Le due svergognate

 

Ormai era inutile nasconderlo. Alessandra Modigliani e Daniela Milaud, due splendide ed impertinenti diciottenni, provavano, nonostante le promesse di redenzione fatte alle rispettive madri, un intenso piacere nel trovarsi in situazioni anomale. Il primo clamoroso episodio avvenne due anni prima. Una sera d'estate le due fanciulle, vestite da collegiali, si recarono nella villa dove vivevano due signore dette le prevaricatrici e, senza mezzi termini, le sfidarono. Le sfidate, da consumate dominatrici quali erano, chiesero un po' di tempo per deliberare ed entrarono in quella che loro definirono la camera dei consulti. Erano trascorsi venti minuti quando Alessandra e Daniela li videro. Due alani sbucarono dal nulla e, dopo averle costrette a sdraiarsi sul pavimento, si sedettero, trionfanti, sulle loro pance. Le prevaricatrici filmarono la scena e la spedirono, immediatamente, al direttore della tv locale il quale, raggiante, la mandò in onda il giorno successivo. L'episodio scatenò il sarcasmo delle femmine del quartiere che, maliziosamente, non persero occasione per schernire le due perdenti.
- Che cosa si prova a rimanere per un'ora sotto le natiche di un alano? Sentivate caldo o
freddo? Vi piacerebbe farlo di nuovo?
Questi furono alcuni dei commenti rivolti alle due sottomesse.
Sei mesi dopo, nonostante la lezione ricevuta, le due fanciulle tornarono, abbigliate in costume e mascherina nera, in casa delle prevaricatrici.
Alessandra, seguita a ruota da Daniela, stava per afferrare un vaso cinese quando udì quello strano rumore. Fu un attimo. Favorite dal buio avide mani legarono intorno alla vita delle due ragazze una cintura di cuoio. E non ci crederete. Uno strano marchingegno sollevò le due malcapitate verso l'alto e le pose a testa in giù. Poi la sala fu inondata dalla luce di quattro riflettori che illuminarono una scena incredibile. Le due fanciulle, sospese nel vuoto, attendevano, rassegnate, le decisioni delle loro carnefici. Ciò che successe dopo ricalcò gli accadimenti precedenti. Il filmato, la messa in onda e gli scherni. Alessandra e Daniela, dopo altri sei mesi, triplicarono l'esperienza.
Questa volta le prevaricatrici intervennero direttamente e, dopo averle aggredite, le costrinsero a fare il bagno in una vasca colma di zabaione.
L'insolita nuotata sembrò calmare, almeno per qualche tempo, le inusuali voglie delle due fanciulle.
Quella mattina di Giugno era proprio speciale. Serena, la sorella di Alessandra, stava per sposarsi.
Alessandra, ancora nella sua stanza, udendo il richiamo della madre, aprì la porta.
- Allora. Sei pronta sì o no?
- E' questione di un minuto.
- Ti sarei grata se ti sbrigassi.
- Arrivo.
La signora Modigliani stava per uscire quando la figlia le fece quella domanda.
- Scusami se te lo chiedo.
- Dimmi.
- Daniela è arrivata?
La madre, guardando la figlia negli occhi, rispose con tono alterato.
- Penso di sì.
Poi, prima che Alessandra potesse replicare, aggiunse.
- Attenta. Ti ho permesso di invitare la tua amica, ma se combinate qualche guaio…
La fanciulla volse lo sguardo verso il basso, mentre la madre raggiunse gli invitati raccolti vicino al portone. Il pranzo nuziale era quasi arrivato alla fine quando la signora Modigliani si guardò intorno.
Dove erano finite Alessandra e Daniela? Un brivido le percorse la schiena. Fino a quel momento era andato tutto bene, ma, con quelle due, non si poteva mai sapere.
- Mamma che cosa c'è? Le domandò preoccupata Serena che, nel suo abito da sposa, era veramente affascinante.
- Nulla, cara. Sono solamente un po' stanca.
L'annuncio dell'imminente arrivo della torta allontanò, per qualche istante, i cattivi pensieri dalla sua mente.
Poi, accadde qualcosa di nuovo.
- E' la sorella della sposa?
- Sì.
- Ma l'altra chi è?
- Dicono che sia un'amica.
La signora Modigliani ebbe un tuffo al cuore. Quelle persone sedute al secondo tavolo si riferivano ad Alessandra e Daniela.
La scena, improvvisamente, cambiò. I presenti, gradualmente, si alzarono ed uscirono dalla porta.
Era incredibile. Dopo qualche minuto nel ristorante erano rimasti solo gli sposi con i rispettivi genitori. Poi, una voce echeggiò nella sala.
- Signora Modigliani la prego, venga a vedere.
La madre di Alessandra scattò come una molla e, seguita dal marito, si avvicinò all'uscita.
Una volta fuori pensò che stesse sognando. Gli invitati, assiepati al centro del giardino, erano intenti ad osservare qualcosa.
La signora Modigliani, facendosi largo tra la ressa, raggiunse il punto focale e vide una scena incredibile. Alessandra e Daniela, docili come agnelline, erano state sottomesse da due graziose ed impudenti quattordicenni abbigliate in canottiera e mutandine azzurre. Ma la cosa non finì lì.
Le vincitrici, mentre si rifacevano tranquillamente il trucco, posero, con aria annoiata, i loro giovani ed isterici sederini sul volto delle vinte.
La signora Modigliani, rossa per la vergogna, rimase, attonita, ad osservare quell'assurdo spettacolo.
Poi, quella che tra le due ragazzine sembrava la leader, avanzò una proposta alla sua compagna di squadra.
- Che cosa ne diresti se effettuassimo uno scambio?
- Spiegati meglio.
- Io prendo la tua e tu la mia.
- Mi sembra un'idea carinissima.
Era troppo. La madre di Alessandra perse i sensi e cadde, come una pera cotta, sull'erba.
Quando si riebbe era stata portata, lontana da sguardi indiscreti, nella cucina.
Intorno a lei la figlia Serena, insieme al padre ed ad un dottore, la scrutavano con occhi preoccupati.
Fu Serena ad esordire.
- Mamma? Come ti senti?
La signora, in evidente stato confusionale, farfugliò qualcosa.
- Io…
- Non ti preoccupare cara. Ci sono io.
- Ma…?
Passò qualche secondo, poi i ricordi, come un fiume in piena, invasero la sua mente.
- Dove è andata? La voglio strozzare con le mie stesse mani.
- Ti prego mamma. Non ti agitare.
- E che cosa dovrei fare? Stare qui ad aspettare che quella svergognata ne organizzi un'altra?
A quel punto intervenne il dottore.
- La prego signora si calmi. Le ricordo che ha appena avuto un malore.
La signora, memore della spiacevole esperienza, fu costretta, suo malgrado, ad abbandonare i suoi intenti bellicosi.
Alessandra era già seduta su una delle panchine site nel parco quando arrivò Daniela. Erano passate ventiquattro ore dal clamoroso evento e le due fanciulle, dopo essersi sorbite le ramanzine delle rispettive genitrici, avevano deciso di stare un po' in pace.
Fu Alessandra ad iniziare.
- Di la verità. Sei riuscita a dormire questa notte?
- Io no. E tu?
- Scherzi? Con quei peccaminosi fremiti di piacere.
- Non dirlo a me. Io pensavo di impazzire.
- Questa volta siamo state proprio brave.
- Hai visto che facce gli invitati?
- Come no. Pensa che alcuni erano venuti, addirittura, dagli Stati Uniti.
- Chissà che cosa racconteranno?
- Sai quanto me ne importa?
- Peccato per tua madre.
- Lo sai. E' sempre stata esagerata.
- Non vorrei fare la parte della presuntuosa, ma sono sicura che possiamo fare di meglio.
- Io direi, molto meglio.
Le due fanciulle, progettando nuove e più intriganti avventure, si alzarono in piedi e, soddisfatte, si avviarono verso casa.

Le gambe del diavolo

Antonella Glisi, di professione attrice, era dotata di una fortuna sfacciata che le permetteva, in qualsiasi situazione, d'essere vincitrice. Proprio così, nonostante le sue scarse capacità, era riuscita, incredibilmente, a diventare famosissima. Aveva iniziato facendo la soubrette poi, stanca di quella professione, si era data al teatro leggero. Ma i suoi più grandi successi li aveva ottenuti quando era stata sfidata da altre femmine inviperite dai suoi immeritati trionfi. Da quel momento le zuffe si erano succedute a getto continuo e, anche qui, non erano mancati i casi clamorosi. Una delle sue avversarie, dopo averla completamente dominata in una gara di boxe, aveva dovuto ritirarsi a causa di un doloroso stiramento. Un'altra, dopo averla ripetutamente superata durante un incontro di lotta, si era slogata una caviglia consentendo ad Antonella di recuperare. Ma il caso più clamoroso accadde un anno prima. Antonella fu invitata ad uno spettacolo di varietà e, una volta al centro del palco, abbigliata con un body molto sensuale, iniziò, tramite il suo tono di voce indisponente, a vantarsi delle proprie straordinarie capacità. A quel punto un'altra sua rivale, partendo dal loggione e sospesa ad una corda, si lanciò contro di lei con l'intento di tapparle la bocca di fronte a tutti. Incredibilmente, però, poco prima dell'impatto, la corda si spezzò costringendo la sfortunata attaccante ad un brusco atterraggio sulla moquette. A quel punto Antonella, trionfante, costrinse i produttori dello spettacolo ad un fuori programma. Mentre la sua avversaria giaceva, inebetita, sulla moquette lei, al centro di una scenografia faraonica, si sdraiò con la schiena contro il pavimento, e dopo aver sollevato le gambe verso l'alto, iniziò ad agitarle nervosamente mimando la classica bicicletta.
Quando si stancò di quel gesto sensuale e strafottente si alzò e pose, maliziosamente, il suo piede destro sulla schiena della sua, ormai distrutta, rivale. I presenti, ma anche coloro che seguivano lo spettacolo da casa, rimasero esterrefatti ed iniziarono a pensare che contro quella femmina non ci fosse nulla da fare.
Antonella, per contro, dimostrò d'essere insaziabile. Sei mesi dopo assoldò due belle ragazze, ovvero Patrizia e Monica, con l'intento di farsi difendere. Così, da quel momento, se ne andò in giro per il mondo con le sue protettrici sempre pronte ad intervenire. Era una splendida giornata d'estate quando Antonella giunse a Champes, una celebre località turistica di montagna. Fedele alla sua fama iniziò a girovagare per la zona seguita dalle sue ragazze, non omettendo, naturalmente, di mostrare la propria insolenza.
Fu mentre si trovava in un super-mercato che raggiunse il culmine. Attirata da una serie di locandine che pubblicizzavano il tre per due e ritraevano due belle ragazze sedute con le borse della spesa sul ventre occupate a mostrare le loro splendide gambe, iniziò a fare incetta di calze. Una volta arrivata alla cassa, però, la commessa, scusandosi per l'equivoco, le confessò che l'offerta riguardava solo alcuni prodotti. Antonella infuriata chiese come mai le gambe delle due modelle sul depliant fossero così in evidenza. A quel punto intervenne Adele Caroli, ovvero la proprietaria dell'esercizio la quale le spiegò che le ragazze sulla foto erano Francesca e Daniela, ovvero le sue amate figlie le quali, con l'intento di incentivare gli acquisti, avevano offerto il loro contributo fisico. Antonella, che con il suo starnazzare aveva attirato una folla di curiosi, esplose in una serie d'improperi diretti alla signora Caroli, ma anche a Francesca e Daniela. Quest'ultime, abbigliate in canottiera grigia e minigonna nera, udendo il trambusto, si avvicinarono alla cassa dove si trovavano le contendenti.
Esordì Francesca.
- Mamma? Che cosa sta succedendo?
- Nulla, cara. Questa signora ha pensato che la nostra offerta fosse rivolta anche alle calze.
- Sul depliant, però, non c'era mica scritto.
- Si è confusa perché ha notato le vostre gambe velate dai collant.
A quel punto intervenne Antonella.
- Avete finito la vostra smielata riunione di famiglia?
Francesca le rispose decisa.
- Ma insomma, che cosa vuole?
- Sono la famosa Antonella Glisi e pretendo che, per me, sia effettuato lo sconto riguardante i prodotti appena acquistati.
- Il fatto che lei sia conosciuta non le da il diritto di comportarsi in questo modo.
In quel momento intervenne anche Daniela.
- Giusto.
- Come vi permettete di parlare così? Dovreste sapere che ho messo giudizio a rivali più in gamba di voi.
Perché non continuiamo questa discussione nel nostro ufficio?
La signora Caroli, preoccupata, tentò di dissuadere Francesca e Daniela.
- Lasciate stare ragazze non è il caso di cadere nelle sue provocazioni.
- Torna al lavoro, mamma. A questa gentile signora ci pensiamo noi.
Adele seguì il consiglio di Francesca e Daniela, mentre Antonella, accompagnata dalle sue ancelle, seguì le due affascinanti sorelle nel loro ufficio.
La discussione durò pochissimo perché le cinque femmine si diedero appuntamento per la mezzanotte all'interno del super-mercato che, in quel momento, sarebbe stato completamente vuoto.
Giunse l'ora. Antonella appena entrata nel negozio, reso suggestivo dall'illuminazione tenue e dal conturbante silenzio, fremette al pensiero di poter annientare le velleità di due giovani ventenni orgogliose e carine. Furtiva, seguita a ruota dalle sue protettrici, iniziò a cercarle
- Pensano di potermi sorprendere perché conoscono l'ambiente. Povere ingenue.
Patrizia e Monica ridacchiarono divertite.
Passò un po' di tempo, ma delle due sorelle nessuna traccia.
A quel punto Antonella ordinò alle sue assistenti di andare a controllare le altre zone.
- Non vi preoccupate. Non mi farò certo prendere in contropiede da due ragazzine insolenti.
Le due femmine, memori della proverbiale buona sorte di Antonella, si allontanarono tranquille.
Antonella, attirata da uno strano fremito, giunse di fronte ad una balzana struttura composta di bambocci di pezza.
La celebre attrice si avvicinò e notò che era appoggiata contro la parete. Divertita afferrò uno dei fantocci che emise un suono soffocato ed intrigante. Per un attimo pensò di ripetere l'operazione, ma una strana sensazione le comunicò che fosse il caso di allontanarsi. Riuscì a compiere solo un passo perché si ritrovò sepolta sotto un mare di pupazzi e con un tampone imbevuto d'etere sul volto. Poi, trascinata di peso, attraversò una porta, sita sulla parete, che si richiuse immediatamente. Patrizia e Monica scattarono all'unisono, ma, giunte alla meta, si ritrovarono davanti all'entrata ormai serrata.
Quando si riprese Antonella aveva la testa infilata e bloccata nell'apertura di una parete di legno. Vista da davanti sembrava una di quelle grottesche composizioni usate dai pagliacci durante gli spettacoli circensi. Confusa tentò di ricordare e, nel momento in cui fu raggiunta da Francesca e Daniela, abbigliate in succinto completo azzurro, collegò gli eventi. Era stata stordita e condotta in quella specie di antro. Per un attimo si sentì perduta, ma, poi, pensò che la sua fortuna l'avrebbe tirata fuori anche da quella situazione.
Fu Francesca ad iniziare. Dopo aver effettuato degli impudenti passi di danza le si avvicinò premendole, ripetutamente, i piedi sul volto. Daniela, con la stessa eleganza, ripeté l'operazione.
Francesca tornò a danzare e, dopo aver alzato la gonna, le appoggiò lo splendido sedere sul viso.
Antonella protestò, ma fu azzittita da Daniela che compì la stessa operazione di Francesca, ma con più ardore.
- Ve la farò pagare. Non crediate di riuscire a cavarvela.
Francesca e Daniela la ignorarono e sparirono dietro ad una porta.
Quando tornarono indossavano dei copricapo piuttosto bizzarri e un paio di guanti di lana sui quali erano disegnate delle ragazzine in atto di cantare.
Antonella riprese con i suoi epiteti, mentre Francesca, più attraente che mai, riprese con i suoi passi di danza. Antonella aveva appena nominato la signora Caroli quando fu raggiunta da quel ceffone sulla guancia che la lasciò di stucco. Francesca, interpretando il desiderio popolare, prima che Antonella potesse replicare, la colpì nuovamente, ma, questa volta, sulla guancia sinistra. Antonella, nonostante tutto, continuò ad inveire, ma, quando le due sorelle, danzando e colpendola con estrema precisione, le dimostrarono la loro conoscenza della nobile arte, dovette piegare il capo.
In poche parole, dolorante e con il volto pieno di lividi, dichiarò di non poterne più.
Era incredibile. Le due giovani ed autoritarie fanciulle, non solo non si erano fatte intimidire dalla celebre Antonella Glisi, ma l'avevano, addirittura, domata.
Fu un successo. I giorni seguenti le riviste scandalistiche riportarono la foto di Antonella Glisi sopra la quale erano ritratte Francesca e Daniela le quali, sorridenti e strafottenti, ammonivano la loro, appena conquistata, preda. Qualcuno, tra l'altro, acquistò, pagandolo profumatamente, il filmato che riportava la sua clamorosa sconfitta.
Da quel giorno la celebre attrice, oltre alla sua imbattibilità, perse anche la propria identità perché, a furor di popolo, le fu affibbiato un soprannome che l'annullò totalmente.
Dopo la storica battaglia di Champes Antonella Glisi non fu più ricordata come la fortunata ed irritante prima donna del teatro leggero, ma divenne, per tutti, la pezza da piedi delle sorelle Caroli.

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