Le due suocere contro la pupetta insolente

La signora Cecilia De Carolis, nonostante avesse ereditato un immenso patrimonio dal defunto marito, era disperata. La ragione di ciò stava in Patrizia, la sua unica figlia che, oltre ad essere un'assidua frequentatrice di costosissime palestre, non perdeva occasione per dimostrare la sua innegabile sfacciataggine.
La madre aveva tentato di arginare quell'impetuoso carattere assumendo delle governanti, ma le più esperte, prima di fuggire a gambe levate, erano riuscite a resistere appena tre giorni. A quel punto la povera signora, aveva concluso che la figlia fosse indomabile e, rassegnata, aveva deciso di cambiare tattica. Basta con le governanti. Erano passati sei mesi da quella drastica decisione quando, per caso, notò uno strano annuncio.
- Offresi educatrici per casi disperati - L'inserzione sembrava fatta apposta per lei.
Cecilia tornò a casa, alzò la cornetta del telefono e compose il numero.
Le rispose Gloria, una giovane donna dalla voce suadente la quale, dopo avere ascoltato il suo problema, le promise che avrebbe fatto il possibile per risolverlo. Fu così che, la domenica successiva, Gloria e la sua fida aiutante Antinea si trovarono nel giardino della splendida villa appartenente alla già menzionata signora. Patrizia, seduta su una sdraio e con i piedi sul tavolino, osservò le due nuove arrivate.
Gloria aveva i capelli neri e dimostrava circa trentadue anni mentre Antinea, la sua bionda aiutante, non ne'aveva più di ventisei. Erano affascinanti, statuarie ed indossavano una canottiera grigia con una minigonna nera
- Queste sono Gloria ed Antinea, alias le due suocere. Esordì Cecilia.
- Le due suocere? Mi stai prendendo in giro? Disse Patrizia.
- E' un nome intrigante e bizzarro inventato da loro stesse. In verità sono le due nuove governanti o forse è meglio dire le tue due nuove educatrici.
- Ma da dove le hai trovate? Sembrano uscite da un concorso di bellezza.
Cecilia non diede importanza alle parole della figlia e si preoccupò di mettere a loro agio le due nuove arrivate.
- Volete del tè? Gradite qualche pasticcino? Tra una parola e l'altra Gloria ed Antinea rivelarono a Cecilia che avevano studiato danza, canto, recitazione e che praticavano molti sport. Patrizia le ignorò e, ad un certo punto, fece per alzarsi.
Anche se con una certa fatica la madre la convinse a restare perché stava per giungere la parte più interessante della storia.
Poi lasciò che fosse Gloria a parlare.
- Non so se tua madre te lo ha già detto.
- Ma di cosa parli?
- Con noi dovrai essere molto gentile.
- Davvero?
A quel punto intervenne Cecilia.
- Gloria ed Antinea hanno un programma educativo molto interessante.
Gloria ricominciò a parlare.
- Ci misureremo in una serie di gare che coinvolgeranno le discipline più disparate. I giochi infantili, la recitazione, il canto, la danza ed infine la lotta.
Patrizia scoppiò a ridere. - La lotta? Ma, mia madre vi ha detto che fine hanno fatto le altre governanti?
- Ho l'impressione che, questa volta, le cose andranno diversamente.
- Certo. Metterò in fuga due educatrici invece di una.
- Sai, mamma? Credo proprio che, una volta tanto, tu abbia avuto una buona idea. Con queste due mi divertirò un mondo.
- A questo punto potete decidere il calendario. Aggiunse Cecilia.
- Con piacere. Concluse Patrizia.
Quando, di comune accordo tra le contendenti, il programma fu stilato la signora Cecilia dichiarò che avrebbe avuto bisogno di almeno tre giorni per procurarsi le attrezzature e le persone utili agli scopi previsti.
Naturalmente, nel periodo precedente all'inizio delle competizioni, Gloria ed Antinea sarebbero state sue graditissime ospiti.
La mattina successiva arrivò un gruppo di operai che, nei tempi previsti, trasformò completamente il giardino. Al centro fu sistemato un ring mentre, ai due lati, sorse un teatrino ed uno strano scivolo di stoffa che terminava con un morbido materasso. Un po' più in là svettò il podio ed un cartellone segnapunti. Infine, gli operai sgombrarono e, al loro posto, giunsero dodici donne con età compresa tra i diciotto ed i quarantacinque anni.
Come stabilito, il primo giorno sarebbe stato dedicato ai giochi infantili. Le concorrenti stavano per cimentarsi nel salto della corda quando una delle due ragazze che stavano al tabellone segnapunti chiese. - Che cosa debbo scrivere? Quali sono i nomi delle contendenti?
Gloria ed Antinea, precedendo Patrizia, risposero. - Noi siamo le due suocere.
Patrizia, indispettita, aggiunse. - Io sono la pupetta insolente.
A quel punto intervenne la signora Cecilia che apostrofò la figlia. - Non potevi scegliere uno pseudonimo migliore.
Le concorrenti si esibirono nel salto della corda, nel ruba-bandiera ed infine nella campana. La giuria, formata da dieci donne, accordò a Gloria ed Antinea il massimo dei voti. La mattina successiva le contendenti si misurarono nella gara di recitazione e di canto. Quando giunse il turno di Patrizia le giurate dovettero portare le mani alle orecchie.
Poi fu la volta della danza.
Le due suocere, in tutù e scarpette azzurre, fluttuarono eleganti davanti agli sguardi infuocati della loro rivale. Inutile sottolineare quale fu il verdetto.
Infine arrivò il giorno più importante, quello dedicato alla lotta.
Patrizia, irritata dalle sconfitte precedenti, non vedeva l'ora di cominciare.
Il primo incontro avvenne su uno scenario estremamente bizzarro. La regola voleva che le concorrenti salissero su una specie di scivolo alto quasi cinque metri e, mentre scendevano avvinghiate una all'altra, cercassero di guadagnare, al momento dell'atterraggio, la posizione di vantaggio rispetto all'avversaria. Iniziarono Gloria e Patrizia. Le due vennero giù alternando le posizioni di predominio, ma, quando quella specie di strampalato balletto terminò, Gloria stava sopra e Patrizia sotto. La gara fu ripetuta per altre quattro volte e, in un modo o nell'altro, fu sempre Gloria a prevalere.
Patrizia, infuriata, credette di potersi rifare con Antinea, ma, purtroppo per lei, la musica non cambiò. Quando le concorrenti si spostarono sul ring per la gara di lotta tradizionale, Patrizia era convinta di stravincere. Le cose, purtroppo per lei, non andarono così. Lottò contro Gloria e perse. Lo stesso successe con Antinea. Disorientata si preparò all'incontro di pugilato che, per sua fortuna, fu effettuato con dei guantoni soffici. Sia Gloria sia Antinea, infatti, la dominarono a tal punto da persuadere la signora che arbitrava a sospendere il secondo incontro prima della fine. Era incredibile. Per la prima volta in vita sua Patrizia aveva trovato qualcuno che le sapesse tenere testa. A quel punto le due vincitrici occuparono la posizione più alta del podio e, davanti ad una Patrizia attonita, furono premiate alla maniera delle atlete olimpioniche.
Quando giunse la sera, il teatrino si illuminò. Gloria ed Antinea, vestite di bianco, scesero lentamente sul palco sostenute da due corde e, non appena toccarono terra, furono accolte dagli applausi della signora Cecilia e delle sue collaboratrici. Poi, dopo aver annunciato un grande spettacolo, scomparvero dietro le quinte. Quando rientrarono erano vestite da leonesse ed avevano tra le mani una grossa gazzella di pezza. La sistemarono al centro del palco e, alludendo maliziosamente agli eventi appena accaduti, le posero le unghie sul corpo. Gloria ed Antinea replicarono l'operazione travestendosi da donnole. In questo caso la finta preda fu una gallina. Quando tornarono per il numero successivo, Patrizia rimase folgorata. Le vincitrici, abbigliate come due danzatrici di flamenco, distesero al centro del palco un manichino che le somigliava in maniera impressionante. Poi appoggiando il piede destro su quella scioccante figura assunsero una serie di pose trionfanti.
Venne il momento della passerella finale. Le due suocere, vestite in stile Belle Epoque, entrarono ed uscirono dal palco esibendosi in una miriade di smorfie e di mosse strafottenti.
A quel punto la signora De Carolis si alzò ed annunciò una cena in onore delle due trionfatrici.
Quando il principesco rito si concluse Patrizia chiese, per la prima volta negli ultimi cinque anni, il permesso di ritirarsi nella propria stanza. La madre, lanciando uno sguardo d'intesa alle due straordinarie educatrici, annuì. Un po' più tardi propose il meritato riposo anche per lei e per tutte coloro che erano rimaste.
Gloria ed Antinea si risvegliarono che era quasi mezzogiorno. Affacciate alla finestra del loro alloggio notarono che Patrizia stava aiutando la madre a preparare la colazione. Cecilia le vide e le invitò a scendere in giardino. Mentre si avvicinavano notarono che, sul tabellone segnapunti, lo pseudonimo usato da Patrizia, ossia la pupetta insolente, era seguito dal participio passato: domata. Poi, dopo essere state servite dalla perdente, ricevettero il congruo compenso pattuito. Ringraziarono la signora De Carolis e le ricordarono che, se avesse avuto bisogno di qualcosa, avrebbe potuto contattarle al solito numero. Infine Gloria accese il motore della sua auto sportiva e, con elegante manovra, si immise sulla strada che avrebbe riportato lei ed Antinea a casa.

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