Medaglia d'oro della città di Parma a MARIO TOMMASINI per le battaglie civili volte al superamento dell'emarginazione delle persone in condizioni di debolezza e fragilità, per l'affermazione dei principi di solidarietà, amore e giustizia per il maggior benessere della nostra gente.
 

LISTA MARIO TOMMASINI - LIBERA LA LIBERTA'

HOME PAGE

Riflessioni sulle tematiche ambientali

 

Una premessa metodologica. La trasversalità della questione ambientale.

Per loro natura le tematiche ambientali sono trasversali: interessano tanti aspetti della vita della comunità cittadina e sono importanti determinanti della sicurezza e della qualità di vita delle persone. Pensare dunque di incidere su di esse in modo significativo in un’ottica limitata è illusorio ed, anzi, può essere dannoso. Bisogna poi considerare che dal tipo di politica ambientale di una amministrazione è possibile capire molto sulla vera natura, sulle reali motivazioni e sui veri obiettivi delle sue scelte. La trasversalità della questione ambientale è particolarmente evidente riflettendo su alcuni settori considerati spesso distinti dalle politiche di ambiente:

a)      le politiche territoriali ed urbanistiche. Le recenti polemiche sul PRG sono state beceramente ricondotte ad una stantia contrapposizione tra un atteggiamento vincolistico (la Provincia, strumento della “sinistra” cattiva) ed uno liberista, attento alle esigenze di sviluppo (il Comune buono che dice di sì alle richieste dei cittadini). In realtà la gestione dell’urbanistica è, tra le altre cose, un potente ed indispensabile strumento di politica sociale ed ambientale. Ad esempio, prefigurare uno “sviluppo” a macchia di leopardo vuol dire porre le basi perché, all’interno dello stesso territorio, esistano cittadini, vie, frazioni di serie A e di serie B, con dotazioni di servizi (anche ambientali) decisamente minori. Ancora, eliminare corridoi infrastrutturali o naturali farà forse contento nell’immediato qualche proprietario o qualche impresa ma riduce significativamente la qualità della vita per molti anni a venire. Che dire poi della concezione secondo cui “tutto dev’essere concentrato in città”: se meno gente dovesse ogni giorno dalla provincia venire in città il traffico sarebbe minore e l’aria migliore!

b)      le politiche sociali e sanitarie. La sostenibilità ambientale è anche un obiettivo sociale e sanitario. E, di converso, non ci può essere vera sostenibilità se non si avviano dinamiche di giustizia sociale. Il tema è complesso e, per certi aspetti, ancora in evoluzione. Basti tuttavia pensare al fatto che gli squilibri ambientali sono pagati soprattutto dalle fasce deboli, sia con costi aggiuntivi che con marcatra riduzione della qualità della vita (l’esempio degli effetti dell’inquinamento atmosferico su anziani, bambini e soggetti affetti da patologie croniche è illuminante).

c)      le politiche di partecipazione alla vita amministrativa. Ancora più che negli altri settori della vita amministrativa di una comunità, il coinvolgimento attivo di cittadini, famiglie, imprese, associazioni nelle scelte ambientali è una necessità. Una impostazione autoritaria e dirigista delle politiche ambientali è destinata inevitabilmente a fallire, spesso al di là del merito stesso delle scelte. Due sono i motivi essenziali (oltre ad esperienze ormai diffuse e consolidate) che portano a ritenere l’approccio “bottom up” assolutamente necessario. Prima di tutto, il conseguimento di obiettivi ambientali richiede mutamenti nei comportamenti di cittadini, famiglie, imprese: se il cittadino non vuole fare la differenziata, non bastano le ordinanze o le multe! Se non c’è consapevolezza che con le PM10 alte ci ammaliamo e moriamo di più, hai voglia di sguinzagliare vigili e dare centinaia di multe (magari senza avvisare per tempo delle decisioni prese). In secondo luogo, molte scelte strategiche in questo settore suscitano accesi cnflitti, tra Ente pubblico e privati e tra gli stessi privati: una corretta gestione dei conflitti ambientali non è quindi un lusso ma una necessità assoluta. Essa richiede capacità e volontà di attenzione e di dialogo, un’adeguata, corretta e continua informazione anche attraverso i media, comportamenti pubblici che spingano coerentemente verso atteggiamenti responsabili (i rifiuti che produciamo dobbiamo gestirli noi) e non irresponsabili (i rifiuti che produciamo noi li regaliamo ad altri): esattamente l’opposto di ciò che si è fatto in questi anni! Essenziale è anche il grado di controllo sociale sul territorio e fondamentale il ruolo di associazioni ed organi di decentramento.

d)       le politiche del personale e del bilancio. Le politiche ambientali efficaci richiedono coinvolgimento e consapevolezza: o gli obiettivi sono condivisi innanzitutto dalla propria struttura amministrativa e tecnica: in mancanza di ciò, od in presenza di delegittimmazione della struttura, sono destinate ad ammalarsi di schizofrenia (basta leggere in serie l’evoluzione pratica di certe promesse elettorali del 98) e fallire.

e)      le politiche economiche. La tutela dell’ambiente ha importanti e complessi risvolti economici. Gli impatti di industria, agricoltura e terziario sono tra i maggiori determinanti della pressione ambientale. Viceversa, la tutela dell’ambiente può essere essa stessa un campo di sviluppo economico: pensiamo alla necessità assoluta di adeguare la struttura impiantistica della città (nuovi impianti di compostaggio, impianti moderni di trattamento/smaltimento, rete fognaria, rete delle stazioni ecologiche attrezzate, investimenti nella produzione/distribuzione di energia, bonifica dei siti inquinati, difesa del territorio dal rischio idraulico) ed al ripensamento della logistica

f)        le politiche istituzionali e di sicurezza pubblica. Vivere i rapporti con le altre istituzioni, con i Comuni minori in una logica di competizione feroce (si ricordino anche in questo caso le polemiche sul PRG) vuol dire rendere impossibile la gestione dei temi ambientali che, per loro stessa natura, non rispettano i confini amministrativi: se alla chiusura del centro urbano di Parma (misura di per sé di efficacia non proporzionale ai disagi inflitti) si associa un messaggio, volontario o meno, di richiamo a “venire in città perché senza traffico è più bella e i negozi sono aperti”  oltre al danno ci può essere la beffa. Non è possibile per il Comune maggiore affrontare davvero temi quali l’acqua, l’aria, i rifiuti senza accrescere la propria capacità e volontà di decidere insieme a Provincia ed altri Comuni. La sicurezza ambientale è un elemento imprescindibile del grande tema della sicurezza: la città di Parma è ad elevato rischio di esondazione in una larga parte del proprio nucleo urbano (potrebbe esserci necessità di evacuare migliaia di persone!) anche se la consapevolezza del rischio appare ridotta sia nei cittadini che nelle amministrazioni pubbliche: dovrebbe essere la priorità delle priorità!

Alcune proposte su temi specifici

I)                    La qualità dell’aria. Un nuovo Piano Urbano del Traffico (ma esiste quello vecchio?) fondato sulla creazione di parcheggi non solo per le persone ma anche per le merci, sullo studio di rapporti organici tra flussi di traffico cittadini ed extraurbani, sulla ridefinizione delle linee di trasporto pubblico, su un utilizzo spinto della intermodalità. Impegno del Comune ad eliminare i propri mezzi inquinanti (e quelli delle aziende partecipate) ed a ricercare incentivi per l’adeguamento del parco privato. Limitazioni al traffico solo su base sistematica e non estemporanea. Adeguata programmazione temporale dei cantieri stradali. 

II)                   Per una efficiente gestione dei rifiuti. Nonostante la necessità di esportare, a diverso titolo, tutti i rifiuti, la produzione è in aumento e la differenziata è “piantata”.  La situazione ci rende poi completamente dipendenti da altri sistemi territoriali.

- maggiore coinvolgimento dei cittadini e delle imprese (metodi per la quantificazione dei rifiuti, logiche tariffarie premianti)

-         politiche per la riduzione dei rifiuti (troppo timide, tardive e scollegate tra loro le sperimentazioni in corso) con coinvolgimento di produttori e distributori

-         Raccolta Differenziata: estensione dei metodi di raccolta “porta a porta”, azioni rivolte specificamente alla struttura comunale e ad altre strutture pubbliche (es. scuole)

-         Una nuova rete di impianti inseriti in una logica provinciale ed interprovinciale: non basta Mezzani (quando ci sarà), occorre per lo meno triplicare la nostra capacità di compostaggio e porsi il problema di una migliore selezione/trattamento dei rifiuti che escono dal preselettore.

-         Accordo con Reggio. La situazione attuale è la dimostrazione che la nostra situazione non è “tranquilla”. Parma ha bisogno di sicurezza anche da questo punto di vista: se l’accordo non viene messo in opera (lavori per un nuovo forno) un impianto dovrà essere localizzato sul nostro territorio (è la promessa del Sindaco dopo le elezioni del ’98 ed è ciò che stanno facendo a Piacenza: siamo meno bravi?)

-         Censimento e bonifica dei siti inquinati (i cittadini devono essere sicuri di cosa si nasconde nel suolo dove vivono e lavorano)

III)                 Le attività estrattive. Tema molte volte dimenticato ma in grado come pochi di peggiorare la vita dei cittadini! Occorre limitare la creazione di nuove cave isolate a forte impatto sul territorio e sulla viabilità (es. Panocchia e Martorano). Il Comune deve impegnarsi ad utilizzare una frazione significativa di inerti riciclati nelle proprie opere pubbliche.

IV)                 La tutela dell’acqua. Adeguamento pianificato del sistema fognario-depurativo. Accordi di programma con i Comuni vicini per il risanamento di corsi d’acqua di interesse comune. Impegno a ridurre le perdite acquedottistiche. Diffusione di reti separate per acque bianche e nere e di sistemi di collettamento/riserva di acqua.

V)                  Produzione ed uso razionale di energia. Impegno temporale definito nel collegamento della centrale a TurboGas ai quartieri cittadini. Identificazione e risanamento delle zone soggette ad inquinamento elettromagnetico elevato (non ci sono solo le antenne, ci sono anche scuole troppo vicine a linee elettriche!). Piano per l’interramento delle linee esistenti in territorio urbano e per la non realizzazione di altre linee aeree.

VI)                 Gestione sostenibile dei servizi pubblici locali. Incentivazione a politiche private od aziendali per il risparmio idrico ed energetico, anche attraverso la leva tariffaria.

VII)               Protezione civile. Priorità assoluta alla messa in sicurezza delle zone della città di Parma a rischio di esondazione (realizzazione delle Casse di Espansione anche con strumenti amministrativi straordinari).

 

 

 

Webmaster - Urbanetto Factory - c.p.497 Parma sud Montebello - tel.0521-533848