Il Melzì Scientifico - Sicilia
- Sicilia (ant. Trinacria, o Triquetra, geog.
La maggiore delle is. it. e del Meditterraneo, la 30ª del globo, a S. O. della penis. it., da cui è divisa per lo str. di Messina. Ha la forma di triangolo, i cui vertici son i tre capi princ. Comprende 9 prov.:
Palermo, Messina, Catania, Siracusa, Ragusa, Enna, Caltanisetta, Agrigento e Trapani.
- Animali: Ovini, capre, bovini, equini, pesci (tonno, pesce spada, sardelle).
- Capi princ.: Oltre i nove capiluoghi di provincia, la Sicilia conta oltre 20 centri minori, la cui popolazione supera i 25 000 ab. Sulla costa settentrionale, oltre Palermo, il princip. centro è Termini Imerese; tra Messina e Catania sono frequentatissimi dai forestieri, Taormina e Giardini, e notevoli per i loro prodotti Giarre, Riposto e
Acireale.
Intorno a Siracusa e Ragusa sono notevoli Avola, Noto, Modica, Vittoria Grammichele e Caltagirone. Nel centro, oltre Caltanisetta e Enna, sorge Piazza Armerina. Presso Agrigento si nota Porto Empèdocle. Sulla marina meridionale: Licata e Gela. Ad occidente, oltre Trapani, so notano Alcamo, Marsala e Mazara del Vallo.
- Clima: Mediterraneo. Il grande calore è temperato efficacemente dalla brezza (media temper. estiva 24°). Scarse le piogge; la neve cade solo sulle alte montagne, e specialmente l'Etna. Gran tratto del littorale, specialmente quello africano è malarico.
- Comuni: 348 (15 luglio 1929).
- Comunicazioni: Parecchie linee di navigazione toccano la Sicilia; frequentissimo è lo Stretto di Messina. Le comunicazioni col continente si svolgono in generale per mezzo di ferry-boats, tra Messina e Villa S. Giovanni (o Reggio di Cal.). La rete ferroviaria interna è bene sviluppata: la Sicilia segue solo il Piemonte e la Lombardia per lunghezza assoluta di linee (1750 chil.).
- Confini: Al N. col mar Tirreno; all'E. col mar Ionio e con lo stretto di Messina; al S. ed al S. O. col mare Africano.
- Fiumi princ.: Sono numerosissimi, ma solo durante la stagione delle piogge ricchi d'acqua. In quel periodo sono pericolosissimi per la velocità e i detriti che trascinano. Il princ. sistema fluviale è quello del Simeto (o Giarretta, 116 chil.), che raccoglie tra gli altri il Salso, il Dittaino, e la Gurnalunga e sbocca nel Ionio; seguono l'Imera meridion. (o Salso, 120 chil.) e il Platani (110 chil.), che sboccano nel mare Africano.
- Golfi: Al N. il golfo di Castellammare di Palermo, di Termini e di Patti; ell'E. quelli di Catania, di Augusta e di Siracusa; al S. quelli di Terranova e di Sciacca.
- Industrie: Notevole la minerarie (solfo); seguono per importanza quella marittima e della pesca (tonno, sardelle conservate). Diffuse le indistrie derivate dall'agricoltura, quali la fabbricaz. della conserva di pomodoro, e delle paste alimentari. Le industrie meccaniche e chimiche sono sviluppate solo a Palermo.
- Isole: A N. il gruppo delle Eolie, ed Ustica; ad O. il gruppo delle Égadi; a S. Pantelleriw, le Pelage e il gr. di Malta (brit.).
- Laghi: Quello di Lentini nella piana di Catania.
- Minerali: Ricchissima è la produzione dello solfo (2 200 000 tonn.) per cui la Sicilia ebbe lungo tempo il primato. Seguono l'asfalto (112 000 tonn.) e il salgemma.
- Monti princ.: Sono la continuazione dell'Appennino calabrese. Cominciano i Peloritani (M. Grande, 1374 m.), seguono i Nèbrodi ( M. del Moro, 1433 m.; M. Sori, 1846 m.), e il gruppo carsico delle Madonie (P.zo Antenna, 1975 m.); indi numerosi gr. calcarei isolati (M. S. Calogero, 1325 m.; Rocca Busambra 1615 m.; P.zo del Magazzino, 1302 m.; M. Sparágio, 1109.
La Sicilia merid. è un altopiano (altop. solfifero culminante nel Cammarata, 1578), e sostenuto ad E. dal M. Altesina (1194 m.), dalla catena degli Erei (997 m.), dal tavolato degli Iblei (M. Tauro, 985 m.).
Ma tra i Peloritani, i Nébrodi, gli Erei, gli Iblei e il mare sorge isolato il cono gigantesco dell'Etna (o Mongibello), che si leva a 3279 m.
- Pianure: La Piana di Catania, tra L'Etna e gli Iblei, dove si raccolgono gli affluenti del Simeto.
- Popolazione: 4 061 452 ad.; dens. 160.
- Porti princ: Palermo, Messina, Catania, Siracusa, Licata, Marsala, Trapani.
- Prodotti princ.: Ricchissima la produzione del grano (6 000 000 di q.) deo foraggi, degli agrumi (6 000 000 di q.) e del vino (4 700 000 hl.). Notevole anche quella del granoturco, dell'olio, della foglia di gelso e delle castagne; particolari prodotti sono il carrubo, il mandorlo, il pistacchio, le nocciole, il sommacco.
- Storia: La mitologia fa della Sicilia la culla di molti dèe ed eroi. I primi popoli, che rammenta la Storia, sono i Sicani (11° sec. av.C.), i quali vennero poi spostati dai Siculi. Questa Regione, così bene alla vista delle navi che solcano il mare attorno, e, per giunta, fertilissima, dovea, naturalmente, allettare i pop. navigatori delle prime età.
Difatti, i Fenici vi ebbero colonie inportanti, ed i Greci la conquistarono unitamente alla parte meridion. della Penisola, dando a quelle terre unite il nome di Magna Grecia: il centro più importante era Siracusa (dal 735 al 582 av. C.). Tentarono conquistarla i Cartaginesi, i quali, perdutala e riavutala più volte, dovettero, finalmente, cederla ai Rom. (241 av. C.), che ne formarono il loro granaio. Sotto tale dominio, la Sicilia fu spesso teatro di guerre, come nel 2° sec. av. C., per la sollevaz. degli Schiavi, e, dal 38 al 36 av. C., per l'incontro fra Ottaviano e Pompeo Sesto.
Caduto l'Impero di Roma, la Sicilia passò agli Ostrogoti di Teodorico (493); poi venne unita all'Impero bizantino (535); e, finalmente (827) toccò ai Saraceni che la conquistarono nell'878. A guadagnarla sopreavennero i Normanni (1061), i quali, sotto Ruggero II, avuto in possesso anche il ducato d'Apulia, chiamarono le due Terre col nome di Regno delle Due Sicilie (1130). La Sicilia, passando, così, d'uno in altro conquistat., cadde nelle mani degli Angioini (1266). Da costoro si liberò con l'orgogliosa rivolta dei Vespri Siciliani (1282); ma non si resse a libertà da sola: la signoreggiarono prima gli Aragonesi, poi gli Spagnoli. Nel 1713, co nla pace di Utrecht, l'isola fu trasferita, come Regno, a Vittorio Amedeo II di Savoia; ma, in ricambio della Sardegna, fu ceduta prima (1720), all'Austria, che, per lo stesso trattato di Utrecht, avea avuto Napoli; poi (1735), per il Trattato di Vienna, all'infante di Spagna, don Carlos. Da allora in poi, spadroneggiarono sull'Isola i Borboni; furonvi le rivoluzioni del 1820, del 1848, poi i Borboni riassoggettaronla, fino al 1860, anno in cui Garibaldi coll'eroica schiera del Mille, la sollevò, conquistandola al Regno d'Italia. Nel 1866 a Palermo fuvvi un disgraziato movimento reazionario secessionista, prontamente represso; e nel 1893-94 in tutta l'isola un serio movimento dei Fasci operai, represso da Crispi con lo stato d'assedio.
- Suolo: Fertilissimo, per cui la Sicilia, ai tempi dei Romani, meritò il nome di granaio d'Italia. Il suolo è montuoso ed ondulato, ad eccezione delle due considerevoli pianure di Catania e di Palermo: quest'ultima vien detta, per la sua fertilità, la Conca d'Oro. Spiagge belle e ridenti. Le zone circostanti l'Etna sono spesso desolate da terremoto.
- Superficie: 25 738 chil.q.
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