Era il 5 maggio di trent'anni fa...

"Perché a Pisa, a perpetrare l'orribile assassinio di Franco Serantini, lavoratore studente, e a tentare di mandarlo impunito, si sono indubbiamente dati voce e mano, non senza un qualche ammiccamento da Roma, tutte le componenti del poderoso apparato repressivo: polizia, magistratura e galera. I poliziotti hanno infatti massacrato a mazzate il giovane sventurato; i carcerieri, in complicità con i vari funzionari della prigione, lo hanno abbandonato senza cure nella sua straziante agonia; e infine un giudice ha creduto di gettare sull'atroce dramma la gelida coltre burocratica della sua verbalizzata indifferenza, fingendosi di non accorgersi che interrogava un morente raccogliendone la deposizione solo più ad memoria"

(Umberto Terracini, Rinascita maggio 1972)

Franco Serantini, vent'anni, anarchico, partecipa ad una manifestazione antifascista contro il comizio del msi a pisa. le forze dell'ordine della repubblica italiana (ma non era antifascista?) caricano violentemente il presidio. durante una delle cariche Franco Serantini si ritrova isolato e senza alcun tipo di arma, di difesa o di offesa, circondato da un nugolo di celerini. viene massacrato di botte (vi ricorda qualcosa?). viene trasportato nella caserma dei carabinieri (vi ricorda qualcosa?). Interrogato, dichiara di essere stato raggiunto dai poliziotti mentre scappava, e colpito, soprattutto alla testa, da una decina di loro. nonostante accusasse forti dolori al capo, viene rinchiuso in isolamento il 6 maggio. Il 7 maggio viene ritrovato privo di sensi nella sua cella. pochi minuti dopo muore. I cavatori di marmo di Carrara donarono un monumento per ricordare franco Serantini. Fu posto davanti all'edificio dove franco Serantini abitava allora: un istituto di rieducazione. Perché franco Serantini era senza famiglia, ed era cresciuto tra orfanotrofi e istituti. aveva trovato il suo ambiente familiare nella vivacità e nelle iniziative dei gruppi antagonisti di Pisa. il suo gruppo anarchico era intitolato a Giuseppe Pinelli (vi ricorda qualcosa?). la gestione della piazza, il cinque maggio, era stata del primo raggruppamento celere di Roma (vi ricorda qualcosa?).

Tutti i celerini, al processo "non ricordarono" che cosa fosse successo a franco Serantini. per la sua morte non ci fu nessun colpevole (vi ricorda qualcosa?). "Io sto dalla parte delle forze dell'ordine e lo confermo a prescindere'' "non ci sono stati eccessi nella gestione della piazza da parte delle forze dell'ordine" sono dichiarazioni di un ministro della repubblica e di uno dei capi dell'opposizione. sono del 1972 o del 2002? Scegliete voi.

La memoria di Franco Serantini ci serve oggi per avere una chiave interpretativa precisa dei fatti che stanno succedendo. usare la sua storia di allora per capire la nostra di oggi è forse il migliore omaggio che gli possiamo rendere: Anche meglio del monumento dei cavatori. sotto il monumento a Franco Serantini mi è capitato spesso di studiare, o di mangiare un panino: è a due passi dalla facoltà di economia, in una piazza alberata, con panchine, piccioni e vecchietti, tutte cose piccole e reali, come la storia che vi ho raccontato. per me significava sottrarmi al vuoto pneumatico di idee e vivacità intellettuale che regnava in facoltà, e rifugiarmi in un luogo della memoria, vero anche se doloroso.

La storia di Franco Serantini la appresi da un libro, "il sovversivo", di Corrado Stajano, da Einaudi: sta uscendo in questi giorni, in occasione del trentennale del suo assassinio, la ristampa; per fortuna, perché il libro è introvabile in libreria, si può trovare solo nelle biblioteche comunali.

Saluti a tutti. Michele

La tomba di Franco Serantini è sempre piena di fiori. Garofani rossi dei compagni, umili fiori delle donne di Pisa. "Franco Serantini anarchico ventenne colpito a morte dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista", dice la lapide.