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RECENSIONE DAL LIBRO: "Storie digitali. Poetiche della comunicazione" da:"Storie:documentario poesia ,romanzo. Fumetti,cinema, pubblicità" (Engeli, Ed. Testo & Immagine)
Dopo aver letto questo libro è stato interessante trarre delle considerazioni su come agisce la capacità di poter  comunicare e quindi fin dai tempi più antichi poter trasmettere delle informazioni.La capacità di trasmettere, storie orali e scritte,visive e narrative ci offre infiniti campi di espressione che oggi grazie all'uso dei potenti mezzi tecnologici possiamo trasformare in eventi multimediali. Roger Schank spiega come la memoria e la comunicazione ci spingano a narrare degli eventi:questo perché la conoscenza è rappresentata da storie che raccontate aiutano a conservare i ricordi.Le storie consentono all'ascoltatore o al lettore di collegare i propri ricordi a vari punti della narrazione.Il pubblico è sempre costituito da esseri individuali e per conquistare la loro attenzione è necessario catturare il loro interesse inserendo nella narrazione esperienze personali in modo di poter ricordare associando quell'evento a un tipo particolare di sensazione.Ogni mezzo influenza il modo di formulare o ricevere un messaggio. I media conosciuti sono il fumetto,il cinema,la pubblicità, il libro.Le storie digitali sono il mezzo più veloce di poter trasmettere informazioni anche se bisogna trasmettere in tempi ragionevoli quantità di immagini e informazioni poste in sequenza ,sono più colorate di quelle dei fumetti ma meno omogenee di quelle di un film dal quale si può imparare in che modo concepire in una sequenza lineare nuove dimensioni come la complessità, la tensione e il significato.Anche la pubblicità grazie al modo persuasivo di trasmettere informazioni su di un prodotto per informare e trattenere il pubblico può essere di esempio per trasmettere informazioni di tipo architettonico che devono comprendere più punti di vista per catturare l'attenzione e risultare convincente. Mentre nel cinema punto di vista e tempo sono calcolati con cura,nei fumetti e nelle storie digitali la dimensione temporale è meno rigida e l'ambiente meno prevedibile. Una storia non può mai trasmettere tutta la realtà ,è sempre un'astrazione.Nella costruzione di una storia,questo limite costringe l'autore a prevedere che le informazioni mancanti verranno completate dal lettore.Ciò permette al lettore di inserire all'interno della storia situazioni personali che l'autore può anche non conoscere.Compito dell'autore è generare l'atteggiamento giusto,ma le informazioni che riempiranno i vuoti provengono da altre fonti.Le storie digitali come i fumetti,sono composte di tante aperture quante sono le immagini.Scott McCloud, analizzando il fumetto,afferma:"questo fenomeno che consiste nell'osservare le parti si chiama chiusura :da momento a momento,da azione a azione,da soggetto a soggetto,da scena a scena.Le storie digitali,composte come una successione di piccole immagini,sono una forma fortemente limitata per trasmettere informazioni con il computer anche se esistono aspetti del nuovo mezzo non ancora esplorati.Tuttavia è importante capire che le storie digitali sequenziali non rappresentano l'ultima possibilità;il passo successivo è rappresentato dalle storie ipertestuali.
 

Nuove sostanze: impressioni

È stato molto interessante leggere "Nuove Sostanze" per capire come l’esigenza dell’architetto moderno deve tenere conto in fase di progettazione del contesto territoriale e quindi naturale che circonda l’edificio architettonico. Il bisogno di collocare la struttura in una zona dove l’aspetto morfologico deve fondersi con l’edificio è basilare. La diffusione del fatto urbano sempre più vasto e con modalità legate al territorio stesso, insieme ad altri fattori quali l’obsolescenza e la mobilità delle diverse parti di città, sono all’origine di un fenomeno di dispersione urbana che ha creato un particolari tipo di rifiuto: il residuo urbano. Come citato in "Nuovi ventri" da Maria Luisa Palombo "…questi nonluoghi di Augé e i controluoghi di Foucault, l’identità frastagliata dei territori attuali ci invita a riflettere sulla complessità urbana, dove le dinamiche proprie dell’evoluzione del sistema socioproduttivo occidentale (liberazione di aree industriali o centri storici) si intrecciano alle dinamiche originate dalla riconfigurazione e dal riassetto polico-territoriale di intere aree geografiche con la conseguente occupazione di popolazioni provenienti da contesti culturali e geografici diversi.. qui… si gioca la scommessa della nuova arte urbana: andare oltre l’ispirazione poetica della Land Art, oltre la critica situazionistica alla città funzionalista " (Ed. Testo & Immagine, pag. 36). L’interesse per questi luoghi "nonluoghi" in quanto aree dimesse è rilevante soprattutto in un secolo in cui è fondamentale gestire le risorse ambientali.

Analizzando le brown areas si ha l’impressione che nel mondo occidentale le aree si liberano dalle fabbriche e sono rimesse in gioco le aree abbandonate dalla produzione industriale. L’architettura si insinua nelle maglie dell’esistente, crea con delle articolazioni dinamiche degli spazi tra nuovo e preesistente. Il paesaggio è diventato il punto di riferimento della creazione architettonica. L’uomo moderno deve tenere conto della natura perché il mondo delle informazioni può valorizzarla e creare nuovi pezzi di città che si integrano con la natura. Ciò è possibile grazie ai potenti mezzi di comunicazione e di controllo come sistemi interattivi di illuminazione, di suono, di informazione. La natura è interpretata come linea energetica di flussi, di onde che determinano il mutare delle forme architettoniche.

Per questo pensare all’architettura significa dover tenere conto di un rapporto più stretto con l’ambiente: i due elementi devono sinergicamente integrarsi per permettere allo spazio urbano di essere partecipe di un rapporto in una continua evoluzione ma strettamente legato tra architettura dell’edificio ed ambiente.

L’architettura crea delle linee dinamiche. Si parla di opere di urbanscape. Per questo motivo ritengo doveroso citare un progetto di Gehry che mi ha particolarmente colpito in cui gli elementi naturali, come la roccia e la vegetazione, divengono un tutt’uno con il manufatto architettonico; la linea plastica tende a modellarsi e a modificarsi in curve che riprendono l’aspetto morfologico della natura del terreno. Natura e artificio si compenetrano in un paesaggio che sfugge al controllo della geometria definita. 

Il progetto Coals in the snow parte dalla suggestione esercitata da un mucchietto di piccoli pezzi di carbone raccolti sulla scrivania e da alcune immagini di un paesaggio innevato che fa loro da sfondo. Il movimento ascendente dei volumi dei vani lungo il pendio è stato espresso attraverso l’adozione di una "pelle" contorta che avvolge e ricopre i corpi di fabbrica. L’idea che danno i volumi dell’edificio è che essi siano stati aboliti e che sul terreno non sia rimasta che la muta di una pelle così che lo scheletro strutturale della costruzione sembra essere stato lavorato su modelli naturali costruiti con materiali eterogenei. Le curve che lo caratterizzano mimano un movimento che a tratti riprende l’andamento del terreno, mentre in altri ne contrasta violentemente la configurazione facendo apparire la costruzione come un prodotto naturale, risultato di processi attivi alla scala del paesaggio e frutto della pura immaginazione. Le sue caratteristiche ricordano quelle di alcune pietre rare ricercate e studiate dagli esperti cinesi perché ritenute intermediarie tra mente e natura.Doveroso è anche citare Renzo Piano che ha dato sviluppo all'indirizzo che è stato definito Soft Machine architecture cioè un genere di high tech sensibile alle ingerenze ambientali.Una tecnologia dolce è impiegata per esempio nella costruzione del Centro Culturale Jean-Marie Tijbaou,in Nuova Caledonia(1992-1998) in cui la scelta costruttiva dà luogo a un susseguirsi spettacolare di strutture sviluppate verso il verticale .
La forma stessa dell'edificio evoca un villaggio composto da dieci capanne coniche di legno,reinterpretando quelle architetture effimere che sono una caratteristica degli indigeni di tutte le coste del Pacifico 

 

La via dei simboli

 

"Utzon è un architetto interessato all'uomo nelle sue diverse manifestazioni sociali,

mai alla imposizione della propria griffe.

Sa che opere diverse per scala e programma debbono avere risposte diverse."

Leggendo "La via dei simboli" mi ha particolarmente interessato la figura di Utzon dal momento che il suo concepire l’architettura è sempre correlato all’indagine sociale dell’uomo. La sua attenzione alla celebrazione dell’individuo esalta l’indagine umana che si riflette nello spazio architettonico creando situazioni spontanee.E'uno dei più originali architetti del Novecento,un personaggio singolare,progettista capace di coniugare motivazioni professionali e suggestioni poetiche originalissime,conoscitore della tradizione costruttiva orientale.Utzon è autore di poche opere  ,tutte di inusuale qualità . Anche Gehry quando si occupa del progetto di Bilbao tiene conto del fatto che l’edificio non è un fatto monumentale ma un fatto che appartiene alla collettività. Gehry ha fatto propria la tensione verso lo spettacolare ed ha sviluppato una poetica fondata su effetti di meraviglia tuttavia questa nuova rappresentazione rimane sempre un fatto civico e simbolico che ha sviluppato quella poetica del movimento congelato che è pienamente dispiegato nel Guggenheim Museum di Bilbao.

Architettura come arte plastica.Uscire dallo spazio figurativo tradizionale per parlare di architettura.Le parole non servono per spiegare come la forma irriducibilmente si rifiuta di essere convertita in qualsiasi altra forma di espressione.

 

 

Il dinamismo del corpo si traduce nello sradicamento della forma dalla stabilità e dall’ordine tradizionale, alla ricerca di uno stato di indeterminazione e di divenire. Come citato in "Nuovi ventri" da Maria Luisa Palombo "…la vera scoperta è che per dislocare la forma della rigidità cartesiana, si può agire attraverso un diagramma di deformazione, ovvero si possono fare interagire un modello architettonico figurativo, espressione di un linguaggio tradizionale, e un modello di un fenomeno naturale complesso" (Ed. Testo & Immagine, pag. 53).

 

Considerazioni da: Strutture Gerarchiche

L’utilizzo della struttura gerarchica ci permette la costruzione di un edifico con un Caad organizzato gerarchicamente. In questo caso possiamo concepire le SG immaginando che qualunque oggetto della struttura gerarchica può essere compreso autonomamente dagli altri e qualunque oggetto può essere mostrato o nascosto dal modello il quale può essere disassemblato in accordo con la struttura gerarchica con cui è stato creato. Per questo possiamo creare un edificio composto da diverse parti architettoniche specifiche che possono essere lette e possono fornire un modello tridimensionale con una qualità di definizione vicina alla realtà grazie all’instantiation è possibile avere più viste alternative e successivamente cambiare ogni volta le impostazioni originarie. L’importante è capire che la struttura gerarchica crea un modello intelligente.