|
“Lingua d’Argento”, si sta parlando di mia nonna.
Il nomignolo e’ affettivo e viene usato in famiglia per sottolineare lo spiccato talento nel suggerire la cosa sbagliata alla persona sbagliata nel modo sbagliato e nel momento sbagliato.
Come dire che mia nonna, a memoria d’uomo, ha fatto piu’ gaffes dell’intera dinastia Hannover-Windsor da Giorgio I ai giorni nostri. Eppure l’arte in cui eccelle e’ un’altra: riesce a far imbufalire i parenti stretti spingendoli fino alla soglia dell’omicidio, e poi si offende per le reazioni controllate con stoico eroismo.
Potrei citarne uno sterminio di aneddoti, ma mi limito al piu’ recente.
L’altra mattina scendo a far colazione. E’ tardino, ma e’ anche sabato. Una fredda giornata d’autunno, godo dell’aria frescolina e del contrasto con la pelle calda sotto il pigiama.
Mamma mi raccomanda per la quinta volta di prendere il latte intero e non quello scremato. Ha la casa piena di nipoti urlanti e mi considera ancora una bambina… vabbe’. Ho troppo sonno per polemizzare. Annuisco e mi faccio una bella tazza coi corn flakes integrali. Rumino. Dopo un po’ la porta si spalanca ed appare la nonna “Toh, eccoti!”.
GLOM.
Un baleno, e ho il meccanismo per inghiottire bloccato. Come tutti quanti in famiglia, la presenza della nonna mi mette sulla difensiva: “Lei e’ qui. E’ qui per me. Sta per rompermi i coglioni”.
Un respiro dopo, infatti, piu’ infallibile di Calamity Jane: - La mamma mi ha detto che tu volevi raccogliere i kiwi, e’ vero?
- No - Laconica.
[Inciso. Figurati se mia madre le ha detto una cosa del genere. Che poi, mi sono appena svegliata, devo lavarmi, sto facendo colazione con gli occhi semichiusi… ti sembra il momento? Un po’ di tattica, eccheddiamine.
Eppure non e’ questo il punto, ma la scelta dei termini. Se mi dicesse “Nadja, per cortesia, ci sono dei kiwi alti, potresti raccoglierli?”, figurati, magari brontolo un po’ ma lo faccio. Invece, guarda che frase: “La mamma mi ha detto” cosi’ scarica preventivamente la colpa su un altro, si fa portavoce, capisci?, e al tempo stesso sembra volerti incastrare con una realta’ consolidata ed inequivocabile: “che TU VOLEVI bla bla bla”. Quindi sono *io* che ho espresso lo struggente desiderio di starmene mezz’ora con le braccia alzate a strappare coglioni pelosi e vegetali. Io, capisci? Non aspetto altro. Alla poverina e’ semplicemente giunta voce di questo mio eccentrico anelito che - fatalita’ - coincide coi suoi bisogni, percio’ mi viene ad offrire la possibilita’ di coronare un sogno. Dovrei esserle grata.]
Percio’ “No” ed ecco che al secco rifiuto la nonna trasfigura.
Da premurosa vecchina che si e’ trascinata fino a te per altruismo, diventa una matriarca contrariata. E dibbbrutto.
- Io non ti rispondo cosi’ quanto mi chiedi un favore.
- Non mi hai chiesto un favore, ma di confermare un’affermazione. L’ho negata.
- Insomma, non sei mai disponibile! Ed io che sono una povera vecchia! Vuol dire che chiedero’ un favore a tua suocera, come una mendicante! Oppure che lo faro’ io stessa con le mie mani. Ad ottantasei anni. Nonostante l’artrosi, il bastone, le caviglie cosi’ e la vitiliggine che mi viene per il nervoso e Tutto.Per.Colpa.Vostra!
- Boiamiseria, nonna, c’e’ modo e modo per chiedere le cose. E poi fammi almeno bere il latte.
- Ecco, ti pare ora?
- Ma cosa?
- Dovevi alzarti prima, con una bella giornata come questa. Sei pigra. Molle. Sempre peggio. Poi e’ tardi per fare colazione, cosi’ perdi tutto l’appetito.
- Magari
- Ma guardati, su, gia’ fai un lavoro insano in un ufficio e ti sfasci come un fico. Esci, no? Fuori, all’aria. Un bel respiro. Verde. Moto. Attivita’!... Per esempio potresti raccogliere i kiwi.
- Ma porcaputtana!
- EEEHHHH? Ti sembra il modo di rispondere a tua nonna? E COME TI PERMETTI DI DIRE A *ME* QUELLA COSA LI. Di darmi… di darmi della p…
- Era un’esclamazione, nonna!
- No, no ti ho sentita benissimo! Ah, se fosse ancora vivo il nonno…
- Ti raccoglierebbe i kiwi.
- Ecco. Sicuramente. Lui non mi diceva mai di no. Non come voialtri snaturati, che non siete mai disponibili.
- Ufff
- Che fai, sbuffi?
- Gorgheggio e cerco di fare colazione.
- Ne avrei da sbuffare, io! Oh sisisisisisi sissignore – piglia una carega, mi siede di fronte e ci fissa. Me e la tazza. Il massimo per conciliare la digestione – Ci metteresti un minuto, giacche’ IO e la mamma ti abbiamo pure fatta alta. Ma tu non ci vai solo perche’ sono IO a chiedertelo, vero? Spiegami che cosa ti ho fatto di male.
Immergo il viso nel latte soffocando ogni possibile replica in una ricca sorsata.
- Non rispondi, eh? Non hai parole, Non sai cosa dire, Lo fai solo perche’ in questa famiglia ormai e’ una moda fare il contrario di quello che chiede la nonna. Perche’ io sono una povera deficiente e soprattutto sono la piu’ debole, allora tutti ve ne approfittate e vi sfogate su di me.
- Nonna, per piacere, si caglia il latte.
- Inutile che fai la spiritosa, quando mi chiedi qualcosa io la faccio subito, senza fare tante storie.
- Salvo poi rinfacciarlo per dieci anni a venire.
- Io… IO, rinfacciarlo?!?!
- Beh, si, sai com’e’…
- Ah questa poi! E’ una falsita’ bella e buona! Cosi’ tu non mi chiederesti niente per paura che te lo rinfacci. AH! Da non crederci! E quando eri piccola, allora, che ho sacrificato tutto per te, ne vogliamo parlare?
- Ecco, appunto…
- Appunto cosa? Se avessi saputo che venivi su cosi’ non l’avrei mica fatto, sai? Tu, i tuoi fratelli, tua madre e tuo zio… tutti uguali. Dovete aver preso dal nonno Giulio (suo padre, n.d.a.), avete tutti l’orribile carattere dei Tessier (Nota che l’unica Tessier della famiglia e’ lei)
- /sospiro
- Ah sospiri, anche?
- Senti, nonna, fammi finire di mangiare e poi tiro giu’ due cassette di quei dannati kiwi, va bene?
- Due cassette? Non va bene no! Li voglio tutti, che e’ un peccato se restano sulla pianta. E poi, mi raccomando, raccoglili con delicatezza in modo che il gambo resti attaccato che’ devo farci una composizione e… guarda Immy! (mio fratello n.d.a.) ‘Petta, ‘petta che la mamma ha detto che anche lui era interessato a raccogliere i kiwi – e via, parte per la tangente zoppicando sul suo bastone come un road runner mezzo sciancato – Immy, Immanueeeelll
Ovvio che dopo sono andata a raccogliere quei cazzo di kiwi, senno’ mi toglieva la vita. Sotto le piante ho trovato Lara che si annoiava a sangue e Immy raffreddato come un cane col cimurro che si faceva la doccia ad ogni stacco di kiwi perche’ le piante erano bagnate di rugiada.
Naturalmente c’era anche la nonna che, protetta da un poncho mimetico riesumato chissaddove, dirigeva le operazioni come un generale alle grandi manovre: - Alla buon’ora, Nadja! Con calma, con calma, tuo fratello che e’ gravemente ammalato ha quasi finito il lavoro. Perfino tua figlia e’ venuta a faticare al posto tuo. Prenditela comoda, non farti problemi.
Come potete intuire, lavorare con mia nonna e’ un’esperienza intrisa di un raffinato piacere. Con la giusta sensibilita’ (dote che in famiglia non manca) si ha anche la sensazione di rivivere nell’epoca dorata delle Grandi Piantagioni.
Finita la messe di coglioni pelosi, naturalmente e’ stato fatto notare che c’erano da raccogliere le mele, i cachi, rassettare la ghiaia, mettere via (tre piani di scale) le ceste dei giochi dei bambini, fare le spese e “Nadja, giusto te, avrei una cosa da chiederti, ma-non-mi-dire-di-no-come-al-solito”
Poi si stupisce se una povera disgraziata, prima di attraversare un corridoio, sbircia a destra e a sinistra come se stesse giocando a Medal of Honor.
PS: Nel pomeriggio, la nonna ha messo in fila i kiwi nelle cassette della frutta distinguendo quelli col gambo da quelli senza. Nemmeno sforzandomi riuscirei a concepire un lavoro piu’ inutile, ma almeno se n’e’ stata fuori dalle scatole.
Riguardo alla temuta “composizione” che vuol fare coi kiwi, beh, cerco di non pensarci. Qualunque cosa sia, apparira’ cosi’ naif-volgare da scioccare anche la piu’ dozzinale tra le battone di Amburgo.
Sono convinta che se iscrivessimo la nonna alla Biennale d’arte moderna, si vedrebbe riconosciuto il giusto trionfo tra gli avanguardisti borderline. Sul serio. La prenderebbero per un’artista geniale e noi familiari staremmo ben attenti a non svelare che il suo talento consiste nell’assoluta, scandalosa, inspiegabile assenza di buon gusto, e che la sua unica, vera dote sta nello sfracellare i coglioni. Non nell’acconciarli in grappoli o composizioni mozzafiato.
|
|