IL SEGRETO DELL'ALASKA

DISCLAIMER: I personaggi di Mulder, Scully, e tutti quelli di X-files appartengono a Chris Carter. Tutti gli altri sono di mia invenzione.
GENERE: Case file
AUTRICE: Marisa
CASTING: Boh? Credo io stessa, ma anche Crhis Carter e tutta la troupe.

Erano trascorse più o meno tre ore dalle otto, quando dall'ufficio di Mulder squillò improvvisamente il telefono centrale. Mulder si destò, immerso nei suoi pensieri, e allungò la mano verso la cornetta, facendo oscillare la sedia girevole su cui era seduto. Indossava una camicia a maniche corte bianca con cravatta, e sul naso aveva un paio di occhiali che gli davano un'aria distinta e allo stesso tempo un po' stupida. Alzò il ricevitore e con voce paca, quasi stufa delle solite nenie che avrebbe sentito dirsi appena avrebbe risposto, porse la cornetta all'orecchio:
- Agente Mulder, F.B.I.
- Pronto, Mulder, sono il vicedirettore Skinner. Venga subito nel mio ufficio, devo comunicarle una cosa.
- Subito, Skinner, sarò da lei in un minnuto.
< clik >.
Mulder si alzò, si levò gli occhiali, prese la giacca nera e il suo distintivo, poi spense la luce della stanza, chiuse la porta, ed attraversò il corridoio un po' barcollante, dato che in tutta la giornata era stato davanti al monitor del computer che riordinava un x- file, e solo da una mezz'ora si stava rilassando nel suo stanzino, intento a rileggere vecchi casi ormai archiviati. Si chiese, un po' sbuffando, cosa mai volesse il suo superiore, dato che proprio il giorno nn aveva ancora ricevuto nessuna segnalazione ufo o aliena, e tanto meno sparizioni od uccisioni. Allungò il passo, attraversando il corridoio principale, dove suoi colleghi camminavano di fretta, dirigendosi in vari uffici. Raggiunse l'ascensore e pigiò il piano desiderato. Appena lo raggiunse, la porta gli si aprì con un piccolo squillo di invito, e l'agente si diresse nell'ufficio di Skinner. " Immagino che forse ci sarà un nuovo caso, finalmente…". Esitò un po', poi bussò piano alla porta, dove lo attendeva il vicedirettore.
- Avanti.
- Sono io, Mulder…eccomi! Mi dica Skinneer, ha qualche nuovo caso per me??
- Si…effettivamente qualcosa per lei c'èè, e mi creda che nn avrà + quella faccia allegra, se le dirò cosa sta accadendo: in Alaska è stato rinvenuto proprio un'ora fa, il corpo inanime di un uomo… ma sembra che questo uomo sia morto per…bè, sia morto bruciato. Ora lei mi deve spiegare come, un uomo trovato in una zona che in media avrà un clima sempre molto freddo, sia potuto morire bruciato!! Si esclude qualsiasi possibile traccia di omicidio o violenza, e dalle rilevazioni ottenute, è arrivato su posto con le sue gambe.
- Nn avete scoperto chi sia? Era un abittante del luogo? L'avete trovato solo? Bè, credo che sia molto strano trovare un uomo in quelle condizioni in un posto simile…
- È quello che mi domando anche io. Nn ssi sa chi sia, né da dove venga, e neanche come abbia fatto ad arrivare lì senza nessuno e nulla, dato che è molto improbabile che da solo ce l'abbia fatta. Cmq, voglio che lei e l'agente Scully andiate sul posto, e cerchiate di capirci qualcosa. Quell'uomo indossava una divisa dell' F.B.I., e se nn scopriamo subito qualcosa, presto la notizia andrà sulle bocche di tutti! Contatti Scully e vada all'aeroporto. Le ho già prenotato 2 posti per andare in Alaska.
- Ok…bè, io lascio il cellulare acceso, così se per caso devo chiamarla…
- Nn faccia lo stupido e vada!
- Ok! Ok! Vedrò cosa potrò fare! Arrivedderci.
- Arrivederci
Mulder prese dalla scrivania di Skinner i fogli relativi al caso, poi con un sorriso, se ne andò.
In macchina, Mulder telefonò a Scully.
- Pronto, Scully? Ci 6?
- Ah, ciao Mulder! Si, ci sono, dove vuooi che sia? Oggi è il mio giorno libero e "tentavo" di riposare…che c'è??
- Scusa per il disturbo…senti, Skinner cci ha trovato un nuovo caso. È necessario che ti faccia trovare pronta per le 3 di pomeriggio. Verrò a prenderti e andremo in Alaska.
- Mi prendi in giro?? In Alaska? E cosa dovremmo fare lì??
- Senti, te lo spiego in viaggio, ok? Orra cercati qualche indumento pesante, e altra attrezzatura. Il vicedirettore Skinner vuole che andiamo lì e scopriamo cosa stia succedendo…lo so, oggi nn è proprio l'ideale, ma sai com'è…quando si tratta di paranormale…
- Ok, ok…ho capito…cercherò di fare comee posso…bè, ci sentiamo alle 3. Ciao
- Ciao.
Scully nn era molto contenta di questa storia. Sarebbe stata trascinata in un altro dei soliti casi irrisolvibili che solo a Mulder potevano capitare, proprio quando lei poteva rilassarsi un po'. "Non è possibile…proprio oggi che volevo starmene a casa! Sigh!". Ma Scully era abituata. Sapeva bene che in fondo poi si sarebbe quasi divertita, perché ormai le erano capitati sottomano tutti i casi + impossibili e pericolosi, e che un bel viaggetto in un luogo freddo le avrebbe fatto bene. "SPERIAMO!". Scully rimase ancora qualche attimo con la cornetta in mano, con lo sguardo un po' pensieroso, poi roteò gli occhi e fece un'ispezione nella casa, sperando di trovare vestiti adatti per quel luogo. Indossava una maglietta scollata rosa, un paio di pantaloni scuri, e delle comuni scarpe. Al collo, la catenina col crocifisso brillava riflettendo la luce di un caldo sole che trapassava il vetro delle finestre. Aveva i capelli raccolti in una coda, con riflessi dorati e rossi, e due o tre ciuffi le ricadevano sul volto, un po' pallido ma molto delicato. Erano ancora le 11.45, e avrebbe fatto in tempo ad infilarsi nella doccia, prima di prepararsi per partire.
Verso le tre, la macchina grigia e luccicante di Mulder si fermò di fronte all'abitazione di Scully.
Fox suonò col clacson, e dopo qualche secondo, uscì Scully dalla porta, e con passo svelto raggiunse l'auto del collega. Ora indossava un impermeabile nero e lungo in pelle, ma dalla allacciatura iniziale era visibile il collo di un maglione di lana ocra. Dai pantaloni pesanti, spuntavano delle scarpe che, pur essendo da trekking, erano eleganti. Aveva sciolto i capelli rossi, e aveva uno sguardo un po' preoccupato: cosa le aveva messo in serbo Mulder? Salì sulla vettura, e lo salutò. Lui ricambiò, e le chiese se era tutto a posto. Mulder portava una giacca nera, un golfo grigio di lana, con sotto una camicia, e una cravatta a strisce nere e marroni. I pantaloni scuri e pesanti erano seguiti da grossi anfibi neri.
- WOW!! Sembra che siamo pronti per scallare l'Everest…- Disse Mulder per sdrammatizzare, perché in effetti, così vestiti, in quella calda giornata primaverile, potevano solo essere o 2 pazzi, o…molto freddolosi!
Scully lo guardò con aria interrogativa, quasi divertita, ma poi cambiò subito espressione:
- insomma, ora mi vorrai dare qualche sppiegazione, giusto?- chiese lei
- Bè, se proprio insisti…-rispose
- Non insisto, ma mi sembrerebbe il casoo che tu almeno mi dica che succede!! Nn è possibile che proprio nel mio giorno libero, alle 3 del pomeriggio, in fine primavera, tu ti accolli una nuova indagine! Oltretutto in Alaska!!!! Perché nn dici ogni tanto "no" a Skinner? E perchè non mi contatti almeno una settimana prima?? Nn ti capirò mai…
- Ascolta, Scully…lo so, scusa. Avrei doovuto almeno lasciarti qualche giorno di tempo, ma credimi, nn è colpa mia!! È stato Skinner a costringermi…certo, io nn ho obbiettato perché sento che qualcosa mi spinge a indagare, però…aveva già prenotato il volo, e io nn posso certo fargli rimandare un viaggio così! Ecco. Tieni. Leggi l'archivio del caso. Così nn dovrò stare a spiegarti cose inutili, e capirai da sola la gravità della questione.
- Uff! A quanto pare nn ci sono vie di uuscita…
Scully prese l'archivio in mano, e cominciò a leggere. Mulder la guardò un istante, come incantato, poi si riprese, e mise in moto. Il viaggio nn fu molto lungo, ed arrivati all'aeroporto, i due agenti si sistemarono sull'aereo, ancora molto incerti su da fare. Durante il viaggio, Scully diede un'ultima occhiata al caso:
- Mulder? Ti posso chiedere una cosa? - Mmhh…ma certo…-rispose lui, che si eraa un po' appisolato- hai ancora qualche domanda sulla quale vuoi una mia ampia e certa non che precisa risposta?
- Molto divertente…senti, quanto durerà la nostra…come dire, permanenza in Alaska?
- Ah, bè, credo qualche mese……
- COME?
- Dai! Scherzavo!! Forse resteremo 2 gioorni. Il tempo di rilevare tutti gli indizi sull'accaduto, e di poter anche vedere il cadavere e controllarlo. Tu 6 esperta in questo campo, no?
- Molto divertente…- Scully non era moltto entusiasta, e per distrarsi guardò dal finestrino. C'era uno splendido paesaggio gelato e le vennero i brividi. "spero solo che là ci sia il riscaldamento…".
L'aereo atterrò con tre quarti d'ora di ritardo per una turbolenza, e i due agenti si diressero verso la macchina mandata per loro. La vettura si accostò proprio al loro fianco ed il finestrino nero come tutta la macchina, si abbassò: un uomo di carnagione scura,+ o meno di quarant'anni, vestito di nero, con occhiali neri e una faccia molto seria, fissò Mulder e Scully a lungo tramite le lenti misteriose degli occhiali:
- Siete gli agenti speciali Mulder e Scuully dell' F.B.I., vero? Salite in macchina. Io sono Jack Monday, agente federale- e detto questo, tirò fuori il cartellino col distintivo e la foto tessera.
I due agenti si diedero un'occhiata d'intesa, poi salirono nel retro della vettura. La macchina con una sgommata, sfrecciò verso l'uscita dell'aeroporto, diretta verso la centrale + vicina. Il freddo pungente che era entrato nell'abitacolo quando avevano aperto gli sportelli, venne smorzato dal potente condizionatore d'aria, che rese l'ambiente molto più caldo e confortevole. Mulder cercò di catturare dallo specchietto retrovisore lo sguardo del guidatore, che si era levato gli occhiali, ma egli rimase impassibile. Chi era? Nn aveva mai visto e sentito quell'agente, e avrebbe voluto domandargli parecchie cose. Ma per rispetto del silenzio di tomba che si era creato in quei minuti di viaggio, rimase zitto. Scully era evidentemente preoccupata, e osservava dal finestrino il malinconico e glaciale paesaggio, ripensando che pochi minuti fa si trovava invece, al calduccio, a casa sua. Dopo aver attraversato un piccolo paesino locale, caratterizzato da case ricoperte di neve, e da gente tutta imbacuccata intenta a trainare le slitte, la macchina attraversò un piccolo ponte che univa la terraferma ad un'isoletta. Il tempo non era dei migliori, e una bufera di neve sferzava il volto dei passanti. Quando l'auto percorse il vialetto della centrale dell' F.B.I., una folata gelida si scontrò contro la vettura, provocando un rumore agghiacciante.
- Bene. Eccoci arrivati. Ora incontrerette il direttore. È una persona molto fredda e diffidente. Se sarete abbastanza in gamba, forse otterrete fiducia da lui. Da ora in poi le nostre strade si dividono. Per arrivare sul luogo del morto, proseguirete con una slitta. Buon viaggio e buona indagine.
- Bè, grazie, e…arrivederci- disse Muldeer, che ancora nn aveva capito bene
- Arrivederci…-disse Scully.
I due agenti scesero dall'auto, e salirono gli scalini che portavano all'uscio della centrale. Il portone di legno scuro riportava lo stemma dell' F.B.I., e dalle due piccole finestrelle di vetro, si intravedeva l'interno, illuminato da un'opaca luce rossastra. Mulder spinse un battente, e invitò Scully ad entrare. Lei esitò un po', poi fece capolino e osservò l'ambiente. Una forte corrente d'aria fece aprire del tutto la porta, e i due agenti vennero letteralmente spinti dentro. La stanza era abbastanza grande, con le pareti di legno chiaro ornate di vari quadretti. Due file di sedie erano posizionate ai lati, dove alcune persone attendevano sedute. Tre ampi corridoi si intersecavano fra le pareti, dove agenti e persone comuni, li attraversavano per i fatti loro. In fondo alla camera, c'era un' ufficio con le pareti in vetro opaco, dove si potevano intravedere le sagome di alcune persone. Probabilmente ora sarebbe venuto qualcuno ad accogliere i due, ma più il tempo passava, e più nessuno si accorgeva di loro. Scully si girò verso di Mulder con aria molto interrogativa, dato che nn sapevano che fare, ma proprio in quel momento, una grande voce profonda dietro di lei, la fece rabbrividire:
- siete voi gli agenti speciali Fox Muldder e Dana Scully?? Salve. Io sono il direttore di questo ufficio, mi chiamo Mark Bon.
Mulder e Scully si girarono di colpo, e videro davanti a loro un uomo molto possente, di mezza età, vestito di grigio, con un paio di occhiali calcati sul naso. Porse la mano prima a Scully, poi a Mulder, sempre con uno sguardo freddo ed impassibile, come l'agente Monday, che li aveva accompagnati:
- seguitemi, il caso è molto intricato, e come potete vedere, qui c'è poca attrezzatura, lo spazio è ristretto, e le condizioni climatiche rendono tutto più difficile. Abbiamo trovato quell'uomo, ora identificato come Gerard Hoc, completamente bruciato. Niente violenza. Niente lotte. Niente sopruso. Niente trasporto. Niente materiale infiammabile. Niente di niente. Si esclude che quell'uomo sia stato portato in elicottero, dato che nn è stato avvistato dai radar, e la forte bufera di questi giorni lo impedirebbe. La neve ha coperto ogni traccia, ma ripeto che nn ci sono segni che rivelino la possibilità che sia venuto con qualcuno o qualcosa. È stato ritrovato a nord di questo luogo, quasi sepolto nella neve. Addosso aveva solo la divisa dell' F.B.I., ma le bruciature così evidenti, hanno cancellato qualsiasi traccia di materiale combustibile. Una cosa è certa: è stato ucciso stamattina, anche se dalle prime indagini pare che la causa del decesso sia dovuta al freddo. No, non avete capito male. L'uomo è morto congelato, poi si è bruciato. È un vero mistero, che conto che voi due sveliate, dato che dalle informazioni che ho su di voi, so che siete molto esperti in questo settore. Casi così paranormali ed inspiegabili saranno di certo all'ordine del giorno…e lei, agente Scully, dovrebbe venire all'obitorio per fare l'autopsia a quell'uomo. Le ho già detto di chi si tratta, perché abbiamo scoperto che solo Hoc era assente dalla centrale. Bene. Più o meno vi ho spiegato come stanno le cose. Ora, agente Mulder, venga con me. Prenderemo un gatto delle nevi per andare sul posto. Forse lei saprà darmi delle spiegazioni e troverà indizi più precisi. Agente Scully, lei vada con quell'agente, la porterà dal cadavere che deve esaminare. -
Mulder e Scully si guardarono un attimo, poi ognuno seguì la sua guida, e si salutarono con un cenno della mano. Ancora molti dubbi nn erano stati chiariti, e per ognuno di loro due, ci sarebbe stato proprio un bel da fare. Ormai erano le sette, e cominciava a fare buio. Fuori la tempesta continuava a soffiare, e le finestre dell'edificio vibravano. Il vento soffiava come ululati di lupo.
"Certo che andare fuori con questo tempo nn è una buona idea…" pensò Scully, guardando dal vetro il gatto delle nevi che trasportava Mulder e il direttore Bon. " Come faranno a scoprire qualcosa, con questa tempesta?? Il vento avrà cancellato ogni prova…".
Scully seguì con lo sguardo la macchina cingolata, poi fu attirata dal richiamo del suo nome:
- Agente Scully?? Scusi, ma deve venire per l'autopsia. Mi segua, prego.
- Si, vengo. -
L'agente sconosciuto la portò in macchina, dove dopo un quarto d'ora raggiunse l'ospedale locale. Quando Scully arrivò finalmente all'obitorio, le venne un brutto presentimento. La stanza conteneva altri lettini vuoti, due armadi, una scrivania con computer ed altre strane apparecchiature. Infilò i camice, mise i guanti, la mascherina e gli occhiali protettivi, poi si avvicinò al lettino dove era stato adagiato il corpo della vittima. Altri infermieri erano intenti nei loro lavori, e uno di loro le si avvicinò per porle la scheda del deceduto, con i dati che lo riguardavano. Nulla di nuovo, rispetto a quello che le era già stato riferito, così prese un lembo del lenzuolo che riscopriva il cadavere e lo tirò via:vide un viso quasi irriconoscibile, ricoperto di ustioni e abrasioni, tutto nero e marroncino, per via della pelle e della carne bruciate, con bolle da tutte le parti. Gli occhi erano assenti, sciolti, anzi, carbonizzati, e al loro posto c'erano due orbite scure ed inquietanti. La nuca era lucida e nera, priva di gran parte dei capelli, che erano di carbone. Il naso nn c'era più, perché completamente corroso, e al suo posto si potevano distinguere le due cavità nasali. La bocca semichiusa era contratta in una strana smorfia, dove si potevano distinguere i denti scuri e rovinati. Lo sguardo di Scully si fissò poi sul torace, che era nelle medesime condizioni del viso. Era talmente ustionato che ormai la carne nn c'era + e si distinguevano vari organi interni.
Non era certo una bella vista.
- Mmmh…poveretto…deve aver sofferto pareecchio prima di morire…- disse Scully - guarda tu com' è ridotto…-
Scully, tutt'altro che impressionata e schifata, guardava il corpo e le sue ustioni con curiosità: forse era la prima volta che vedeva una cosa simile!! Prese il bisturi e cominciò ad incidere il petto. Poi scese giù fino all'ombelico. La pelle si era tanto ispessita da essere difficile da tagliare. Appena il corpo venne aperto, un forte tanfo di carne bruciata riempì la stanza, e fortunatamente Scully non sentì quasi nulla, perché aveva la mascherina. Uno spettacolo vomitevole e disgustoso si mostrò ai suoi occhi: tutte le interiora del deceduto erano ancora intatte, ma era come se fossero state bollite!!
Ma Scully notò subito una cosa impressionante: un grande corpo estraneo era incastrato tra il polmone destro ed una valvola, e sembrava quasi che si muovesse!! Scully osservò quella "cosa" a lungo, cercando di studiarne la forma, la posizione e se effettivamente fosse "viva".
- Ma che…- si disse, e con il bisturi alllungò la mano verso la cosa - Hei… venite a dare un'occhiata…- rivolta verso i medici in stanza.
E detto ciò, incise il polmone: "SWRIIISSSSHH!!!!!!! BLBLBLBLBLBLLLL!!!!!! SWOSSSHHH!!!!!!!!!!!"
- Mio Dio!! Che diamine…………!!!!- Scully era saltata all'indietro, spaventata da quel rumore terribile ed assordante. Si riprese subito, e con gli occhi sgranati voltò lo sguardo per capire cosa fosse accaduto: uno spruzzo di sangue era uscito dal polmone a pressione altissima e uno strano essere che poteva sembrare un lumacone senza guscio, era saltato fuori. Ed ora era per terra, inerme e quasi senza vita. Scully si accorse di essere ricoperta di sangue, e aveva anche gli occhiali tutti imbrattati. Gli infermieri accorsero per capire cos'era successo, e quando uno di loro si chinò per raccogliere la "lumaca", Scully lo fermò:
- No! Aspetti! Non lo tocchi! Non sappiaamo cosa sia!! Potrebbe essere la causa del decesso di quest'uomo!
- Come??- l'infermiere non capiva, ma asscoltò l'agente, e retrocesse, un po' spaventato.
Scully prese un fazzoletto e si pulì gli occhiali protettivi, poi raggiunse l'infermiere e si chinò per osservare meglio quella cosa. Era viscida e ricoperta di una mucosa verdognola e aveva piccole venuzze rossastre che ne ricoprivano la superficie. Pulsava ancora, e dalle due piccole cavità nere che dovevano essere gli occhi, un luccichio inquietante faceva comprendere che doveva ancora essere vivo. Ormai si erano accerchiati tutti gli infermieri dell'obitorio, che stavano attorno a Scully mentre con una pinza metallica raccoglieva l'animale. Era piuttosto pesante, ma molliccio e Dana fece una smorfia di ribrezzo quando quella cosa si mise a contorcersi appena venne riposta in un contenitore cilindrico di vetro. Un brusio di voci si diffuse nella stanza, perché tutti erano curiosi di capire cosa fosse successo, e cosa avesse messo Scully in quel barattolo.
- Ei! Ma è vivo!! Che roba è? Dottoressaa Scully, si può sapere che cosa è successo? Da dove spunta quell'affare??- disse un infermiere che era appena entrato, quando si avvicinò e guardò meglio oltre il vetro del contenitore.
- Non le saprei dire l'origine esatta…maa questo essere è un' organismo probabilmente parassita, che si era stabilito nel polmone del cadavere e forse è stato lui la causa della sua morte… probabilmente è stato lui a causare un abbassamento immediato della temperatura corporea, e subito dopo un innalzamento eccessivo. Ma la domanda principale rimane: cosa è? Da dove proviene?- mentre diceva ciò, Scully rigirava tra le mani la provetta contenete l'essere, cercando di capire almeno la natura. - Potrebbe trattarsi di un grande parassita. Un parassita che per sopravvivere a queste temperature, si è talmente modificato da diventare così grande… magari è una forma evoluta di qualche mollusco… che abita in queste zone…-
Scully era ancora incredula, un po' scioccata e le girava la testa. Forse sarebbe stato meglio chiamare Mulder, ed avvertirlo di quello che era accaduto:
- Voglio le analisi complete su questo eessere, scopritene il DNA, il suo stato attuale e…cosa sia! Ora controllerò il cadavere, per capire i danni causati da esso -
Detto ciò porse il contenitore di vetro ad un infermiere, si mise una mascherina nuova e si riavvicinò al cadavere. Ora dall'apertura che aveva effettuato prima, si vedeva solo sangue rosso e le sagome degli organi interni che per via dello spruzzo di sangue ora erano tutti lacerati. Non era proprio una bella vista. Ma Scully non si perse d'animo, e trovò subito un altro dilemma: se il corpo era bruciato, come mai c'era tutto quel sangue? Con una pompetta speciale che spruzzava acqua, Scully cercò una breccia, per ritrovare il polmone dove prima vi stava la "cosa". Il polmone, all'interno era pieno di strani filamenti venosi, rossastri, simili alle vene del lumacone. - Oh, mio Dio…………- Scully ora aveva capito un po' la situazione, ma urgeva il bisogno di chiamare Mulder, che si trovava sul posto dove era successo il decesso, e da quello che ora sapeva lei, c'era il rischio che potesse accadere la stessa cosa anche al suo collega.
Mulder ora si trovava in un accampamento dell' F.B.I. formato da vari tendoni proprio sulla neve, e poco distanti dall'incidente. Il luogo dove era stata rinvenuta la vittima era stato ricoperto da teloni di nylon, per un perimetro di quasi un ettaro: c'era il pericolo che qualunque fosse stata la causa del dramma, potesse disperdersi con la bufera che era in corso. Mulder fu fatto entrare in uno dei tendoni, dove finalmente, tornò la quiete, mentre fuori infuriava un uragano di neve. Era ormai buio e l'ambiente era illuminato da quattro lampade a petrolio, che con la loro fiammella tremula, rendevano la vista tenebrosa. Mulder si scosse un po', infreddolito e infastidito dalla neve che gli era entrata negli occhi, poi seguì ancora l'agente Bon, che lo presentò a tre agenti speciali ricercatori, che avevano notizie sul caso e le avrebbero mostrate anche a lui.
- Salve, agente Mulder, io sono Gregor, lui è Matt e quello è Peter. Siamo tre agenti speciali, incaricati nella ricerca di indizi in scovabili che potrebbero essere rilevanti in questa indagine. Oggi la giornata è proprio sfavorevole, ma anche col brutto tempo, abbiamo potuto riscontrare tracce di una strana sostanza verdognola che indubbiamente farebbe pensare a mucosa animale. Ma dalle prime analisi effettuate risulta che si tratti di sangue.
- Come? Sangue verde??- Mulder era quasii eccitato, al pensiero che si trattasse proprio di sangue verde. Perché aveva riscontrato che in ogni caso dove vi fosse stata una componente aliena, aveva sempre trovato sangue verde. E ora sentiva che quello doveva essere per forza sangue alieno.
- Emh… potrei vedere io personalmente quuesto strano sangue?
- Bè, credo di si. è ancora sotto analissi, per ultimi accertamenti: sa, molti qui credono si tratti di sangue alieno! Eh! Eh! Io non ci credo affatto, è una cosa davvero ridicola! Cmq si, credo che potrei mostrarle quella sostanza. Mi segua. -
L'agente Gregor seguì una fila di tendoni collegati fra loro, e arrivarono in una stanza piena di apparecchiature elettroniche e mediche. Alcuni dottori armeggiavano con provette e siringhe, altri erano incollati a computer molto strani, e rilevavano dati incomprensibili. Mulder fece una panoramica della tenda, e contò in tutto otto persone. Gregor lo portò dinanzi ad un apparecchio dalla forma cubica, trasparente e collegato a vari fili e tubi. Dentro vi stava un contenitore cilindrico collocato tra due morse rotanti, che lo facevano ruotare per 180°, poi tornavano indietro, alternando i movimenti. Il liquido che vi stava era proprio verde, un po' denso,e quasi fluttuava dentro al barattolo, formando piccole bolle.
- Vede? Lo stiamo ancora analizzando. Lee analisi rivelano una percentuale di DNA, che però è mescolato a molecole sconosciute. Vede quelle bolle? Sembra che sia in grado di rigenerarsi, ma per farlo ha bisogno di movimento. Strano, no? Lei che ne pensa?
- Penso che tenerlo così esposto sarebbee pericoloso…se è come dice lei, come fate ha sapere in quanto tempo si espande, quanto si espande, e la sua forza? Sapete se è nocivo, corrosivo od altro?
- No, stia tranquillo. Le analisi conferrmano che si tratta solo di materia organica innocua, acqua e DNA, ancora sconosciuto. Ma abbiamo anche fatto prove generali, e non vi sono stati risultati positivi.
Dopodiché i due tornarono da Bon e gli altri due agenti speciali, che stavano discutendo silenziosamente. Ma Mulder non era convinto. Troppa poca importanza si era data a quella sostanza, che ora se ne stava lì, in quel barattolo a crescere. Mulder doveva contattare Scully, per dire ciò che aveva scoperto. Ma tanto anche lei aveva già rilevato molti indizi, e nn vedeva l'ora di mostrarglieli.
Il giorno dopo, di buon mattino, Scully venne risvegliata dal cellulare, che squillava ininterrottamente. Ancora nn si era vista con Mulder, che aveva dormito dentro una di quelle tende, aspettando delle nuove, mentre lei era rimasta tutta la notte ad analizzare la creatura, il cadavere e tutti gli indizi raccolti, e si era addormentata sulla sedia della scrivania, leggendo i risultati delle analisi. Il cellulare la svegliò di botto, aveva ancora il camice e gli occhiali protettivi che si levò prima di rispondere ancora un po' rintontita.
- P- pronto…? Chi parla?
- Sono io Scully! Va tutto bene? Ti ho ssvegliata?
- No- no, ero già sveglia…senti, ieri ill tuo cellulare era staccato e ho tentato in tutti i modi di contattarti: ho delle notizie molto interessanti da dirti. Dove sei?
- Sto per raggiungerti! Anche io ho trovvato degli indizi che vorrei mostrarti. Senti, ora passo alla centrale! Sei lì, Vero? Bè, tra una mezz'ora fatti trovare sul portone. - Ok…
< bip >
Scully si levò il camice, poi si guardò attorno e si rese conto di essere rimasta dentro l'ufficio rilevamenti per tutta la notte. Ma sotto le mani aveva finalmente i risultati chiari delle sue ricerche.
Quando salì sulla vettura di Mulder, una chiara espressione di preoccupazione mescolata alla felicità le ricopriva il volto. Ormai sapeva bene che cosa era accaduto a quell'uomo, ma ancora meglio sapeva quanto fosse pericoloso, e che non era terrestre. Era questo il punto: era un essere sconosciuto, probabilmente venuto da qualche mondo lontano. Ma per Scully era un po' difficile crederci, perché, dopo tutti gli anni di studi sulle scienze e le medicine, sulle sue teorie che effettivamente facevano pensare che forme aliene non sarebbero mai scese sul nostro pianeta, ora aveva sottomano un vero e proprio alieno. E questo la faceva rabbrividire. Avrebbe voluto scoppiare in lacrime, ancora scossa dal giorno prima, per tutto quello che era successo, ma si trattenne, tanto era orgogliosa e forte. Ma anche una donna forte deve accettare la realtà che le sta di fronte, e non può fare altro che credere a ciò che vede con i propri occhi. Mulder non le disse niente per tutto il viaggio, e la cosa fu reciproca: tutti e due erano ancora molto tesi, increduli, ma sapevano bene cosa avevano scoperto. Ma purtroppo, nessuno li avrebbe mai creduti, perché sicuramente il caso sarebbe stato archiviato come un x- file, e tutte le prove reali sarebbe state fatte sparire. No. Non doveva accadere. Tutti avrebbero dovuto sapere la verità!
- Scully… ho scoperto una cosa sconvolgeente…
- Anche io, Mulder, e credimi che forse questo è stato uno dei pochi casi che mi hanno fatta stare in ansia. Tu non hai visto cos'è successo ieri…ma io si! e ora ho parecchie prove fra le mani, per poter dire certamente che quello che è successo è opera aliena.
- Anche io ho scoperto una cosa terribille: qui in Alaska c'è una centrale…che sembrerebbe normale, ma in verità è un laboratorio genetico…ho scoperto ciò leggendo files archiviati sul computer centrale. È stato un po' difficile, ma ora ho la conferma che quell'uomo è morto per colpa di quella centrale. La cosa che l' ha ucciso ha sangue alieno…ieri notte ho controllato per primo tutti i risultati delle analisi che hanno effettuato, ma poi loro hanno nascosto tutto, hanno distrutto le prove e volevano farmi credere che fosse stato colpa del tempo a mandare in tilt le apparecchiature. Ma io so qual è la verità…solo che loro non vogliono farcela sapere!!
- Mulder, è stato un organismo sconosciuuto ad uccidere quell'uomo!
- Cosa???!
- Non te l' ho detto prima, perché ero aancora molto confusa, ma ieri ho fatto l'autopsia, e… ed è schizzato fuori un essere sconosciuto dal suo polmone…l'abbiamo sottoposto a varie analisi e risulta che si tratta di una forma aliena.
- Sul serio??? Ma cosa…come??……
- Te l' ho già detto!! Non ho fatto in ttempo ad avvisarti, perchè solo ieri notte ho finito di analizzare, e ora però so tutto. E da quello che mi hai detto sulla centrale, le mie teorie ora sono fondate: Gerard Hoc è morto per colpa di un essere alieno.
Mentre parlavano di ciò, la vettura di Mulder passò di fronte all'ospedale. C'era una strana atmosfera silenziosa e tetra e nonostante fosse già mattina, non c'era anima viva per la strada.
Dopo pochi metri si sentì una forte esplosione, che fece sbandare l'auto, mandandola fuori strada e facendola capottare.
BOOOOMMM!!! CRASH!!!! l'edificio esplose in mille pezzi, crollando sulla strada con grande fracasso e sollevando una nube di fumo marroncino soffocante.
- Aiuto, Mulder… C- che cosa……?? Aaah!! Ho la gamba incastrata! Non riesco a- a muovermi…
Scully era capovolta sotto l'auto, aveva battuto la testa e perdeva molto sangue. Stava perdendo i sensi, ma sollevò lo sguardo e poté capire cosa stava accadendo.
- Mulder? M- Mulder…………- era svenuta. - S- Scully?? Scully, sei viva? Scully!!!-
Mulder si era ripreso dallo stordimento proprio quando la sua compagna stava per chiudere gli occhi, ma non poté risvegliarla, perché avvertì un dolore lancinante alla testa e a tutto il petto.
- Aaaaahhhh!!!! Dannazione!! Ma che diavvolo…? -
Mulder abbassò lo sguardo, e si osservò il petto: aveva un frammento di vetro sanguinante che gli si era conficcato nella costola: un dolore terribile. Con una smorfia di dolore, sfilò il pezzo di vetro, ma perdeva ancora molto sangue. Osservò le condizioni di Scully: aveva la testa ricurva su se stessa, e dalla fronte scendeva un grande rivolo di sangue che le attraversava il viso.
Finalmente si rese conto di essere capovolto, e capì che doveva fare qualcosa. Scosse Scully più volte, ma ormai era proprio svenuta, e con la gamba incastrata, avrebbe fatto molta fatica ad uscire dall'abitacolo.
- Aiutooo!!!!!!! Hei!! Non c'è nessuno??? Qualcuno ci tiri fuori!!
Mulder si guardava attorno, nella speranza che da fuori, qualche persona venisse ad aiutarli. Ma la zona era deserta, e sembrava che nessuno avesse sentito o visto l'esplosione. In un attimo capì che si era trattato di un agguato: per non far sapere in giro ciò che ora avevano scoperto, si era deciso di eliminarli. Ma Mulder non poteva mollare così, e con uno sforzo sovraumano, tirò una spallata alla portiera riuscendo ad aprirla. Sapeva che non c'era molto tempo, perché sia lui che Scully erano feriti gravemente, e poi se le sue teorie erano esatte, qualcuno sarebbe venuto ad eliminarli definitivamente. Si trascinò fuori dall'auto, si mise in piedi e andò dall'altra parte: la portiera di lì era bloccata, e non sarebbe riuscito ad aprirla. In più il dolore al petto e alla testa diventavano sempre più insopportabili. Si portò una mano alla costola e quando la guardò vide solo sangue. Con lamenti di dolore cominciò a correre per la strada allontanandosi dalla vettura, in cerca di aiuto. Ma poi si ricordò che forse era stato un complotto contro di loro, e dopo un centinaio di metri tornò da Scully.
Non c'era.
- Scully!!!!! Scully!!!!! Dove sei?- Mulder girò su se stesso, ed alzò gli occhi al cielo. Si mise le mani fra i capelli e invocò ancora il nome di lei. Ma non c'era. Era come se fosse svanita.
"Scully!!". Il suo pensiero era fisso su quel nome, la lucidità della mente lentamente veniva soffocata dal dolore terribile che lo piegava in due; l'agitazione e i brividi lo scuotevano senza tregua. Ad un tratto sentì un fruscio. " Scully??". Mulder si voltò di scatto, nella speranza di vedere la sua collega, ma invece si trattava di un rottame del palazzo, trascinato dal vento che si stava alzando impetuoso. Mulder però, da bravo agente, notò subito per terra vicino alla portiera delle tracce di sangue, che poi si allontanavano verso una casupola proprio lì dietro. Mulder scosse la testa, per riprendere meglio la padronanza di se stesso, che si era piegata di fronte alla grande forza del dolore, provocatogli dalla ferita. Si destò e cercò di correre verso la casa, che sembrava lontana miglia e miglia. Attorno a se il paesaggio monotono innevato si contorceva e roteava, facendogli quasi perdere l'equilibrio. Ormai non gli importava più nulla dell'alieno, delle sue scoperte, e dell'esplosione. Doveva ritrovare Scully.
" Scully…dove sei?…Scully, non mollare, qualunque cosa ti sia successa…". Mulder era bombardato da questi pensieri, e la sua mente era come un martello pneumatico, che all'infinito faceva scuotere la sua testa. Ormai non capiva più niente, quasi dissanguato, ma continuava a correre verso l'abitazione, che poteva sembrare lontanissima e irraggiungibile. Le gambe diventavano pesanti, gli occhi gli si chiudevano facilmente, e per tenerli aperti faceva una fatica pazzesca. Aveva il fiatone, e ogni tanto doveva fermarsi. Ma aveva percorso solo pochi metri. Ancora non aveva raggiunto quella che per lui sarebbe stata la salvezza. Non capiva come, ma sapeva che Scully era lì.
Ad un tratto la vide. Si fermò di colpo, sobbalzando come se un proiettile gli avesse attraversato il torace, ma poi riprese fiato e puntò lo sguardo su lei. Era a terra, inerme e immobile, priva di sensi e una in una pozza di sangue che le attorniava il volto. Era forse morta?
- Scully!!!- Mulder non aveva più fiato,, stava per buttarsi a terra, prima di svenire, per poter almeno starle vicino.
- Scully…………….-
Ma prima di poterle stringere la mano, prima di sentire un torpore tenebroso in tutto il corpo e cadere in un sonno tetro, fece in tempo a vedere degli uomini vestiti con tute isolanti, che raccoglievano da terra un essere dall'aspetto di un mollusco senza corazza, che posero in un contenitore e poi con un automezzo blindato sfrecciarono via con un rombo del motore assordante, e sollevando un gran nuvolo di polvere.
Silenzio di tomba.
Solo il vento ululava tra la rada erba secca per il freddo, facendola frusciare sinistramente. Il cielo si stava oscurando, carico di nuvole grigie: arrivava una tempesta. In lontananza si udivano le sirene di pompieri, ambulanze e polizia, accorsi solo adesso per l'esplosione all'ospedale.
- Hei! Qui ci sono due feriti! Credo chee nn siano morti! Venite con due barelle!
- Si, subito!
L'ambulanza caricò i due corpi immobili sui lettini e corse via, con le sirene spiegate.
Non si risvegliarono se nn all'ospedale. Mulder fu il primo, e quando aprì gli occhi, vide un a grande luce che lo costrinse a richiuderli subito. Non poteva muoversi, tanto era stato stretto tra le coperte; poi si rese conto di avere tubi attaccati alla bocca, alle braccia, ed era persino pieno di fasciature. Non sentiva nessun dolore fisico, tanto era stordito. Si guardò attorno: era in ospedale. Su un letto dell'ospedale. Ed era solo. Con lo sguardo cercò qualche punto di riferimento, per capire almeno che ore fossero, chi c'era con lui e dov'era lei. Già, lei. Ora non sapeva che pensare, cosa fare, cosa dire. Vide sulla parete di fronte un orologio circolare appeso, che segnava le 12.00. Richiuse gli occhi, aspettò qualche minuto, poi finalmente fece l'ingresso nella stanza un'infermiera. Mulder sentì il cigolio della porta, e una sagoma sconosciuta lo esaminò da vicino.
- Buon giorno e ben risvegliato! Come sii sente?
- Mmmhh……non molto bene……m- ma cosa…? D-- dove mi trovo? Sa per caso dov'è l'agente Scully?
- L'agente Scully? Oh, ora si metta a riiposare, l' ha passata davvero brutta. Ha battuto la testa, e forse è ancora in stato confusionale. La lascio solo, se le serve qualcosa tiri quella cordicella. E…comunque sappia che le sue condizioni sono molto migliorate rispetto a tre giorni fa.
- T- tre gironi fa?? Ma da quanto…??
> - Bè, è ovvio: era ancora sotto gli effeetti dei narcotici e poi stava davvero male. Ma riguardo alla signorina Scully…lei è ricoverata nella stanza accanto, ed è ancora in prognosi riservata.
Mulder non riusciva bene a parlare, ansimava e si sentiva la bocca talmente asciutta che avrebbe desiderato bere qualunque cosa. Ma cosa era successo a Scully? Come mai era ancora ricoverata? Come era potuto passare così tanto tempo, mentre per lui era stato solo un attimo?
Ricordava perfettamente l'esplosione, la macchina che sterzava bruscamente, che si capottava, le urla di Scully…poi che era sparita e che l'aveva ritrovata nell'erba, svenuta… in un attimo concentrò tutti i ricordi della sua mente, e gli vennero in mente gli uomini vestiti con una strana tuta, e la loro corsa dopo aver raccolto… cosa? Non riusciva a ricordare i particolari. Nel mentre che pensava, la dottoressa lo guardava stupita, perché si era incantato nei suoi pensieri, ed aveva lo sguardo perso nel vuoto.
- Hei, va tutto bene? Mi sente? Agente MMulder? Agente Mulder??
- A- ah? C- cosa? Senta, dottoressa……la prego…mi dica come sta Dana Scully… era con me quando c'è stata…quando c'è stata quell'esplosione…
- Gliel' ho già detto: è nella stanza acccanto e non so le sue condizioni. Comunque, ora si metta a riposare: è un buon segno che dopo quello che ha passato è già sveglio e ragionevole. Bè, allora ripasso più tardi, per vedere se sarà il caso di levarle il tubo che ha in bocca. Riposi e non stia a pensare a cose che potrebbero farla stare peggio!
- Ok…
< bam >.
La porta si chiuse dietro di lei con un gran rumore, perché la finestra aperta aveva creato corrente.
" C'è la finestra aperta, e nonostante fuori ci sia la neve, non c'è freddo…". Mulder non capiva. Se era ancora in Alaska, come mai non c'era freddo? Capì dunque che sia lui che Scully erano stati portati nuovamente negli U.S.A. .
Silenzio totale.
Era completamente solo. Una leggera brezza tiepida invase la stanza, facendo muovere le tendine beige della finestra e facendo entrare una lieve luce calda, che batteva ai piedi del letto. Un tepore piacevole. Ma Mulder non poteva essere tranquillo, senza sapere come stesse la sua collega. Per tutto il tempo che restò da solo, rimase con lo sguardo sul soffitto, dove appesa c'era una grande lampione a neon spento. E pensava a lei. In quel periodo, dopo anni di servizio passati assieme a Scully, Mulder aveva capito di avere avuto a fianco più di una semplice compagna di indagini, ma una persona su cui poter contare davvero, e che ormai comprendeva bene le sue idee. Una persona davvero speciale, che aveva condiviso con lui momenti terribili, a volte felici, altre insopportabili. E sentiva dentro di se un sentimento che cresceva giorno dopo giorno; un sentimento che poche volte nella sua vita aveva provato così profondamente. Ma questo sentimento non era riuscito mai a dimostrarglielo, a farglielo capire. E lui ora stava soffrendo un momento terribile, sia fisicamente che mentalmente. Sapeva che Scully stava male, e avrebbe voluto aiutarla. Ma anche lui era in condizioni molto gravi, e non poteva fare altro che aspettare… aspettare una sua notizia, uno spiraglio nel buoi, che gli facesse capire che stesse bene, che potesse rivederla, che avrebbe ancora sorriso e pianto con lui. Mulder se ne stava così, immerso in questi strani pensieri, e non sentiva che qualche lieve e malinconico cinguettio di uccello, spezzato dal fruscio degli alberi del giardino di fuori, che con la loro chioma ombreggiavano la stanza, dove uno spiraglio di luce si faceva strada timido, fra le foglie. Poi, abbattuto dalla stanchezza, gli occhi gli si chiusero da soli, dove cominciò un lungo sonno, indisturbato e quasi sereno.
< bip- bip- bip- bip >.
Questo fu il primo lieve rumore che Scully poté sentire appena si riprese. Quando tutti i sensi del suo corpo in una frazione di secondi si ricollegarono al cervello, Scully cominciò a capire qualcosa. Aprì debolmente gli occhi, e mentre faceva ciò si rendeva conto di essere su un lettino. Non poteva parlare, né muovere nessun arto, tanto meno girare la testa, o deglutire. Era come stretta in una morsa micidiale, ma indolore. < bip- bip- >. Il rumore dell'apparecchio che controllava i suoi battiti cardiaci era regolare, ma rallentato. Scully capì finalmente di essere in un ospedale. Da quello che poteva vedere, capì che era tra quattro tende, isolata, e non sentiva niente e nessuno. Solo il debole < Bip >. Cercò di riordinare nella mente gli ultimi avvenimenti, per poter almeno chiarire cosa ci faceva lì. Ricordava solo di essersi incastrata la gamba nell'auto capottata, poi buoi. La mascherina dell'ossigeno le impediva la parola; sentiva che le braccia erano come assenti; le gambe sembravano immerse in una vasca d'acqua tiepida, ed erano come intorpidite; ad ogni respiro, si sentiva il petto più pesante ed un grande cerchio alla testa la costrinse a richiudere i grandi occhi azzurri, che era come se avessero ancora una grande vitalità, nonostante le sue condizioni. Nella mente Scully era cosciente, ma non poteva fare altro che aspettare: se si trovava in un ospedale, qualcuno sarebbe venuto a controllarla. Dalle tendine che la isolavano dall'esterno, la luce veniva ovattata come tutti i rumori, che le sembravano lontani ed impercettibili. Delle sagome da dietro quella barriera, si muovevano silenziosamente, ma sembrava che nessuno si fosse accorto di lei. Finalmente fece capolino da un lembo della protezione, un medico. Appena si rese conto che Scully si era ripresa, fece un sorriso, poi scrutò a lungo il viso dell'agente, molto pallido. Lei rivolse gli occhi verso il medico, cercando di capire chi fosse, e con aria interrogativa, senza alcuna possibilità di parlargli, aspettò che dicesse qualcosa.
- Ah, per fortuna che si è ripresa, signnorina Scully! Ben risvegliata. Immagino che ancora nn abbia compreso cosa lei ci faccia qui, ma sappia che se l'è vista brutta: se riesce a ricordare l'incidente…-
Scully annuì con il viso, anche se faceva uno sforzo molto grande, e poi ascoltò il medico.
- Ah, per fortuna si ricorda! Le dicevo,, quell'incidente le ha procurato la frattura del femore sinistro, ma stia tranquilla, presto tornerà come prima! In più, ha battuto la testa molto violentemente, ed ha avuto una commozione celebrale. Senza contare le varie ferite riportate al corpo, durante l'esplosione……ma ora vedo che sta bene, e l' ho voluta informare di questo, dato che lei si ritrova perfettamente in questo campo medico. Può parlare?
Scully fece una negazione col volto, chiudendo gli occhi, ed il medico capì.
- Ok, la lascio riposare ancora un po', poi verrò a controllare se sta meglio. Più tardi le toglieranno i tubi alla gola e la mascherina dell'ossigeno, così potrà parlare. Ora si riposi.
Scully avrebbe voluto chiedergli molte cose, avrebbe voluto sapere che fine avesse fatto Mulder, se stava bene, se era vivo, ma ne era impedita. Con tristezza vide il medico scivolare via fra le tende, lasciandola nuovamente in un isolamento spettrale, in silenzio, senza la capacità di muoversi.
" Ma quanta morfina mi hanno messo??". Scully cercava di stare sveglia, nel tentativo di vedere tornare il medico, ma la stanchezza la fece cadere nel buio di un sonno molto agitato, dove vedeva solo la sagoma scura di Mulder che cadeva in un baratro oscuro senza fondo e senza fine.
Finalmente erano assieme. Fu Mulder ad accorgersene per primo, quando si risvegliò. Ora si sentiva più leggero, più vitale, e più libero. Appena aprì gli occhi si guardò attorno: era nella stessa stanza di prima, e nel letto affianco vide una sagoma. Poté destarsi con le braccia, e rizzarsi col busto: non aveva più i tubicini alla bocca, e le bende della testa erano state allentate. Osservò l'orologio appeso alla parete di fronte: erano le 12.00. Ora si sentiva bene, a parte una grande fitta al torace. Ritornò ad osservare la sagoma nel letto vicino: un piccolo ed esile corpo addormentato col capo rivolto dalla parte opposta, sembrava quasi invisibile, tanto era nascosto tra le coperte e dalla penombra. Il suo respiro era quasi impercettibile, e Mulder ancora non capiva bene chi fosse. Ora però era lucido, e si ricordava perfettamente cosa era accaduto i giorni precedenti, e sapeva anche che sicuramente aveva dormito per ventiquattro ore. Avrebbe voluto alzarsi, ma ancora era debole, ed il petto gli faceva male. Era solo, con quell'estraneo, che al momento poteva solo essere un altro paziente ricoverato. Poi, scossa dal sonno, la figura nel letto cambiò posizione, rivolgendo il viso dalla sua parte. E lui la riconobbe: era Scully. La felicità di Mulder venne ancor di più adempita mentre osservava il volto della donna, così candido e bello, e dove qualche ciuffo rosso le ricadeva fra gli occhi chiusi.
" Che ci fai qui, Scully??". Mulder se lo domandava ripetutamente, perché non capiva. Ma non osava svegliarla, tanto era bello vederla dormire così beatamente…. Notò che aveva una grande fasciatura alla testa, e si poteva notare un alone di sangue nella tempia destra. Lo sguardo di Mulder si fissò poi sull'apparecchiatura dove vi stava sospesa la gamba ingessata di Scully. E poi notò anche parecchi fili e tubicini che le erano attaccati al polso e alla testa. " Cosa ci fai qui?". Mulder continuava a chiederselo, e cercava di nascondere una vera felicità: Scully era viva e vegeta, e stava bene. Almeno così gli pareva, perché in effetti, con tutte quelle cose addosso, sembrava che nn stesse affatto bene. Mulder continuava a fissarla, incantato dal suo volto così esile a prima vista, ma che conteneva una forte personalità, che in quel momento veniva mascherata da un pallore malinconico e da un'espressione quasi seria, anche se era addormentata. Cosa fare?? Svegliarla? No. Mulder non poteva svegliare così un sonno che a prima vista sembrava beato e tranquillo, e nn l'avrebbe mai fatto. Avrebbe aspettato l'arrivo di qualcuno, o che si svegliasse da sola.
Scully aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu Mulder. Lo vide mentre leggeva un giornale, semiseduto sul letto e poggiato sul cuscino. La luce del sole le trafisse gli occhi azzurri, dove la pupilla assunse sembianze microscopiche. Un riflesso di luce ricopriva l'iride trasparente e lucida, e dovette battere più volte le palpebre, per potersi abituare a quella vista. Ora si sentiva molto meglio, ma molto stanca. Era come se un tir le fosse passato sopra, e si sentiva come una foglia accartocciata. Mise a fuoco le immagini, e verificò nuovamente se quello che le stava di fronte era proprio lui, Mulder. Quasi involontariamente, fece un sorriso, e le si illuminò il volto. Tirò un gran respiro, ma si sentiva come stretta ancora da una morsa irresistibile. Poi si rese conto di poter parlare, di essere libera in un certo senso, e respirava aria buona che veniva da fuori della finestra. Restò ancora qualche istante, immobile, scrutando i lineamenti del vicino, che sembrava non si fosse accorto di lei.
- Mulder…………- Scully aveva la gola seccaa, e le uscì un filo di voce, impercettibile. Deglutì, poi ripeté:
- Mulder, mi senti?……
Mulder si girò di scatto, e sgranò gli occhi:
- Scully!! Sei sveglia? Come…come ti sennti?
- Bè, potrei stare peggio…credo. Ma…ma cche ci facciamo qui tutti e due?- Scully corrugò la fronte in un'espressione molto enigmatica.
- Non saprei……… me lo sono domandato ancche io, prima. Forse sanno che siamo colleghi, o nn saprei proprio cosa pensare……
- Quanto tempo sono qui, in questa stanzza? Tu come stai?
- Credo da 12 ore… io sto molto meglio ddi ieri, grazie. Certo, ora vorrei chiarire parecchie cose, riguardo a quello che ci è successo…
- Ti prego, non ora! Mi gira la testa…noon potrei mettermi a ragionare, in questo momento… l'importante è che tu stia bene, che io stia bene, e che…… siamo ancora interi…
- Non direi proprio! Tu tra un po' perdeerai una gamba… he! he!
- Molto divertente……- Scully accennò un debole sorriso, poi guardò ai piedi del letto: non si era accorta di avere una gamba sospesa.
- Mio Dio………- Scully roteò gli occhi- Orra ricordo: rottura del femore sinistro. No, che strazio…ci vorranno almeno due mesi, prima di tornare a camminare decentemente……-
- Bè, almeno non dovrai muoverti, e te nne starai comodamente spaparanzata su un divano, a guardare film…- Mulder cercò di drammatizzare, e tutti e due si misero a ridere.
Poi i loro sguardi si incrociarono :
Mulder sentì il cuore accelerare improvvisamente i battiti, mentre fissava quei due cerchi azzurrini con delle pagliuzze verdastre, e Scully cercò di indirizzare il suo sguardo su qualcos'altro, perché anche lei stava arrossendo. Rimasero qualche secondo in silenzio, ognuno che scrutava il vuoto, ma che provava lo stesso sentimento. L'imbarazzante senso di souspance che si era creato, venne interrotto dall'ingresso in stanza di due persone, che potevano essere due investigatori.
- Siete voi i due agenti federali Fox Muulder e Dana Scully?
- S- si…- I due risposero contemporaneammente, dopo essere quasi sobbalzati dai loro rispettivi letti, per il colpo che avevano preso quando i due aprirono la porta di scatto.
- Bene. Come vi sentite? So che per voi sarà stato molto strano ritrovarvi nella stessa stanza, ma in quest'ospedale non vi sono molti posti a disposizione; stanno cercando di ingrandire la struttura, e dato che siete colleghi……comunque, non è questo il punto: c'è un problema. Vi abbiamo ritrovati in mezzo ad una radura, in Alaska, dopo che la vostra auto ha sbandato ed è finita fuori strada. Per fortuna dei passanti si sono accorti dell'incidente ed hanno avvertito l'ambulanza. Ma ci sarebbero delle cose da chiarire poi a noi, che siamo della polizia, anche se voi siete due agenti dell' F.B.I. . Adesso non mi sembra proprio il caso, dato che le vostre condizioni fisiche non sono delle migliori, ma mi aspetto che appena voi vi rimetterete da qui, ci spieghiate un po' cosa è accaduto.
- Ma voi chi…?
- Siamo gli agenti di polizia Bravo e Soonny, del dipartimento di Woolstreet.
- Ma in che ospedale siamo?? Come hanno fatto a portarci qui?
- Queste sono domande che porrete quandoo sarete usciti da qui. Ora vi lasciamo con il medico, che controllerà le vostre condizioni. Arrivederci.
Mulder e Scully si diedero un'occhiata interrogatoria, perché non capivano: quei due avevano detto di averli ritrovati dopo un incidente stradale, ma non era vero!! Era stata colpa dell'esplosione all'ospedale.
Dopo qualche giorno i due agenti vennero dimessi, anche se ancora Scully avrebbe dovuto tenere i gesso per del tempo, e Mulder avrebbe dovuto aspettare che gli togliessero i punti dal petto. Quando andarono a chiarire l'accaduto, nessuno volle credere alla loro versione dei fatti, perché non c'erano prove. Compresero quindi che era stata tutta opera di qualche organizzazione segreta, che aveva architettato questa messa in scena per depistarli. Con la scusa dell'esplosione dell'ospedale, tutte le prove che Scully aveva lasciato lì erano andate perse, e dalla macchina d Mulder, non vi era rimasta traccia delle analisi che Scully aveva fatto giorni prima, tanto meno di quello che Mulder aveva rilevato. Nessuno poteva affermare ciò che aveva visto lei, e ciò che aveva scoperto lui. Sarebbe rimasto un x- files archiviato come < non risolto >, e nessuno avrebbe mai saputo dell'esistenza di quegli esseri; della loro pericolosità; delle manipolazioni genetiche che venivano effettuate in Alaska; nessuno avrebbe mai saputo la verità.
La verità che sta là fuori…………


FINE

Se avete intenzione di contattarmi, fatelo al seguente indirizzo: stucollo@tiscalinet.it. Vi ringrazierei se mi mandaste critiche ed accorgimenti, ma accetto volentieri anche qualche elogio. Un grazie per la vostra attenzione, e spero che la storia vi sia piaciuta. Vi prego, non dite che è pessima!!!
Ringrazio anche Pusher che ha contribuito alla pubblicazione di questo x-file.
Bacini bacetti.
Marisa.