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<<Carletto Besana, nato a
Barzanò il 1 luglio 1920, di professione operaio, dopo l'8 settembre
1943 svolge intensa attività di collegamento e rifornimento fra la
Brianza e la Valsassina (Lecco) dove con il fratello Guerino
(anch'egli operaio, nato a Barzanò, il 27 settembre 1918) si era
unito a bande partigiane. Il 20 luglio 1944, Carletto, incaricato
di prelevare armi a Costa Masnaga, viene ferito a un fianco in uno
scontro a fuoco. Ricercato, è costretto a rimanere nascosto; appena
guarito ritorna in Valsassina. L'11 ottobre 1944, durante un
rastrellamento di ss italiane nella valle tra Biandino e Introbio,
Guerino viene ferito gravemente alle sette del mattino. Si trascina
su per la montagna per avvertire i compagni che lo trovano morente
alle sette di sera nei pressi di una grotta. Carletto accorre
alla notizia del ferimento del fratello che gli muore tra le
braccia. Non vuole abbandonarlo ai cani dei fascisti che battono la
valle e rimane a vegliarlo nella grotta. Viene catturato anch'esso
dalle stesse ss di stanza ad Oggiono che hanno ucciso il fratello.
Tradotto a Casargo (Lecco), viene rinchiuso con tredici compagni
in un pozzo, sottoposto a lunghi interrogatori e seviziato.
Processato il 13 ottobre 1944 a Casargo, da un tribunale misto
tedesco e fascista, viene condannato a morte. Mentre aspetta di
essere fucilato scrive poche righe alla madre: "Cara mamma, fatevi
coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho
ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma non pensate
al fratello Guerino perché l'ho assistito io alla sua morte.
Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo. Ciao." Viene fucilato alle
ore 15 del 15 ottobre 1944 presso il cimitero di Introbio (Lecco).
Vengono fucilati con lui Benedetto Bocchiola, Antonio Cendali,
Franco Guarnieri, Andrea Ronchi e Benito Rubini. Dopo il 25
aprile 1945, le salme dei due fratelli Besana vengono recuperate e
riportate al paese natale di Barzanò. Qui il 10 maggio si
svolgono i solenni funerali >>
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Sono qui riprodotte le poche righe scritte da Carletto
Besana, partigiano, prima di essere fucilato. Questa lettera è stata
anche pubblicata nel libro "Lettere di condannati a morte della
Resistenza italiana", edito da Einaudi. |
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