Come tu mi vuoi



Si, sono come tu mi vuoi, docile o selvaggia, crudele o romantica, insaziabile o pudica.
Devi solo dirmelo, anzi no, farmelo capire ed io gia' saro'.
Fragile vergine o piu' temeraria di un uomo.

Oggi sei nervoso. L'ho intuito dalle tue parole, dalle tue pause, dai tuoi silenzi.
Te l'ho detto di cambiare lavoro, si vede che ti sta stretto. Tu sei come me, vuoi bere la vita fino in fondo, barattando, se e' il caso, sicurezza con liberta'.
Conoscendoti, non so come tu riesca a fare il colletto bianco. Otto ore al giorno, stesso ufficio, stesse facce. Inventarsi un lavoro, giustificare un salario.

Cosi' la vita ti scivola via, come la pioggia su un vetro, non lasciandoti ne' segni ne' ricordi.
Cosi' un giorno ti scoprirai vecchio e forse te ne sorprenderai.

Perche' l'hai fatto? Si, si, lo so perche' l'hai fatto, non me lo dire. L'hai anche scritto in una delle tue poesie. E' il tuo senso del dovere.
No... non ci pensare ora, pensa a me, perditi in me, voglio essere il tuo universo.

E lo saro', anticipando ogni tuo desiderio, piegandomi ad ogni tuo capriccio e da questa condizione di schiava ti dominero' diventando per te l'alba e il tramonto.

So gia' cosa vuoi, mi vuoi vestita ora. Si.
Ma mi vuoi giu', in ginocchio.
Tu vivi in ginocchio, nano tra i nani, comparsa tra le comparse, nella vita-alveare di un open-space.
Tu vivi in ginocchio e per sentirti uomo devi alzarti in piedi. Ti aiutero' io, amore, scendendo giu', e troneggiando su di me la tua consapevolezza si sollevera' lenta ed inesorabile come il sole al mattino.

Si, ti brillano gli occhi, sei talmente eccitato che ti sei scordato di chiudere la porta di casa.
Sono in ginocchio e tu sei in piedi, non ti basta?
No, sto soddisfando solo la tua vista, tu vuoi di piu': "Ti prego" gemo "non farmi male"

Come una divinita' primigenia risvegliero' i tuoi sensi uno alla volta. Era quello che aspettavi, no?

"Dipende da te, serva" mi prendi per i capelli e tiri forte schiacciandomi il viso sulla tua patta.
Mmmmm, quest'odore mi fa impazzire, mi piace tanto quanto l'essere tirata per i capelli e tu lo sai, lo hai fatto per me, e ti ringrazio miagolando: "Piano!".
Ma tu sai di aver usato la forza giusta.

Con uno strappo mi sposti indietro la testa, lo tiri fuori - si, lo so, devi farlo tu, io non posso toccarlo ancora...
E' ritto, turgido e ha il tuo odore, che voglia avrei di succhiarlo, ma devo fingere... fingere: "NO!" e cerco di spostare la testa.
"Fai il tuo dovere, serva!"
"Noooo", ma se solo tu potessi guardarmi negli occhi e da li sprofondare nella mia anima vedresti che sto mentendo come il mercante di un bazar. Ecco, mi tiri di nuovo i capelli, costringendomi a flettere il collo... tu non lo sai, ma e' il segnale. "ooohhh" esclamo e tu ne approfitti per infilarmi in bocca quasi tutta la punta del tuo arnese.
Per fortuna la porta si e' chiusa da se.

Osservi compiaciuto la scena riflessa sul grande specchio antico dell'ingresso.
Non e' eros, lo so.
Per me e' eros, sbirciarmi clandestina mentre ti succhio.
Per te, vederti signore, ha l'effetto delle parole consolatrici di mamma': serve al tuo spirito, non al tuo corpo.

Io pompo obbediente, succhio via il tuo mal di vivere e lo sostituisco con sicurezza. Ad ogni sussulto della mia testa ti fai piu' uomo, come un canotto che si gonfia. Ecco, ora posso usare le mani, sei abbastanza sicuro di te da consentirmelo.

"Mmmm" ti stai spogliando, sento il frusciare della stoffa.
Chiudo gli occhi perche' voglio riaprirli quando sarai nudo. Hai un gran bel fisico e ne sei consapevole, non hai bisogno che te lo dica. E' l'eredita' del tuo passato, del tuo vecchio mestiere, quello barbaro ed oscuro che ti e' rimasto nell'anima.
"Basta, serva, e' ora che tu impari a soddisfare un uomo"
"No, ti prego, cosa vuoi farmi?" Oh, si, finalmente! Sono bagnata fin sulle cosce. Oh, prendimi, prendimi, prendimi...
Mi ritraggo, fingo di cadere indietro, anzi, no... cado sul serio, porca mignotta!
"Hep!" ecco, si, grazie, mi aiuti a risollevarmi, lo fai con una dolcezza ed una premura tali da tradire affetto sincero.
Non ti preoccupare, amore mio, non mi sono fatta niente.
Ok, te ne sei accorto.
Ora torni rude, ti rimetti la maschera da uomo.
"Avanti" e mi scivoli alle spalle spingendomi con il busto, facendomi sentire chiaramente la tua eccitazione che pulsa tiepida sfiorandomi la schiena. Mi impedisci con la tua presenza di fuggire. Ma dove vuoi che vada, stupido? Ucciderei, ora, pur di essere tua.
"Ogni resistenza e' inutile, bimba" Ecco cosa vuoi! E va bene, oggi saro' ribelle.
"No!" e mi divincolo.
Mi acchiappi subito, mi cinturi come fossi un quarterback e mi pieghi sul tavolo del salotto, a faccia in giu'
"No".
Mi tappi la bocca e mi sbottoni i jeans
"Mmmmffffff".
Spingo in fuori, ancheggio, ti aiuto a sfilarmeli, senno' qui facciamo notte.

Mi risollevi il busto per spogliarmi meglio. La mano sempre sulla bocca, il tuo fiato sul collo.
"Vedrai, schiava, ti piacera'". Non sto nella pelle.
Ecco, jeans e slip scivolano morbidi sul tappeto.
Sono nuda. Nuda e bagnatissima.
Inarco il busto: spalle e natiche, questo devi sentire di me. Mi liberi la bocca, ora vuoi udire la mia voce... no, non ancora, sono i gemiti che vuoi, dei lamenti soffocati, e se ci riesco qualche lacrima.
Singhiozzo sconfitta.

"E ora giu', sul tavolo" mi piego, la tua mano sinistra sulla nuca, l'altra che scende, scende... le tue dita mi aprono le grandi labbra. Poi all'improvviso dalla nuca passi alle scapole, la tua mano si apre a ventaglio e tu premi. Mi schiacci sul fresco tavolo di legno di cedro e automaticamente io alzo le natiche: e' un riflesso condizionato, per mantenere l'equilibrio.

"Aaahhh" e' un grido di sorpresa, piu' che altro. Sei entrato cosi' improvvisamente che mi hai colta impreparata.
Mmmm, mi hai fatto un po' male, appena appena, ma ora... lo sai che mi piace da impazzire essere presa cosi', vero?

"Oh, oh... no, ti supplico" gemo.
Cielo, non ti fermare, mi stai scopando divinamente.
"Ahi, aaahi, aaagghhh" perche' io sono vergine, si, per te sono sempre vergine e ad ogni colpo di reni, ad ogni spinta tu mi fai soffrire come non mai.
Non vedi come soffro?
Mi aggrappo al tavolo disperata, chiudo gli occhi per sopportare il dolore, spalanco la bocca in un grido silenzioso. E ti sento grugnire di piacere.
Io sto venendo come una fontana, come fai a non accorgertene? Cosa immagini che sia quel liquido viscoso che ci separa e ci unisce? Sangue virginale? Si, forse si, forse e' di questo che la tua fantasia ha bisogno.

"Basta", te ne esci all'improvviso, "voglio qualcos'altro da te".
Io resto a singhiozzare sul tavolo.
No, non fingo di non averti udito, e che non ti ho sentito veramente: e' stato cosi' bello che mi ci sono persa, ma per te gemo come se mi avessi appena violata.

"Alzati, e togliti quegli stracci". Ok, ora ti ho sentito.
Obbedisco, mi tiro su come se il mio spirito fosse spezzato. In piedi, ma prostrata.
Mi sfilo lentamente la maglia.
Si, sembra ritrosia, perche' e' questo che vuoi, ma in realta' mi sto vendicando un po': ti faccio conquistare la mia pelle un centimetro per volta.
... Padrone ...

Ecco, l'ho tolta, il mio seno e' libero, sodo, orgoglioso. Ti sfida e un po' ti sfotte, lui, che non e' mai in ginocchio.
I capezzoli sono turgidi, non posso farci nulla...
anzi no, fingo di avere dei brividi, ecco, mi copro pudica.
"Che cazzo fai, schiava? Come ti permetti di nasconderti al mio sguardo? So io quello che ti ci vuole.. vedrai che dopo non oserai piu'" e mi prendi un braccio e mi trascini in camera da letto.

"No, no, pieta'", ti supplico "Ti giuro non lo faro' piu'! Guardami quanto vuoi, ti serviro', danzero' per te, faro' cio' che vuoi, ma non mi punire!"

Punire, la parola magica, pensi che l'abbia usata a caso? No, non sei cosi' ingenuo, e' che anche io ne ho una voglia pazza ma non posso dirtelo altrimenti.

"Troppo tardi" e mi trascini sul letto.
Ci crollo bocconi, come se mi avessi spinta giu' con una forza dieci volte maggiore.
Ora cerco di rialzarmi, in realta' porgo e cerco di aprirlo bene, cosi' sara' piu' facile

So che vuoi sodomizzarmi ora
"No, quello no! Fa troppo male, e' innaturale!" ma tu mi tieni ben salda.
Ed io porgo... insomma, quanto ci metti e stuprarmi? Cosa aspetti?

"Dovevi pensarci prima, stupida, ora, se vuoi un consiglio, non far troppo la difficile, senno' ti faro' davvero male".
Si, ma sbrigati, mio signore, che questo clima d'attesa mi logora e mi fa impazzire.
"Noo, oddiodiodiodio"
"Girati"
Prego?
"Mi hai sentito, schiava? Girati"
"Si, si, va bene, ma non farmi male"
Che vuoi fare?
Non volevi sodomizzarmi?
Non capisco.. ne avevo voglia anch'io. Ti guardo ed e' evidente che mi hai disorientata, perche' mi rispondi con un ghigno da diavoletto. Adorabile.

Poi ti spieghi "Voglio vederti in faccia, mentre ti stupro. Voglio godermi ogni tua smorfia, ogni gemito, voglio perdermi nei tuoi occhi spalancati".


Mmm, porco, magnifico porco, ti faro' vedere tutto cio' che vuoi. Te lo prometto, amore mio, ti faro' impazzire. Ansimo, vedi? La senti questa mia finta paura? Si, si, che la senti. Oh, si, ecco, mi alzi le cosce, mi esponi, si... e io ti vedo, vedo il tuo membro che fa capolino lissotto, impaziente di profanarmi.

"Offf" ho le ginocchia cosi' su che potrei leccarmele, e tu mi guardi... stai guardando il mio buchino, si? Si, lo stai bagnando, lo prepari... sento le tue dita umide di saliva.
Ti piace vedermi cosi?
Sono abbastanza vulnerabile per il tuo io?
Non so, ma... "Aamppff" Eccoti.

"Ti apro in due, piccola"
Si, mi piace, mi stai spaccando in due, e lo fai delicatamente, come al solito, perche' l'ultima cosa che vuoi e' farmi veramente male.
Tu lo sai, io lo so.
Stringo gli occhi, stringo le labbra.. mi fai un po' male, ma la prima volta e' sempre cosi', ora passa. "Mmmppff, no ti prego, non cosi'. NOooohhh".
"Ti fa male?" chiedi, ma con un altro tono, premuroso. Ti sei fermato, non stai piu' spingendo.
"No" sussurro, ma stringo un po' le labbra e tu non ti muovi.

Ok, e' passato. Davvero, ora puoi entrare.
"Vieni" ti dico, ma non con le parole, bensi' annuendo con le ciglia. So che capirai.
E infatti ecco che spingi, ormai la punta e' dentro, il resto la seguira' inesorabile. "Ooohhh"

Hai i muscoli tutti contratti, ti piace da morire, lo sento.
Stai un po' immobile, perche' sai che devo abituarmi.
Ecco, sono pronta.
Lo contraggo, ti stringo un po' per fartelo capire.
Coraggio, sbattimi.
"Ggrrunf".
Si, hai capito, mi piace quando grufoli.
Sollevi il busto e nello stesso tempo me lo spingi piu' in fondo.
Mi agguanti le braccia. Me le blocchi sopra la testa.
Mi immobilizzi, schiava, legata, sfondata e in piu' ti godi lo spettacolo del mio seno. Ok, guarda, inarco la schiena spingendolo in su per te e nel frattempo ansimo, oh, si e gemo come una che non l'abbia mai preso. E' cosi' che ti piace, no? Anche a me.


"Aaarg, lo sento in pancia... mi stai squartando" e mi mordo le labbra, e mi dispero, e gemo e faccio le smorfie che ti fanno impazzire.

"Si, si, ora sei veramente mia! MIA!" Stai venendo, finalmente.
Si ti sento dietro che mi bagni tutta. Io sono gia' venuta cosi' tante volte... l'ultima quando mi hai bloccato le mani o poche spinte dopo.
Mi crolli sopra, ansimante. Ma non mi liberi la braccia.
Inspiro forte per farti sentire ancora il mio seno, la mia pelle.

Ti giri e per la prima volta, oggi, mi baci sulle labbra, con tenerezza infinita.
"Ti amo, Nadja, e morirei per te"

Non sei piu' il padrone, ora, sei solo e finalmente un uomo.
Il mio uomo.

"Lo so, amore mio"


Nadja Jacur

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