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Fonte: http://www.bbc.co.uk/

Data : 08.04.04

LO SCAVO SVELA IL PIÙ ANTICO « GATTO DOMESTICO »

Gli archeologi potrebbero avere individuato le più antiche evidenze conosciute dell’adozione del gatto come animale domestico.

La scoperta di un gatto seppellito con quello che potrebbe essere il suo proprietario, in una tomba Neolitica a Cipro, suggerisce che l’addomesticamento del gatto potrebbe essere iniziato 9,500 anni or sono.

Si era creduto che gli Egiziani fossero stati i primi ad addomesticare i gatti, con le prime evidenze databili al 2,000-1,900 a.C.

I ricercatori francesi, autori di un articolo sulla rivista Science, dimostrano che il processo iniziò, di fatto, molto prima di allora.

Le prove derivano dal villaggio neolitico, o della tarda età della pietra, di Shillourokambos a Cipro, che fu abitato dal IX all’VIII millennio a.C.

“Il gatto trovato nella tomba potrebbe essere stato pre-addomesticato, uno stato intermedio tra l’essere selvatico e l’essere domestico. Alternativamente, è possibile che fosse già realmente domestico” ha dichiarato il Professor Jean Guilaine, del Centro di Antropologia di Tolosa, Francia.

“Abbiamo questa situazione della persona e del gatto. La stessa situazione di uomini e cani è nota in tempi molto precedenti dalla cultura di Natufian in Israele, che si data al 12-11,000 a.C.”

Lo scheletro completo del gatto è stato trovato a circa 40 cm dal seppellimento umano. Il simile stato di preservazione e la posizione dei seppellimenti nel terreno suggeriscono che la persona ed il gatto siano stati seppelliti insieme.

La persona, nei suoi trent’anni di età, ma di sesso indeterminato, era seppellita con alcune pietre lucidate, asce, strumenti di selce e pigmenti d’ocra come offerte votive.

Basandosi su questi dati, i ricercatori sostengono che la persona fosse di livello elevato e che possa avere avuto una speciale relazione con i gatti.

I gatti potrebbero avere avuto significati religiosi come anche materiali per i Ciprioti dell’Età della Pietra, hanno aggiunto gli archeologi francesi.

“E’ difficile dire se il gatto fosse un animale religioso, ma probabilmente giocò un ruolo nel mondo immaginario simbolico di queste persone” ha spiegato il Professor Guilaine.

Nel corso del Neolitico, quando l’agricoltura iniziava la sua diffusione dal Vicino Oriente, i depositi per la conservazione del grano potrebbero avere attratto grandi quantità di topi. Così i gatti potrebbero essere stati incoraggiati a stanziarsi nei villaggi insieme all’uomo, per cacciare i topi.

Sembra che il gatto, di otto mesi di età nel seppellimento cipriota, sia stato ucciso per essere sepolto con la persona. Lo scheletro non mostra segni di macellazione, suggerendo che fu trattato né più né meno come un individuo nella morte.

Ma ossa di gatti bruciati risalenti ad un periodo simile al sito, attestano il fatto che gli umani usassero anche mangiare l’animale, in certe occasioni.

Lo specimen del gatto è ampio e ricorda da vicino il gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica), piuttosto che il gatto domestico del giorno presente.

Non vi sono specie feline native a Cipro, così l’autore presume che ogni gatto trovato sia stato introdotto dagli umani.

 

 

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