FONTE http://www.cobianchi.it/cobianchi/progetti_classi/biologico_sanitario/avevamo_20anni/episodio.htm
a cura di Memoria di Classe

Un episodio particolare

Analizzando le diverse risposte alla domanda" Ricorda un episodio significativo?", abbiamo verificato che la maggior parte degli intervistati ricorda con più frequenza episodi drammatici di morte di uccisione o ferimento di amici e parenti. Ciò é possibile riscontrarlo nelle risposte del Sig. Balesini:

....Ricordo l'uccisione del comandante Cinelli, mi é rimasta impressa. E' stato preso vicino a Carpeneto. Poi altri morti, mio zio aveva un'osteria a Bracchio in cui andavano anche i fascisti, é stato preso e ucciso vicino alla Colonia Motta....

Il sig. Buscaglia ricorda l'episodio della staffetta:

....Allora venivamo giù a Premosello, comandavamo noi, dove erano saltati i ponti e treni non passavano più. I fascisti dovevano rifornire di vestiario, di viveri, di tutto quelli che erano dentro a Domodossola e lo facevano con le auto colonne blindate. Un giorno eravamo in piazza nel paese mentre arrivava un'autocolonna, prima di arrivare in paese si fermava e mandava avanti una staffetta in moto, per attraversare il paese. Se non vedevano tornare indietro voleva dire che c'era qualcosa di sospetto perché sapevano che c'eravamo noi e i partigiani in giro perciò l'autocolonna attraversava il paese in assetto di guerra, se invece la staffetta non tornava indietro voleva dire che la via era libera, si fermava dopo il paese e l'autocolonna passava. Io ero dove c'erano le scuole, accanto a dei pilastri. Arriva l'autocolonna ed io e il mio amico vediamo che si ferma davanti all'ospedale e manda avanti la staffetta. Arriva vicino a noi, non ci vede e si ferma vicino alla fontana e questo ce lo dice a segni una vecchietta dalla finestra. Io avevo il moschetto e il mio amico uno Sten inglese. Pian pianino siamo arrivati vicino alla fontana, siamo saltati fuori di colpo urlando: "Mani in alto!", lui ha fatto per prendere la pistola ma il mio amico gli ha dato una pedata facendogli volar via la mano e io gli ho preso la pistola. Dietro le case c'erano nostri amici, si sono nascosti perché intanto arrivava l'autocolonna ma poi sono venuti a prendere la moto e noi dietro con il prigioniero. Abbiamo appena fatto in tempo, l'auto colonna e' passata e perciò non ci hanno fatto niente....

Buscaglia ricorda anche quando una sera si ritrovò un fascista ferito sulla sua spalla:

....A Palazzo Flaim c'era la casa del fascio e la caserma Simonetta dove i fascisti erano accampati da dove un pattuglione partiva tutto le notti per andar a fare la guardia alla casa e al mattino ritornava. Una sera ci siamo informati sulla strada che facevano e così ci siamo fermati nascosti sulle scale di una villa e altri verso il bosco; quando è entrato il pattuglione gli altri sono saltati fuori urlando: "Mani in alto!" e noi ci siam messi a sparare per rispondere ai loro colpi. Il Tenente Mosca vicino a me disse: "Ah! sono ferito, sono ferito". L'unico con il mitra si è buttato in mezzo, continuavamo a sparare alla cieca perché era buio. Poi sono arrivate le autoblinda li bisognava scappare, non potevamo affrontarli solo con il moschetto. Siamo corsi via, io mi sono fermato in un angolo, si intravedeva qualcosa appena ma non si capiva era buio, era l'inverno del '43 o del '44. Continuo a rimanere li per vedere se arriva qualcuno, sentivo sparare e poi una mano sulla spalla che mi tocca, pensavo fosse uno dei miei, invece allungo un braccio e sento un elmetto e capisco che era uno di loro ferito che era scappato. Io gli ho tolto l'arma sono arrivati i miei amici e lo abbiamo portato sul Monte Rosso, ma non sapendo cosa fare bene, gli abbiamo dato una pedata, lui e' caduto e noi siamo saliti fino in cima al monte....

La Sig. Bussi ricorda con molta impressione l'uccisione dei Martiri di Fondotoce:

....Quando hanno fucilato i martiri di Fondotoce, prima li avevano rinchiusi dentro la villa, li avevano pestati e addirittura i tedeschi avevano invitato gente del posto per una festa. Mi ricordo esattamente quando li fecero sfilare: una donna portava il cartello "i soldati liberatori sono tornati" e dietro lei c'era un tenente con aria fiera. Poi vennero uccisi a Fondotoce, se ne salvo' solo uno. Mi sono sempre chiesta come mai non hanno tentato di fuggire, erano in 43 e magari qualcuno si sarebbe salvato. Sono momenti tristi, ma ricordo anche momenti belli come quelli in cui si aveva voglia di migliorare la società in tutti i sensi.....

Il Sig. Del Prato O. racconta con emozione quando gli mori' accanto un ragazzo ucciso da un lanciagranate:

....Questo ragazzo che era ferito allo stomaco da un lanciagranate inglese mi e' rimasto impresso, sono riuscito a tirarlo giù per le gambe, l'ho preso in spalla e mi e' proprio morto accanto. Ero pieno di sangue. Alla fine della guerra sono venuti i suoi parenti da Bergamo per recuperarne il corpo, gliel'ho tirato fuori io dalla tomba.....

La Sig. Lubatti ricorda con voce tremante la scoperta dell'uccisione di suo fratello:

....Mi telefonarono dicendomi che era successo qualcosa a mio fratello, allora lavoravo al Banco di Roma a Pallanza. Mi dissero che forse era successo qualcosa alla volante Cucciolo perché non era ancora tornata indietro, telefonai a mio padre e lui chiese informazioni a chi potesse saperle e gli confermarono ciò che avevano detto a me. Poi con una mia amica andai a Cannero in bicicletta e poi a piedi fino a Trarego e ho visto quello che non dovevo ora il ricordo è confuso, una mano forse... so solo che li hanno martoriati tutti quei ragazzi. Io capisco che in una guerra c'è uno che muore e l'altro che vive, ma non si può finirli così a colpi di calcio di fucile. Li ho rivisti poi al cimitero, quando le suore li avevano un po' lavati, ma erano conciati ugualmente.....

Al Sig. Maierna é rimasta nel cuore la morte di uno studente:

....Si chiamava Lubatti Gastone. E' morto nel febbraio del '45 a Trarego. Il nostro gruppo era andato a nascondersi in montagna a metà novembre del '43 e c'era anche lui che era ricercato. Rimase fino a febbraio, prese anche la pleurite e fu ricoverato all'ospedale militare di Baveno. Poi si nascose a Deccio per riprendersi; entro' nella formazione Cesare Battisti, poi dopo il rastrellamento fece parte della volante Cucciolo. Si fece uccidere, altri partigiani morirono con due civili e lui era ferito a un piede. Allora gli chiesero: "o ti arruoli o ti uccidiamo" e lui rispose: "voglio fare la fine dei miei compagni"; e l'uccisero. Questo per me era un vero amico....

Il Sig. Spitti racconta invece quando si finse scemo agli interrogatori dei fascisti:

....Ad un certo punto i fascisti, che conoscevano me e la mia famiglia ci presero una notte e ci portarono in caserma, man mano vedevo arrivare altra gente, altri partigiani. Ci chiedevano chi avesse rubato il ciclostile delle brigate nere, io dissi di non saperne nulla, facevo lo scemo anche se mi dissero che un mio amico aveva già confessato. Mi e' andata bene, mi hanno tenuto in caserma quattro notti, dormivo sulla paglia. Al mattino ci interrogavano e dicevano che se non avremmo fatto degli scambi, se non liberavamo un loro comandante e se uccidevamo altri fascisti ci avrebbero ammazzati. Che incoscenti che eravamo, talmente tanto da non avere paura e dormire di notte....

Infine il Sig. Righetti R. ricorda un attacco dei fascisti:

....L'attacco a Sant'Agata dove e' morto il mio amico Coscrino. Stavamo andando a Cannobio a prendere il pane, quando sul sentiero ci hanno sparato all'impazzata. E' sicuramente stata una soffiata, non so di chi ma sicuramente lo è stata. Ci sono stati anche due feriti....

Altri intervistati ricordano invece episodi meno legati alla drammaticità del periodo, forse per risollevarsi dai brutti avvenimenti. Il Sig. Menegatti ricorda un episodio molto divertente:

....Eravamo sistemati ad Armeno ed eravamo molto affamati. Scendemmo così a Orta per cercare qualche mucca, qualche maiale; siamo scesi in cinque, ma non sapevamo dove andare. Siamo così andati dal prete che ci ha aiutato in modo incredibile: disse che c'era un allevamento di maiali e che potevamo andare a vedere lì. Siamo entrati in un porcile, c'erano tanti di quei maiali! Noi abbiamo scelto il più grosso, ma quello non voleva uscire, aveva capito che avrebbe fatto una brutta fine. E allora spingi ma niente da fare. Poi ci siam fatti aiutare da altre persone e lo abbiamo trascinato in piazza, ma non dovevamo sparargli per non far allarmare i fascisti che avevano il presidio. Allora c'è uno che dice di saper fare come fanno gli allevatori e arriva con un carretto a due ruote e un muletto piccolino, solleviamo il maiale e non vi dico che fatica per quanto si dimenava e lo abbiamo messo sul carretto trascinato dal mulo che si fermava sempre. Tutto il giorno a spingere fino a quando non sono caduti in un burrone. Una nube di polvere, poi cerca giù in mezzo agli sterpi, fino in fondo alla valle poi siamo risaliti senza aver ritrovato nessuno dei due. Dopo mezz'ora, ormai rassegnati ci siam seduti su un muretto ... in fondo sentiam dei rumori, ci siamo avvicinati ed erano il mulo e il maiale che poi abbiamo riportato su....

Il Sig. Alberganti ricorda:

....La sfilata a Milano, quando era finita la guerra ... mia moglie ha poi trovato una foto con su tutta la Battisti, in prima fila a San Babila....

Gli ultimi due intervistati ricordano fughe e catture, il Sig. Cantalupi:

....Il mattino del 4 agosto del '44 sono stato catturato dai tedeschi. Eravamo partiti in gruppo per andare a Cannobio a fare la spesa, li c'era un tedesco che abbiamo rapito e portato in montagna da noi. Il nostro tenente Nico gli dettava una lettera e lui traduceva in tedesco. Io sono andato poi a Spoccia per consegnarla, c'era un posto di blocco così ho iniziato a correre, ma mi sparavano e ho dovuto buttar via il portafoglio con la lettera, correvo ma mi hanno preso. Mi hanno legato le mani, non pensi a niente in quei momenti, ti svuoti solamente. Un tedesco mi ha portato via puntando una pistola e con un cane dietro. Due miei amici mi hanno visto, si sono messi a urlare "Balilla!", il comandante tedesco gli ha sparato nei piedi per non uccidere, ma poi il tenente Nico ha alzato bandiera bianca e sono usciti....

Infine il Sig. De Angeli ci racconta:

....Ricordo il rastrellamento del 20 o 22 luglio. Hanno anche preso mio fratello....

 

A cura di Alessandra Pitillo ed Elisa Sergio