Libertà..


Libertà, è fare quello che si vuole, o volere quello che si fa? Io sto facendo esattamente quello che voglio della mia vita, ho un lavoro, una ragazza che mi ama e, anche se a modo mio, anch'io amo, dovrei essere felice e invece non lo sono.
Forse lo sarei se questa fosse davvero la vita che voglio, con il lavoro che ho sempre sognato e la persona per cui darei la vita, accanto. E invece non è così.
Rari sono i momenti di felicità, gli istanti in cui il cuore trova requie, e si riposa, smette di battere impazzito nel petto, talmente forte da non riuscire a respirare, e la mente si sgombra da tutte le nubi. Attimi in cui riesco a godere della vita che passa, delle emozioni, di un prato bianco di margherite e di un panorama visto dall'alto di un colle annebbiato dalla foschia. Minuti in cui metto a tacere i sensi di colpa, per quello che ho fatto e che sto facendo, promettendomi di non farlo più. Convincendomi che non è necessario, che la vita è così bella che non c'è bisogno di eccedere, di cercare effimere felicità dove ben so che non ci saranno mai.
Eppure sono felice solo in quei momenti, mi sento libero, soddisfatto e in pace con il mondo intero. Faccio esattamente quello che voglio, in quelle occasioni, anzi, voglio con tutto il cuore quello che sto facendo e non m'interessa se va contro la morale, se così facendo faccio del male a qualcuno o se come spesso accade lo faccio solo a me stesso.
Per la mia anima sono come elettroshock, passare da uno stato di estrema beatitudine alla disperazione più nera, e per finire, un bel calmante che riporta tutto sul giusto equilibrio e così sembro normale agli occhi della gente, il bravo ragazzo equilibrato e disponibile. Ma nessuno sa quanto mi costa portare avanti questa farsa di vita quando vorrei urlare a tutti che sono esseri insignificanti che credono di essere importanti per me solo perché sono loro che hanno bisogno di crederlo. Hanno bisogno di credere che ho dimenticato il passato e che essi rappresentano il fulcro della mia vita. Non capiscono che è importante essere amati, ma che amare lo è ancora di più. Che è nei momenti di necessità in cui abbiamo bisogno di amore, ma è quando stiamo bene che abbiamo bisogno di amare.
Non capiscono che lei è ancora importante, troppo importante. Che ignorare la sua presenza su questa terra è l'unico modo per vivere. Che solo quando sono con lei mi sento completo e realizzato. Sento che lei è tutto, tutto quello che ho sempre desiderato, vedo il suo sorriso, so che sono stato io a dipingerle in faccia quell'espressione beata e una lacrima mi punge gli occhi, in quel momento non vorrei niente di più dalla vita. Mi stampo quel sorriso nella mente, carpisco la gioia e l'incredulità che traspare dal suo volto e le faccio mie come un ricordo incancellabile.
Chiudo gli occhi e sento il suo profumo, ascolto la musica che le piace, voglio assorbirla con ogni senso. Le mie mani hanno accarezzato il suo corpo, la mia bocca ha assaggiato la sua pelle e adesso voglio sentirla, farla mia, con l'olfatto e con l'udito. Vederla non importa, potrei ormai descrivere ogni suo più piccolo particolare senza neppure soffermarmi a riflettere. Ogni sua espressione, ogni emozione che traspare dal suo sguardo, ogni gesto, quel piccolo tic che ha alla mano sinistra, tutto è chiaro nella mia mente.
Il suo modo di parlare, riesco a prevedere ogni sua parola, le nostre menti sono troppo simili perché riesca ad ingannarmi. Io però sono più bravo, o molto più semplicemente a lei non importa poi così tanto scoprire cosa penso, cosa sento. E quindi fingo anche con lei, dico di accontentarmi, di non volere di più da quel "NOI" così debole e insignificante, ma non sa che anche se avessi tutto di lei, non sarebbe mai abbastanza.
E poi arriva il momento dei saluti, tanto imbarazzante quanto prima era naturale fondere i nostri corpi. Abbiamo indossato nuovamente i nostri sensi di colpa e i nostri ricordi che ci portano lontani nel tempo e nello spazio. È come ritornare di nuovo alla realtà dopo esserne fuggiti per qualche ora. Evasi. Come due prigionieri di schemi ben precisi che hanno bisogno di respirare ogni tanto. Per me è così. Forse per lei no, è solo un divertimento. Sicuramente è così. Monumento celebrativo all'egoismo già vola alta verso altri luoghi e altre persone, come se nulla fosse accaduto, come se fosse normale tutto quello che è successo, come se avessimo bevuto un caffè e parlato di politica, annoiati in un bar denso di fumo.
E dopo una notte in cui il petto mi scoppiava dai singhiozzi ed alcune ore di sonno profondo indotte da farmaci eccomi qui a pensare a lei, ancora, sempre.
Finirà questo incubo, questo tunnel che ogni tanto mi fa vivere, che rompe la monotonia di un'esistenza senza emozioni, ma che è capace di aprire un baratro senza fine?
Riuscirò a liberarmi di lei, ad accettare completamente che dovrò imparare ad accontentarmi, di quel poco che mi dà e di tutto ciò che posso ricevere dagli altri?
Più difficile sarà imparare a dare, io che darei la vita per lei non riesco a donare niente a nessun altro. Affetto, certo, ma se penso che lei esiste, che potrebbe aver bisogno di me, anche per una seppur piccola cosa, i bisogni degli altri si sciolgono come neve al sole. Correrei fino in capo al mondo solo x raccogliere un fiore e portarglielo, se servisse a renderla felice, se solo servisse ad avere il suo cuore, o meglio se solo potesse fare in modo che lei accogliesse il mio tra le sue braccia.
Anelo da tempo un suo abbraccio, un gesto che dimostri che il sentimento che sente per me è reale e concreto, che non sono solo parole scritte su un foglio bianco. Ma purtroppo lo so, il suo è solo bisogno, necessità. Ha bisogno di me, delle mie parole, delle mie orecchie che non si stancano mai di ascoltarla, anche quando dice mille volte le solite cose e io per mille volte ancora le rispondo. Le servono le mie mani che la accarezzano, la mia bocca che la consola e la ricopre di baci, la mia mente in cui si riflette come davanti a uno specchio. Ha bisogno della mia comprensione, del mio affetto, del mio amore, che fa finta di non vedere ma che le raggiunge l'anima attraverso ogni poro della pelle e la fa stare meglio.
A volte mi sembra così meschina, credo che si approfitti di me, del mio mai dire di no, e sento un odio sordo che sale su dal petto, ma svanisce quasi subito. Non posso credere che sia così, quell'angelo biondo che adoro non può volermi così male. Non potrei accettarlo. Forse un giorno me ne accorgerò, tradirà la mia fiducia così palesemente che non potrò far finta di non vedere, quando per l'ennesima volta vedrò strappato il mio cuore che batteva solo per lei, forse riuscirò a capire l'amara verità.
Ma non adesso, non ora che se chiudo gli occhi, ancora vedo i suoi così vicini e sento il l'odore della sua pelle che arriva dritto alla testa come un potente afrodisiaco dell'anima.