Sederi debuttanti contro sederi
affermati
Marina Desnova, la ragazza più carina di Gulska, giunse
a casa di Olga Volinski, la sua più matura ed affascinante
alleata, ansimando.
- Che cosa è successo? Chiese, incuriosita, Olga.
- Non ci crederai. Sabato prossimo, in occasione del palio delle
asinelle, la nostra cittadina avrà l'onore di ospitare
Ofelia e Desdemona Chevalier.
- Mi prendi in giro? Quelle due spregiudicate a Gulska?
- Proprio così. E mi sembra inutile ricordarti che questa
è un' opportunità unica.
- Stai calma. Lo sai benissimo che sono imbattute.
- Potrebbe essere l'occasione per mettere fine alla loro carriera
di dominatrici.
- Potrebbe, ma se permetti voglio pensarci.
- Scusami, ma non capisco. Qual è il problema?
- Ti rendi conto che, se dovessimo fallire, diventeremmo le perdenti
più famose di Gulska?
- Non m'interessa. Io ci voglio provare.
- Sei la solita irresponsabile. Ti butteresti, senza riflettere,
nel vuoto
- Ho capito. Vuoi preparare un piano.
- Finalmente ci sei arrivata.
Marina tornò a casa e, augurandosi di riuscire nella difficile
impresa, attese le disposizioni della sua capo squadra la quale,
durante una segretissima riunione tenuta il giorno seguente nella
sua eccentrica sala da pranzo, le illustrò il da farsi.
Erano le quattro del pomeriggio del giorno fatidico quando Marina
ed Olga, abbigliate in un intrigante costume formato da maglietta
e minigonna a scacchi, si recarono in piazza delle contrade, ovvero
la zona dove si sarebbe svolto il palio.
Ormai era questione di poco. Alle sei in punto, il grottesco evento
avrebbe avuto luogo.
Le due, pronte ad agire, si guardarono intorno.
Il percorso di gara, dominato dal castello medievale, era contornato
da una moltitudine di spettatori
tutti intenti ad osservare uno spettacolo di ammalianti majorette
saltellanti a tempo di musica.
Fu proprio quando le ragazze terminarono la loro esibizione che
le sorelle Chevalier si avviarono verso la tribuna centrale. Era
il momento di agire. Marina, silenziosa come un furetto, si portò
alle loro spalle e, dopo averle colpite con un buffetto, si girò
di scatto mostrando loro il suo intrigante deretano. Ofelia e
Desdemona reagirono immediatamente portandosi verso la provocatrice
che, senza pensarci due volte, fuggì verso il castello.
La sfida era cominciata. E quale sfondo migliore di una serie
di suggestivi vicoli medievali? Marina, conoscendo a memoria quell'area,
riuscì a guadagnare qualche metro fino a che, tramite una
porta secondaria, entrò nel castello. Le sue inseguitrici,
più infuriate che mai, la seguirono e si ritrovarono, anch'esse,
all'interno. Intorno a loro presero forma antiche armature, enigmatici
mosaici e sinuosi corridoi. Ma dove era andata a finire la loro
rivale?
Le sorelle Chevalier, furtive, tentarono di risolvere l'enigma.
E non ci crederete.
Poco dopo si ritrovarono in una sala al centro della quale era
disegnata un'enorme scacchiera con tanto di scacchi costituiti
da fantocci.
Ofelia, seguita a ruota dalla sorella, prese ad osservare le strane
figure che, incredibilmente, erano abbigliate come Marina. Ad
un esame più approfondito, però, si notava una differenza.
I pupazzi schierati a destra indossavano un paio di scarpette
da danza nere, mentre quelli schierati a sinistra le avevano bianche.
Desdemona rivolgendosi ad Ofelia le chiese.
- Ti ricordi di che colore fossero le calzature di quella sfrontata?
- Secondo me. Erano nere.
- Anche per me.
- A questo punto, iniziamo ad esaminare la compagine di destra.
- Giusto.
Le due, muovendosi con circospezione, analizzarono i pedoni, gli
alfieri, le torri ed i cavalli fino a che si trovarono di fronte
al re e alla regina.
Niente. Anche i regnanti erano regolari.
- Passiamo all'altra fazione.
- Con piacere.
L'analisi fu ripetuta fino a che le due non giunsero vicino al
re e alla regina.
- Stiamo attente. Gatta ci cova.
- Lo penso anch'io.
Ofelia ebbe un sussulto. Da un angolo posto sulla stessa linea
dei due pupazzi spuntavano una corona e due paia di scarpette
da danza nere.
Nella sua mente fu tutto chiaro. Marina, nel tentativo di confonderle,
aveva operato una serie di cambiamenti, ma, avendo a disposizione
pochi secondi, non era riuscita a realizzarli completamente.
Allarmata tentò di avvertire la sorella, ma fu tutto inutile.
Il re e la regina si animarono e, tramite due strane pistole caricate
con degli aghi narcotizzanti, colpirono le rivali che, stupite,
caddero tra le braccia di Morfeo. L'ultimo pensiero balenante
nella mente delle due inseguitrici fu che la loro avversaria avesse
un aiutante.
Quando ripresero conoscenza lo scenario era totalmente diverso.
Si trovavano all'interno del percorso di gara dove, in una bolgia
dantesca, la corsa era appena terminata.
Incredule tentarono di capire che cosa fosse successo, ma, prima
che potessero tentare alcunché, qualcuno, senza concedere
loro spiegazioni, le accompagnò vicino alla linea di partenza.
Le due perdenti, totalmente inebetite per effetto del narcotico,
obbedirono e, gattonando, guadagnarono la giusta posizione. Fu
in quel momento che nella piazza risuonò la voce dello
speaker annunciante un fuori programma.
- Signori e signore. Vi prego di rimanere ai vostri posti perché
il comitato organizzatore ha l'onore di presentarvi, per la prima
volta nella storia di Gulska, un'appendice al celebre palio delle
asinelle.
I presenti incuriositi attesero lo svolgimento degli eventi.
E la loro indulgenza fu presto premiata perché, vicino
alle sempre più attonite sorelle Chevalier, apparvero Marina
ed Olga che, senza mezzi termini, le cavalcarono trionfanti.
Poi, ad un segnale delle due vincitrici, Ofelia e Desdemona iniziarono
a percorrere la pista.
- Chi sono quelle?
- Che cosa hanno intenzione di fare?
Queste furono le domande che passarono nelle menti degli spettatori
almeno fino al momento in cui le temutissime Ofelia e Desdemona
non furono riconosciute.
- Ma quelle sono le indomabili sorelle Chevalier.
- E' vero.
- Che cosa ci fanno sotto a quelle due ragazze?
- E' quello che mi domando anch'io.
Poi, qualcuno, identificò coloro che conducevano il gioco.
- Non ho dubbi. Le altre due sono di Gulska.
- Che cosa?
- Quella che sta cavalcando Ofelia è Marina Desnova. La
conosco perché è amica di mia figlia.
- E l'altra?
- Si tratta di Olga Volinsky, la sua consigliera.
- E' incredibile. Hanno battuto le sorelle Chevalier.
- Sembra impossibile, ma è proprio così.
La notizia si diffuse in maniera impressionante.
Tutti volevano applaudire le due trionfatrici anche perché
questa volta la vittoria non riguardava una singola contrada,
ma tutti i cittadini di Gulska.
E gli elogi alle vincenti si mescolarono con gli scherni alle
perdenti.
- Brava Marina. Brava Olga. Siete fantastiche.
- Io direi, meravigliose.
- Però. Bisogna riconoscere che le sorelle Chevalier sono
due asinelle perfette.
- Altro che. Io metterei loro la soma.
Le due vinte continuarono a percorrere la pista fino a che, in
un'orgia di flash, non tagliarono la linea di arrivo.
Fu il caos. I Gulskiani invasero la zona di gara e portarono in
trionfo le due splendide vincitrici che, lanciate più volte
in aria, non mancarono di mostrare, alla faccia delle celebri
rivali ormai distrutte, le relative gambe e natiche.
La scena si spostò rapidamente. Marina ed Olga salirono
sul palco dove, poco prima, si erano esibite le majorette.
Fu un attimo. Le due sconfitte furono sistemate al centro del
palco e nel momento in cui le majorette, abbigliate con dei succinti
costumi rinascimentali, raggiunsero le due vincitrici furono annunciati
una serie di giochi ispirati a quelli infantili. Il primo riguardò
le capacità intuitive.
Ofelia e Desdemona con le spalle rivolte al pubblico dovevano
indovinare quale delle loro avversarie le avesse colpite con una
pacca. Marina ed Olga, imitate dalle majorette, iniziarono con
dei colpetti, ma, poco dopo, incitate dal pubblico, presero a
calci nel sedere le due antipatiche sorelle. La cosa più
incredibile, tra l'altro, fu un'altra. Le due perdenti, totalmente
frastornate, non riuscirono mai a scoprire chi fossero le peccatrici.
Si passò ad un altro gioco. Ofelia e Desdemona supine formarono,
appoggiandosi contro una parete, una specie di cavallina. Marina
ed Olga, seguite dalle loro collaboratrici, saltarono sulla schiena
delle due malcapitate che rovinarono, più volte, a terra.
La bislacca immagine di quelle splendide ragazze che, in modo
confuso, dominavano le due celebri sorelle infiammò nuovamente
gli animi dei Gulskiani. E fu così che giunse il gran finale.
Le due perdenti furono invitate ad inserire le loro teste all'interno
di due fori praticati su una parete di legno divenendo, così,
il facile bersaglio delle vincenti che, ormai senza freni, si
esibirono in un pirotecnico lancio di ortaggi. Fu l'epilogo. Marina
ed Olga sparirono per un attimo dietro le quinte per riapparire,
subito dopo, appese a delle variopinte strisce di seta. Le due,
mentre assumevano delle pose eleganti e sensuali, discesero lentamente
verso il basso fino a che, bombardate da una marea di flash, non
atterrarono su dei morbidi materassi. Fu in quel momento che la
voce dello speaker consacrò Marina ed Olga come le Anti-Chevalier.
Gulska divenne una vera e propria babilonia. Al calar della sera
una moltitudine di splendide femmine Gulskiane, abbigliate nei
modi più intriganti, invase le strade della cittadina.
Si vide di tutto. Signore vestite da leopardo che eseguivano capriole
sull'erba dei giardini pubblici, ragazze in abito bianco che dispensavano
baci dai balconi del castello, ragazzine in tutù che danzavano
leggiadre sul palcoscenico dove erano state cavalcate le sorelle
Chevalier.
Infine, al giungere dell'alba, i cittadini di Gulska si ritirarono
nelle loro case e goderono del meritato riposo.
Ofelia e Desdemona in qualche modo raggiunsero il loro albergo
e sprofondarono anch'esse nel sonno.
Erano le dieci del mattino quando, disturbate da un persistente
suono di campane, si risvegliarono. Incuriosite sbirciarono da
dietro le finestre della loro camera e videro una scena incredibile.
Sotto di loro una bizzarra processione avanzava come serpente
in mezzo all'erba.
Ma la cosa più assurda era un'altra. Al centro della colonna
umana si trovavano, adagiate su una lettiga trainata da quattro
cavalli, Marina ed Olga, ovvero le loro carnefici.
Ofelia e Desdemona tentarono di ignorare il fatto, ma, poco dopo,
contattate dalla giunta comunale, furono costrette a scendere
ed assistere da vicino all'ennesimo siparietto delle loro rivali.
Fu l'epilogo. Le due perdenti, tra una miriade di scherni, tornarono
in hotel e, dopo aver preparato le valigie, lasciarono a testa
bassa Gulska.
Nei giorni seguenti la notizia della loro sconfitta riempì
le prime pagine dei giornali scandalistici raddoppiando, così,
la fama di Gulska. La cittadina, infatti, divenne, immediatamente,
sede di una ricorrenza dal nome intrigante, la festa delle due
sorelle sottomesse.