CONSCENTIAM – Capitolo 1

 

AUTRICE : Elysa elysa87@freemail.it

DISCLAIMER : E’ ovvio che i personaggi di X-files non appartengono a me ( sennò col cavolo che lasciavo andare via D.D. !) ma sono di Chris Carter e della FOX, questa storia non è scritta a scopo di lucro

SPOILER: Tutto, tranne il rapimento di Scully e conseguente cancro e tranne Emily.

SOMMARIO: Si mette in discussione il rapporto Mulder e Scully e sono proprio loro a farlo.

Molti colpi di scena, altri personaggi, alcuni riferimenti e molti pensieri e punti di vista( non è stato facile descrivere i loro sentimenti, specialmente quelli di lei.) che potranno svelare parti celate del rapporto di uno nei confronti dell’altra.

RAITING: penso PG 13 o forse NG 17

GENERE: Angst ( mi posso sbizzarrire), MSR, bo, non me ne intendo.

COMMENTI: Tanti a elysa87@freemail.it

NOTE: Per la prima parte di questa storia ho preso spunto da un’altra ff, non ricordo quale, altrimenti l’avrei scritta.

Adoro i mitici Queen che mi hanno accompagnato nella stesura della mia storia, vi consiglio

Di ascoltare le canzoni di questo gruppo, fantastiche è limitativo.

Mi sono divertita a scrivere, ho buttato giù tutto quello che mi passava per la testa…..(piccolo sfogo da parte di una fan dalla nascita!)

Spero che non vi annoierete a leggere tanto.

Voglio ringraziare la mia compagna di banco e amica carissima Roberta che ha sopportato me e le mie storie e X-files, 24 ore su 24, e la mia amiketta Federica che ha la mia stessa passione (x files e David D. ovviamente!). Questa storia è per te, per Roberta, per x fede,  e per un caro amico che non c’è più. Vi voglio bene J

 

 

 

Sabato 23 dicembre 1998

9:00 a.m.

FBI Head Quarters Washington D.C.

 

“ Allora?” lui era seduto sulla scrivania e stava sgranocchiando semini di girasole, come sua vecchia abitudine.

“ Allora cosa?” disse lei. Era alla scrivania, professionale come sempre, nel suo magnifico completo grigio, i capelli rosso tiziano erano posizionati simmetricamente, ogni parte del suo corpo era perfetto.

“ Cosa fai per Natale?”

“ Mmm..” farfugliò lei che alzò lo sguardo al compagno.

“ Ti andrebbe di fare una gita fuori mano?”

“ Qualcosa non quadra. C’è di mezzo qualche caso? Mulder non mi vorrai fare passare il Natale in un obitorio?” obbiettò sarcastica lei.

“ Nulla di architettato, chiedevo di passare due giorni così…come…ehm…amici, al di fuori dell’ufficio.”

Mulder non era tipo da spingersi così oltre, senza motivo, ma a Dana sembrò un ottimo pretesto per chiarire i loro sentimenti, non potevano tacere, non dopo quello che era successo.

“ Quando si parte?” Chiese lei.

“ Domani mattina alle 7:00 fatti trovare pronta, non ti dico dove andiamo.”

“ Cos’hai in mente?” chiese arcuando un sopracciglio.

“ Nulla, perché?” disse lui sollevano un angolo della bocca.

“ Vado a prender un caffè vuoi?”

“ No, l’ho già preso. E comunque devo uscire a...per parlare ai Guerrieri Solitari, riguardo un dato che potrà esserci utile, da passare al Cervellone, che poi lo decodificherà. Non so quando torno, ti faccio sapere.”

“ Ok, ciao” disse lei vedendolo uscire dall’ufficio.

Lei si soffermò a guardare la perfezione di quel corpo…Dio, come era affascinante! Pensava spesso.

Poi uscì anche lei per prendere un caffè.

 

 

Stesso giorno

11:00 a.m.

Mulder’s appartament.

 

Mulder entrò e buttò un piccolo pacchetto sulla poltrona, poi entrò in camera da letto, si gettò su letto, prese dal comodino il cellulare fece quel numero che ormai sapeva a memoria

“ Scully”

“ Pronto sono Mulder”
” Dimmi, è successo qualcosa?” disse lei preoccupata.

“ No, è che non torno in ufficio, non stò tanto bene, una piccola emicrania, niente di che.” Disse abbassando il tono della voce.“ Ok, ci sentiamo allora, ciao.”proseguì

“ Ma, Mulder…”

-Click.-

Posò il cellulare e abbandonò la testa sul cuscino.

- E’ giusto ciò che faccio? Perché l’ho invitata? Non mi sembro neanche io.

E se rifiutasse? Insomma, come farle capire tutto? Come posso spiegarti quello che sento? Mi sono illuso di potere avere un posto nel tuo cuore, ma è davvero così? Cosa nasconde la “gelida” Scully allo “spettrale”Mulder? Dicevi la verità quando mi hai detto che per te sono importante? Allora perché dal ritorno dall’Antartide non mi hai detto nulla? Perché siamo tornati ad essere i soliti compagni di lavoro? Penso, anzi, sono sicuro che qualcosa ci blocca dal fare il passo successivo. Non riusciamo a stare da soli. Abbiamo paura. Hai tanta paura come ne ho io? Nessuno mi ha saputo confortare come te, razionale, amabile Dana. Nessuno si è aperto a me nel modo in cui mi hai parlato tu. Nessuno si è mai introdotto nella mia vita, nei miei sentimenti, solo tu mi capisci in pieno, e io ho paura di essere troppo frettoloso, di mostrare al mondo i miei sentimenti. Sono un stupido egoista! E lo voglio essere, sono geloso marcio di quella donna che mi sta a fianco ogni giorno, con lei condivido tutto, siamo ottimi amici, anche di più, vorrei di più. Tu lo vuoi Scully? Lo vuoi?-

Mulder si abbandonò alle sue riflessioni, e con l’immagine di quella donna, chiuse gli occhi e di addormentò.

- toc-toc-

Il rumore alla porta lo svegliò, si mise in piedi, barcollò fino alla porta e aprì senza curarsi di guardare allo spioncino.

“ Brutta cera, Mulder” lei, la luce era entrata in quella stanza e lui si sentì leggermente in imbarazzo.

“ Ho dormito un po’, siediti faccio un caffè.”

- Dannazione! Perché sono qui? Cosa gli dico?-

Mulder tornò dalla cucina con due tazze fumanti, le poggiò in un angolo del tavolino poggia piedi.

“ Che ci fai qui?” domandò sedendosi.

“ Volevo sapere se era tutto ok…” cercò di spiegare Scully, ma la visione di lui con la magliettina sgualcita dell’università, e un paio di boxer, la distraeva.

“ Ho preso due capsule, passerà!” disse indicando la testa.

“ Mulder…”

“ Dimmi…”

- Oh Dio! In che guaio mi sono cacciata!!-

“ Niente, lascia stare.”

“ Dana…” disse lui con la sua voce profonda e accarezzandole con due dita le gote.

Erano seduti uno di fronte all’altra, lui con le gambe incrociate.

Quel modo di pronunciare il suo nome….profondo, sensuale, romantico e intrigante la deconcentrava sempre di più e la metteva a disagio, almeno una parte di se, l’altra parte avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo, ma la razionalità l’ebbe vinta. Bevve tutto il caffè poi disse

“ Vado a casa, ci vediamo domani allora?”

“ Ok.”

“ Scusa se ti ho disturbato.”

Lei si alzò, lui la seguì fino alla porta, si chinò per prendere la maniglia e immediatamente fu investito dall’aroma che emanavano i suoi capelli, fece un grosso respiro, come a voler tenere con se quell’odore tutta la notte e poterlo assaporare.

“ Non mi disturbi mai, buona giornata….”

Lei lo guardò, accennò ad un sorriso, uscì sul pianerottolo e per un attimo esitò. Su quello stesso pianerottolo erano successe tante, troppe cose che adesso non potevano più essere nascoste.

“ Cosa ci sta succedendo Fox?” sussurrò impercettibilmente mentre la porta dell’appartamento n°42 si chiudeva alle sue spalle.

Lui chiuse la porta.

“ Cosa volevi dirmi? Cosa ci succede? Non parliamo neanche più”

ripetè in silenzio mentre si accasciava sul letto

inspirò

“ amami….”

 Espirò.

 

 

Sabato 23 dicembre

Ore 6:00 p.m.

Scully’s appartament

 

Non aveva fatto altro che lavorare, da quando aveva lasciato casa di Mulder.

Voleva pensare ad altro, per alcune ore ci riuscì, immergendosi in un caso di omicidio, e compilando rapporti di ogni genere.

Ma il pensiero volava sempre in quella casa.

-Cosa stai facendo? Dana è possibile che non riesci a pensare al altro?- si ammonì mentalmente.

Riprese il lavoro, ma era troppo deconcentrata ed aveva ben altro da pensare.

- Come passare il tempo? Ok, finirò il lavoro, cenerò e poi farò la valigia per domani….domani-

Pensava a dove Mulder l’avrebbe portata, ma non aveva significato, sarebbe comunque stata con lui. Dopo circa un ora lei finì il lavoro, si ordinò una pizza, non le andava di cucinare e poi accese la tv. Continuando a fare uno zapping incessante, non pensava affatto alla tv.

-E’ una seria buia, sto qui ad ascoltare il silenzio, qui sul mio divano- si guardò le mani, abbassò la testa. - Cosa ci succede? Perché questo distacco improvviso? E perché adesso mi hai chiesto di venire con te? Ho davvero paura di quello che potresti dirmi, chiedermi, allora non saprei proprio cosa risponderti. So che sei un uomo dannatamente testardo, non ti arrendi, non ti arrenderai fino a quando non saprai la verità, sulla cospirazione, su tua sorella, Missy, su tutte le persone coinvolte e anche su di noi….no, non saprei come giustificarmi….- alzò le gambe al petto e si raggomitolò , abbassando il capo in modo che i capelli coprissero quel viso, quel viso di una donna stanca, segnata dagli eventi, dalle menzogne, dai sentimenti nascosti, sotterrati, trattenuti… - Scoppierò prima o poi, oppure diventerò pazza… ma il mio primo problema adesso, il mio primo interrogativo è: cosa succederà?- Alzò il capo e inspirò - Se non mi calmo rischio di urlare…-

I suoi pensieri furono bloccati dal suono del campanello, immediatamente passò davanti lo specchio e, pensando anzi sperando fosse lui, si risistemò i capelli, controllò il viso, si ricompose e andò ad aprire.

“ Buongiorno…sono 5 dollari e sette cent!”

“ Ah, ecco a lei.” Disse sconfortata di fronte al pizza-boy, entrò prese 10 dollari e glieli porse

“ Tieni il resto”  e gli regalò uno dei suoi rari ma solari sorrisi.

Il pizza-boy, un po’ in imbarazzo si congedò e uscì dalla casa.

Lei chiuse la porta, si appoggiò ad essa con la schiena

“ Diventerò matta”

Poi si convinse a mangiare, anche se non aveva per niente fame.

Si sforzò, mangiò la pizza, poi si stiracchiò e disse.

“ facciamo le valige.”

Si diresse verso la porta pensando a quante volte lei aveva fatto le valigie per partire con Mulder per uno dei suoi strampalati casi. Sempre come compagni di lavoro, adesso come amici, o come sperava, qualcosa di più, forse s’illudeva.

“ matta…” continuò entrando in camera sua.  

 

 

 

 

Stesso giorno

Ore 8:30 p.m.

Mulder’s appartament

 

 

Mulder continuava a vagare per la casa cercando quei maledetti fogli dei vari casi che avevano visto protagonisti lui e la sua compagna…..

Li cercò come un matto, voleva distrarsi e ,anche se il lavoro d’ufficio non gli era mai piaciuto, avrebbe avuto l’occasione di terminare lavoro arretrato e tenere la mente altrove.

Si ricordò che teneva una copia di ogni Xfiles da quando era venuta Scully, dentro uno scatolone immenso, sull’armadio. Lo prese, e leggendo alcuni files, si imbatté nel caso Hoffman, si ricordò di come finì la faccenda, quel film, non ebbe successo ma ebbe sicuramente significato. Quella bella attrice….Tea Leoni…’bella’ pensò ‘ma non come lei…come l’originale’. Rise ricordando la fine del film, quando ‘lui’ dichiarava il suo amore alla finta Scully che diceva però di amare il finto Skinner.

Il vero Skinner alla presentazione rise sotto i baffi. Non lo ammetteva, ma anche quello sceneggiatore aveva colto nel segno. Pur non conoscendoli, sapeva che lui l’amava, da troppo  tempo, era così evidente? Certo, un po’ meno azzeccata la scelta di fare innamorare Scully di Skinner. Allora Mulder si arrabbiò molto, ma adesso ripensandoci rise di gusto.

Posò quello strano x file e prese gli altri, si immerse nella lettura e non si accorse che erano le 10.

“ Dio, ma quant’ho letto?” disse stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi.

“ vado a fare una doccia, poi si vedrà.”

Si alzò e andò verso il bagno, si infilò sotto il getto caldo e sentì i muscoli rilassarsi.

Si massaggiò le spalle e la testa, ancora leggermente indolenzita e un po’ intontita.

Uscì dalla doccia e un senso di solitudine lo avvolse così forte da farlo sbandare leggermente.

Si rese conto di essere terribilmente solo, ma perché? Non era mai successo, era tanto che viveva da solo, e non era mai successo, aveva sempre i pensieri occupati e non si rendeva conto di essere lui in compagnia del suo cervello. Solo. Era la parola che sussurrò piano, quasi facendolo raggelare, cercò di scacciare quella sensazione, si vestì in fretta con un paio di boxer, la solita maglietta da jogging e si scaraventò in camera da letto. Fece una cosa che non faceva da troppo tempo….accese la radio, per tenersi compagnia. Perché? Non volle pensare e così prese una valigia e ci infilò le prime cose che trovò nei cassetti, facendo attenzione a non scordare la sua magliettina  preferita del college , e il pacchetto sulla poltrona.

Finì e si abbandonò sul letto senza voler pensare a nulla….ne tanto meno a domani.

 

 

 

Stesso giorno

11:00 p.m.

luogo sconosciuto

 

 

 

“ Cosa facciamo signore?” una voce rimbalzò tra le pareti della stanza illuminata solo dalla luce del monitor.

“ Non saprei, anzi, aspetteremo domani, li prenderemo insieme” disse l’uomo spegnendo la sua Morley.

Un’altra voce si levò dalla sala buia, una voce maschile

“ Perché domani?”

“ Perché domani saranno insieme, li seguiremo ovunque andranno e li prenderemo, gli daremo il tempo di dirsi quello che si devono dire, e poi agiremo, voglio dargli l’ultima occasione di chiarimento. Quei due sono talmente cechi da non vedere che la verità è dentro di loro, se non riescono a scoprire la ‘loro’ verità come hanno intenzione di imbattersi di qualcosa di così grande?”
”E poi tanto non ci riuscirebbero comunque, diamogli ‘sta  possibilità di chiarimento, prendiamoci quello che è nostro e poi….”

“ e poi…non ho motivo di rivelarti tutto” disse l’uomo che fuma accendendosi un’altra sigaretta.

 

Presto gli altri capitoli di questa fic!

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