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CARATTERISTICHE DEI CANARINI
LA STORIA
Come il suo nome lo indica, il canarino (serinos canarias) e' originario
delle Isole Canarie. Per tanto lo si incontra anche all'isola di Madeira e alle
isole Azzorre.
Che cosa sono queste isole?
Scoperte nel 1402 dal normanno Jean de Bethencourt, le Canarie fanno parte
dell'arcipelago spagnolo dell'Atlantico. Queste isole sono raggruppate sotto
questi nomi: Grande-Canaria, Tenerife, Fuerteventura, Lanzarote, Gomera, Palma
et Hierro. Godendo d'un clima eccezionale, che altre volte le ha fatte chiamare
"Isole Fortunate", esse sono la culla del canarino. La socievolezza e
il canto di quest'ultimo, sedussero gli spagnoli i quali, accortosi che questo
uccello conservava, anche in gabbia, tutte le facolta' naturali, compresero
l'importanza della scoperta fatta in queste isole. Gli uccelli furono catturati
e inviati in massa in Spagna, dove il loro allevamento divenne ben presto
un'industria fiorente. Non solo i giovani canarini venivano esportati a prezzo
d'oro, ma, volendo conservare il monopolio della produzione, gli spagnoli
esportavano i maschi uccidendo sistematicamente le femmine non necessarie alla
produzione.
Come fini' questo monopolio?
Una leggenda vuole che un vascello spagnolo carico di canarini, naufragasse al
largo dell'Isola d'Elba e che gli uccelli liberati, sia dall'equipaggio' sia
dalla distruzione delle gabbie' prendessero il volo, alcuni verso la costa
italiana della Toscana, altri verso l'Isola d'Elba e le coste della Provenza.
Alcuni di questi uccelli, maschi e femmine, furono catturati; altri fecero ceppo
in questi luoghi, dando vita in seguito a un tipo di canarino montanaro, in
Corsica, in Sardegna, e nel Nord dell'Italia e al Serino, diffusosi in tutti i
paesi latini e in Germania. Questa e' la leggenda! Tuttavia possiamo darle un
certo credito poiche', tanto nel canto del montanaro che in quello del serino
ritroviamo certi toni simili a quelli del canarino. Un'altra supposizione vuole
che gli allevatori spagnoli per un interesse personale immediato, fornissero
delle femmine a paesi esteri. Qualunque siano state le cause fini' il monopolio
spagnolo e l'allevamento del canarino si propago' rapidamente in tutta Europa.
Da principio fu appannaggio delle classi sociali elevate le quali ambivano
tenerlo in gabbia o allevarlo per "snobismo", pero' ben presto si
diffuse in tutte le altre classi e fu allevato, sia per passione o sport, che
per desiderio di ricerca o di creazione, sia a scopi finanziari.
Dall'aspirazione degli amatori a riunirsi per confrontare i loro soggetti,
nacquero ben presto le Societa' Ornitologiche le quali iniziarono ad organizzare
esposizioni e concorsi dove i canarini venivano giudicati per le loro qualita'
di canto, di forma e di colore.
Gloster
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Gloster Consort 3/4 Giallo
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Particolare di Ciuffo Gloster Corona
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Un bel nido di Gloster. Si notano in primo piano dei soggetti
Cinnamon.
CARATTERISTICHE SOMATICHE
Nonostante la taglia dei Canarini selvatici raggiunga al massimo i 16
centimetri, vi sono alcune razze di Canarini domestici che toccano i 20 - 22
centimetri di lunghezza; tuttavia pur essendo stati sottoposti a numerose
selezioni, la struttura anatomo-morfologica dei canarini domestici e' rimasta
invariata; le ali presentano dieci remiganti primarie, diciotto secondarie e
nella coda vi sono dodici timoniere. I Serini, essendo di natura socievole, se
isolati soffrono notevolmente la solitudine, per cui, salvo casi di
addestramento al canto o in cui la patologia lo richiede, e' sempre consigliabile
tenere questi uccelletti in coppie. La vita media dei canarini, allevati in modo
corretto, si aggira intorno ai dieci anni e non sono rari casi in cui, animali
tenuti in condizioni ottimali, raggiungono i venti anni di vita. Premesso che,
quando si parla di intelligenza, non bisogna aspettarsi troppo da queste
creaturine, passeremo a fare alcuni esempi di cio' che un canarino completamente
addestrato e' in grado di fare. Un allevatore aveva preso l'abitudine di
nascondere un ambito boccone sotto una pedina di una scacchiera: il canarino
sottoposto ad addestramento non tardo' a trovare il boccone e a ripetere
l'esercizio nonostante il pezzo venisse spostato. Un altro canarino imparo' a
spostare un carrelino quel tanto da consentirgli di arrivare al cibo. Se ben
addestrati i canarini sono capaci di eseguire operazioni ben piu' complesse,
come fare il morto in seguito allo sparo di un cannoncino, lasciandosi
trasportare su un carrelino, per poi resuscitare sempre a comando. Quanto sopra
descritto non fa altro che risaltare le caratteristiche mnemoniche ed
intelletive di questi uccelletti.
Virtu' canore dei canarini
Di seguito tratteremo le doti canore dei Canarini, siano essi selvatici che
domestici, ma poiche' questi ultimi discendono dai primi, di differenze
sostanziali vere e proprie, non si puo' parlare. Il Canto del canarino selvatico
risulta piu' marcato, fresco e melodioso, ma un po' aspro, in quanto composto in
parte da suoni metallici e acuti, emessi in rapida successione. Vi sono comunque
alcune razze domestiche che si distinguono perche' capaci di veri e propri
virtuosismi musicali; queste razze sono: la Malinois e la Harzer. Volendo
comunque fare un confronto, e' possibile paragonare, i suoni emessi dai canarini
appartenenti alle due sopracitate razze, alla musica da camera e il canto dei
canarini selvatici alla canzone popolare; per cui, si puo' facilmente capire,
che la predilizione per l'una o per l'altra varieta' e' solo questine di gusti.
Anche nei canarini come nella maggior parte degli uccelli, il canto e' una
prerogativa dei maschi, mentre le femmine si limitano ad emettere dei cinguettii
piu' o meno squillanti, che talvolta incitano i maschi ad emettere prorompenti
fraseggi canori. Sulle capacita' canore influiscono numerosi fattori; tra cui:
quelli ereditarii, l'addestramento e la giusta attivita' ormonale, nonche' lo
stato psicofisico dell'animale stesso. Per cui e' facile intuire che
l'alimentazione riveste un ruolo fondamentale; se sana, ricca di vitamine e
accompagnata dal mantenimento in ambiente soleggiato ed arieggiato contribuisce
in maniera positiva sulla produzine di ghiandole endocrine, rendendo piu' rapide
le vibrazioni delle apposite membrane. In breve non si ha voglia di cantare se
non si e' in buona salute e in ambiente confortevole.
SERINOLOGIA E CANARICOLTURA
Per serinologia s'intende la scienza che studia i canarini, o meglio, le
varie specie di uccelletti del Genere Serinus comprendente oltre ai cosiddetti
canarini alcune specie con diverso appellativo volgare, ma con affinita'
generica comune. La canaricoltura e' la branca della serinologia che si occupa
delle regole pratiche dell'allevamento di questi volatili allo stato di
domesticita'. Affinche' i canarini (si tratti di pochi o di molti soggetti, non
importa) beneficino delle migliori condizioni di vita e' necessario che
l'ornicoltore abbia conoscenza e piu' moderni metodi di allevamento quanto a
razionalita' dei contenitori, salubrita' dei locali, appropiatezza
dell'alimentazione, cura degli eventuali stati patologici, ecc. Ma e' anche
opportuno che un allevatore preparato non ignori le nozioni di serinologia che
forniscono una piu' completa conoscenza di questo genere di alati atte a meglio
consentirgli l'instaurazione di un rapporto sensibilizzato con gli animali
soggetti alle sue cure. Questo rapporto dovrebbe sempre sussistere fra l'uomo e
le manifestazioni vitali della natura oggetto del suo interessamento. Nozioni
sulle varie specie di Serini selvatici e sui loro costumi allo stato libero sono
indispensabili a chi intenda consentire traguardi importanti nel campo della
canaricoltura attraverso un lavoro impegnativo in fatto di selezione e di
riproduzione dei volatili; si tratta di nozioni che pongono in grado di
predisporre nel migliore dei modi incroci e ibridazioni non solo per irrobustire
un ceppo di alati, ma anche all'ambizioso fine di apportare ad esso modifiche
migliorative per nuove caratteristiche anatomo-morfologiche. E' da ritenersi
irragionevole il dedicarsi all'allevamento degli uccelli - cosi' come a quello
di qualsiasi altro genere di animali - senza aver prima preso cosicenza delle
caratteristiche, del temperamento e delle abitudini nonche' delle esigenze
naturali di queste alate creature. Apparte le soddisfazioni di carattere morale,
e anche materiale, che possono trarre dalla canaricoltura gli ornicoltori
competenti, e' la persona intelligente e conscenziosa a provvedersi di un
bagaglio di cognizioni specifiche prima di intraprendere qualsiasi attivita' in
particolar modo quando l'attivita' e' legata a delle creaturine, che per quanto
modeste, meritano la considerazione di ogni individuo civilmente consapevole.
L'acquisto
del canarino
Prima di procedere
all’acquisto di un volatile bisogna accertare
il suo perfetto stato di salute. Il piumaggio
dev’essere folto, composto, brillante,
l’occhio vivo, aperto e perfettamente rotondo.
L’animale non deve mostrare magrezza o
pinguedine e deve muoversi liberamente, con
naturalezza, con giusta vivacità. Il becco e le
zampe non devono essere malformate e queste
ultime non devono presentarsi eccessivamente
scagliose (segno di età avanzata o di scarse
cure da parte dell’allevatore), con pustole o
unghie mancanti. Nel caso
di acquisto di soggetti di razza destinati alla
riproduzione di canarini da mostra, è
necessario accertare la rispondenza del pennuto
alle caratteristiche della razza, il che, ove si
manchi della necessaria competenza e pratica, si
cercherà di stabilire confrontando l’animale
col disegno dello standard di cui si dovrà
essere muniti all’atto dell’acquisto e che
si avrà avuto cura di studiare attentamente in
precedenza. Meglio ancora se si potrà contare
sulla consulenza d’un esperto non interessato
al mercato che si intende attuare. I canarini
comuni si trovano in vendita presso ogni
uccelleria e l’amatore non ha che la difficoltà
della scelta. Nei negozi di animali si trovano
altrettanto facilmente le varietà meno pregia
te del Canarino a fattore rosso e talvolta è
dato reperire buoni soggetti anche di altre
razze più costose. In genere, perô, per
l’acquisto di soggetti delle razze pregiate è
preferibile, se non in dispensabile, rivolgersi
ad un allevatore sportivo, di cui si può
ottenere l’indirizzo rivolgendosi ad
un’associazione di ornicoltori o attraverso la
piccola pubblicità d’una rivista
specializzata. Un buon sistema è anche quello
di visitare le mostre di volatili ornamentali
che si organizzano in ogni regione d’Italia
tra i mesi di ottobre e dicembre; qui si può
fare conoscenza di allevatori d’ogni specie e
razza di volatili da gabbia e soprattutto di
canarini. Non si effettui
mai l’acquisto presso un’uccelleria o Un
alleva mento mal tenuti; il commerciante e
l’allevatore che trascurano il negozio e il
locale d’allevamento trascurano anche la
salute dei volatili che vendono.Gli acquisti di
canarini possono essere fatti anche per
corrispondenza, essendo molti gli alleva tori
che praticano questo tipo di vendita. In tal
caso bisogna prima assicurarsi che il venditore
sia persona esperta e degna di fiducia e bisogna
anche concordare che 1a spedizione avvenga con
il sistema più rapido possibile e che il
venditore si premuri di avvertire
telegraficamente il compratore dell’avvenuta
spedizione in modo che a questi sia possibile
conoscere il giorno e possibilmente l’ora
d’arrivo del trasportino contenente i
volatili. L’argomento è ulteriormente
trattato alle voci Spedizioni e Vendite.Quando
possibile, è meglio effettuare gli acquisti
personal mente. Coloro che si recano in visita
di esposizioni ornitologiche, cui talvolta sono
abbinate delle mostre-mercato esibenti esemplari
in vendita fuori con corso, devono guardarsi
bene dal fare soverchio affidamento sulle qualità
dei soggetti esposti. L’espositore ha tendenza
a valorizzare la propria merce proprio a causa
dell’ambiente in cui vie ne offerta, e capita
spesso che il prezzo richiesto sia tutt’altro
che proporzionato a1 reale valore del volatile.
Se possibile, conviene astenersi dal concludere
subito l’acquisto nella sala-mostra
effettuando prima della compera Gli acquisti di
canarini possono essere fatti anche per
corrispondenza, essendo molti gli allevatori che
praticano questo tipo di vendita. In tal caso
bisogna prima assicurarsi che il venditore sia
persona esperta e degna di fiducia e bisogna
anche concordare che 1a spedizione avvenga con
il sistema più rapido possibile e che il
venditore si premuri di avvertire
telegraficamente il compratore dell’avvenuta
spedizione in modo che a questi sia possibile
conoscere il giorno e possibilmente l’ora
d’arrivo del trasportino contenente i
volatili. L’argomento è ulteriormente
trattato alle voci Spedizioni e Vendite. Quando
possibile, è meglio effettuare gli acquisti
personal mente. Coloro che si recano in visita
di esposizioni ornitologi che, cui talvolta sono
abbinate delle mostre-mercato esibenti esemplari
in vendita fuori con corso, devono guardarsi
bene dal fare soverchio affidamento sulle qualità
dei soggetti esposti. L’espositore ha tendenza
a valorizzare la propria merce proprio a causa
dell’ambiente in cui vie ne offerta, e capita
spesso che il prezzo richiesto sia tutt’altro
che proporzionato a1 reale valore del volatile.
Se possibile, conviene astenersi dal concludere
subito l’acquisto nella sala-mostra
effettuando prima della compera una visita agli
allevamenti degli espositori prescelti onde
poter disporre d’una scelta più vasta e
accertare altresì le condizioni igieniche in
cui vengono tenuti i volatili e la razionalità
dell’impianto. Un locale d’allevamento
razionale, perfettamente pulito, costituisce una
buona referenza anche se naturalmente non
garantisce dell’onestà del venditore e della
qualità dei volatili venduti. E buona norma,
quando si acquista presso un privato, non
scegliere subito i canarini, appena si entra
nella stanza d’alleva mento, ma lasciar
passare un po’ di tempo per dar modo agli
uccelletti di assuefarsi alla presenza del
visitatore, o almeno osservarli con calma da una
certa distanza perché l’eccitazione che una
persona estranea suscita nei volatili può
talvolta mascherare delle mende che si rendono
evi denti solo quando i pennuti non sono in
stato di vigilanza. Naturalmente nelle
uccellerie tale precauzione si rende superflua
essendo i volatili ormai abituati al continuo
andirivieni di perso ne estranee. Se possibile
si osservi attenta mente il canarino mentre
dorme o si trova in stato di completo riposo: se
la coda, anziché resta re immobile, si muove
aizzandosi e abbassandosi all’unisono col
ritmo della respirazione, vuol dire che
l’animale è affetto da un disturbo
all’apparato respirato rio. Altra precauzione
da prendere nei confronti dei soggetti prescelti
con un primo esame: dopo aver fatto svolazzare
un pochino il canarino nella gabbia, lo si
prenda in mano accostandolo all’orecchio onde
accertare che non abbia respiro affannoso e
sibilante, sintomo di asma o di malattia
parassitaria dell’apparato respiratorio.
Naturalmente conviene sempre preferire soggetti
giovani. Quando il canarino è munito di anello
inamovibile riportante l’anno di nascita, non
vi sono problemi; mancando l’anellino, si
possono riconoscere con un po’ di pratica i
soggetti dell’annata dalle zampe che sono
ricoperte da scaglie particolarmente morbide e
sottili. I mesi pin
indicati per l’acquisto dei volatili
d’allevamento come i canarini sono gli ultimi
dell’anno (da settembre a dicembre) quelli cioè
che vengono subito dopo il periodo riproduttivo
e la muta del piumaggio. Nell’acquistare un
volatile con viene anche informarsi del regi me
alimentare cui esso è abituato, in modo da non
sottoporre l’animale oltre che al cambia mento
di ambiente anche a quello di vitto; le
modifiche del la dieta vanno effettuate con
gradualità.
Distinzione
dei sessi
Il sistema più semplice per
distinguere il maschio dalla femmina nei
canarini è quello di osservare quale sono i
soggetti che cantano: solo i maschi infatti
possiedono qualità canore (rare le femmine che
canticchiano e in ogni caso solo in maniera
rudimentale). Quando però ci si trova nella
necessità di distinguere i sessi di soggetti
per i quali non si ha il tempo o non si può
fare il rilevamento delle doti canore (come ad
esempio per i giovani che non hanno ancora
ultimato la prima muta), bisogna esaminare la
zona circostante la cloaca che ne periodo degli
amori, inturgidendosi, evidenzia la diversa
conformazione nel maschio e nella femmina. La
persona esperta riesce a rilevare tale
differenza in ogni periodo dell’anno, ma l'ornicoltore
alle prime armi può non riuscirvi nemmeno
allorché i canarini sono in calore in quanto la
differenziazione può variare da soggetto a
soggetto (soprattutto in relazione con l’età
e con il grado di forma amorosa) sovente molto
meno marcata di quanto non appaia nel disegno
illustrativo qui riprodotto. In tal caso
all’allevatore non resta che basarsi sul canto
o sul comportamento dei canarini o anche sulla
conformazione e disposizione delle piumette che
con tornano l’organo genitale: nei maschi
queste piumette sono relativamente lunghe e
sottili mentre nelle femmine sono più corte e
disposte a corolla o in intorno alla cloaca
(questa differenza è leggera ma costante in
ogni stagione dell’anno e per tanto su di essa
ci si può basare per quei volatili dei quali
non si ha modo di rilevare il canto e che non
sono in forma amorosa). Da
notare la differente con formazione della parte
esterna degli organi genitali appare in genere
alquanto evidenziata anche nei nidiacei
impiumati che non hanno ancora abbandonato il
nido (tra i 14 e i 18 giorni di età); ciò
consente l’individuazione del sesso prima
dello svezzamento.Per osservare la conformazione
della cloaca e delle piumette circostanti
bisogna prendere in mano il canarino e soffiare
leggermente e uniformemente sul suo basso ventre
cosI da scoprire bene la parte da esaminare.
ADDOMESTICAMENTO
Il canarino, volatile che si
riproduce ormai da secoli in cattività, è
domestico ma non addomesticato. Nella sua gabbia
esso vive felice e tranquillo e non si spaventa
nel vedersi osservato anche da persona estranea;
in genere però basta introdurre una mano nella
gabbia perché subito l’atavico timore che gli
uccelli nutrono per l’uomo si ridesti. Per
trarre il massimo godimento dal possesso d’un
volatile bisogna non solo che esso sia adatto
alla vita di gabbia, ma che abbia una completa
confidenza col padrone. Un qualche processo di
addomesticamento si rende quindi sempre
opportuno affinché il canarino possa dare delle
soddisfazioni all’allevatore al di fuori dei
risultati riproduttivi e del piacere che si può
trarre dalla contemplazione dei suoi voletti e
dall’ascolto del canto. Un canarino
addomesticato, anche se non addestrato a
compiere degli esercizi, sarà fonte di continuo
svago con il suo cormportamento alieno da ogni
sorta di timore per la vicinanza di esseri
umani. Il processo di addomesticamento non
richiede accorgimenti o qualità speciali ma
solo un po’ di pazienza e di costanza. Tutti
gli uccelli adattabili alla vita captiva sono più
o meno suscettibili di addomesticamento, e il
canarino, che già completamente adattato alla
vita di gabbia, si presta meglio della massima
parte dei volatili. I soggetti giovani si
addomesticano molto facilmente di quelli
anziani. Se il canarino da addomesticare è nato
nel nostro allevamento, conviene iniziarne
l’addestramento non appena ultimato lo
svezzamento; anzi sarà bene abituarlo a essere
osservato e toccato, per qualche minuto al
giorno, prima ancora che esso abbandoni il nido.
Anche fra gli alati della stessa Specie o razza
esistono individui più o meno timorosi; si
cerchi quindi, nei limiti del possibile, di
sottoporre a addomesticamento soggetti che fin
dal primo momento lasciano intravedere una certa
disposizione alla mansuetudine. L’addomesticamento
risulta più agevole se praticato singolarmente.
Fra due o più soggetti è facile che ce ne sia
uno incline ad impaurirsi più degli altri e il
suo turbarnento risulta contagioso. Il discorso
varia nel caso si possa disporre d’un soggetto
già addomesticato, il cui comportamento avrà
benefico influsso sui compagni accelerandone il
processo di ammansimento. Innanzi tutto bisogna
abituare il volatile a non temere la presenza
dell’allevatore presso la gabbia, anche se
questa viene maneggiata, il che con i canarini
è presto ottenuto. Si comincerà quindi con
l’introdurre pian piano una mano nella gabbia
sino a quando la bestiola non mostrerà più
timore della stessa. A questo punto conviene
offrire al canarino qualche ghiotto boccone —
particolarmente indicato il pinolo tenendolo fra
le dita e insistendo nell’offerta per qual che
minuto, giorno dopo giorno, sino a quando la
leccornia non venga accettata. Da questo momento
i progressi saranno rapidi e non tarderà il
momento in cui l’uccelletto verrà spontanea
mente a posarsi sulla mano o sul dito proteso ad
accoglierlo. Prima di abituare il canarino
all’introduzione della mano nella gabbia, lo
si può addestrare a prendere il cibo dalle dita
attraverso le sbarre, in un primo, facile
processo di ammansimento. Evitare di prendere in
mano più volte al giorno i canarini, come
alcuni usano fare, con l’intento di abituarli
all’uomo; anche a non considerare il fatto che
gli uccelli sono esserini delicati da
maneggiarsi solo quando necessario, con questo
sistema, che oltre tutto procura giornalmente ai
volatili i molti spaventi delle vane catture,
non si otterrà mai una spontanea confidenza da
parte del pennuto ma solo una supina
rassegnazione a un trattamento odioso. Avere dei
canarini addomestica ti non è solo un piacere;
costituisce anche un vantaggio nella
riproduzione. Le canarine addomesticate non si
spaventano quasi di nulla e ciò semplifica di
molto gli interventi manutentori
dell’allevatore e riduce al minimo le
possibilità d’interruzione della cova o di
abbandono dei piccoli per causa diversa dalle
cattive condizioni fisiche.
SCELTA
DEI
RIPRODUTTORI
I
soggetti scelti per la riproduzione devono
essere in ottima salute; per poco che presentino
anche lievissimi segni di non perfette
condizioni fisiche, vanno assolutamente esentati
dalla fatica del ciclo riproduttivo sino a
quando non siano tornati in piena forma,
altrimenti si corre il rischio di comprometterne
definitivamente le capacità generative. In
linea di massima è buona norma non utilizzare
per tutta la stagione quale riproduttore un
soggetto che all’inizio dell’anno non sia in
buone condizioni fisi che, anche se in seguito
si rimette completamente; il rimandarne
l’utilizzazione nelle cove della stagione
successiva è saggio accorgimento prudenziale.
Soprattutto nella scelta della femmina su cui
ricade in gran parte, se non interamente, l'o
nere riproduttivo si deve porre la massima
attenzione: una buona riproduttrice oltre che
sana e vivace non dev’essere né magra né
troppo grassa, pur presentando un giusto
accumulo di adipe nella regione addominale. Il
temperamento della bestiola deve esprimere
domesticità e mansuetudine.
La
canarina pronta alla cova presenta il ventre
deplumato ben gonfio e di color giallino.
Femmine con l’addome scarno non presentante
colorazione gialla, indice d’un giusto
accumulo di grasso, bensì rossastra con visione
in trasparenza del bluastro delle interiora, non
vanno prese in considerazione quail fattrici
perché difficilmente si avrebbe da esse
deposizione di uova o comunque un felice
completamento del ciclo ripro duttivo, giacche
di regola non imbeccano la prole. Canarine
dall’addome rosato anziché giallo possono
risultare buone ri produttrici, purché abbiano
il petto carnoso. Quanto al maschio, esso deve
cantare a tutto spiano.I due riproduttori che si
gradiscono a vicenda, se posti nella stessa
gabbia, appena incominciano a entrare nel clima
amoroso non tardano a scambiarsi effusioni fatte
di cinguettii di ri chiamo e di affettuosi
contatti di becco, cui di solito segue l'offerta
d’un po’ di cibo da parte del maschio
accolta dalla femmina con l’accompagna mento
di tremule vibrazioni alari. Se invece maschio e
femmina non si gradiscono, sorgono le
complicazioni per l’allevatore.(V. Familiarizzazione dei riproduttori). E buona
norma osservare le deiezioni dei soggetti
destinati alla riproduzione: quelle dei canarini
in perfetta salute sono piccole, di colorazione
normale nerastra o giallino-scura o
grigio-verdastra, con una punta bianca, mentre
escrementi di consistenza acquosa, voluminosi e
di tinta giallino-chiara sono indice di disturbi
digestivi particolarmente pregiudizievoli per le
femmine che di norma in tali condizioni non
adempiono in maniera soddisfacente alla de
posizione e all’incubazione delle uova. Per
quanto concerne l’età, sebbene i canarini
siano in grado di riprodursi già ai 9-10 mesi,
e anche prima in alcune razze, è consigliabile
accoppiare soggetti che abbiano raggiunto almeno
l’anno di vita. Considerando che un canarino
in gabbia vive in media sulle 10 primavere, di
regola le capacità riproduttive della femmina
Si arrestano verso i cinque anni e quelle del
maschio sugli Otto; Si tratta comunque di una
regola dalle infinite eccezioni. La spossatezza
sessuale puô infatti variare notevolmente da
individuo a individuo, influenzata com’è da
moltissini fattori, fra cui sono anche i
sistemi e la razionalità dell’allevamento.
Chi comincia a dedicarsi all’allevamento delle
razze semicole di maggior pregio, tende in ge
nere ad acquistare soggetti che hanno ottenuto
alti punteggi al le mostre ornitologiche e che
per conseguenza vengono ceduti a prezzi elevati.
E un sistema costoso che spesso non dà i
risultati sperati perché sovente da soggetti
eccezionali non si ottiene prole di molto
pregio. Il sistema migliore è di acquistare
soggetti che, pur presentando delle ottime
caratteristiche, abbiano qualche manchevolezza
non pregiudizievole ai fini della riproduzione -
che li rende inadatti a partecipare alle mostre.
Non bisogna dimenticare che le caratteristiche
dei due canarini destinati all’accoppiamento
devono legare fra di loro. In linea di massima
non bisogna mai unire due soggetti che presenta
no lo stesso difetto, per quanto lieve sia,
perché lo si troverebbe esaltato nella
discendenza. Chi non puè disporre di soggetti
senza mende deve sforzarsi di compensare i
difetti dell’uno con i pregi dell’altra e
viceversa. Nella riproduzione di Canarini
ciuffati si unisca sempre un soggetto con ciuffo
a uno senza ciuffo e mai due Ciuffati fra di
loro. Per quanto attiene alla struttura del
piumaggio, è normativo accoppiare un soggetto
Intenso a uno Brinato scegliendo sempre, quando
possibile, la femmina Brinata e il maschio
intenso. Evitare anche gli accoppiamenti
strettamente con sanguinei.
ALIMENTAZIONE
PRE-COVA
L’accoppiamento e la
successiva nidificazione sono condizionati dal
raggiungimento da parte dei riproduttori della
così detta “forma amorosa”; affinché tale
forma venga raggiunta dai canarini in tempo
giusto è necessario che essi siano alloggiati
in locali idonei e usufruiscano di
un’alimentazione sostanziosa e vitaminica che
li prepari convenientemente alle fatiche del
ciclo riproduttivo. L’entrata in amore dei
riproduttori può essere affrettata o ritardata
facendo accorto uso di alimenti stimolanti.Ai
cibi freschi e alla normale miscela di semi è
bene aggiungere già un mese prima
dell’accoppiamento una piccola dose di
pastoncino all’uovo da somministrare due
volte alla settimana durante la prima quindicina
e a giorni alternati per il restante periodo.
CosI, oltre a irrobustire le bestiole, si
abituerà la femmina a cibarsi del pastoncino
evitando il rischio, sempre possibile per chi lo
somministra solo alla schiusa delle uova,
ch’essa rifiuti l’insolito cibo e alimenti i
piccoli con i soli semi, pregiudicando la
riuscita della covata. All’inizio della cova
è bene so spendere la somministrazione del
pastoncino per riprenderla il giorno della
schiusa, o meglio in quello successivo.Oltre
all’indispensabile osso di seppia, non
manchino mai in questo periodo gli altri
integrativi minerali, di cui è detto alla voce
relativa.
ALLEVAMENTO
ALLO STECCO
Viene cosI definito
l’allevamento a mano dei nidiacei, alleva
mento che un tempo veniva effettuato per mezzo
di uno stecco. All’allevamento
artificiale in teoria si puo fare ricorso sin
dal primo giorno di vita dei nidiacei; in realtà,
perè, se i piccoli non hanno almeno 6-8 giorni
di vita le possibilità di successo sono
scarsissime. Qualunque Sia l’età dei
nidiacei, ad ogni modo, l’allevamento
artificiale si ottengono quasi sempre soggetti
di salute malferma, facili ai disturbi
intestinali, poco sviluppati e nella migliore
delle ipotesi di qualità scadente nelle prerogateve razziali. Il fatto è che i geni
tori prima di dare il cibo ai piccoli, tenendolo
per un pò di tempo nel gozzo lo sottopongo no a
un breve processo di rammollimento e lo porgono
quindi ai figli ben intriso di saliva che, come
è noto, contiene sostanze atte a facilitare il
processo digestivo, il che è importante
soprattutto nei volatili essenzialmente
granivori come i canarini. Specialmente durante
i primi giorni di vita dei piccoli, nel gozzo
della femmina v’è abbondanza di succhi
digestivi che rendono il cibo somministrato ai
nidiacei più facilmente digeribile; questo è
il motivo per cui il maschio, nel cui gozzo non
vi sono le stesse secrezioni della femmina,
durante i primi giorni d’allevamento non
imbecca di rettamente la prole, come fa in
seguito, ma riversa il cibo nel becco della
canarina che a sua volta lo rigurgiterà in
quello dei nidiacei.
L’imbeccata allo stecco
presuppone una notevole disponibilità di tempo;
bisogna iniziarla al l’alba e continuarla fino
al tra monto ed oltre, quindi è ben difficile
che l’allevatore possa praticarla se non puô
contare sull’aiuto di qualche familiare.
Meglio rinunciare all’allevamento artificiale
dei canarini per poco che sia possibile. Per chi
si dovesse trovare nelle condizioni di dover
praticare, vediamo come ci si deve comportare.
Per prima cosa il nido va posto
in ambiente caldo e riparato, possibilmente
nella gabbia infermeria. I nidiacei, se non
ancora bene impiumati, vanno coperti con un
pannolino di lana o con una sfoglia di ovatta
sistemata in modo che essi possano respirare
liberamente. All’originario stecco non è il caso di fare ricorso; andrà meglio un
pennellino da pittore (numero tre o quattro) a
setole morbidissime. Se i piccoli da imbeccare
sono molti si potrà ricorrere più comodamente
alle apposite siringhe di vetro o di plastica
che renderanno piü semplice e piü sbrigativa
l’operazione.
Bisogna fare bene attenzione a
nutrire in egual modo tutti i piccoli; la
quantità di cibo da somministrare volta per
volta sara indicata dal gozzo, che dovrà
risultare giustamente ri gonfio (con una
circonferenza all’incirca doppia del normale).
Quando il cibo Sara stato quasi completamente
ingerito il che avviene in genere dopo un’ora
e mezzo o due ore si somministrerà una nuova imbeccata e
cosi via. La prima imbeccata va data
all’alba, Seguita con la massima regolarità
dalle altre, l’ultima delle quali andrà
fornita alle venti.
Quando nei piccoli ormai
completamente impiumati non si potrà pin
scorgere il gozzo, e non sarà perciò possibile
controllare se l’uccellino ha finito la sua
scorta di cibo, si faccia bene attenzione a non
nutrirli eccessivamente dato che anche ben
rimpinzati gli uccellini non mancano, alla vista
dell’allevatore, di spalancare il becco in una
pigolante richiesta di cibo. Per imbeccare i
piccoli si usi il normale pastone all’uovo cui
Si dovrà aggiungere del liquido per renderlo
molto morbido, quasi fluido, specialmente nei
primi tempi. Al posto dell’acqua si US! del
succo di mela raccolto spremendo un po’ di
polpa in un bicchiere, con l'aggiunta di al cune
gocce di acqua minerale non gassata; il liquido
cosI ottenuto, dapprima biancastro e quindi
ambrato, è particolarmente indicato per
l’ammollamento del pastone. Nell’allevamento
degli ibridi di canarino con uccelli indigeni o
con esotici non esclusivamente granivori sarà
bene arricchire il pastoncino con un po’ di so
stanze altamente proteiche (uova di formica
polverizzate, omogeneizzati carnei per lo
svezza mento dei bambini, cervello e midollo
lessi, sangue di bue cotto, ecc.). L’aggiunta
di piccole dosi di queste sostanze puè ri
sultare conveniente anche nel l’allevamento
dei canarini delle razze più delicate. Verso
il diciottesimo giorno di vita si aggiungono al
pastone dei semi, preventivamente sbucciati in
acqua bollente, finemente pestati. Alla quarta
settimana di vita i semi, sempre sbucciati,
potranno essere dati interi. Prima
della somministrazione allo stecco il pastoncino
va intiepidito a bagnomaria. Se
l’allevamento allo stecco vie ne iniziato quando i piccoli non sono ancora completamente
impiumati, non presenta difficoltà di
esecuzione in quanto i nidiacei, non provando
ancora timore dell’uomo, non si fanno pregare
a spalancare il beccuccio. In seguito,
crescendo, essi continuano a identificare con
l'allevatore l’idea del pasto e non avranno di
lui alcun timore. Se c’è un vantaggio in
questo sistema d’alimentazione artificiale è
quello di ottenere soggetti completamente
domestici. Se per disavventura, invece, Si deve
iniziare l’allevamento allo stecco quando i
piccoli sono completamente impiumati ed ormai
prossimi al l’indipendenza, un ostacolo gravissimo è costituito dai loro beccucci serrati
dal timore atavico dell’uomo. Non avendo la
possibilità di affidare i piccoli a qualche
balia (una canarina che possieda dei piccoli su
per giù della stessa età) si può tentare la
somministrazione d’un pastone piuttosto fluido
posto sulla cima d’un pennellino; preso il
soggetto in mano e appoggiata la punta del
pennellino contro il suo becco, può darsi che
il piccolo affamato si induca a mangiare (si può
anche provare a imbeccarlo senza prenderlo in
mano, passando il pennellino tra le sbarre della
gabbia); se questo espediente non ha effetto,
non resta che tentare la imbeccata farzata,
operazione ardua che ri chiede da parte di chi
la pratica notevole abilità e che presenta
poche probabilità di successo in particolarmodo se si tratta di un allevatore poco esperto.
Capita a volte che anche dei ni diacei
non impiumati temano l’allevatore e non aprano
spontaneamente il becco; in questo caso conviene
che le prime imbeccate allo stecco vengano
somministrate con l’aiuto d’una seconda
persona: mentre l’una mediante una spatolina
priva di bordi taglienti mantiene aperto il
becco (facendo leva alla punta del becco e non
alla base dov’è troppo dedicato), l’altra
somministra il cibo; in breve gli uccelletti si
abitueranno ad aprire il beccuccio da soli.
DEPOSIZIONE
In ornicoltura si suole
indicare con tale termine l’atto con cui le
femmine in fase riproduttiva si sgravano delle
uova. A due-sei giorni di
distanza dal la fecondazione (naturalmente non
si può parlare di “fecondazione” quando la
copula ha luogo con una canarina non ancora
pronta alla riproduzione, con il gruppo ovarico
immaturo e le singole ovocellule non ancora atte
a scendere nell’ovidotto) e, di norma, dopo
una-due setti mane dal giorno in cui si è formata la coppia, una buona Canarina generalmente
depone il primo uovo senza fatica, nel giro
d’un quarto d’ora, anche se è alla sua
prima esperienza riproduttiva. Puô capitare
che una femmina alla sua prima esperienza
riproduttiva non deponga le uova nel nido ma sul
fondo della gabbia o nelle mangiatoie: in genere
non c’è da preoccuparsi, trattandosi di
difetto destinato a scomparire in seguito,
spesso sin dalla seconda covata. Vi sono anche
femmine che dopo aver regolarmente deposto le
uova nel nido trascurano d’iniziarne
l’incubazione; la cosa è per lo più dovuta a
un’imperfetta forma amorosa della cana rina,
dipendente in genere da qualche errore di
conduzione commesso dall’allevatore. Una volta
riacquistata la condizione favorevole, la
canarina potrà risultare ugualmente
un’ottima riproduttrice. Le uova abbandonate
potranno essere affidate ad altra chioccia. La
canarina depone di buon mattino, in genere
all’alba (per Jo pin tra Je sei e le nove); il
numero delle uova deposte varia generalmente da
3 a 5, più rara mente 2 o 6 ed anche 7; in casi
eccezionali puô giungere a de porne 8 o 9 (solo
nelle razze più. robuste e prolifiche) mentre
la. deposizione d’un solo uovo (e in parte
anche quella di 2) è segno d’imperfette
condizioni fisiche. Le uova vengono deposte
consecutivamente una al giorno ma talvolta
accade che La deposizione prosegua dopo un
giorno d’intervallo. Può inoltre verificarsi
che una canarina, deposte le uova, non ne inizi
l’incubazione e dopo qualche giorno attenda
invece a una seconda de posizione. Il fatto è
determinato da una disfunzione ormonale che
sconsiglia l’ulteriore impiego della canarina
per il resto della stagione riproduttiva. Le
uova così deposte (di norma le seconde sono piü
piccole del normale e danno vita a canarini di
piccola taglia) possono essere affidate ad altra
femmina in cova. Citiamo infine il caso di
canarine che depongono un solo uovo
sterile — di cui non iniziano l’incubazione
perché la vera de posizione avverrà solo una
decina di giorni dopo. In tal caso la
deposizione singola non è sintomo di imperfette
condizioni fisiche come avviene allorché
l’unico uovo (da cui può nascere un pulcino)
viene subito incubato. Se dopo aver deposto le
uova una canarina, per una ragione qualsiasi, Si
trova nella condizione di non dover proseguire
nell’incubazione, si lasciano passare due o
tre settimane prima di reimpiegarla nella
riproduzione, perché deposizioni di uova troppo
ravvicinate non giovano alla salute delle
fattrici e hanno influenza negativa anche sul
numero delle uova e sulla qualità dei nidiacei.
Se si ha la sgradita sorpresa di
trovare dei frantumi di guscio al posto
dell’uovo, si tenga presente che quasi sempre
il colpevole è il maschio; s’impone per
tanto il suo allontanamento. Se poi invece si
constata che la colpevole è la femmina, non
c’è nulla da fare e non resta che esonerarla
dalla riproduzione. Trattandosi di soggetto di
parti colare valore, si può cercare di togliere
le uova dal nido subito dopo la deposizione,
prima che la canarina mangiatrice di uova abbia
il tempo di romperle, onde affidarle ad altra
femmina buona covatrice. La tendenza a mangiare
le uova è dovuta di norma a carenze alimentari,
rimediando alle quali l’inconveniente dovrebbe
scomparire; si dice “dovrebbe”, in quanto può
accadere che quella ch’era all’inizio
un’esigenza fisiologica, tesa a rimediare a
carenze nutritive, diventi in seguito un
semplice vizio cui non c’è modo di porre
riparo e che impone di non utilizzare nella
riproduzione i soggetti che ne sono affetti o di
impiegarli con l’accorgimento suddetto. Le
uova, dal guscio quasi sempre picchiettato ma di
tinta variabile, possono essere deposte giorno
dopo giorno, ma non è raro che tra la
deposizione delle vane uova (specialmente tra il
primo e il secondo) intercorrano due o tre
giorni. Si capisce subito quando la de posizione
è terminata perché l’uovo che viene espulso
per ultimo presenta una colorazione leggermente
più chiara degli al tre e vien detto “uovo
azzurro”; in qualche raro caso avviene che
dopo quest’uovo la femmina ne deponga ancora
uno d’incerto colore verde pallido.
INCUBAZIONE
L’incubazione delle uova nei
canarini si protrae per 13 giorni ed è compito
eclusivo della femmina. Per creare un ambiente
favorevole alla cova bisogna che il locale
d’allevamento sia tranquillo e che le gabbie
con i riproduttori siano collocate in penombra.
In natura gli uccelli cercano di occultare il
nido il più possibile nella penombra
protettrice delle fronde e l’istinto li spinge
a restare immobili quando sono illuminati dato
che nessun effetto mimetico resiste al
movimento. Nel canarino domestico l’istinto
si è molto affievolito (in maniera più o meno
accentuata a seconda delle razze e degli
individui) ma se la stanza è troppo luminosa si
pone ugualmente il rischio che la femmina resti
immobile nel nido trascurando di rivoltare di
tanto in tanto le uova, come è necessario che
faccia affinché gli embrioni non muoiano. Anche
per le razze più mansuete del canarino bisogna
tener conto di questa necessità delle
covatrici di trovarsi in penombra: non volendo
ombreggiare la stanza, si può coprire il nido
esterno con del materiale opaco (fronde, carta,
ecc.) oppure disporre sulla gabbia un panno
verde, se il nido è sistemato all’interno.
Non si tema che nella penombra del nido la
femmina non riesca a rivoltare le uova o a
imbeccare i piccoli; la vista degli uccelli è
assai più acuta di quella umana. Durante
l’incubazione i riproduttori vanno preservati
con particolare cura da molestie quali possono
essere l’andirivieni di persone estranee, lo
sbattere delle porte, rumori intensi, forti
vibrazioni, ecc. In particolare le vibrazioni
violente, anche conseguenti a forti rumori,
possono causare la morte degli embrioni. Durante
il periodo del l’incubazione è opportuno
effettuare dei controlli periodici
(possibilmente evitando di disturbare la
canarina mentre cova e approfittando per
l’ispezione del nido degli intervalli in cui
essa sorte spontaneamente) allo scopo di
accertare che tutto vada bene. Potrebbe accadere
che la canarina imbratti le uova con gli
escrementi e in tal caso bisogna subito ripulire
il nido altrimenti le deiezioni, seccandosi,
incolleranno le uova che non potranno più
venire regolarmente rivoltate o andranno
soggette a rottura nel corso dei tentativi fatti
dalla chioccia per rimuoverle. Anche la rottura
d’un uovo dovuta a una qualsiasi causa
accidentale può danneggiare le altre uova
incollandole. Se durante una delle ispezioni al
nido si nota che il numero delle uova è
diminuito e non si trova traccia dell’uovo o
delle uova mancanti in nessuna parte del nido o
della gabbia, si tenga presente che talvolta le
canarine avvertono d’istinto quali sono le
uova cattive e le allontanano dal nido o le
mangiano. Il buon maschio durante
l’incubazione assiste amorosamente la compagna
portandole il cibo, rallegrandola con il canto e
so sostituendola qualche volta sulle uova
durante i brevi momenti di moto ch’essa si
concede. Alcuni canarini sogliono anche andarsi
ad accucciare nel nido presso la femmina
restando cosi tranquilli in tenero contatto. Le
canarine durante l’incubazione emettono più o
meno spesso un lieve pigolio per ri chiamo del
maschio (se questo è presente), pigolio che
ricorda quello emesso all’inizio del ciclo
riproduttivo quale sollecitazione all’atto
fecondativo. Questo secondo tipo di richiamo
della femmina in cova è però solo una
richiesta di cibo e di compagnia: i buoni maschi
lo interpretano nel modo giusto e danno alla
compagna tutta l’assistenza possibile, quelli
inidonei alle funzioni di “padre di
famiglia” lo scambiano invece per un richiamo
sessuale e molestano la canarina in cova con
approcci amorosi. In questi casi
l’allontanamento del maschio può rendersi
necessario anche se cosi facendo, a incubazione
iniziata, si corre il rischio di turbare la
femmina sino al punto di distoglierla
completamente dai suoi doveri materni. Durante
l’incubazione il bagno va consentito
regolarmente, non solo perché le abluzioni
ristora no le femmine che trascorrono il loro
tempo accucciate sulle uo va, ma anche per
favorire il felice esito dell’incubazione;
infatti perché la schiusa avvenga normalmente
è necessario un certo grado di umidità Dando3i
il caso di covatrici talmente prese dal loro
compito da non lasciarsi tentare dal bagno,
conviene, il giorno precedente la schiusa,
immergere le uova per brevi istanti in acqua
calda a 38° centigradi: c è è sufficiente ad
assi curare il necessario grado di umidità. Le
uova vanno quindi riposte nel nido dopo averne
tolto l’eccesso di umido e curando che non
abbiano a raffreddarsi. Questo sistema è preferibile alla pratica di spruzzare lievemente
d’acqua tiepida il materiale d’imbottitura
del nido, cui ad ogni modo possono fare ricorso
quegli allevatori che hanno timore di rompere le
uova nello spostarle. La breve immersione delle
uova in acqua calda può effettuarsi oltre che
alla vigilia della schiusa, anche nei
tre-quattro giorni precedenti e ciò al fine di
ammorbidire il guscio onde facilitarne la
rottura da parte del pulcino nascente;
l’accorgimento può tornare particolarmente
utile per le razze a selezione molto spinta,
generanti prole meno robusta. Se si possiedono
più coppie, è opportuno che almeno due o tre
inizino l’incubazione contemporaneamente onde
l’allevatore abbia la possibilità di affidare
a una canarina anche qualche uovo delle altre e
lo stesso possa fare con i nidiacei ai quali
malauguratamente i genitori cessassero di
somministrare il cibo. Questo accorgimento della
messa in cova contemporanea di più coppie è
specialmente utile nel caso di razze molto
selezionate, che più facilmente danno luogo a
inconvenienti durante il ciclo riproduttivo.
L’accorgimento è reso più agevole
dall’impiego delle uova finte grazie alle
quali, in caso di necessità, si può ritardare
di qualche giorno la ricollocazione nel nido
delle uova vere.
L'ALIMENTAZIONE
Vitamina
A / Betacarotene
|
Mantiene
efficiente l’apparato
respiratorio,riproduttivo e
digestivo.
|
Patate
dolci, arance , carote ,tuorlo
d’uovo, broccoli ,piselli,cicoria,peperoni
e peperoncini,meloni
cantalupa,albicocche,asparagi,zucchine
etc.
|
Vitamine
B
(Ci sono 8 vitamine B )
|
Partecipano
alle reazioni metaboliche e
danno energia alle cellule
favorendone la crescita.
Importanti per la salute degli
occhi,della bocca e delle penne.
|
Uova,formaggi,noci,semi
di girasole,miglio,vegetali a
foglie verdi , cereali ,
grano,asparagi,broccoli,limoni,banane
etc.
|
Vitamina
(Acido ascorbico)
|
Importantissima
nelle situazioni di stress,come
anti-infiammatorio ,
antistaminico e antiossidante.
|
Broccoli,patate,agrumi,peperoni
e peperoncini,
pomodori,asparagi,piselli,
radicchio,zucchine,kiwi,cavolfiore,frago
le,cavolini di Bruxelles etc.
|
Vitamina E
|
Antiossidante
e protegge le membrane
cellulari.Aumenta la fertilità
e la riproduzione. Raccomandata
in casi di problemi alla pelle e
come anti-infiammatorio.
|
Tuorlo
d’uovo,vegetali a foglia
verde,mandorle,semi di
girasole,avena,grano etc.
|
Proteine
|
Forniscono
gli importantissimi
amminoacidi.
|
Tuorlo
ed albume dell’uovo ,formaggi
magri , pollo ben cotto , pesce
, noci,fagioli,arachidi etc.
|
Calcio
|
Favorisce
la crescita e il benessere delle
ossa (particolarmente importante
per i Cenerini).
|
Gusci
d’uova,formaggi
magri,yogurt,cicoria,broccoli,mandorle,f
agioli,piselli, semi di
sesamo,arance etc.
|
Vitamina D3
|
Favorisce
l’assorbimento e l’utilizzo
del calcio e del fosforo.
|
Tuorlo
d’uovo(bollito almeno 15-20
minuti),luce solare diretta ,
salmone , sardine,patate dolci ,
vegetali a foglia scura etc.
|
Fosforo
|
Importante
per la sintesi RNA/DNA,salute
nervosa,contrazioni
muscolari,funzioni renali ed
altre.Si dovrebbe far assumere
in egual misura sia il fosforo
che il magnesio,la quantità di
entrambi però deve essere
la metà della quantità del
calcio.
|
Cibi
con alto valore proteico,come
uova sode ,
yogurt,formaggi,pollo ben cotto
e legumi etc.
|
Magnesio
|
Coivolto
in molti processi
metabolici,aiuta a regolare il
bilanciamento
acido-alcalino,favorisce
l’assunzione degli altri
minerali,in particolare del
calcio.
|
Vegetali
dal colore verde
scuro,grano,mele,legumi,
semi,noci,mandorle etc.
|
Ferro
|
Favorisce
la produzione di emoglobina, ed
è richiesto in casi di stress e
affaticamento.
|
Legumi,uova,vegetali
a foglia verde,semi di girasole
e sesamo, noci , mandorle,grano
etc.
|
Vitamina
K
|
Favorisce
il coagulamento del sangue,utile
al fegato ed alle ossa.
|
Vegetali
a foglia verde , uova,soia etc.
|
Zinco
|
Aiuta
la digestione,facilita
l’azione delle vitamine del
gruppo B,favorisce la
circolazione ,la funzione
epatica,il sistema
immunitario,la sintesi delle
proteine e la crescita
cellulare.Favorisce inoltre la
pelle,le ossa,e gli organi
riproduttivi.
|
Piselli,legumi,noci,vegetali
a foglia,semi di sesamo e
girasole,tuorlo d’uovo etc.
|
Selenio
|
un
importante
antiossidante,combinato di
solito con la vitamina
E.Protegge il sistema
immunitario dai danni derivanti
dai radicali liberi.
|
Uova,semi
di sesamo e di
girasole,vegetali,aglio etc.
|
Iodio
|
Necessario
per un normale metabolismo
cellulare e per la tiroide.
|
Semi
di sesamo,fagioli etc.
|
I canarini vanno nutriti con una miscela di semi, regolarmente integrata con
sostanze vegetali come la verdura e la frutta, con minerali e con un alimento di
particolare valore proteico. Nei canarini da canto la tecnica di alimentazione
e' strettamente connessa con la produzione di valenti cantori. La formula d'una
miscela idonea dei canarini da canto e' la seguente:
-
Ravizzone........60%
-
Scagliola........20%
-
Canapa............5%
-
Niger.............5%
-
Avena.............5%
-
Papavero..........3%
-
Lino..............1%
-
Lattuga...........1%
Durante il periodo di addestramento al canto dei giovani maschi bisogna pero'
somministrare per circa un mese esclusivamente del Ravizzone, con dell'aggiunta,
un paio di volte la settimana, d'una miscela di altri semi che puo' essere la
seguente:
-
Scagliola........50%
-
Canapa...........10%
-
Niger............10%
-
Avena............10%
-
Papavero..........8%
-
Lino..............6%
-
Lattuga...........6%
Per tutti gli altri canarini potrà essere usata la seguente:
-
Scagliola........35%
-
Niger............20%
-
Panico...........10%
-
Ravizzone........10%
-
Avena............10%
-
Canapa............5%
-
Lino..............5%
-
Cardo.............5%
Due o tre volte la settimana sarà' opportuno somministrare in separata
mangiatoia una piccola dose di un'altra miscela composta in parti uguali di
grani di lattuga, cicoria e papavero. Questi semi sono considerati
condizionatori, servono cioè a mantenere i canarini nella forma migliore
durante tutto l'anno e soprattutto nel periodo della riproduzione. E' anche bene
appendere nella gabbia una spiga di panico dalla quale gli uccelletti
spiccheranno i semi con particolare piacere. I semi sono l'alimento base dei
canarini ma non deve essere considerato l'unico. Tutti gli uccelli granivori
hanno bisogno regolarmente di sostanze vegetali fresche. Le verdure piu' gradite
dai canarini sono: lattuga, cicoria, scarola, cavolo, broccolo, spinaci,
indivia, radicchio. Esistono pero' degli altri ortaggi molto graditi da questi
uccelli, come: fave e piselli freschi e dolci, cetriolo freso, pomodoro maturo,
carota. E' bene somministrare ai canarini anche dei pezzetti di aglio e di
cipolla, che avendo notevoli proprieta' anti fermentative e acaricide, giovano
molto alla salute. Le verdure vanno somministrate ben lavate e accuratamente
asciugate, perche' i vegetali intrinsi d'acqua possono causare disturbi
intestinali. Per quanto riguarda la frutta, la mela e' la più indicata e
gradita da tutti i canarini, ma ugualmente accetti possono risultare gli altri
frutti di stagione. Ogni tipo di frutta va somministarto in piccole porzioni
tali da essere consumate prima che vadino a deteriorarsi. E' consigliabile
somministrare ai canarini una o due volte la settimana una fettina di rosso
d'uovo sodo oppure fornire loro giornalmente del biscotto all'uovo. I canarini
nel periodo della riproduzione, necessitano di maggiori sostanze proteiche sia
per essi sia per la prole che devono imbeccare. A questi soggetti bisogna
fornire un pastone apposito, il cosidetto pastoncino all'uovo, che molti
allevatori preferiscono confezionare in casa. La ricetta e' la seguente:
mescolare amalgamando bene parti uguali di rosso d'uovo sodo e biscotto
polverizzato con l'aggiunta di carota grattuggiata, bagnare il tutto con qualche
goccia di succo di mela. Il pastone deve risultare soffice e moderatamente
umido; per le razze molto selezionate e' opportuno arricchirlo con l'aggiunta di
un pizzico di sali minerali ed eventualmente con un po' di omogeneizzato carneo
vitaminizzato del tipo in uso per lo svezzamento dei bambini. La preparazione
deve essere giornaliera perche' il composto si deteriora facilmente. Tutti i
canarini, durante l'anno, dovranno disporre di integrativi minerali, tra cui
l'osso di seppia. Ma importanti sono pure i sali minerali e ancora piu'
importante e' il grit, costituito da un insieme di piccoli corpi duri insolubili
che gli uccelli ingoiano per facilitare la triturazione del cibo. Nelle
localita' dove l'acqua potabile non e' ottima, sara' bene fare uso di un filtro
oppure sostituirla con acqua minerale non gassata. E' buona abitudine aggiungere
all'acqua da bere delle sostanze che giovano alla salute degli uccelli, cioe'
succo di limone, aglio e bicarbonato di sodio. Una volta la settimana si
aggiunga all'acqua, nella dose di 5 gr per litro, del bicarbonato di sodio che
e' un regolatore delle funzioni digestive, e gli altri sei giorni si ponga
nell'acqua alternativamente alcune goccie di succo di limone che fungono da
disinfettante, facilitando la digestione e un pezzo di spicchio d'aglio dal buon
potere disinfettante soprattutto delle vie respiratorie.
LA RIPRODUZIONE
Per la nidificazione dei canarini bisogna osservare certe regole e adottare
determinati accorgimenti. Occorre, anzitutto, assortire la coppia. Per quanto
riguarda la natura del piumaggio, ricordare che bisogna unire soggetti a
piumaggio intenso e soggetti a piumaggio brinato. In linea generale e' preferito
che sia la femmina ad avere piumaggio brinato. Una volta accoppiati i due
volatili bisogna favorire il processo di familiarizzazione, ed e' buon metodo
farli svernare da soli nella medesima gabbia, in modo che abbiano modo di
abituarsi uno a l'altro prima degli accoppiamenti. L'inizio delle cove deve
avvenire alla fine di Marzo meglio ancora entro Aprile o Maggio. Vi sono
allevatori che utilizzano un mashio per piu' femmine. Si puo' dire che di norma
conviene lasciare uniti maschio e femmina in modo che portino insieme a
conclusione il ciclo riproduttivo, cosi' come si verifica in natura. Alla gabbia
da cova si puo' applicare il porta nido esterno a gabbietta fin dall'immissione
della coppia, ma non si deve fornire il materiale destinato all'imbottitura del
nido fino a quando la canarina non mostri per chiari segni di volerne iniziare
la preparazione. Vi sono canarine che dimostrano di non essere all'altezza di
costruire il nido in tal caso l'allevatore deve aiutarla. Puo' succeder che la
femmina inetta distrugga l'opera dell'allevatore disperdendo il materiale; in
tal caso si deve ripeter l'operazione fino a quando non avra' inizio la
deposizione delle uova, perche' a partire da questo momento la canarina pensera'
soltanto a covare e non dannegera' piu' il nido. Il numero delle uova
depositate varia di regola da 3 a 5, piu' raramente 2 o 6 o 7; in casi
eccezzionali possono venir deposte 8 o 9 uova. L'uovo espulso per primo ha una
colorazione piu' chiara degli altri e viene chiamato "uovo azzurro".
Le femmine tendono a dare inizio alla cova dopo aver deposto il secondo o il
terzo uovo, il che rende opportuno, togliere le uova a mano a mano che vengano
deposte, sostituendole con uova finte onde evitare una schiusa sfalsata con il
rischio che gli ultimi nati vengano sopraffatti dai fratelli al momento
dell'imbeccata. Le vere uova devono essere conservate entro una scatoletta
imbottita di ovatta e rivoltate ogni giorno per evitare che il tuorlo si
decentri rendendo piu' difficile la futura schiusa. L'incubazione dura tredici
giorni, ma puo' prolungarsi fino a quattorddici quindici giorni se la femmina
non e' stata covatrice assidua o se la temperatura ambientale e' stata
particolarmente bassa. Durante la cova deve essere consentito alla canarina di
effettuare il bagno perche' cio' serve a mantenere nel nido il grado di umidita'
che e' necessario per la schiusa. Se la canarina rifiuta il bagno e' opportuno,
un paio di giorni prima della schiusa delle uova, spruzzare lievemente le uova
con acqua tiepida. Si tenga presente che le canarine sentono il bisogno d' una
certa penombra; il portanido va quindi schermato mediante un panno verde che
ricordi il protettivo schermo della vegetazione. Verso il sesto settimo giorno
di incubazione, ponendo le uova contro luce e' possibile accertare se l'embrione
e' in fase di sviluppo perche' l'uovo fecondato appare in trasparenza scuro
mentre quello infecondo e' chiaro. I canarini nascono pressoche' nudi, con gli
occhi chiusi. La loro alimentazione sara' costituita dal pastoncino all'uovo con
cui verranno imbeccati i genitori. Per evitare che i genitori non accettino il
nuovo alimento, piccole dosi di pastoncino devono essere somministrate ai
riproduttori due o tre volte la settimana fin da un mese prima
dell'accoppiamento. Il pastoncino all'uovo serve anche a mantenere i
rirpoduttori in buone condizioni fisiche e in perfetta forma. Verso il
diciottesimo giorno di vita il giovane canarino e' completamente formato, pur
distinguendosi chiaramente dagli adulti. Anche dopo usciti dal nido i piccoli
continuano ad ever bisogno dell'imbeccata dei genitori, di regola fino ai
venticinque giorni di eta', con una certa differenza in piu' o in meno per le
razze tardive o precoci. Quasi sempre possono venir separati dai genitori verso
il ventiseiesimo - ventottesimo giorno di vita. La femmina raramente completa lo
svezzamento della nidiata prima di essere presa dallo stimolo di una nuova
nidificazione che insorge verso il diciottesimo - ventesimo giorno dalla schiusa
della prima covata. La prole continuerà ad essere svezzata dal maschio fin
quando non sara' indipendente. Qualora accada che la madre spiumi la prole, e'
necessario dividere in due la gabbia da cova mediante un divisorio a sbarre che
tenga i figli da una parte e i genitori dall'altra. Davanti al divisorio si
porranno due posatoi sistemati in modo da consentire i genitori di continuare a
imbeccare la prole attraverso le sbarre. Una volta svezzati i nidiacei dovranno
essere spostati in una gabbia molto spaziosa che permetta agli stessi di
esercitarsi nel volo. E' saggia norma non permettere alla canarina di effettuare
piu' di due covate l'anno. Per fronteggiare all'inconveniente di un abbandono di
una cova, e' norma precauzionale fare in modo che due o piu' canarine inizino a
covare lo stesso giorno.
LE PIU' FREQUENTI CAUSE DI MORTALITA' NEI NIDIACEI
Incidente o malattia |
Sintomi |
Cause |
Rimedi |
Giallo incollato al guscio |
Il nascituro non riesce a staccarsi dal
guscio |
Insufficiente umidita' |
Vaporizzare, non bagnare le uova,
aumentare il tasso igrometrico del locale |
Infezione ombellicare |
Arrossamento e tumefazione |
Infezione microbica |
Disinfezione locale con prodotti idonei |
Infezione da ferite |
Arrossamento, spurgo sieroso o purulento |
Infezione microbica |
Disinfezione locale con prodotti idone |
Avitaminosi |
Debolezza, palpebre sierose, paralisi,
sviluppo ritardato, deformazione degli arti |
Deficienza vitamine A-B-D3 |
Trattamenti con concentrati
polivitaminici |
Intossicazioni alimentari |
Ventre tumefatto, diarrea, gozzo con
bolle d' aria |
Fermentazione del cibo, cibi avariati,
pastoncino troppo umido |
Igiene, trattamenti antibiotici alle
nutrici |
Insufficienza di cibo |
Estrema debolezza |
Nascita ritardata, negligenza della
nutrice, infezione microbiotica |
Alimentare a mano, trattamento
antibiotico alla nutrice |
Piccoli gettati dal nido |
Talvolta con cranio perforato |
Gelosia del maschio |
Togliere il genitore dalla gabbia |
Parassiti |
Emaciazione, aspetto sclerotico |
Acaro rosso |
Disinfezione dei nidiacei, accessori e
attrezzature |
Piccolo scivolato dal nido |
. |
Incidente o gelosia del maschio |
Riscaldarlo, alimentarlo a mano e
riporlo nel nido |
Congestione |
Grumi di sangue nel cervello o nei
polmoni |
Troppo calore, manipolazioni maldestre |
Nessun rimedio |
Polmonite |
Debolezza, diarrea, febbre |
Colpi di freddo, umidita' eccessiva |
Trattamenti antibiotici |
Malattia del sudore |
Piedi e ventre della madre bagnati |
Enterite |
Trattamenti antibiotici |
Diarrea di consistenza e colori
diversi |
Morti prima e dopo la schiusa verso i
10-15 giorni di vita |
Infezione da salmonellosi, Coccidiosi,
Colibacillosi, Micoplasmosi |
Trattamento antibiotico prima degli
accoppiamenti e dopo la schiusa |
IL PERCHE' DELLA MORTE DELL' EMBRIONE
Nei primi 5 giorni |
Dopo il 5° giorno |
Al 12° giorno |
Alla schiusa |
Uova mal conservate, raffredate, con
carenze vitaminiche |
Carenza di riserve per cattiva
preparazione dei rirpoduttori: insufficienza di
umidita'; cattiva aerazione del nido; tare
ereditarie; uova con germi di malattie
infettive; uova non girate |
Fattori letali: eccesso di umidita';
salmonellosi; paratifo; carenza di vitamina A |
Mancanza di umidita' |
La riproduzione con finalita' sportive
La riproduzione con
finalita' economiche
Riproduzione di ibridi e
meticci
L'IGIENE NEGLI ALLEVAMENTI
La pulizia e' indispensabile in un allevamento di canarini, perche' questo
possa prosperare con soddisfazione dell'ornicoltore. Il cassetto di fondo delle
gabbie va ricoperto con un foglio di giornale o con uno strato di terra asciutta
o di sabbia, da cambiare non appena necessario. Se e' presente la grada, la
pulizia del cassetto si puo' fare con minor frequenza ed e' la griglia metallica
a dover essere ripulita spesso. Anche i posatoi devono essere accuratamente
ripuliti non appena presentano tracce di sudiciume e cosi' dicasi d'ogni
accessorio in genere. Almeno una volta l'anno occorre ripulire completamente la
gabbia con soluzioni disinfettanti, allontanando preventivamente gli uccelli.
L'igienica tenuta di locali ed accessori non basta; bisogna concedere agli
uccelli la possibilita' di curare la propria igiene, facendo uso degli appositi
bagnetti. Le vaschette devono essere pero' ritirate qualche ora prima del
tramonto per evitare che gli uccelli si trovino con il piumaggio umido col
sopraggiungere della sera. Ricordiamo che l'acqua del bagno deve essere a
temperatura ambiente. Giovano alla salute dei canarini anche i bagni di sole,
che essi effettuano ai raggi col piumaggio arruffato. Gli uccelli devono pero'
sempre avere la possibilita' di rifugiarsi all'ombra, quando ne sentono il
bisogno. Il locale dove sono tenuti i canarini deve fluire di buona areazione,
curando che non si creino correnti d'aria.
LA MUTA DEL PIUMAGGIO
Il piumaggio degli uccelli ha una struttura delicata e finisce per sciuparsi
col passare del tempo, da qui' la necessita' di un suo rinnovo totale almeno una
volta l'anno. Questo rinnovo si attua mediante il processo fisiologico della
muta che occupa uno spazio di tempo durante il quale i canarini sono meno vivaci
e cessano di cantare. Durante la muta, nella stagione estiva la temperatura
ambiente non dovrebbe scendere al di sotto dei 18° centigradi, altrimenti si
profila il pericolo che un improvviso raffreddamento arresti il processo
fisiologico in corso. Nel periodo in cui si verifica la muta i volatili devono
disporre di integrativi minerali e di integrativi vitaminici (vitamine E e D).
Durante l'anno si verificano due processi di muta: uno, appena accennato a
Marzo, che non rigurda mai le penne di ali e coda e la muta vera e propria, che
avviene tra la fine di Luglio e i primi di Settembre. La durata della muta puo'
variare da soggetto a soggetto, di norma dura da un mese e mezzo a due mesi. Al
termine della muta bisogna controllare la punta del becco e le unghie per
accertare che non presentino lunghezza eccessiva, nel caso si spunta l'eccedenza
con un tagliaunghie, tenendolo in modo che il taglio avvenga dai due lati e non
da sopra a sotto.
Nei canarini di una certa eta' puo' accadere che le squame cornee, che
rivestono le zampe, non vengano eliminate e rimangano attaccate ricoprendo le
nuove scaglie, in tal caso bisogna bagnare le zampe per alcuni giorni di seguito
con dell'olio tiepido o con una pomata apposita, dopo di che', aiutandosi con
una pinzetta, si procedera' alla rimozione delle vecchie scaglie.
I CANARINI AMMALATI
Le patologie che possono colpire i canarini sono molteplici, ma si possono
raggruppare in respiratorie ed enteriche.
Nella maggior parte dei casi l'indisposizione fisica e' accompagnata da mancanza
di vivacita' e dal rigonfiamento del piumaggio, dove il canarino tende a
nascondere il capo assumendo la tipica postura da riposo notturno. I sintomi
respiratori fanno riferimento alle affezioni che colpiscono l'apparato
respiratorio e si manifestano con respiro difficoltoso e fischiante, con rantoli
e colo nasale. L'uccello generalmente accompagna il respiro con movimenti
ritmici della coda. I sintomi enterici riguardano quelle affezioni che
colpiscono l'apparato digenerente e possono indicare malattie infettive in
corso, o disturbi dovuti ad una errata alimentazione. Passeremo ora in rassegna
i sintomi relativi alle malattie che possono colpire i nostri uccelli e le
relative cure. In ogni caso e' necessario isolare il soggetto malato e attuare
una disinfezione dei locali, delle gabbie e degli uccelli.
Ali e coda cadenti o abbassatisi ritmicamente; respirazione
difficoltosa
Sono questi i sintomi della polmonite, che a volte possono essere
accompagnati da rantoli e colpi di tosse. E' possibile curare l'animale tramite
la somministrazione di antibiotici o per aerosol. E' importante collocare
l'uccello malato in um contenitore di modeste dimensione e in cui la temperatura
sia costantemente più alta del normale. Se oltre ai sopraindicati sintomi si
riscontra anche inappetenza, sete, diarrea giallastra, stato febbrile, essudato
sieroso, siamo in presenza della streptoccosi; la cura e' la stessa ma
normalmente i soggetti colpiti muoiono dopo pochi giorni. Anche la tifosi
o meglio conosciuta come Salmonellosi, presenta gli stessi sintomi e
anche in questi casi la somministrazione di antibiotici può essere di aiuto.
Ali gonfie o cadenti, zampe gonfie, dolenti
Se tali sintomi sono accompagnati da febbre e diarrea, si tratta di osteo-artrite
infettiva da streptococchi. La guarigione di tale male si riesce ad ottenere
molto raramente, ma e' possibile intervenire con spennellature sulle
articolazioni di un composto formato da glicerina e tintura alcolica di jodio in
parti uguali. Gioverebbero inoltre iniezioni intramuscolari di anatossina
stafilococco, naturalmente praticata da persone esperte. Se i sintomi si
riducono a quelli indicati nell'intestazione del paragrafo, allora si tratta di artrite,
in genere causato dal mantenimento degli alati in locali freddi e umidi. Le
parti interessate dall'affezione vanno spennellate con alcool in cui siano stati
lasciati a bagno per alcuni giorni dei peperoncini rossi forti; conviene inoltre
addizionare all'acqua da bere, per circa una settimana, dell'urotropina nella
dose di un grammo per litro. La stessa cura e gli stessi sintomi valgono per i reumatismi.
Se il canarino dimostra inoltre inappetenza e più sete del normale, e' stato
colpito da gotta articolare, conviene, in questi casi, adottare una dieta
povera di sostanze proteiche e ricca di verdure fresche, addizionando all'acqua
da bere del bicarbonato di sodio e un integratore vitaminico.
Movimenti stentati e barcollanti
Se accompagnati da inappetenza, gran sete, diarrea, respirazione affannosa ed
emissione di muco dal becco, siamo in presenza del colera o della colibacillosi.
In entrambi i casi la guarigione e' molto rara e la morte sopraggiunge dopo
quarantott'ore o al massimo una settimana. E' possibile curare gli animali
colpiti somministrando loro, a giorni alterni, antibiotici e urotropina.
Scolorimento di becco e zampe
Generalmente tali sintomi si manifestano quando sono presenti parassiti
dissanguatori. Cio' normalmente e' dovuto alla permanenza degli uccelli in
locali antigienici e ad una alimentazione inadeguata.Quanto sopra descritto
porta all'anemia, che si puo' curare ponendo gli alati in ambienti
igienici e somministrando pastoncino all'uovo arricchito di vitamine, spinaci,
piselli freschi e del solfato di ferro all'acqua da bere. Se lo stato anemico e'
accompagnato da congiuntivite e diarrea, si puo' pensare alla pseudomoniasi
che si puo' curare tramite la somministrazione di tetrociclina o altro
antibiotico.
Respirazione difficoltosa, fischiante affannosa e a becco
socchiuso ritmicamente
Sono questi i sintomi dell'asma che va curata facendo bollire per
cinque minuti in mezzo litro d'acqua sei grammi di foglie di eucaliptolo, dodici
grammi di basilico, trenta grammi di salvia e venti grammi di prezzemolo. Il
decotto cosi' ottenuto dovra' sostituire l'acqua da bere per alcuni giorni; in
seguito si dovra' somministrare nell'acqua da bere dell'urotropina nella dose di
un grammo per litro. L'acariosi respiratoria presenta gli stessi sintomi
della'asma, ma la respirazione affannosa e fischiante, in questi caso e'
accompagnata da frequenti raschiamenti di gola. Questa patologia, che comporta
perdita di vivacita', arruffamento del piumaggio e in seguito la morte, e'
dovuta ad un acaro microscopico che si puo' tentare di eliminare mediante
specifici acaricidi nonche' somministrando un composto vitaminico. Quando il
canarino tossisce ed espettora puo' essere affetto da vermi nella trachea
da eliminare tramite la somministrazione di una opportuno vermifugo. Se ai
sintomi indicati fin ora si aggiunge letargia, tremori, diarrea e forme di
paralisi, si puo' pensare alla pseudotubercolosi, che lascia poche
speranze di guarigione agli uccelli colpiti da questo male. E' possibile tentare
la cura somministrando antibiotici, sulfamidici e composti vitaminici.
Spostamento laterale del capo
Se cio' accade in maniera frequente e pronunciata, il canarino puo' essere
affetto da infiammazione dell'orecchio, dovuta ad una infezione o alla
presenza di parassiti; conviene instillare nell'orecchio gocce di glicerina
fenica composta.
Dimagrimento rapido, progressivo, inappetenza
Questi sintomi se accompagnati da letargia ed emissione di escrementi secchi,
probabilmente il nostro volatile e' affetto da dispepsia, che puo'
insorgere se l'uccello ingerisce cibi guasti. Per curare questa malattia bisogna
somministrare ai nostri volatili alimenti sani, ricchi di vitamine e con poca
verdura. Puo' essere utile sostituire l'acqua da bere con un decotto ottenuto
facendo bollire per un minuto in mezzo litro d'acqua 10 gr foglie di menta. Se
l'uccello presenta sete ardente, puo' trattarsi di verminosi del tubo
digerente, malattia che si puo' curare somministrando appositi vermifughi o
quattro - cinque milligrammi di piperzina per ogni soggetto. Il dimagrimento
rapido puo' anche essere sintomo di verme solitario o aviatminosao
di salmonellosi. Nel primo caso bisogna somministare al posto dell'acqua
da bere una soluzione di solfato di rame all'uno per mille, nel secondo caso
bisogna fornire ai soggetti malati un'alimentazione ricca di frutta e verdure
nonche' di un composto vitaminico, in fine nel terzo caso la cura e' imperniata
sulla somministrazione di un antibiotico e sulla somministrazione di un composto
vitaminico.
Difficoltà di evacuazione, escrementi vischiosi o
diarroiche
La stipsi presenta i sintomi sopra descritti, tale malattia e' dovuta
ad una alimentazione troppo ricca di lipidi o da brusche variazioni di regime
alimentare o di clima. La cura consiste nel somministrare ai soggetti malati del
sale inglese nell'acqua da bere nella dose di 1 gr per litro e adottando una
alimentazione ricca di sostanze vegetali. Se gli escrementi degli alati si
presentano diarroici si potrebbe trattare di enterite insorta in seguito
all'assimilazione di verdure bagnate; i soggetti colpiti presentano un ventre
gonfio e arrossato. La cura consiste nel sostituire all'acqua da bere una
soluzione ottenuta aggiungendo 10 gr di solfato di ferro in un quarto di litro
d'acqua. Puo' aiutare la somministrazione di semi di papavero, di riso bollito e
di uva. Se curati nel modo indicati i canarini colpiti dalla malattia guariscono
dopo una settimana. Se la difficolta' di evacuazione e' accompagnata da gonfiore
nella regione addominale e il soggetto riesce a stento a liberarsi dagli
escrementi, puo' essere affetto da catarro gastrico, in tal caso conviene
sostituire all'acqua da bere un decotto di lattuga o malva.
Occhi gonfi, lacrimosi, catarro, starnuti, secrezioni di muco
alle nari
Questi possone essere i sintomi di uno stato influenzale da curarsi lavando
con acqua borica tiepida gli occhi e la nari. Se i soggetti malati presentano
scolo purulento dagli occhi e dal naso potrebbero essere affetti da sinusite
infraorbitale, puo' insorgere gonfiore dell'epidermide sotto l'occhio, che
puo' arrivare a spostare il globo oculare fino a distruggerlo. Bisogna lavare le
parti interessate da questi sintomi con acqua borica tiepida e spalmarvi sopra
due volte al giorno della pomata all'aureomicina. E' opportuno aggiungere
all'acqua da bere della streptomicina.
Occhi opachi, cecità
Tali sono i sintomi della cataratta, che puo' essere congenita,
conseguente alla vecchiaia o derivante da malattia a traumi. Non esistendo cura
e' necessario porre l'uccelo in una gabbia dove il cibo e l'acqua siano facili
da raggiungere e sempre collocati allo stesso posto. Se si osserva opacita' a
carico della cornea puo' trattarsi di cheratite. In questo caso conviene
applicare pomate antibiotiche a uso oftalmico, sono assolutamente da evitare
pomate basate su cortisonici. Dopo qualche giorno la cornea ritorna lucida e
trasparente segno di avvenuta guarigione.
Pustole
La presenza di pustole sulle palpebre, intorno alle apertura auricolari e
nasali, sulla base del becco e sulle zampe, e' sintomo di diftero-vaiolo,
una malattia che puo' assumere due forme: vaiolosa e difterica. Nel primo
caso dopo circa un mese le pustole scompaiono senza lasciare traccia. Nel
secondo caso il respiro si fa affannoso e sibilante e fuoriesce saliva schiumosa
dal becco. La forma vaiolosa permette di essere curata asportando le pustole
dopo essere state ammorbidite con olio o vasellina e disinfettando la ferita con
glicerina jodica, bisogna inoltre aggiungere della tetramicina all'acqua da
bere. La forma difterica non permette di essere curata se non con un collirio
antibiotico.
Placche, scuotimento del capo, salivazione mucosa
Se accompagnata da difficolta' di deglutizione, letargia, perdita di appetito
e dimagrimento siamo di fronte alla candidosi, una fungosi che puo'
essere curata asportando con una pinzetta le placche. La mucosa orale cosi'
trattata va spennellata due volte al giorno con una miscela composta da venti
parti di glicerina e una di tintura di jodio.
Perdita di piumaggio
Questo sintomo caratterizza la falsa muta, un malanno determinato da
un'alimentazione inadeguata o dalla permanenza in ambienti antigienici o da
raffreddamento. Bisogna collocare gli uccelli malati in ambienti salubri e
spaziosi, fornendo ai volatili una alimentazione ricca di verdure, minerali,
vitamine (soprattutto la B) e pastoncino all'uovo. Gli stessi sintomi fanno
riferimento alla acariosi deplumante, in piu' i soggetti colpiti da tale
male mostrano di soffrire di prurito. Bisogna vaporizzare gli uccelli con
specifico insetticida per uso ornitologico. Se sulle parti inpiumate la pelle
presenta croste squamose i soggetti possono essere affetti da favo. La
cura consiste nello spennellare le zone interessate dal male con una soluzione
acquosa di formalina al 5% o con della glicerina jodica.
Infiammazione di codone e ano
Tali sintomi accompagnati da diarrea giallastra sono caratteristici della dissenteria,
che puo' essere causata da alimenti guasti, locali antigienici, verdura bagnata
o sbalzi di temperatura. In questo caso la cura piu' adatta consiste nella
collocazione dei malati in ambienti sani e sulla somministrazione di frutta
fresca e semi di papavero. All'acqua da bere bisogna sostituire l'acqua della
cottura del riso. Quando e' la ghiandola che si trova sulla parte superiore del
codone ad apparire indurita o in suppurazione abbiamo l'infiammazione della
ghiandola sebacea, da curare applicando una pomata alla penicillina.
Essudato vischioso corporeo
Puo' capitare che una canarina nel periodo della riproduzione abbia il
piumaggio del ventre bagnato, malanno che si indica con il nome di sudore.
Si tratta di essudato vischioso prodotto dai piccoli, e' necessario pulire la
canarina e i nidiacei con un batuffolo di ovatta intriso di acqua tiepida.
Questo essudato e' causato da un'alimentazione inadeguata o da un colpo di
freddo. Per la canarina non esiste alcun pericolo.
Sospensione del canto
La sospensione del canto puo' essere causata da raucedine, dovuta a
sbalzi di temperatura, ingestione di acqua troppo fredda o per eccessivo impegno
canoro. Se la malattia e' cronica non esiste alcuna cura valida.
Piume contorte, cisti plume
I canarini di razza inglese vanno soggetti a gonfiori sottocutanei e a
formazione di piume contorte e sottili. Tali gonfiori prendono il nome di lumpus,
provocate da piume che crescono contorte all'interno della cisti che e' ripiena
di una contenuto sebaceo. Le cisti a volte si rompono perdendo il proprio
contenuto, l'intervento chirurgico e' sempre sconsigliabile cosi' come la
riproduzione di tali soggetti in quanto la tara e' trasmissibile per via
ereditaria.
ARRICCIATO DEL NORD
Il
canarino selvatico
E’
la specie più importante del genere Serinus poiché è la capostipite delle
molteplici razze di canarini domestici diffuse in ogni parte del
mondo.Lungo
12-14 cm il canarino selvatico (serinus canarius) ha fronte, gola e petto giallo
oro; ali e coda brune con riflessi verdi; ventre bianchiccio; parti superiori
verdi sfumate di grigio e bruno, becco corneo e zampe brunicce. La femmina
presenta una colorazione meno accesa e pura
Vive
nelle isole Canarie nelle Azzorre e Madeira.
Il
canarino selvatico predilige vivere nelle zone ricche di acqua e di alberi, pur
preferendo le zone collinose possiamo trovarlo anche in pianura e ad altitudini
superiori ai 1500 metri.
Vive
in gruppi e il suo cibo è costituito di piccoli semi,verdure germogli e frutta.
il
canarino domestico
Con il nome canarino
comprendiamo tutte le razze che l’uomo con secoli di allevamento ha derivato
dall’originario canarino selvatico.
Sembra
che la storia del canarino domestico inizi nel 1402 con la conquista
dell’arcipelago delle Canarie ad opera degli Spagnoli i quali conobbero e
apprezzarono subito questo grazioso uccellino sia per il suo canto notevole sia
per la facilità con cui si abituava alla
vita captiva. Il minuscolo alato, denominato “canario” dagli iberici
(canarino in italiano),divenne in breve tempo oggetto di un florido commercio e
si diffuse pian piano in tutta Europa.
I
primi canarini si trovavano solo presso i ricchi a causa del loro
costo elevato in seguito, la canaricoltura si estese anche alle classi
meno agiate.
Dalla
Spagna il canarino si diffuse ben presto in Olanda, Italia e Inghilterra. Nel
secolo passato la maggiore diffusione del canarino si ebbe in Germania
specialmente in Sassonia (da cui la denominazione “canarino sassone”).
Oggi
come tutti sanno il canarino, con le sue numerosissime razze, è il volatile da
gabbia più diffuso al mondo.
Storia dello
Yorkshire (tratto
da: Canaricoltura del Prof. Umberto Zingoni)
clicca qui
Lo Yorkshire è una Contea
dell'Inghilterra nord-orientale ove, oltre al resto, l'agricoltura e
l'allevamento degli animali domestici vengono praticati su vasta scala e
con risultati di rilievo, vistoche' vi sono nate due famose razze di
suini, una di cani e una di canarini.
Il nome di esse in ogni caso è lo
stesso: Yorkshire. Per brevità il canarino omonimo viene chiamato anche
York, ma un pò impropriamente, perchè questo è il nome della città
principale della Contea, ricca di storia e di nomi illustri, fondata dai
Romani nel 72 d.C. con il nome di Eburacum.
Abbiamo già accennato a questa razza
quale responsabile della scomparsa del vecchio Bossù. Adesso torniamo
alla sua origine.
Già nella metà del secolo passato nello
Yorkshire veniva allevato con questo nome un canarino piuttosto lungo,
sottile e a portamento alquanto eretto, diretto discendente da quei
Grandi Olandesi che in epoche diverse avevano varcato la Manica, e
ancora assai simile ad esso, nonostante i tentativi selettivi fatti per
modificarlo.
Oggi Yorkshire è il nome di una razza
che discende da quei canarini, ma che si è talmente trasformata che non
sarebbe facile credere in una loro parentela.
A quel tempo esistevano in Inghilterra
anche i Lancashire, anch'essi derivati dal Grande Olandese (ma qual'è
il canarino di grossa taglia che non deriva dal Grande Olandese?) e i
Bossù provenienti dal continente, importati come "cosa rara".
Mettiamo insieme: primo, il desiderio di
migliorare il povero Yorkshire di allora che, rispetto alle due altre
razze, appariva alquanto modesto; secondo, l'osservazione dei risultati
degli incroci fra queste tre razze, fatti per la curiosità di vedere
cosa ne sarebbe scaturito fuori; terzo, il genio selettivo congenito
degli Inglesi e i loro Clubs ... e il risultato fu che i canaricoltori
del tempo si trovarono presto in accordo sul programma da seguire per
trasformare il canarino della loro Contea in un canarino di taglia
accresciuta, con portamento ancora più slanciato e con piumaggio
aderente. La grossa taglia sarebbe stata presa dal Lancashire a testa
liscia, il resto dal Bossù. Le percentuali più opportune di ciascun
sangue si sarebbero studiate cammin facendo.
Quindi, non creazione (ex novo) di una
razza, ma di un miglioramento della razza tradizionale della Contea.
Delle mete che si erano prefissi questi
primi allevatori, molte furono raggiunte e prese forma una razza ben
fissata, del tutto diversa da ogni altra e dalla struttura così
sofisticata da indurre a riconoscere una volta di più che veramente a
questi Inglesi non si potrà mai insegnare nulla in fatto di selezione
e, vorremmo anche aggiungere, sul modo di risolvere ogni problema del
genere.
Anche i tentativi iniziali di selezione
dello Yorkshire, il "Gentleman of the Fancy", sono fatto
emblematico della loro mentalità. Il loro orgoglio e la loro tenacia li
spinge alle mete più ambite, ma sono sollecitati a cambiare politica
quando si accorgono che una certa situazione sta diventando
insostenibile e conviene salvare il salvabile, sopratutto per salvare
l'onore.
Tutto lascia credere che le prospettive
di questo nuovo canarino fossero così seducenti da far trascurare a tal
punto il vecchio e letargico Lancashire (che ormai aveva dato tutto
quanto la sua potenzialità genetica poteva dare) da farlo considerare
utile solo in funzione di quanto poteva dare ancora di sè per
migliorare il nuovo astro nascente, e fu il colpo finale al vecchio
gigante che già taballava abbastanza per conto suo.
La razza di cui stiamo parlando prende
oggi il nome di Yorkshire Vecchio Tipo o Continentale (poi vedremo il
perchè). Era lungo sui 17 cm. molto eretto di portamento e così
sottile che gli Inglesi dicevano che poteva passare attraverso un anello
matrimoniale: con minore esagerazione si diceva che aveva la forma di
una carota.
I connotati più salienti erano: totale
continuità tra testa e spalle, cioè nessun solco a livello del collo
(carota!); testa-corpo-coda perfettamente in linea tra loro , talchè
una riga immaginaria passante per l'occhio e la coda divideva l'uccelino
in due parti pressochè simmetriche, una anteriore e una posteriore.
Ma ecco che la solita mania degli
allevatori si risveglia ancora una volta. Si sono visti i risultati di
alcuni incroci con il Norwich i quali non sono niente male, tanto che
sono ormai vari anni che alcuni si interessano a questa nuova via
selettiva; si comincia a mormorare che la testa e le spalle più grosse
lo rendono ancora più attraente; si dice che lo Yorkshire attuale è
solo una tappa di un miglioramento che non è ancora ultimato; si
discute, chi parteggia per il Vecchio Tipo chi per il Nuovo Tipo; i Club
sono in fermento.
Alla fine, non fosse altro per per
appagare la smania del nuovo, vince il parere dei sostenitori del Nuovo
Tipo (1962) e si arriva al 1968, anno di codificazione del nuovo
standard.
A questo punto è giuoco-forza chiamare
la vecchia versione dello Yorkshire, Vecchio Tipo e la nuova Nuovo Tipo;
anzi, poichè il Vecchio Tipo in Inghilterra si estingue in pochi anni,
mentre continua ad essere allevato sul Continente, questo Vecchio Tipo
prende anche il nome di Yorkshire Continentale (soppresso dalla COM ad
Antibes nell'Aprile del 1974).
Ne ha fatta di strada questo canarino in
un secolo! Cosa resta nel sangue del moderno Yorkshire di quei diretti
discendenti del Grande Olandese che si allevano nello Yorkshire?
Ben poco.
In conclusione, l'innesto del Bossù, del
Lancashire e, infine, del Norwich, ciascuno per la propria parte, sono
stati determinanti. Certamente, senza la mole del Lancashire, la
sfilatezza del corpo e gli arti posteriori estesi del Bossù, e il
piumaggio, la testa e le spalle del Norwich, lo York moderno non ci
sarebbe. E battiamo ancora una volta le mani a questi maestri della
selezione.
I connotati dello York moderno (standard
del 1968) sono i seguenti.
Testa tonda e piena con ampia nuca e
sopraciglia accennate. Collo definito da un modico ma deciso solco
dorsale in modo che la testa appaia direttamente incastrata nelle larghe
e altissime spalle e non abbia la sensazione della presenza del collo;
segue l'alto petto ugualmente largo in tutti i suoi diametri e, perciò
arrotondato. Tutto questo complesso di connotati fa apparire la metà
superiore del corpo come un unico blocco e, a dir la verità, fa
apparire il canarino anche un pò gobbo. Il corpo, nella sua parte
posteriore, si assottiglia gradatamente verso la coda. Acciocchè questa
forma a lungo cono sia più evidente possibile, la eventuale forma
cilindrica del corpo che si assottiglia di colpo alla fine dell'addome
(soggetti molto brinati) costituisce grave difetto.
Il piumaggio è brillante e formato da
piume relativamente corte e povere di barbole, in modo da presentare la
massima aderenza e compostezza, necessarie per mettere in risalto la
forma del corpo.
Tutti i colori sono ammessi, come pure la
colorazione artificiale. Ali piuttosto lunghe e ben aderenti, formate da
remiganti lunghe e strette. Arti inferiori ben estesi in modo che almeno
il calcagno appaia totalmente libero.
Coda uniforme, lievemente rialzata
rispetto alla linea del corpo, formata da timoniere lunghe e strette:
piume di gallo assenti.
Portamento molto eretto (circa 80°).
Come è noto, questo canarino viene esposto nelle manifestazioni
ornitologiche solo in gabbie apposite, strette e alte, munite in pratica
di un solo posatoio; tutto ciò per favorire il portamento altero che
deve essere mantenuto stabilmente (o almeno nel momento del giudizio).
Al povero canarino, messo a dimora in questa gabbia molto tempo prima
del periodo espositivo, non rimane, se vuol fare un pò di moto, che
scalpitare sul posatoio spostandosi a destra e sinistra di qualche
centimetro o afferrare con una zampa le gretole laterali (eredità del
Bossù, come il Gibber etc.) e tutta questa esuberanza ... è apprezzata
dai giudici, pienemente convinti che questo supplizio è necessario e fa
parte del giuoco.
La lunghezza prescritta è compresa fra i
17 ed i 18 cm. ma molti soggetti, specialmente maschi, la superano. E'
inevitabile che un soggetto sia tanto più apprezzato quanto più è
lungo, ma ciò non deve assolutamente andare a detrimento degli altri
connotati e, in particolare, del piumaggio. Che senso ha uno York grosso
e brutto? A proposito della taglia, noi suggeriamo che un buon ceppo
debba essere costituito da soggetti lunghi sui 18-19 cm. non di più.
Poichè in ogni popolazione di animali la variabilità della specie
produce costantemente soggetti più lunghi e più corti della media,
comparirà anche qualche soggetto di maggiore lunghezza. Questo soggetto
potrà essere il Campione se manterrà gli altri connotati aderenti allo
standard, ciò che non sarà difficile se il ceppo è formato da buoni
soggetti di giusta taglia. Sarebbe errato, però, accoppiare fra loro
due soggetti di grande taglia perchè in questo caso si faciliterebbe la
comparsa dei caratteri negativi della omozigosi e, prima fra tutti, la
pesantezza di forma e di piumaggio che furono caratteristici del
Lancashire prossimo ad estinguersi. Naturalmente nessun allevatore si
sognerebbe di non utilizzare per l'allevamento il Campione, cioè è
umano, anche se non sempre razionale, ma la cosa migliore sarà di
accoppiarlo con un soggetto di taglia medio-piccola e dalle forme
eccellenti ( i ben noti soggetti da allevamento).
Nelle razze sofisticate come questa,
ottenere molti Campioni non è facile e se l'allevatore avesse in mente
questo traguardo finirebbe per disamorarsi alla razza che non gli dà
questi campioni con la facilità che lui vorrebbe. L'allevatore deve
avere lo scopo di crearsi un ceppo capace di dargli tutti gli anni
qualche campione. La pratica insegna che questo è il massimo che si può
conseguire in tutte le razze molto differenti dalla specie selvaggia.
Il nostro parere è che, quando uno di
tali ceppi è stato costruito, la consanguineità è il solo mezzo per
mantenerlo tale ed anche migliorarlo. Ripetiamo per l'ennesima volta che
chi ogni anno introduce nel proprio ceppo qualche "pezzo"
allettante, ha poche probabilità di avere successo. Lo York è un
canarino di indole tranquilla e flemmatica, un gentleman, però, come già
detto, nell'intento di evitare i rischi dell'apatia (non infrequente nei
soggetti di grande taglia, sopratutto se brinati) vengono preferiti i
soggetti che mostrano almeno una certa irrequietezza nei movimenti delle
zampe nella gabbia da mostra ma, naturalmente, la vivacità autentica può
valutarla solo l'allevatore osservando i soggetti nelle comuni gabbie o
voliere quando il periodo delle esposizioni è terminato.
Per quanto concerne la riproduzione, gli
Inglesi dichiarano di non fare uso di balie, in Italia se ne fa uso, ma
la maggioranza dei soggetti, specie quelli di taglia medio-piccola, sono
ottimi allevatori.
Anche per questa razza viene consigliato
l'accoppiamento Giallo x Verde e pezzato x pezzato e, naturalmente,
intenso x brinato.
I novelli, come è per tutte le razze di
grossa mole, sono più lenti di altri a rendersi indipendenti, per cui
la presenza del maschio è opportuna. Nel periodo che precede la muta è
necessario che anche i novelli che si reputano destinati ad essere
esposti soggiornino in ampie gabbie insieme agli altri, acciocchè
irrobustiscano i muscoli del petto e degli arti inferiori, questi ultimi
destinati ad un certo super lavoro per mantenere la posizione eretta
durante il soggiorno nelle gabbie da mostra. Sul momento più opportuno
per iniziare l'allenamento nelle gabbie da mostra, sulla durata del
soggiorno in esse, su tutti gli espedienti e trucchetti che si usano per
facilitare l'assunzione e il mantenimento della posizione eretta
(passaggio spontaneo dalla gabbia grande alla piccola con l'invito di
verdure, passaggio mediante posatoio spostato manualmente, addestramento
a sollevarsi mediante colpetti, schermatura dei 3/4 inferiori della
gabbietta, ecc.) ogni allevatore ha le sue preferenze e i suoi segreti.
Noi ci limitiamo a dire che l'uso dei "colpetti" per
"rizzare" il canarino è un espediente errato, e per intuibili
ragioni di ordine genetico, e perchè il portamento degli York dovrebbe
essere valutato alla rastrelliera e non sul tavolo del giudice, ciò che
in verità, i nostri giudici cercano sempre di fare.
Lo York è un canarino più rustico di
quanto l'aspetto farebbe presumere. I lumps sono rari. Non è rara,
specie nei maschi di grande mole, la cecità dopo il primo o secondo
anno di vita. Il fatto che ciò è frequente anche negli Arricciati di
Parigi fa pensare
ad una relazione fra mole e cecità.
IL
CANARINO GLOSTER
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E' un canarino tranquillo e dall'aspetto simpatico per
via soprattutto del ciuffo a baschetto che ne sormonta
il capo. La razza è di origine inglese ma viene
largamente allevata ae in Italia, anche se la sua
diffusione come canarino da compagnia è ancora
piuttosto limitata. Il gloster è di taglia minuta e di
corporatura tondeggiante ; il piumaggio può essere di
vari colori ma solitamente è verde o pezzato. La razza
comprende sia individui ciuffati (detti "corona)
che privi di ciuffo (detti "consort), ma in questi
ultimi il piumaggio che ricopre il capo è comunque
assai abbondante e ricade leggermente sugli occhi a
formare delle "sopracciglia" Pur essendo
principalmente il suo aspetto curioso ad attirare
l'attenzione, va sottolineato che questo canarino
possiede anche un canto assai pregevole e melodioso. |
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COME
SI TIENE
Il gloster vive bene in
gabbie o volierette il più possibile spaziose, nelle quali
mangiatoie e posatoi vanno collocati in maniera che il canarino
non abbia a rovinarsi il ciuffo sfregandolo contro le sbarre. Il
fondo dovrebbe esse dotato di una griglia in modo da evitare che
il canarino venga in contatto con gli escrementi.
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COSA
MANGIA
L'alimentazione comprende, oltre al
misto di semi per canarini comunemente reperibile in commercio,
vegetali freschi come pezzettini di frutta e verdura da
somministrare ben asciutti e a temperatura ambiente, sali
minerali sotto forma di sabbietta o di osso di seppia e
naturalmente acqua fresca e pulita di bevanda. Il pastoncino
all'uovo è assai gradito ma, essendo il gloster un canarino che
tende facilmente ad ingrassare , non va dato in quantità
eccessiva; è comunque essenziale offrirlo a volontà durante la
stagione riproduttiva e nel periodo invernale se i canarini sono
mantenuti all'aperto o comunque in un ambiente freddo.
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I
CONSIGLI DEL
VETERINARIO
Pur
essendo provvisto di un piumaggio assai fitto ed abbondante, il
globter non va esposto a sbalzi di temperatura. E' un canarino
che ben sopporta le basse temperature ma facilmente si ammala se
passa repentinamente dal caldo al freddo, quindi evitate durante
la cattiva stagione, di spostarlo continuamente dentro e fuori
casa. Un inconveniente che sovente si presenta nei canarini di
questa razza è la comparsa di cisti nel piumaggio (dette
"lumps") che avviene solitamente nei soggetti di oltre
due anni di età. E' un difetto associato al tipo di piumaggio,
assai lungo e abbondante, la cui comparsa è su predisposizione
ereditarie, quindi si sconsiglia di far riprodurre gli esemplari
che manifestano queste cisti. I lumps non arrecano dolore o
particolare fastidio al volatile, a meno che non diventino molto
grossi, nel qual caso è consigliata la loro asportazione
chirurgica.
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RIPRODUZIONE
Come
per gli altri canarini, la stagione delle cove inizia verso la
fine dell'inverno, generalmente nel mese di marzo.
Nell'assortire la coppia è assai importante che solo uno dei
due canarini sia ciuffato, perché il gene del ciuffo è di tipo
letale e se portato da entrambi i genitori non consente la
nascita di soggetti vitali. L'accoppiamento giusto è quindi
"corona" x "consort". Alla coppia va fornito
un normale nido per canarini con l'adatto materiale per
foderarlo; la canarina depone in media quattro uova che cova per
circa 14 giorni. Di norma i gloster sono ottimi genitori e
imbeccano i novelli fino al loro completo svezzamento, che
avviene verso i 35-40 giorni di età. E' consigliabile non
permettere più di tre covate consecutive all'anno per non
debilitare troppo i riproduttori.
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