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Giovanni Ferretti in uno scatto 'post - C.S.I.'
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Non poteva mancare, nella nostra panoramica su 'la musica vista dai musicisti', il parere di Giovanni Ferretti, tra i protagonisti di due tra le più intense avventure della musica nostrana: i CCCP - Fedeli alla Linea negli anni '80 e i C.S.I. negli anni '90.
Quanto riportiamo di seguito è estratto da una introduzione dello stesso Feretti al libro di Alberto Campo "Nuovo? Rock?! Italiano!", pubblicato da Giunti nel 1996.
Chi ama o meno Ferretti, troverà, leggendo queste righe, tutti i pregi, i difetti e le contraddizioni del 'personaggio': la verbosità, i giudizi netti, le intuizioni geniali. Tenete presente che 'siamo nel 1996', ovvero l'anno in cui i C.S.I. sono stati considerati da pubblico e critica la massima incarnazione della 'musica alternativa' nostrana (per essere posti neanche troppo virtualmente 'alla gogna' poco meno di una stagione dopo.....). Proprio questa è la ragione che ci ha spinto a scegliere questo testo: nel bene e nel male, Ferretti è sempre stato una specie di 'catalizzatore'. Chi "c'era", provi a confrontare le proprie esperienze con queste parole. E, magari, ci faccia sapere.......
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La musica, a parlarne, mi intristisce. La mia mi è necessaria come nutrimento. E' come il pane, campo di pane, ma non ne parlo se non per rilevarne gravi difetti: è nudo, è bruciato, fa schifo. O l'eccezionale riuscita: ottimo. Non cerco lo straordinario, né l'inusuale, aspiro al necessario, all'indispensabile. Il pane, è ovvio, come la musica va sempre rifatto, anche quotidianamente. Il gusto è squisitamente personale, inutile discuterne.
Se in giro non si trova pane o musica a un livello essenziale qualcuno deve dirlo, lo dirà la forza delle cose: "Questo pane fa cagare, c'è dentro di tutto tranne acqua e farina" e ricomincerà a farlo con l'acqua e la farina poi, a scelta, lievito, sale, condimenti, aromi. "Questa musica fa cagare, è la fiera delle vanità e la reclame della tecnica" e rimetterà in gioco la propria anima, il proprio corpo, la capacità degli uomini e delle donne di... Fine del problema. Non si chieda alla musica di supplire alle difficoltà della Politica, alle incapacità dei Politici, si chieda alla Musica di fare la sua parte.
"Qual è la parte della musica?"
Bella domanda che sempre si ripresenta e che vale più di qualsiasi risposta
"Come l'acqua che scorre"
Un grande lago naturale trasformato in diga che tutto contiene e di tutto si nutre. Ci sono canaletti, torrenti, scoli, scarichi, spurghi e fogne a cielo aperto, acque morte, melmose, sorgenti e ruscelli, sputi, sperma, lacrime e pioggia e piscio e. La diga è la truffa del rock&roll, ma nessuna diga può decidere chi entra, che entra da dove vuole e come vuole ed esce come può in un mix che lascia trasparire la propria qualità d'origine e le occasionalità più sfacciate che possono intralciarne o favorirne il cammino.
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Ferretti durante il tour di T.R.E.
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Ferretti e Battiato
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Un appunto sulla pericolosità del rock, sulla sua sovversività.Che il rock possa essere pericoloso o sovversivo lo credono un certo pensiero religioso e un certo pensiero politico, sebbene su versanti opposti, assimilabili nella schematicità e nell'intelligenza di basso profilo, molto basso. A un mio amico sacerdote che mi chiedeva cosa pensare del "satanismo" del rock ho risposto che, come prete, farebbe meglio a riflettere sulla povertà, se non pochezza, di tanta moderna liturgia. Il problema vero non può essere il satanismo di alcuni musicisti che se ci sono, e ci sono, non sono diversi da individui simili impegnati in ogni altra attività umana, ma la riduzione della musica liturgica a una brutta copia della canzonetta stile Sanremo, sia per l'uso delle parole che per la qualità della musica, e questo oltre che profondamente triste è sì veramente diabolico.
Quanto agli irriducibili dell'estremismo politico, che abbiano superato i 21 anni di età: è dubbio che la rivoluzione sia, è fallimentare che stia sulla canna del fucile, è idiota pensarla sulle corde di una chitarra. Potremo cadere più in basso?
Ci provano continuamente gli esperti di musica, gli opinionisti dell'inutile, dell'opinabile, che trasformano con enfasi il semplice in complicato e riducono il complesso a una stupida sequela di definizioni specialistiche.Ci provano i politici che al momento opportuno pretendono dalla Musica un intervento significativo contribuendo alla ulteriore rovina della Politica che alla fine, bastando a sé, la Musica si salva.
Ci provano i musicisti che si credono chissà chi e sono nel migliore dei casi, quando valgono davvero, formidabili collettori inconsapevoli di energia e non possono fare nient'altro che eseguire al meglio la parte che loro compete.
Ci provano gli appassionati che continuano a volere la Musica un "luogo puro" in un mondo che ha fatto della contaminazione, a ogni livello, l'ultima possibilità restante, e il rock è l'anima superficiale e profonda del nostro tempo e la dice lunga.
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Che esista un nuovo rock italiano lo cantano e lo suonano i gruppi e molto bene, lo conferma l'indotto industriale e artigianale che li sorregge e permette la loro esistenza. C'è un pezzo non indifferente di questo paese che di questo vive, non metaforicamente, ma economicamente. Tecnici, agenzie, fotografi, club, manager, organizzatori, giornalisti, service, camionisti, etichette, studi. Ci sono per la prima volta produttori, competenze, mestieri di buon livello. Molti sono bravi, qualcuno eccellente.
C'è stata nella prima metà di questo decennio una piccola televisione: Videomusic, che ha portato sugli schermi casalinghi della provincia e delle città italiane questa realtà, ha determinato la sua diffusione, la sua crescita. Ha reso possibile il confronto, permesso una valutazione. Ha contribuito alla formazione di nuovi mercati, nuove professioni. La musica moderna italiana, a parte i veri e propri miracolati, non può non considerare quanto è debitrice, nel bene e nel male, a questa piccola grande televisione che non esiste più, risucchiata oltre che dal gioco economico, dai propri errori superabili, da quello politico: "Mani in alto, non si passa". In questo paese, in questo quinquennio forzasocialista, la TV è stata il luogo dello scontro politico. Povera piccola Videomusic: in alto il telecomando poi che voli dalla finestra.
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Il nuovo rock è la musica italiana del nostro tempo.Un calderone in cui bolle un brodo sostanzioso, il buono sta ovunque, in fondo, in mezzo, in alto. In alto, a galla, ben visibili anche, enormi macchie di grasso, unto, bisunto, che tendono, non riescono, a coprire tutto.lo, il brodo, lo scremo e con il grasso condisco la zuppa ai cani. Spengo il fuoco, scelgo i pezzi migliori, li mangio, li offro ai miei ospiti, invito gli amici o restano altri scarti. Le parti migliori nutrono e gratificano la nostra vita. Non è granché? È quasi tutto ciò che abbiamo.
Il nutrimento, oltre che piacere, sostentamento, è una ulteriore produzione di scarti che rientrano sotto forma di concime nel ciclo vitale.Non aspirando alla santità, al luogo del pieno spirito, ma godendo della condizione umana che è anche carne, crescita e deperimento, vi pare poco?
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© 1995 GIUNTI GRUPPO EDITORIALE, FIRENZE
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