Estratto da Salvatore Lo Presti, "Fatti e Leggende Catanesi", Studio
Editoriale Moderno, Catania, 1938.
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PEPPA, LA CANNONIERA
Era nata a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, ed
il suo vero nome era quello di Giuseppa Bolognara.
Pero`, per i catanesi, essa fu e rimarra` sempre <>: una delle piu` care figure dell'insurrezione del 31 maggio
1860 contro gli ultimi sostegni della crollante tirannide borbonica.
I cultori delle patrie memorie non ignorano quanto avvenne in
Catania in quella storica giornata, in cui le squadre catanesi, pur
essendo male armate, tennero coraggiosamente testa, per ben sette ore,
a oltre duemila borbonici.
Fu appunto in quella giornata che il valore di Giuseppa Bolognara
rifulse in due episodi, tuttora vivi nella memoria dei catanesi: il
primo, avvenuto nei pressi della Piazzetta Ogninella, e l'altro, nella
Via Mazza, in prossimita` dell'attuale Piazza San Placido.
Ferveva accanito il combattimento ai Quattro Canti contro le
soldatesche borboniche, le cui maggiori forze erano concentrate in
Piazza degli Studi; dietro una barricata fornita di due pezzi di
artiglieria da campagna.
Gli insorti, con l'aiuto dei Giuseppa Bolognara riuscirono a
trasportare un cannone alle spalle dei borbonici, piazzandolo
nell'atrio del Palazzo Tornabene, nella Piazza Ogninella. Aperto di
colpo il portone del palazzo, il pezzo venne scaricato dietro i
nemici, che, colti di sorpresa, si diedero a precipitosa fuga,
riparando in Piazza degli Studi e nel Palazzo Comunale, abbandonando
un cannone sulla via.
Sorse, allora, il proposito, da parte di Giuseppa Bolognara e degli
insorti, di sfruttare le conseguenze del colpo fatto: impadronirsi,
cioe`, del pezzo nemico.
Ma tutti gli sforzi per raggiungere lo scopo riuscivano vani,
perche` dalla Piazza degli Studi i soldati borbonici sparavano senza
posa e non permettevano nessuna sortita.
Fu Peppa che; nel frattempo, aguzzo` l'ingegno: prese una lunga e
robusta fune, fece un cappio e, standosene al coperto dietro la
cantonata della casa Mancino, lo lancio` sul pezzo abbandonato.
Il tentativo riusci` a perfezione, provocando negli astanti il piu`
vivo entusiasmo.
Il secondo atto eroico di Peppa e` cosi` narrato dallo storiografo
Vincenzo Finocchiaro (1):
<> di casa Biscari e
lanciare qualche palla contro la nave di guerra che gia` bombardava la
citta`, coadiuvata dal fuoco di due mortai posti sui torroni del
Castello Ursino. Appena pero` quei popolani sboccarono sulla Via del
Corso, videro in fondo a Piazza Duomo due squadroni di lancieri che si
apparecchiavano alla carica. Temendo d'essere presi, scaricarono
all'improvviso i loro fucili, abbandonando il cannone gia` carico; ma
Giuseppa Bolognara resto` impavida al suo posto e con grande sangue
freddo improvviso` uno stratagemma dando nuova prova del suo
meraviglioso coraggio. Sparse della polvere sulla volata del cannone e
attese tranquilla che la cavalleria caricasse; appena gli squadroni si
mossero, essa diede fuoco alla polvere ed i cavalieri borbonici
credettero il colpo avesse fatto <> prendendo soltanto fuoco la
polvere del <>. Si slanciarono percio` alla carica, sicuri di
riguadagnare il pezzo perduto: ma, appena avvicinatisi di pochi passi,
la coraggiosa donna, che li attendeva a pie` fermo, diede fuoco alla
carica con grave danno degli assalitori, e riusci` a mettersi in
salvo>> (2).
Peppa, la Cannoniera, per i suoi atti di eroismo, ebbe assegnata
dal Governo Italiano la medaglia d'argento al valore militare e una
pensione di 9 ducati mensili dal Comune di Catania; pensione che, piu`
tardi, come risulta dai due seguenti documenti, venne tramutata in una
gratifica, <>, di 216 ducati:
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Ultima revisione: 30 aprile 2002.
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