L'ACQUA E
IL CICLO IDROGEOLOGICO


  1. *Il ciclo idrogeologico
  2. *L'acqua è una risorsa essenziale "limitata"
  3. *Le piogge acide

Dal punto di vista chimico l'acqua è una molecola costituita da due atomi di idrogeno uniti con uno di assigeno da un legame covalente polare. A causa dell'ineguale distribuzione della carica elettrica, le molecole d'acqua possono interagire tra loro attraverso interazioni dipolari e formare legami-idrogeno; queste forze intermolecolari sono alla base delle particolari caratteristiche fisico chimiche dell'acqua pura nel suo stato liquido ( elevata tensione superficiale,elevato calore specifico, elevato punto di ebollizione e capillarità), e ne fanno un ottimo solvente per la maggior parte delle molecole ioniche o polari.
Ancora nella metà del XVIII secolo, l'acqua era considerata un elemento semplice, almeno fin quando Cavedish (1781) e Lavoisier (1783) non ne stabilirono la natura molecolare, la composizione chimica e le modalità di sintesi.
Dal punto di vista biologico, l'acqua liquida è una componente essenziale degli organismi viventi entrando nella loro composizione in quantità relative percentualmente preponderandi; sotto il profilo ecologico può essere quindi considerata una importantissima risorsa essenziale e la sua disponibilità ambientale è tra i principali fattori limitanti la diffusione degli organismi viventi sulla Terra.

IL CICLO IDROGEOLOGICO

A causa delle sue strette relazioni con la componente biotica dell'ecosistema, il ciclo dell'acqua all'interno della Biosfera (ciclo idrogeologico) diventa realtivamente più complesso, in particolare nell'ambito degli ecosistemi forestali. In questi, infatti, il fenomeno fisico dell'evaporazione si associa a quello biologico della traspirazione. Questo processo, detto di evapotraspirazione, promuove il passaggio di enormi quantità di vapor d'acqua direttamente nell'atmosfera.

Lo schema rappresentato in figura, sintetizza le complesse relazioni esistenti tra il ciclo dell'acqua e le diverse componenti della biosfera (atmosfera, podosfera, idrosfera, organismi viventi). Le stesse relazioni rappresentano altrettante vie di diffusione per gli agenti inquinanti.

Il ciclo idrogeologico viene generalmente descritto a partire dall'acqua meteorica (pioggia, neve, grandine) che raggiunge la terra sotto forma di precipitazioni; la maggior parte dell'acqua meteorica cade negli oceani, ma una certa quantità cade sulle terre emerse: il suo destino dipende da molti fattori ma, in particolare, dalla capacità assorbente del suolo.
Quando il suolo ha una scarsa capacità di assorbimento (rocce, sedimenti consolidati), l'acqua meteorica scende a valle disegnando una rete idrografica superficiale, convergendo verso i fiumi e, da questi, al mare. La dinamica di questo processo è fortemente influenzata dall'entità delle precipitazioni, dalla loro distribuzione nel corso dell'anno e dalla pendenza del substrato.
Un caso particolare, ma molto importante, è dato dall'immobilizzazione nei ghiacciai montani e nelle calotte polari, di grandi masse d'acqua meteorica in forma solida.
Quando il substrato ha una capacità di assorbimento più elevata, come nel caso di un suolo o di un deposito detritico incorente, allora una certa quantità di acqua meteorica viene assorbita e scende a valle attraverso una rete di canali sotterranei che spesso alimenta le falde freatiche e le sorgenti di acqua potabile. La presenza di un folto manto di vegetazione tipico degli ecosistemi forestali, promuove l'assorbimento dell'acqua meteorica da parte del suolo e ne convoglia una quantità rilevante verso lo strato arboreo da cui l'acqua assorbita dalle piante viene traspirata nell'atmosfera.
Il fenomeno dell'evapotraspirazione assume la massima importanza nel ciclo idrogeologico degli ecosistemi tropicali nei quali le foreste svolgono un ruolo fondamentale anche per la regolazione del clima. La presenza delle foreste tropicali (o meno), influsce decisamente sul grado di umidità locale e sulla quantità e frequenza delle precipitazioni; la distruzione delle aree forestali tropicali è in grado di determinare una forte riduzione dell'evapotraspirazione e, quindi, delle precipitazioni favorendo una transizione del clima caldo-umido in clima arido, con conseguenze drammatiche sulla produttività degli habitat interessati.

In ogni caso, tutta l'acqua immobilizzata sui continenti finisce, prima o poi, col riversarsi in mare e, da qui, col ritornare nell'atmosfera sotto forma di vapore. La forza motrice di tutto questo è l'energia solare.

L'ACQUA E' UNA RISORSAESSENZIALE "LIMITATA"

Solo una minima percentuale dell'acqua che si trova sulla Terra possiede le caratteristiche che la rendono potabile per l'uomo e per gli animali. Le nostre riserve di acqua potabile dipendono soprattutto dalla portata delle falde freatiche sotterranee e sono "limitate" perchè è limitata la quantità d'acqua meteorica che è in grado di alimentarle
A differenza dell'acqua di falda e di sorgente, purificata da meccanismi naturali e molto efficienti, l'acqua dei fiumi e dei laghi è spesso inquinata e deve essere opportunamente trattata per diventare potabile; essa può veicolare un gran numero di malattie infettive (inquinamento biologico) e, ai nostri giorni, è anche soggetta ad un alto grado di inquinamento chimico.
Il bilancio idrico di un ecosistema terrestre tende a rimanere inalterato per tempi molto lunghi, pur presentando oscillazioni periodiche di ampiezza ridotta. D'altra parte, la quantità d'acqua complessivamente presente nella Biosfera è costante nel tempo: quello che può variare è il rapporto quantitativo tra le acque dolci continentali e quelle oceaniche, in relazione alle variazioni nel regime annuale delle precipitazioni e alla quantità di acqua immobilizzata come ghiaccio.

In questo secolo di crescita economica e demografica, la domanda di acqua potabile, per uso agricolo, industriale e domestico, ha subito un incremento enorme ed ha implicato uno sfruttamento massiccio delle riserve idriche localmente disponibili. L'uso umano dell'acqua ha cominciato a pesare sul bilancio idrico continentale in misura decisiva, soprattutto nelle regioni che, per motivi climatici, non dispongono di riserve sufficienti.
Dal punto di vista della sua disponibilità, infatti, l'acqua dolce è una risorsa regionale mentre, a livello globale, essa è presente in grandissimo eccesso: il suo limite fisico è dato dalla portata di tutti i corsi d'acqua del mondo (compresi quelli sotterranei), e ammonta a circa 40.000 Km cubici/anno dei quali ne vengono usati appena 3500.
I limiti nell'uso di questa risorsa essenziale potrebbero sembrare, quindi, ben lungi dall'essere raggiunti ma, in pratica, il bacino idrico potenziale può essere sfruttato solo in minima parte e per diversi motivi.
In molte regioni l'acqua è una risorsa stagionale e non c'è modo di immagazzinarne grosse quantità per usarle nella stagione secca. Dei 40.000 km cubici/anno, circa 28.000 finiscono col tornare al mare e dei rimanenti, 5000 non sono di fatto utilizzabili perchè si trovano nelle aree fluviali di zone scarsamente popolate (principalmente ai tropici e ai poli). La quantità d'acqua potenzialmente disponibile è pertanto ridotta a 7000 km cubici/anno.
E' probabile che in futuro questa quantità possa aumentare, anche attraverso la desalinizzazione dell'acqua marina già applicata da diversi paesi (Inghilterra, Israele); ma potabilizzare l'acqua è molto costoso e si riflette sui prezzi al consumo.
Un altro grosso problema è quello relativo all'inquinamento dell'acqua utilizzata (e utilizzabile) per scopi potabili. Inquinamento delle falde, scarsa gestione ed efficienza del serbatoio idrico, sprechi al consumo, unitamente all'elevatissima domanda e ad una diminuzione della capacità degli ecosistemi naturali di promuovere gli imput ai bacini idrologici sotterranei, sono tutti fattori che contribuiscono ad alimentare l'emergenza idrica nei paesi più sensibili per motivi climatici.

LE PIOGGE ACIDE

Una delle conseguenze principali dell'inquinamento atmosferico sono le così dette piogge acide. Gli agenti maggiormente responsabili dell'acidità dell'acqua atmosferica sono l'anidride solforosa (SO2), gli ossidi di azoto (NOx e quelli di carbonio (CO2 e CO); tutti questi gas, immessi nell'atmosfera, reagiscono con il fapor acqueo e si trasformano nei rispettivi acidi che ricadono al suolo disciolti nelle gocce di pioggia. Anche alcuni metalli pesanti sono in grado di contribuire all'acidità della pioggia (Pb, Hg e Cd), molecole organiche come le aldeidi, alcuni idrocarburi incombusti che formano la fuliggine e le ceneri volatili ed i composti ossidanti derivati da processi fotochimici (smog). Alcuni tra questi composti possono entrare nell'atmosfera anche per fenomeni naturali (eruzioni vulcaniche, incendi, decomposizione microbica della materia organica), ma l'enorme incremento recente della loro emissione, responsabile delle piogge acide in molte regioni dell'emisfero settentrionale, è sicuramente il prodotto delle attività umane.
I carotaggi di ghiaccio delle calotte polare mostrano che il pH delle acque meteoriche ha cominciato ad amentare a partire dalla prima rivoluzione industriale, mentre prima era sempre intorno alla neutralità. I monitoraggi effettuati a partire dagli anni cinquanta mostrano che il pH delle acque piovane è diminuito sensibilmente, in particolare a livello delle regioni più industrializzate, scendendo da circa 7 a valori medi compresi tra 2 e 5.
Gli effetti delle piogge acide sono particolarmente gravi sugli ecosistemi forestali dell'Europa e dell'America centro settentrionale, anche per il loro impatto particolarmente sensibile sull'aumento del grado di acidità dei suoli. Essi si manifestano anche a grande distanza dalle sorgenti d'inquinamento perchè il vapore acqueo inquinato entra nel ciclo climatico generale. Le piogge acide sono, in sostanza, una tipica forma di inquinamento transfrontaliero. Le sorgenti d'inquinamento sono rappresentate principalmente dal traffico veicolare, dalle industrie petrolchimiche e dalle centrali termoelettriche che assorbono una grossa quota del consumo di carburanti fossili. Paradossalmente, lo stesso innalzamento dell'altezza dei camini delle ciminiere, se da una parte ha ridotto l'aumento della concentrazione locale di inquinanti, ne ha esaltato il trasporto transfrontaliero favorendone la dispersione nella troposfera.

Gli effetti delle piogge acide

Le piogge acide hanno diversi effetti dannosi, in particolare sul suolo e sulle aree lagunari di piccola o media dimensione.
L'aumento dell'acidità dell'acqua danneggia irreversibilmente gli ecosistemi palustri e lagunari; quando il pH passa da 7 a 6, le popolazioni di pesci cominciano a declinare; quando scende sotto tra 5 e 4, l'acidità aumenta la solubilità dei metalli pesanti determinando un aumento della concentrazione di cadmio, manganese, mercurio e alluminio dei quali i sedimenti argillosi sono molto ricchi.La presenza di questi metalli, a pH inferiore a 4, provoca la morte di tutti gli organismi acquatici. L'alluminio, in particolare, interferisce con la riproduzione dei pesci e danneggia le branchie; i precipitati salini fi fosfato di alluminio riducono la produttività primaria limitando il cibo disponibile; l'abbassamento del rapporto fotosintesi/respirazione tende a consumare l'ossigeno disciolto provocando l'asfissia della comunità biotica.
Le aree più a rischio di piogge acide sono quelle vicino alle sorgenti inquinanti e quelle in cui la circolazione atmosferica tende a trasportare gli inquinanti. Il 20% dei laghi scandinavi risultano irreversibilmente danneggiati (desertificati) dalle piogge acide di origine centro europea (in particolare dal Bacino della Rhur). Analogamente il Canada è un'altra regione fortemente colpita. Il recupero di questi ecosistemi è molto difficile quando non impossibile. L'unico modo di ridurre l'impatto delle piogge acide è riducendo l'emissione degli inquinanti responsabili della loro formazione.

Nel caso del suolo si hanno le conseguenze peggiori quando la pioggia acida colpisce suoli sottili appoggiati direttamente su un letto di rocce granitiche, ricche di silicati. In questi casi il suolo è già predisposto ad un aumento di aciditità nel corso della sua evoluzione.
Oltre ad accelerare fortemente tutti i processi di erosione del suolo produttivo, l'aumento di acidità aumenta la "mobilità" e la "biodisponibilità" di metalli pesanti, tossici per piante ed organismi del suolo. L'acidità, combinata all'aumento di metalli pesanti, danneggiano direttamente i tessuti delle piante, le sensibilizzano agli agenti patogeni ed allo stress ambientale con effetti disastrosi su interi ecosistemi forestali.

Controllo delle piogge acide e legislazione relativa

Il monitoraggio delle piogge acide può essere effettuato attraverso registrazioni su campioni rappresentati da un numero il più elevato possibile di siti significativi. In Inghilterra, per es., il laboratorio di Warren Spring ha installato 1160 siti di monitoraggio su tutto il territorio nazionale.
I paesi europei, entro il 2003, dovrebbero conformarsi alla EC Framework Directive (84/360/EEC) che definisce i limiti per le emissioni articolandone in tre fasi il raggiungimento.
L'italia dovrebbe ridurre le proprie emissioni di SO2 e di NOx, rispettivamente del 70% e del 40% rispetto ai livelli del 1980; tali riduzioni interessano solo le centrali termoelettriche, ma non sono vincolanti per il traffico veicolare che produce rispettivamente il 35% e il 40% della anidride solforosa e degli ossidi di azoto complessivamente emessi nell'atmosfera.

Note

*Biosfera è il nome dato all'intero ecosistema terrestre
*La traspirazione è l'evaporazione attraverso le foglie (strato arboreo) dell'acqua assorbita dalle radici.
*Di questi ne vengono consumati 3500: 2100 principalmente per l'agricoltura.



*Gli inquinanti dell'aria: lo smog
*Indice
*HOME