QUELLA MATTINA
AUTORE: Alice
E-MAIL: alisere@inwind.it
RATINGS: PG-13
DISCLAIMER: I personaggi di Mulder e Scully, appartengono a loro stessi, alla
1013, a CC e alla FOX. Gli altri sono di pura invenzione. Tutti i diritti quindi
sono della 1013 e della 20th Century FOX- La mia fanfic non è stata scritta a
scopo di lucro.
Quella mattina Mulder entrò in ufficio impaziente e trepidante,
non vedeva l’ora di incontrare Scully. Da quando erano diventati amanti, circa
4 mesi prima, erano stati insieme tutti i giorni e tutte le notti e non ne
avevano mai abbastanza: passavano il loro tempo libero a parlare, a farsi le
coccole, a guardare film, a discutere animatamente dei casi e, soprattutto, a
fare l’amore. Ma due giorni prima Scully gli aveva detto che sarebbe andata a
trovare una sua vecchia amica e sarebbe stata via tutto il week-end. E in quel
momento Mulder era felicissimo di rivederla, due giorni sono pochi, ma non per
lui. Si era sentito solo e di notte si era svegliato spesso cercando invano il
corpo di Dana per accocolarsi contro di lei. Fox era totalmente e profondamente
innamorato. Se lei non c’era si sentiva perso, stava bene solo se erano
insieme. Ed era così anche per lei, ne era sicuro. Scully non era ancora
arrivata. Delusione, ma è normale. Arrivava sempre verso le 9. Alle 9:15 era
preoccupato e muoveva freneticamente la gamba. Quando afferrò il cellulare per
telefonarle, la porta si spalancò. Quando la vide, in tutta la sua bellezza,
Fox fece un sorriso, si alzò e le andò incontro. Le mise le mani intorno alla
vita e le sussurrò “Ciao, piccolina”, poi la baciò con passione. Quasi
immediatamente Scully si scostò “Mulder…”, gli mise le mani sul petto come per
allontanarlo. “Cosa…?” Fox era stupito. “Non è molto professionale…””Chi vuoi
che arrivi? E poi scusa, altre volte ci siamo lasciati andare molto di più in
questo ufficio…” le fece un sorriso malizioso, ma lei rimase impassibile “Beh,
non avremmo dovuto” poi si diresse verso la sua scrivania “Dai, mettiamoci al lavoro”
Fox era esterefatto, si prospetta una bella giornata, pensò ironico, poi
entrambi si misero a lavorare. Scully era molto fredda, dopo due giorni senza
vedersi lui si aspettava per lo meno un sorriso. Dopo qualche minuto di
agghiacciante silenzio, Mulder parlò.” Scully, si può sapere cosa succede?” Lei
non alzò gli occhi dallo schermo del PC “Niente, non succede niente” disse
continuando a lavorare “Ho fatto qualcosa? Sei arrabbiata con me?” “NO!” Ed
uscì senza dire una parola. Oh mio Dio, pensò Mulder, cosa le ho fatto? Scully
tornò dopo pochi minuti e Fox si accorse subito che aveva pianto. Si avvicinò a
lei e le accarezzò una guancia “Amore, cosa c’è? Me lo devi dire…E’ qualcosa
che ho fatto io?” lei non sapeva da dove cominciare, respirò a fondo ed iniziò
il discorso “Mulder, ti devo dire una cosa..." a Fox mancò il respiro,
queste parole non promettevano niente di buono. Scully non lo guardava negli
occhi, se lo avesse fatto non sarebbe riuscita ad andare avanti "Questo
fine settimana non sono andata a trovare una mia amica..." Oddio, mi sta
per dire che mi ha tradito, Mulder faceva fatica a respirare "sono stata
qui a Washington... a casa mia...da sola" sospiro di sollievo di Fox
"...a riflettere" finalmente lo guardò "Riflettere su
cosa?" chiese lui con un filo di voce "Su di noi, Mulder, sul nostro
rapporto…” "...e...?" domandò l'uomo "...e, ecco, io non so come
dirtelo..." lacrime silenziose le scendevano sulle guance.
Mulder era pietrificato, sinceramente spaventato, assolutamente
ammutolito.
Non respirava, tutta la sua attenzione era stata catturata dalle
parole di Scully.
Non voleva sentirle.
Si doveva svegliare!
Perché era un brutto sogno, vero?
Sicuramente.
Ma le sue parole arrivarono inesorabili.
“Mulder”lei piangeva “mi dispiace tanto, ma non possiamo più stare
insieme…ho chiesto anche il trasferimento dagli X-files…io…io non ti … amo”.
Lei guardava per terra, lui invece la fissava., Fox sembrava una
bomba pronta ad esplodere…invece uscì silenzioso dall’ufficio.
Appena fuori dal palazzo sentì l’aria fresca contro la faccia e il
dolore mentale e fisico lo invase. Immagini di Dana, ricordi, iniziarono ad
affiorare:
lui che l’accarezzava- non succederà mai più
I baci- non ce ne saranno più
Neanche parlare…Oddio…non saremo più neanche amici…
Cosa avrebbe fatto lui adesso? Sarebbe sicuramente morto. Tanto
senza di lei, lui non esisteva…
Forse era il caso di parlarle, provare a convincerla? No, non gli
aveva lasciato speranza, era stata chiara.
Poi lei arrivò.
“Mulder” gli appoggiò una mano sulla spalla, entrambi avevano
facce sconvolte.
Nessuno dei due parlava, lei aveva già preso la sua decisione. Non
c’era più niente da dire.
Poi lui” Com’è successo Scully?”
“Io…non lo so…forse abbiamo aspettato troppo…ti avevo idealizzato,
io…veramente Fox, mi dispiace, ero convinta di amarti, ma mi sono sbagliata,
vorrei starti ancora vicino negli X-Files, ma non potrei dopo tutto quello che…
c’è stato tra noi, questo mi spezza il cuore, ma non posso continuare a dire di
amarti se non è vero…”
Lui scoppiò a piangere come un bambino e l’abbracciò.
“Perché amore mio” diceva tra i singhiozzi.
Dopo poco si ricompose. La guardò e le disse “Ho bisogno di farmi
un giro da solo” Lei annuì. Lui si
incamminò verso casa.
Arrivato al suo appartamento, si tolse la giacca e andò in cucina
a bere un bicchiere d’acqua.
Si avvolse nella sua coperta indiana, stava tremando.
Poi si mise alla scrivania ed iniziò a scrivere:
“Ciao amore mio, anzi ciao amore. Mi sento un piccolo uomo adesso,
senza di te. Non voglio scriverti per farti sentire in colpa per il resto della
vita, anche se sarà sicuramente così e mi dispiace, ma solo per ripeterti
ancora una volta che per me sei molto di più dell’amore, sei un punto di
riferimento, sei come una mamma per il suo bambino, per questo ti ho detto che
mi sento piccolo. Sono un orfano, mi sento smarrito. Ho sempre creduto che io e
te fossimo nati per trovarci. Evidentemente mi sbagliavo.
Senza di te io non esisto, non ho senso, quando tu mi
dimenticherai sarà come se non fossi mai nato…e mai morto.
Con amore
M.”
Si puntò la pistola alla tempia, il freddo metallo della canna lo
fece rabbrividire, ma forse era la paura.
Sparò.
Fine
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