FALDINI DON GINO

 

BREVE CENNO STORICO SULLA CHIESA  DI

SANTA MARIA DELLE GRAZIE

IN CAMPAGNATICO

 

 

 

 

La Chiesa detta di S. Maria, in Campagnatico, ha origini antichissime, risalendo, secondo documenti certi, alla prima metà del sec. XI; ma dobbiamo pensarla più vecchia di almeno un mezzo secolo come in appresso dirò.

Campagnatico apparisce per la prima volta nella storia il 18 aprile 973, come attesta un atto del Marchese Lamberto Aldobrandeschi in tale data, col quale vendette all’Abbazia del SS. Salvatore sul Monte Amiata, 45 fra corti e castelli fra i quali Campagnatico. Tale vendita venne riscattata dalla vedova Ermengarda sedici anni dopo.

Da un rescritto imperiale del 1026 e 1034 risulta che la stessa Abbazia dall’Imperatore veniva confermata nel possesso di una “GRANCIA” in Galliano, luogo dove venne firmato da Lamberto il suddetto atto di vendita, e il possesso della “CELLA SANTAE MARIAE” in Campagnatico.

Ecco quindi la data di nascita, ufficiale si potrebbe dire, di questa Chiesa. Ma se, però, nel 1026 l’Imperatore ne confermava il possesso all’Abbazia, è chiaro che essa già esisteva da almeno un mezzo secolo prima, e cioè già fin dall’anno del detto atto di vendita da parte di Lamberto. E l’Abbazia ci doveva tenere, come dimostra il nucleo di quella costruzione che innalzò subito, forse come abitazione ai religiosi incaricati del culto della Cella, costruzione appoggiata alla Chiesa, poi naturalmente ingrandita lungo il  corso dei secoli ma che il popolo continua ancora a chiamare “Convento”, e che porta chiare le tracce di quell’epoca.

Da “Cella” che era in principio, cioè “cappella”, i religiosi amiatini debbono averla ingrandita subito se in un elenco dello storico Ughelli contenuto nella sua opera “Italia sacra” e riguardante le parrocchie che dettero offerte per l’ultima Crociata, troviamo che in Campagnatico vi erano due Parrocchie, quella di S. Giovanni e quella di S. Maria. Non solo ma lo stesso ciclo pittorico della parte absidale che rappresenta la vita della Madonna, attribuito dal Berenson alla scuola senese, ci dice che in quell’epoca (sec. XIV-XV) la Chiesa doveva già avere una certa importanza. Da altri documenti posteriori poi si ha la conferma che questa Chiesa era veramente Parrocchia, sebbene senza Fonte Battesimale.

Così come trovasi attualmente sembra che sia stata completamente rimaneggiata nel se. XV ricopiando la stessa pianta della Parrocchiale di S. Giovanni. Detta Parrocchia di S. Maria venne soppressa dal Granduca alla fine del 1700 e il suo territorio venne incorporato in quello della Pieve, oggi  Propositura, di S. Giovanni.

Le opere d’arte in essa contenute sono:

1)      Un’Immagine della Vergine con Bambino, della scuola di Duccio di Boninsegna

2)      Un ciclo pittorico, secondo il Berenson di scuola senese, rappresentante la vita della Madonna

3)      Un’acquasantiera in marmo, datata sec. XV, abbisognevole di urgenti restauri

4)      Un organo attribuibile al sec. XVII

La Chiesa, restaurata nel 1968, compresa la rifacitura completa del tetto, abbisogna ancora di urgenti restauri esterni, della riaperture di due finestroni, della ripulitura esterna completa e delle vetrate. Ma lo stato economico della Confraternita, proprietaria dell’immobile, non consente tali spese; non rimane che chiedere un contributo alla Soprintendenza, dato che si tratta di un monumento che racchiude pregevoli opere d’arte.

 

Campagnatico lì  1/ 2 / 1971                                        IL PARROCO