Merletti, inganni e giarrettiere

 

Ormai era inutile negarlo. Margaux Dori e Lucia Petacci, dette le traviate, erano riuscite, nonostante l'ostilità degli abitanti di Calzanera, a diventare famose.
Ma chi erano Margaux e Lucia? E in che modo avevano raggiunto la notorietà?
Margaux era una splendida mora quarantenne, di professione cartomante, che aveva avuto il merito di convincere Lucia, la sua affascinante assistente, a formare un duo specializzato nell'ideare tranelli d'ogni sorta. Le due volpi, giunte a Calzanera quattro anni prima, si erano preoccupate, inizialmente, di accumulare un bel gruzzolo.
Poi, dopo aver acquistato una villa sita nella zona periferica, avevano lanciato un particolare guanto di sfida invitando, qualsiasi ragazza di bell'aspetto, ad eludere i tranelli che, per due giorni, loro stesse avrebbero preparato.
Il regolamento era semplice. La sfidante, giunta nella villa di Margaux e Lucia la mattina del sabato, era esaminata, il lunedì seguente, da una commissione incaricata di costatare le sue condizioni.
Naturalmente, nel caso la sopramenzionata fosse indenne, oltre ad essersi tolta la soddisfazione di aver battuto le due traviate, avrebbe ricevuto un lauto compenso.
E le richieste giunsero immediatamente. Splendide fanciulle, sostenute dai calzanerini irritati dalla sfacciataggine delle due maliarde, si proposero per la gara.
Per i concittadini delle due fattucchiere, però, le speranze morirono presto. Margaux e Lucia sconfissero le loro avversarie inesorabilmente.
Ce ne fu per tutti i gusti. Una ragazza, detta l'agitata, fu ritrovata appesa al soffitto come un prosciutto. Un'altra, detta l'anguilla, trascorse le ultime ore di gara intrappolata in una spirale di vetro resina. Un'altra ancora, detta la selvaggia, rimase imprigionata tra le pareti semoventi di una stanza dall'aspetto sinistro.
Tutto questo si trasformò presto in fama. Margaux e Lucia finirono sulle pagine di molte testate scandalistiche che gareggiarono per accaparrarsi l'esclusiva delle loro imprese.
La celebrità funzionò da amplificatore. Le richieste di partecipazione giunsero da tutto il paese
ed innescarono un'altra serie di paradossali sfide che, tra la costernazione dei loro concittadini, furono sempre vinte dalle due traviate.
Passò del tempo. Poi un giorno d'estate a Calzanera si presentò Daniela Cossi, una splendida ragazza bionda detta l'irrequieta. Daniela era una vera tempesta. Praticava il judo, il karatè, la danza acrobatica ed aveva studiato, con precisione maniacale, tutti trucchi usati fino allora dalle sue rivali. Fu come un fulmine a ciel sereno. I calzanerini ripresero fiducia ed organizzarono una riunione presidiata da Cassandra Alini, una signora specializzata in profezie, la quale, alla fine di una frenetica festa, predisse la vittoria della nuova candidata.
Questa volta era fatta. Le due traviate sarebbero state battute.
E finalmente giunse il sabato. Daniela, confermando la sua personalità perfezionista, si presentò con un camper stracolmo d'oggetti. C'era di tutto. Cibo, bevande, prodotti di bellezza e, addirittura, un letto personale. Margaux e Lucia l'accolsero con aria impudente e la invitarono ad entrare in casa.
La bionda sistemò le sue cose e, quando a mezzogiorno udì il suono di una campana, si preparò a respingere gli attacchi delle sue rivali.
Margaux e Lucia adottarono una tattica particolare. Durante tutta la giornata ignorarono Daniela la quale, una volta giunta la sera, si preparò per dormire.
Fu in quel momento che Margaux le chiese.
- Abbiamo preparato una stanza per te. Vuoi beneficiarne?
Daniela, memore dei tranelli nei quali erano cadute altre ragazze, rispose.
- Preferisco continuare per la mia strada. Dormirò in un letto che, io stessa, sistemerò nel corridoio.
Sapete? Alcune stanze hanno le pareti mobili o, perfino, delle sinistre spirali.
Le due traviate ignorarono le sagaci allusioni della loro avversaria e si avviarono al piano superiore.
Fu in quel momento che Daniela le richiamò.
- Scusate.
- Sì?
- Volevo ricordarvi che sono esperta in arti marziali.
- Va bene. Va bene. Dormi tranquilla.
Margaux e Lucia spensero le luci e sparirono nel buio.
La notte, comunque, trascorse senza imprevisti e alle dieci di mattina Daniela, guadagnata la sala ospiti, si preparò, posta su di un tavolo vicinissimo all'uscita, la colazione.
Anche la mattina trascorse tranquilla e, quando furono le tre del pomeriggio, la sfidante si domandò dove fossero finite le sue antagoniste. Il mistero fu svelato tre ore dopo. Le due traviate tornarono per adempiere l'unico obbligo stabilito dal regolamento. Le contendenti per almeno due ore dovevano colloquiare in una zona della villa scelta dalle padrone di casa.
Margaux e Lucia optarono per una stanza dal nome intrigante, l'antro delle gambe silenziose.
Era un posto proprio strano. Due divani, sui quali erano disegnate delle danzatrici tzigane impegnate in delle spettacolari acrobazie, facevano bella mostra in un ambiente dove una debole luce, filtrante da una grottesca finestra, illuminava dei grossi bauli posti a due metri dal muro.
Daniela entrò nella stanza e vi trovò Margaux che, seduta su un delle poltrone, l'attendeva con aria compassata. La sfidante avanzò con circospezione e controllò la zona intorno al divano sul quale stava per sedersi. Una volta soddisfatta prese posizione e non poté evitare di osservare la sua rivale.
Era una donna bellissima. Con i suoi conturbanti occhi scuri, incorniciati in un volto reso più affascinante dai capelli corvini raccolti tramite un fermaglio viola, sembrava dominare lo spazio circostante.
Un succinto completo nero, adornato da merletti azzurri ed un paio di calze color carne con relative giarrettiere rosse, la rendeva addirittura divina.
Margaux giocherellò con le sue scarpette divertendosi a dondolarle tra le dita dei piedi ed il tallone. Poi iniziò a fissare, con aria insolente, la rivale.
Daniela, per nulla intimidita, si preparò ad affrontare un eventuale attacco.
Ed i pensieri inondarono la sua mente.
- Devo tenere gli occhi aperti. Sta per accadere qualcosa… Si, ma che cosa? Ci sono… La sua aiutante sbucherà da uno dei bauli antistanti ed insieme tenteranno qualcuno dei loro perfidi trucchi. No. Forse mi sbaglio. L'altra tenterà di far cadere una rete dal soffitto per intrappolarmi.
Daniela era ancora assorta nei suo pensieri quando Margaux iniziò a parlare.
- Scusa se mi permetto, ma devo confessarti una cosa.
- Dica.
- Penso proprio che tu sia una preda perfetta.
- Davvero?
- Credi a me. Dopo tanti anni ho sviluppato quello che si chiama sesto senso.
- Io, invece, sono sicura che gli abitanti di Calzanera si toglieranno la soddisfazione di vederla crollare insieme alla sua insopportabile assistente.
- Ho l'impressione che i tuoi sostenitori proveranno una cocente delusione.
- Lo so che le brucia, ma domani sera sarò l'ospite d'onore di una festa che durerà una settimana.
- Però, hanno fatto le cose in grande.
- Altro che e per di più mi saranno consegnate le chiavi della…
- Daniela non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò la vita avvolta da due splendide gambe ed il collo circondato da una corda nera.
- Non poteva essere. Quella cosa non stava capitando a lei -
Incredula tentò di reagire, ma Margaux, rapidissima, le coprì la testa con un cappuccio nero e le praticò un'iniezione sulla spalla sinistra.
Ed il liquido produsse il suo effetto. Daniela provò la sensazione di trovarsi al centro di una burrasca fino a che, ormai impotente, perse i sensi.
Qualche secondo dopo la giovane bionda fu afferrata e depositata sul suo letto.
Quando riprese conoscenza erano le dieci del mattino del giorno seguente. Intontita pensò ad un incubo. Era seduta su una poltrona con un gomitolo in mano mentre le sue rivali, impegnate a filare una maglia, le tenevano tranquillamente i piedi, velati dai soliti intriganti collant, sul volto.
Incredula tentò di alzarsi, ma ebbe la sensazione di trovarsi in tunnel colmo d'acqua.
Ci riprovò, ma una serie di fitte sui polpacci la costrinsero a rinunciare.
Era tutto inutile. Doveva stare ferma.
Margaux, indifferente agli sforzi della vittima, lasciò gli strumenti per filare ed impugnò un astuccio per il trucco. Poi, continuando a tenere i piedi sul viso di Daniela, prese a pitturarsi ciglia e labbra. Quando ebbe finito tornò a filare e consegnò la scatolina a Lucia che la imitò immediatamente.
Fu in quel momento che Daniela blaterò qualcosa.
- Scusate. Posso…
Margaux, presa dal suo lavoro, la ignorò.
- Vi prego. Vorrei sapere…
Margaux, con aria scocciata, decise di risponderle.
- Ma, insomma. Si può sapere che cosa vuoi?
- Potreste…
Margaux, imitata da Lucia, spostò i piedi verso gli zigomi della vittima concedendole la possibilità di esprimersi.
- Come siete riuscite ad ingannarmi?
Margaux, insolentemente, narrò cosa fosse accaduto nell'altro delle gambe silenziose.
- Possibile che non hai ancora capito? Il divano sul quale eri seduta possedeva uno schienale finto.
In verità, quest'ultimo, era una specie di serranda che, tramite un sofisticato meccanismo, poteva scattare verso l'alto. Lucia, sfruttando la copertura dei bauli si è portata, silenziosa come un cobra, alle tue spalle e, mentre io ti distraevo, ha premuto un pulsante sul retro. E' stato in quel momento che, sfruttando le sue indiscusse doti di contorsionista, ti ha inesorabilmente catturata. A quel punto, un potente narcotico, che io stessa ti ho iniettato, ti ha stesa senza pietà.
- Chi poteva pensare che l'attacco giungesse da dietro.
- Scusami se sono stata sbadata. Avevo dimenticato di parlati del mio passato come illusionista.
- Accidenti. Ci sono caduta in pieno.
- Non era facile notare la differenza. Il divano sembrava perfetto.
- Io…
Daniela non riuscì a replicare perché Margaux, aiutata da Lucia, le tappò la bocca riportandola alla posizione primitiva.
E fu così che la trovarono i commissari di gara quando a mezzogiorno giunsero per verificare il suo stato. I giudici, stupiti, non poterono che sancire l'ennesimo trionfo delle due traviate. Il referto riportò una dichiarazione breve, ma efficace. Margaux Dori e Lucia Petacci, alias le traviate, hanno distrutto Daniela Cossi, detta l'irrequieta.
La notizia fece il giro del paese e su Calzanera calò il silenzio.
Erano passati sei mesi da quel giorno quando Daniela Cossi, per la gioia dei calzanerini, sfidò nuovamente le due traviate. La procedura fu velocissima ed il sabato seguente la giovane bionda si trovò nella celebre villa. Le due traviate utilizzarono una tattica ancora più stravagante rispetto alla volta precedente perché, anche durante il colloquio, tenutosi ancora una volta nell'antro delle gambe silenziose, non mossero dito.
Daniela, rinfrancata, pensò.
- Ormai è fatta. Sarà sufficiente tenere gli occhi aperti durante la notte e domani mattina i commissari verbalizzeranno la mia vittoria.
E la bella bionda, coricata nello stesso corridoio utilizzato durante la prima sfida, attese fiduciosa il sorgere del sole.
Erano le due di notte quando udì quello strano sibilo.
Istintivamente scese dal letto, ma, compiuti pochi passi, batté la fronte contro una parete trasparente.
Stupefatta tornò indietro, ma batté la nuca contro un'altra parete trasparente.
Non c'erano dubbi era in trappola.
L'angoscia le inondò la mente, ma, prima che potesse formulare qualsiasi pensiero, un fumo giallastro, uscente da due fori nel soffitto, la mandò, per la seconda volta al tappeto.
Anche volta, quando tornò a riveder le stelle, erano le dieci del mattino.
Le due traviate, che le erano saltate sulla schiena ed impugnavano un battipanni, le augurarono una buona giornata.
Fu Margaux ad esordire.
- Ciao Daniela. Come stai?
Lucia ironica aggiunse.
- Hai dormito bene stanotte?
Daniela farfugliò qualcosa.
- Ma che cosa mi è …
Stavolta non furono necessarie spiegazioni. Daniela ricordò le pareti ed esplose.
- Maledizione. L'avete spuntata di nuovo. Anche questa volta non riesco a muovermi.
- Dai retta a me. Sei nata preda. Abbandona i tuoi ardenti spiriti.
- Segui il consiglio di Margaux. Ti troverai meglio.
Daniela impotente piegò il capo e a mezzogiorno dovette subire gli sguardi attoniti dei commissari che sancirono la vittoria delle due traviate.
Trascorsero altri sei mesi e Daniela, tenendo fede alla sua fama di testarda, si candidò per una nuova sfida.
A Calzanera successe il finimondo. Il sindaco invitò, pur di propiziare la vittoria dell'attraente bionda, le più famose negromanti del mondo. Fu così che, quando Daniela raggiunse la villa delle due maliarde, tutti i calzanerini incrociarono le dita.
Ed il copione si ripeté con qualche piccola variazione. Daniela, sfruttando lo splendido week-end estivo, decise di dormire fuori, mentre le due traviate, stranamente, non la invitarono nell'ormai famoso antro. Incredibilmente giunse il lunedì mattina.
Daniela., cautamente, rifletté.
- Sono quasi le dieci, tra due ore arriveranno i giudici. Potrei pensare di aver vinto, ma devo affrontare ancora le due ore di colloquio. Devo stare molto attenta perché sarà lì che tenteranno una sortita.
In quel momento Margaux e Lucia aprirono la porta e, ancheggiando in modo volutamente strampalato, si avvicinarono a Daniela. La bionda le osservò attentamente. Le due erano vestite in maniera ancora più intrigante. Indossavano una canottiera nera ed un gonnellino merlettato che, arrivando sì e no alla pancia, evidenziava le loro celebri gambe, adornate dalle solite giarrettiere rosse e, naturalmente, i loro proverbiali deretani.
E come il solito Margaux esordì.
- Ciao Daniela. E' il momento del colloquio.
- Sono pronta.
- Abbiamo deciso che avverrà sull'erba.
- Per me, va bene.
Le due traviate, dopo aver poggiato i loro posteriori su un grosso asciugamano, attesero che la rivale prendesse posto.
Poi iniziarono a declamare una serie di frasi sconclusionate.
- Sai? Stanotte siamo state sulla luna e lì abbiamo incontrato una strana signora che ci ha donato un ampolla contenente il tuo senno.
- Il mio senno?
- Lo abbiamo recuperato per sicurezza.
- Per sicurezza?
- Proprio così.
- Ascoltate bene. Se state tentando di confondermi, cadete male. Sono perfettamente concentrata.
- Il fatto è che, alla terza cocente sconfitta, chiunque potrebbe vaneggiare.
- Non fatevi illusioni. Io sono in piena forma e qui fuori non avete possibilità di mettere in atto i vostri perfidi tranelli.
- Penso che tu abbia ragione. Questa volta ci hai messe in scacco.
- Se fossi in voi eviterei il sarcasmo.
- Altrimenti?
- Mi sembra chiaro. Saggerete le mie capacità di lottatrice.
- In questo caso staremo attente.
Daniela, ormai sicura della vittoria, controllò l'orario. Erano le undici.
Trionfante volse lo sguardo verso le sue antagoniste, ma, proprio mentre si apprestava a riprendere il colloquio, rimase di stucco.
Un animale, simile ad una piovra, sbucò, velocissimo, dal cespuglio antistante.
Accade in un attimo. Daniela fu risucchiata in un mare di tentacoli che, con moto isterico, le cinsero quasi tutto il corpo.
Ed iniziò una macabra danza. La bionda tentava disperatamente di liberarsi, mentre l'entità l'avvolgeva sempre di più.
Daniela, incredula, dichiarò.
- Maledette. Che cosa è quest'orrore?
- Come ti permetti? Quello è Rodon.
- Rodon?
- E' un regalo di Lucrezia, una nostra amica che lavora nel campo della sperimentazione biologica.
- Un regalo?
- Rodon è come un cane da guardia. Non appena vede uno sconosciuto gli salta addosso.
- Non mi avrete. Questa volta riuscirò a cavarmela.
- Vedremo.
La lotta continuò, ma, dopo mezzora, la disperazione comparve negli splendidi occhi verdi della preda che, rassegnata, iniziò a supplicare le sue carnefici.
- Vi prego toglietemelo di dosso.
- Che cosa hai detto?
- Liberatemi da questa gelatina.
- Prometti di stare buona.
- Sì.
Ad un segnale di Margaux Rodon mollò la presa e sparì dietro un cespuglio.
Daniela tirò un sospiro di sollievo e si adagiò, sfinita, sull'erba.
Fu in quel momento che Margaux e Lucia le saltarono sulla pancia e, trionfanti, asserirono.
- Adesso ti comporterai, da brava bambina, fino a quando non arriveranno gli arbitri.
- Va bene.
- Stai attenta, se tenti qualche scherzo richiameremo Rodon.
- Per carità. Non fatelo. Sarò quieta come un agnellino.
Come previsto i membri della commissione giunsero e, per la terza volta consecutiva, dovettero registrare il trionfo di Margaux e Lucia.
E a Calzanera la costernazione fu tale che, per due giorni, non si sentì volare una mosca.
Daniela, scorata, se ne tornò nella sua città e tentò di dimenticare.
Fu tutto inutile. Ogni notte si svegliava in preda a delle strane ossessioni. Nei sogni era la cagnolina delle due traviate e diligentemente esaudiva tutti i loro desideri. Daniela tentò di opporsi, ma le pulsioni tornarono al punto tale da torturarla anche durante il giorno.
Fu così che, spinta da un'irresistibile desiderio, inizio a scrivere dei racconti dai titoli bislacchi.
C'era di tutto:
Giarrettiere scorrette. Merletti incantatori. Gonnelle educatrici. I quattro piedi e i due fondoschiena che trovarono l'appagamento sul corpo di Daniela Cossi. Le due miserabili che domarono la bionda orgogliosa. La villa delle follie, ovvero come le due piante carnivore divorarono la vespa arrogante.
Ode alle due traviate e cosi via.
Daniela pensò che scrivere potesse servirle da valvola di sfogo, ma, presto, dovette ricredersi.
Le sue ossessioni, infatti, aumentarono fino a che decise di consultare una psicanalista. E il verdetto della dottoressa fu perentorio. Le due traviate l'avevano sottomessa fino al midollo. Daniela, caparbia, tentò ancora di resistere, ma un giorno, non potendone più, salì sul suo camper e raggiunse Calzanera.
Erano le nove di sera quando suonò alla porta delle sue carnefici. Margaux e Lucia, dopo averla riconosciuta tramite video citofono, le aprirono e se la trovarono davanti vestita da cameriera.
Fu in quel che Daniela chiese di essere accettata come serva. Le due traviate, con gli occhi luminosi, la fecero entrare immediatamente.
E la bionda potette finalmente appagare le sue voglie. Le due traviate le riservarono i trattamenti precedenti e, per la sua gioia, aggiunsero delle novità: pedate sul sedere, ceffoni sul viso e, molto spesso, clisteri alla camomilla.
Ma fu qualche tempo dopo che raggiunsero il massimo.
Ormai complete padrone della loro vittima, decisero di dividerla come fosse una vera e propria proprietà. Sedute ad un tavolo firmarono un accordo da rispettare fermamente. A Margaux, come leader, spettarono: il viso, compresi i capelli, i seni, lo stomaco, la pancia, il sedere e le gambe. Lucia, in quanto assistente, ricevette le braccia, comprese le mani, ed i piedi.
Le due traviate non si accontentarono del documento. Nella sala fu affissa una foto, approvata dalla stessa vittima, sulla quale erano indicate le zone che appartenevano ad una o all'altra dominatrice.
Qualcuno seppe e, mestamente, rivelò la sorte di Daniela ai calzanerini.
Quest'ultimi, dopo il solito momento di sconforto, sperarono in una reazione della loro beniamina. Fu tutto inutile.
La bella bionda non solo subì, ma, negli anni successivi, si prodigò, con impegno sempre crescente, per esaudire i desideri di coloro che, da tigre, l'avevano trasformata in una pezza da piedi.

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