del Consiglio Comunale. Per entrare in Comune si devono usare pass, superare porte chiuse, sembra di entrare in una gioielleria.

  8) Basta con i sindaci autoritari!

  9) Quartieri multirazziali pluralisti e solidali. I quartieri multirazziali non sono "più insicuri" o più degradati", sono quelli dove si può vivere meglio: a contatto con i bisogni che la gente esprime, tra minore indifferenza, forse con più gioia.

  10) Bilancio partecipativo. E' una pratica promossa anche a Porto Alegre. Molto sinteticamente si tratta di questo: una (pur piccola) parte del bilancio del Comune viene data da spendere alla popolazione, a un quartiere, che decide a maggioranza cosa sia meglio fare.

 

 

Webmaster - Urbanetto Factory - c.p.497 Parma sud Montebello - tel.0521-533848