Traduz. di Antonio Bruno
A cura di Salvo Tomaselli
A BRUNO CORRA
MIO MAESTRO ED AMICO
Con dolore mi accingo a tracciare queste poche righe di prefazione, che, ad opera compiuta, dovevano essere scritte dallo stesso sventurato traduttore.
Si è giustamente detto che la grande poesia lirica non si traduce, perchè l'idea, il sentimento, il suono difficilmente da una lingua possono essere portate in un'altra.
Antonio Bruno, anima affine a quella di Edgar Pöe, rappresenta una rara eccezione nella letteratura, perchè è riuscito a far suo il contenuto poetico del grande artista americano e presentarlo vivente.
Quel costruire sul nulla, che è nel «Corvo», e quella musica allucinante e patetica della quale è pervasa questa funebre canzone del rimpianto, e quell'originalità che rese celebre il nome del suo autore, tutti questi complessi elementi insieme, il Bruno è riuscito a renderli mirabilmente nella sua traduzione componendoli idealmente in quella unità che spesso si cerca invano nelle traduzioni delle vere opere d'arte.
Egli vi è riuscito nonostante si presentassero molte difficoltà per la ritmica agile e misteriosa dell'originale.
Edgar Pöe è stato uno dei poeti più amati da Antonio Bruno, e come lui fu un perseguitato dal destino, dall'incomprensione e dal provincialismo dei suoi conterranei.
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Il capolavoro di Edgar Pöe è «Il Corvo».
Fu composto verso il 1844.
Insieme con «A Elena» e con altre liriche forma il volume, pubblicato dallo stesso autore nel 1845, «Poemi dell'età matura».
Catania, ottobre 1932
SALVO TOMASELLI