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Fonte: http://www.newsday.com/

Data : 30.07.04

ANCORA NESSUNA CONCLUSIONE SUL DILUVIO DOPO L’ESPLORAZIONE DEL MAR NERO

PROVIDENCE – Quattro anni or sono gli scienziati credettero di avere trovato il luogo perfetto per fissare il dibattito sul diluvio biblico: una casa colonica su una sporgenza che dominava il Mar Nero, costruita circa 7,500 anni or sono – poco tempo prima che le onde mareali inondassero le abitazioni, sommergessero miglia di costa, e mutassero il lago d’acqua dolce in un mare salato.

Alcuni credevano che il sito rettangolare di pietre e legno potesse aiutare a risolvere l’annosa questione se l’inondazione del Mar Nero sia davvero l’evento narrato nella storia biblica di Noè.

Questa storia parla di una calamitosa inondazione che durò oltre 40 giorni e notti. Gli scienziati l’avevano da tempo liquidata come inverosimile, sostenendo che il Mar Nero si fosse riempito gradualmente con il levarsi del livello delle acque. Questa convinzione fu però intaccata quando due studiosi sostennero, diversi anni or sono, che l’inondazione del Mar Nero fosse più recente – e così rapida e diffusa da costringere le popolazioni a spostarsi fino all’Europa continentale.

Gli scienziati che hanno visitato il sito sottomarino la scorsa estate - a largo della città di Sinop, lungo la costa settentrionale della Turchia - non hanno potuto raggiungere alcuna conclusione. L’insediamento, circa 330 piedi sotto il livello del mare, era stato “contaminato” da legno esterno, che vi era scivolato, rendendo materialmente impossibile datare le rovine in modo accurato – e di conseguenza datare il diluvio.

“Non abbiamo trovato la nostra pistola fumante” ha dichiarato Robert Ballard, il celeberrimo esploratore sottomarino, autore, tra le altre, della scoperta del Titanic, che ha condotto la spedizione da 5 milioni di dollari nel Mar Nero.

Ballard ha definito la missione “di successo”, nonostante tutto. Ha permesso infatti di verificare il lavoro di Hercules, uno scavatore sottomarino usato per la prima volta in questa occasione. Il robot di 7 piedi ha scavato accuratamente attorno alle rovine subacquee e recuperato reperti usando speciali pinze dotate di sensori per regolare la pressione esercitata – in modo molto simile ad una mano umana.

Fredrik Hiebert, un archeologo associato al National Geographic, ha dichiarato che il successo dello scavatore meccanico apre una nuova epoca nell’archeologia degli oceani.

“Abbiamo ora le capacità tecniche per scavare scientificamente in ambienti sottomarini” ha dichiarato l’ex-professore dell’Università di Pennsylvania.

Il team ha usato anche camere ad alta definizione e nuove connessioni ad Internet e satellitari per collegare scienziati e studenti in diretta con la missione – la prima volta che simili tecnologie sono stata impiegate simultaneamente in una spedizione.

In un’altra fase del viaggio, gli esploratori hanno dato un’occhiata ravvicinata al vascello commerciale di 1,500 anni or sono che dicono sia l’imbarcazione bizantina meglio preservata mai scoperta.

Gli scienziati erano particolarmente interessati a questo sito - chiamato “Naufragio D” - perché le particolari acque del Mar Nero, povere di ossigeno, lasciano qualsiasi cosa sul fondo pressoché intatta. Il Naufragio D è così ben preservato che la corda stesa in forma di V sulla cima del vascello di legno è ancora chiaramente visibile.

I ricercatori hanno notato che i ponti della nave sono coperti di una sostanza simile a cera, un’indicazione che i mercanti trasportassero miele, ha dichiarato Cheryl Ward, archeologa marina alla Florida State University, che ha condotto lo studio del Naufragio D e di altri tre vascelli affondati poco lontano.

Hercules ha riportato in superficie sei anfore – giare da trasporto, a forma di carota – dalle quali il sedimento sarà analizzato alla ricerca di tracce di pollini che potrebbero rinsaldare la teoria del miele.

Ward ritiene che la nave possa essere stata parte di una flotta da trasporto appartenuta ad una famiglia di commercianti di viveri. L’imbarcazione sarebbe così una delle centinaia che solcavano il Mar Nero nel V e VI secolo, nel periodo in cui esplose commercio frenetico, perché Roma aveva ordinato nuove tasse alle sue province orientali. L’editto determinò un boom nella produzione locale e nel commercio tra le comunità del Mediterraneo e a nord della Crimea.

Ballard spera di ottenere presto conferme definitive alla teoria del diluvio biblico, come annunciato dal suo sponsor, il National Geographic, che ha dato grande risalto alla ricerca.

Gli studiosi convengono sul fatto che il Mar Nero si inondò quando i livelli crescenti del mare superarono l’argine del Mediterraneo, e riempirono quello che era un lago di acqua dolce. L’inondazione fu così mostruosa che sollevò i livelli delle acque di 509 piedi e sommerse circa 58,000 miglia quadrate di terra.

Ma gli studiosi sono divisi circa il periodo in cui ebbe a verificarsi, e su quanto rapidamente.

La maggior parte ritiene che ebbe luogo circa 9,000 anni or sono, e fu graduale. Ma i geologi marini della Columbia University Walter Pitman e William Ryan scrissero nel 1997 che l’inondazione fu rapida ed ebbe luogo circa 7,150 anni or sono.

Le conclusioni degli scienziati hanno rinvigorito il dibattito sulla figura di Noè.

Hiebert sperava che i pezzi di legno dall’abitazione sommersa avrebbero potuto provare che fu costruita prima del diluvio, il che avrebbe aiutato a datare l’evento in modo conclusivo. Ma alcuni dei pezzi recuperati si datano ad un periodo successivo al diluvio, e ciò implica che nessuno possa dire esattamente quando sia stato eretto l’insediamento.

Inoltre, gli scienziati non hanno trovato niente che possa stabilire in modo decisivo che si tratti di un insediamento umano.

“Non abbiamo trovato un fattore o i suoi attrezzi” ha illustrato Ballard.

Ad ogni modo, gli scienziati si chiedono perché una rovina, collocata su un’altura di 40 piedi, e alla foce di un fiume, dovrebbe essere qualcosa di diverso da un’antica e ben situata abitazione. Non comprendono come i detriti sarebbero potuti scivolare e assestarsi attorno al sito, specie considerando che non vi sono altri simili accumuli di materiale sottomarino per miglia e miglia.

 

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