Fonte: Le
storie di MUVI
a cura di Memoria di Classe |
In occasione
del 25 aprile scorso Muvi lanciò, durante la trasmissione radiofonica,
l'iniziativa 'Adotta un partigiano'; essa consisteva nell'interessarsi
e nel cercare di scoprire qualcosa sulle lapidi partigiane magari presenti
nella via di casa, allo scopo di recuperare la storia del partigiano stesso
ricordato dalla lapide.
Fiammetta Auciello e Michele Dean, della redazione di Muvi, hanno deciso
di dare il buon esempio ai lettori raccontandoci la storia di Rodolfo
Pellicella, a cui è dedicata una lapide in via Orti a Milano, dove il
giovane antifascista abitava.
Per raccontarci la sua vicenda gli autori si sono avvalsi di testimonianze
orali raccolte fra chi lo ha conosciuto o ha comunque abitato in via Orti
nel periodo precedente e successivo alla seconda guerra mondiale, di fonti
bibliografiche e di documenti d'archivio.
"LEONIN",
UN PICCOLO SCOMODO ANTIFASCISTA
"A Rodolfo Pellicella umile eroe di una grande idea fucilato a Fondotoce, 20 giugno 1944."
Una lapide
inusuale, quella dedicata a Rodolfo Pellicella e che si vede nell'androne
dell'ultimo dei quattro edifici gemelli, costruiti nei primi anni del
'900 in via Orti, sulla destra per chi venga dal corso di porta Romana.
Colpiscono il passante - rispetto alle altre, generalmente più sobrie,
iscrizioni che si leggono per le strade di Milano - l'inconfondibile simbolo
grafico (falce, martello e stella) e la dedica che orgogliosamente afferma
come possibile il nesso fra la inevitabile, intrinseca limitatezza del
singolo e la incommensurabile dimensione del progetto di riscatto dell'umanità;
come a dire che, attraverso la morte eroica per l'ideale anche l'umile
ne raggiunge la grandezza.
E' indubitabilmente un testo che suona retorico, non diversamente da quelli dedicati alle figure del Risorgimento nazionale: ma appunto in un risorgere di valori di libertà e di democrazia si sperava allora, dopo gli anni della dittatura e della guerra. Un fatto, comunque, rimane: "fucilato a Fondotoce".