Da Lo Specchio della città - Settembre 2002

Una vacanza diversa con i bambini della Bosnia

Parlarne ora è probabilmente troppo tardi, andando verso l'autunno tutte le attività riprendono nella loro consuetudine e i pensieri sono rivolti al lavoro o alla scuola. I più ottimisti staranno già pensando alla stagione invernale, i fine settimana in montagna, le settimane bianche, come passare le feste di Natale o Capodanno.

Eppure ho ancora in mente gli occhi e la vitalità dei bambini bosniaci. Chiamiamole come vogliamo, vacanze alternative, scelte fuori dal comune o vocazione naturale, ogni estate l'Ipsia - come tante altre organizzazioni senza scopo di lucro - tramite le sedi dislocate in tutt'Italia, in collaborazione con Comuni e A.S.L., organizza progetti di sostegno e sviluppo nei confronti di popolazioni particolarmente povere o colpite da tragedie di cui non hanno colpe.

In qualità di semplice volontario, probabilmente anche inadeguato al compito che mi attendeva, sono grato soprattutto ai bambini che avevamo il compito di "animare" per aver potuto partecipare al progetto Terre e libertà. In realtà sono stati proprio i bambini, se vogliamo, ad animare noi e a rendere una vacanza di lavoro qualcosa di indimenticabile. Credo sia l’ideale per quanti cercano un'esperienza che li faccia sentire in pace con se stessi, provando a dare quel poco che si può in una settimana a una popolazione provata da anni di guerra ma soprattutto per quello che loro danno a noi, più o meno adulti che veniamo da lontano. Nonostante le difficoltà di una lingua sconosciuta ai più, anche se tanti parlano o capiscono l'inglese, gesti e sorrisi quasi mai lasciano indifferenti.

Vedendo i bambini per strada alla fine della giornata di scuola estiva, veniva voglia di restare con loro. Certamente avremmo voluto fare di più, con la spinta anche della gente del luogo – di Matuzici (Doboj jug) nel mio caso – per la quale la nostra presenza è ritenuta importante. Speriamo nei progetti dei prossimi anni. Organizzare giochi e attività era una gioia talvolta più per noi che per i bambini stessi, i quali sembravano apprezzare il nostro lavoro.

Da parte mia inviterei ad avvicinarsi ai tanti progetti già in fase di sviluppo in varie parti del mondo per conoscere luoghi e persone fuori dal comune. I gruppi che si formano tra i ragazzi italiani sono piacevoli e affiatati anche oltre il lavoro sul campo, instaurare un rapporto continuo per fare qualcosa di utile che rimanga sul posto sarebbe veramente il pieno successo di un impegno che per me è stato un piacere come mai ne avevo provati nelle precedenti vacanze.

Gianpaolo Capozzi

Per informazioni: http://www.acli.it/ipsia/volontariato.htm

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